
Articolo 27 Feb
La guerra tra Russia e Ucraina si sta combattendo su (almeno) quattro fronti: il primo, sicuramente il più cruento e drammatico, è quello delle città e delle campagne ucraine, il secondo riguarda la politica - dai rapporti con USA, UE e NATO sino allo spazio, come purtroppo sta accadendo -, il terzo tira in ballo l'economia, il quarto la rete. Ciascuno di questi è strettamente legato agli altri, un passo falso in uno rischia di compromettere tutto.
Ed è per questo che tantissime aziende di tutto il mondo stanno iniziando ad adottare misure contro Mosca, così come le grandi piattaforme social hanno preso decisioni per proteggere gli utenti - specie quelli che vivono nei Paesi coinvolti dal conflitto - e per evitare che vengano diffuse notizie false. Vediamo come il mondo tech e le grandi aziende che operano sul web stanno reagendo alla guerra.
Punto cruciale durante un conflitto è la diffusione di fake news. Che puntuali sono arrivate, pubblicate da (falsi) account con sede in Russia e Ucraina - probabilmente dei bot - che spacciandosi per giornalisti ed esperti hanno iniziato a pubblicare su Facebook e altre piattaforme (inclusa la russa Telegram) notizie completamente infondate.
Su richiesta del governo ucraino, Meta ha limitato l'accesso a diversi account, specie a quelli di media statali russi. Su tutte le sue piattaforme sono stati potenziati i sistemi di controllo: le novità riguardano nella maggior parte dei casi tutto il mondo. Tra questi:
Anche Alphabet ha adottato le prime misure contro la Russia. YouTube, ad esempio, ha bloccato la possibilità per i media statali (come RT) di pubblicare annunci e monetizzare sulla piattaforma. Tali media non compaiono più tra i video consigliati e in Ucraina sono stati del tutto bloccati. Solo negli ultimi giorni, i video rimossi dalla piattaforma sarebbero migliaia, e centinaia gli account bannati.
In generale, Google Europe ha comunicato che sono state rafforzate le misure di controllo contro la diffusione di false notizie e per difendersi da eventuali attacchi hacker.
Google ha confermato poi che da ieri sono stati disabilitati in Ucraina alcuni strumenti di Maps, specie quelli sul traffico in tempo reale e sull'affollamento di aree specifiche come ristoranti e negozi.
"Abbiamo temporaneamente sospeso gli annunci pubblicitari in Ucraina e Russia per garantire che le informazioni critiche sulla sicurezza pubblica siano messe in rilievo e che gli annunci non ne risentano". In breve:
Per contro, la Russia avrebbe bloccato parzialmente l'accesso a Twitter nel Paese. Sono diverse le segnalazioni a riguardo, inclusa quella di un giornalista BBC. La piattaforma ha poi successivamente confermato che moltissimi utenti non sono in grado di accedere al social media. Stessa cosa era successa i giorni scorsi con Facebook.
Uno dei modi per fermare la guerra è togliere materie prime e prodotti alla Russia. E questo sarebbe l'intento di realtà come Intel e AMD, intenzionate ad interrompere l'approvvigionamento di processori tramite un ban tecnologico senza precedenti. Tale decisione rientrerebbe all'interno delle sanzioni imposte da Stati Uniti ed Europa. Il giorno in cui dovrebbe essere sancito lo stop alle esportazioni dovrebbe essere il 3 marzo, ma voci interne alle aziende confermano che il ban sarebbe già in atto.
Attenzione, però: il ban non riguarderà i prodotti di consumo destinati alla popolazione, ma solo quelli per aziende - private o pubbliche - ed organismi statali. In questo modo si cerca di non colpire i cittadini ma solo le istituzioni, in modo tale che, nel medio-lungo periodo, la Russia non sia più in grado di tenere aggiornati i suoi sistemi informatici.
Riassumiamo le aziende del settore tecnologico che hanno già preso la decisione di bloccare l'export in Russia:
Microsoft prende posizione contro la Russia adottando diverse misure, così riassumibili:
Snapchat resta online in Russia, Bielorussia e Ucraina.
