
15 Febbraio 2023
Sembrava che potesse essere questione di poco il rilascio di Privacy Sandbox su Android, invece dall'annuncio del 2022 è passato un anno quasi esatto. Tempo che è servito a Google per mettere a punto la beta che è disponibile da oggi sui prodotti con il sistema operativo del robottino verde, un anno in cui a Mountain View si è lavorato a stretto contatto con il settore alla ricerca di feedback che migliorassero il prodotto.
Adesso, annuncia Google, si entra in una nuova fase, quella della prima beta di Privacy Sandbox per i dispositivi Android idonei, così sviluppatori e utenti comuni possono mettere alla prova e valutare le nuove soluzioni in contesti di uso reali. Scoprire quali sono gli "smartphone Android idonei" però è impossibile attualmente, lo sapremo nel corso del tempo. L'implementazione sarà graduale, specifica Google: si parte da una piccola percentuale di prodotti con Android 13, nel caso in cui se ne possedesse uno tra quelli "selezionati" si riceve una notifica con l'invito a provare la novità.
Con la beta di Privacy Sandbox arrivano nuove API che non tracciano le attività che svolgiamo su app e siti internet, ma è una scelta degli sviluppatori delle singole applicazioni quella di implementarle per iniziare a valutarne l'efficacia. La partecipazione dell'utente alla beta può essere gestita dalle impostazioni del dispositivo, potendo così vedere e intervenire sugli interessi che le app possono utilizzare per mostrare annunci pubblicitari pertinenti, partecipazione che può essere revocata in qualsiasi momento.
L'obiettivo che Google si è prefissata con Privacy Sandbox è quello di bilanciare il diritto alla privacy di ciascuno con l'esigenza da parte degli inserzionisti di avere gli strumenti necessari a realizzare delle campagne pubblicitarie di successo. Un'evoluzione della pubblicità digitale in direzione di un maggiore rispetto della privacy degli utenti, che si allontani dal tracciamento delle attività, "è vitale affinché il futuro dell'ecosistema mobile sia florido", scrive Google. "Continueremo a lavorare a stretto contatto con sviluppatori, esperti di marketing e autorità".
Commenti
anche no
esattamente. Quelli che scrivono queste fesserie sono gli stessi che usano il "legittimo interesse" come jolly per raccogliere e trattare qualsiasi dato. Poi piangono quando arrivano le multe.
Viene da chiedersi cos'é il diritto?
Adguard 20e singolo 30e famiggia su stacksocial e ciaoooone
Poca roba rispetto a quello che può fare AdGuard
Fortuna che esiste firefox
OT: con il February Update, Xbox diventa compatibile con Google Home App.
Mi chiedo quanti, una volta che sarà globale, lo configureranno..
Il rischio per google & co è di passare da una pubblicità assurdamente personalizzata e targettizzata, ad una pubblicità "televisiva", dove ci sarà "l'utente a cui piace lo sport" ma non si sa quale sport, o "l'utente a cui piace la tencologia" ma non si saprà se pubblicizzargli la lavastoviglie o un phone..