
06 Aprile 2023
La chiusura di Google Stadia, avvenuta definitivamente all'inizio di quest'anno, ha posto la parola fine ad un progetto di cloud gaming che nel corso della sua breve esistenza si è dimostrato molto valido dal punto di vista tecnologico, meno per quanto riguarda la scelta del modello di business intrapresa da Google.
Si è parlato a lungo degli altri modi con cui la casa di Mountain View avrebbe potuto mettere a frutto l'infrastruttura di Stadia, ma sino ad ora non sembra esserci stata nessuna particolare iniziativa da parte di Google. Le cose però potrebbero presto cambiare, stando a quanto emerge da un nuovo rapporto di Axios in cui è stato intervistato Jack Buser, capo della sezione Game Industry Solutions di Google Cloud, che prospetta uno scenario davvero curioso.
Nel ripercorrere gli eventi che hanno portato alla chiusura di Stadia, Buser racconta di un momento in cui il team di Google Cloud ha semplicemente realizzato la sua vera vocazione, ovvero realizzare piattaforme di supporto che permettano alle altre realtà di costruire i propri prodotti, senza che sia Google in prima persona a realizzarli. Sicuramente in tanti possono essere d'accordo con questo fatto - specialmente se si considera la mole di progetti avviati da Google e poi abbandonati -, tuttavia la conclusione tratta da questa illuminazione non è quella che in molti si aspettano.
Le parole di Buser, infatti, potrebbero suggerire l'idea che Google metta a frutto l'infrastruttura di Stadia per permettere ad altre aziende di lanciare i propri servizi di gioco in streaming, tuttavia non sarà questo lo scenario a concretizzarsi, o meglio non in questa forma. Secondo quanto riferito ad Axios, infatti, sembra che Google Cloud stia cominciando a proporre un pacchetto di servizi che permetteranno a sviluppatori e publisher di poter pubblicare i propri giochi live service su un'infrastruttura simile a quella di Stadia.
Il focus sui live service è importante, dal momento che l'offerta di Google Cloud si concentrerà esclusivamente su questa categoria, solitamente la più problematica da gestire dal punto di vista dell'infrastruttura. Con il supporto di Google Cloud, un titolo live service proposto in streaming potrà contare su una struttura centralizzata che è sicuramente meno soggetta a disservizi o altri imprevisti che potrebbero rovinare l'esperienza di gioco.
La scelta di appoggiare solo i live service potrebbe essere anche motivata dal bisogno di stabilire delle partnership di lunga durata, dal momento che questo genere di giochi è solito protrarsi a lungo nel tempo, mentre proporre la stessa offerta a servizi di giochi in abbonamento più tradizionali potrebbe essere più rischioso dal punto di vista di Google.
Tramonta quindi definitivamente il progetto noto come Immersive Stream for Games, con il quale Google aveva dato il via ad alcuni esperimenti pilota come la fruizione di Batman: Arkham Asylum sulla rete 5G di AT&T o una demo di Resident Evil Village interamente fruibile in cloud, entrambi proposti all'esterno dell'ecosistema Stadia. Immersive Stream for Games è morto con la chiusura di Stadia, ha ribadito Buser, e quel tipo di proposta non è più praticabile. Sarà interessante scoprire quali saranno gli eventuali titoli che si poggeranno sulla soluzione di Google Cloud, dal momento che è senza dubbio molto promettente sul fronte tecnologico.
Commenti
Praticamente verrà affittata l'infrastruttura a chi produce giochi multiplayer online o parzialmente online per farli girare senza troppi intoppi. Quindi a noi utenti finali, interessa poco o niente.
Preciso, problema di posizionamento e target. L'offerta tecnica e commerciale era ottima
Hanno rilasciato i driver per usarli con un pc
Per chi ne sa…dalle mie parti uno vende a 20€ un controller stadia. Che potrei farci? Per 20€……
Basta, troppo caos apri e chiudi.
E' la cosa che dissi fin dal giorno zero: non è chiaro a quale pubblico si rivolgesse stadia. Non offriva abbastanza ai giocatori "hardcore" (che sono abituati ad un catalogo più ampio, prezzi dei giochi più bassi, latenze migliori, customizzazione, ecc.) e al contempo offriva troppo ai giocatori "casual" (ai quali generalmente bastano i giochini free-to-play sul cellulare o poco più). Gli unici per cui sarebbe stato conveniente sono quelle persone che vorrebbero ogni tanto giocare il "titolone di punta" ma saltuariamente, tipo si giocano 1-2 giochi all'anno. Ma quelli non spendono abbastanza per mandare avanti la baracca...
La leggenda racconta che in questo preciso momento nei piani alti di google stiano già decidendo la data di interruzione
mmm io ho provato il servizio Stadia e per me era un buon prodotto, il problema è a chi è rivolto, alla fine puoi fare anche un buon prodotto ma deve essere remunerativo, insomma lo devi vendere e nel caso di Stadia devi fare abbonamenti paganti.
Dal mio punto di vista, Stadia interessava a un numero troppo piccolo di persone, ad oggi la maggior parte dei videogiocatori usa console e pc