Da ieri PayPal non accetta più nuovi utenti che risiedono in Russia. In più sono stati bloccati diversi account ed estromesse alcune banche del Paese. Parallelamente l'azienda ha attivato un sistema di donazioni per realtà non profit in Ucraina a supporto della popolazione.
Spotify ha chiuso l'ufficio che aveva aperto a Mosca appena il mese scorso (una legge del Paese impone che aziende tech con audience superiore a 500.000 utenti debba necessariamente avere una sede in Russia). La piattaforma di streaming è tuttora accessibile, ma ha bannato RT e Spotify e declassificato nelle sue ricerche i contenuti filo-statali.
Spotify è attivo in Russia e Ucraina dal 2020.
AirBnB sta già offrendo ospitalità gratuita per i rifugiati, e ora sospende tutte le sue operazioni in Russia e Bielorussia. La comunicazione è stata data dal CEO Brian Chesky, un rappresentante dell'azienda ha aggiunto che non saranno più accettate prenotazioni in entrambi i Paesi.
Altro capitolo riguardante Google, questa volta sulla pubblicità. L'azienda ha interrotto tutte le attività di advertising sul suolo russo: "alla luce delle circostanze straordinarie, mettiamo in pausa Google ads in Russia". E ciò riguarda tutti, dai media para-statali alle aziende private.
Anche Microsoft e Samsung si sono unite a tante altre aziende, tra cui Apple, che hanno deciso di sospendere le vendite dei loro prodotti in Russia a seguito dell'aggressione militare fatta nei confronti dell'Ucraina.
Microsoft sta anche fornendo sostegno al popolo dell'Ucraina così come la società coreana che ha donerà 6 milioni di dollari all'Ucraina, di cui 1 milione di dollari in prodotti di elettronica di consumo
Stop alla vendita di prodotti e servizi in Russia da parte di Adobe con effetto immediato. L'azienda si era mossa nei giorni scorsi a sostegno della popolazione ucraina, ora decide in pratica di interrompere ogni rapporto commerciale con Mosca. Non solo: è stato bloccato l'accesso ad Adobe Creative Cloud, Adobe Document Cloud e Adobe Experience Cloud a tutti i media controllati dal Cremlino.
I due principali circuiti bloccano le loro attività in Russia. Entrambe le aziende hanno annunciato lo stop a tutte le transazioni nel corso dei prossimi giorni: ciò significa che tutte le transazioni effettuate con Mastercard o Visa emesse da banche russe non saranno valide al di fuori dei confini nazionali, mentre le carte emesse da banche fuori dalla Russia non funzioneranno all'interno del Paese. In Russia, tuttavia, le carte Visa e Mastercard continueranno a funzionare sul mercato nazionale, ma le transazioni saranno processate dal National Payment Card System russo.
Si muove anche la cinese TikTok, che in Russia ha deciso di bloccare la pubblicazione di video e contenuti in diretta. É una diretta conseguenza della legge contro le "fake news" imposta da Putin e che in questi giorni ha costretto centinaia di giornalisti provenienti da tutto il mondo di abbandonare Mosca (v. RAI).
Dunque non si tratta di un ban da parte del Cremlino, quanto piuttosto di una decisione presa da ByteDance - l'azienda madre che controlla la piattaforma social - per evitare che gli utenti vengano accusati di diffusione di falsità nei confronti delle forze armate russe.
la nostra massima priorità è la sicurezza dei nostri dipendenti e dei nostri utenti, e alla luce della nuova legge russa sulle 'fake news', non abbiamo altra scelta che sospendere il livestreaming e i nuovi contenuti nel nostro servizio video in Russia mentre esaminiamo le implicazioni di sicurezza di questa legge. Il nostro servizio di messaggistica in-app non sarà impattato.
Tutti i servizi di Netflix sono sospesi in Russia. La piattaforma si è rifiutata di adeguarsi alle richieste della Russia di trasmettere canali di propaganda (NTV inclusa). Stop anche all'acquisizione di materiale russo (serie TV, etc.)
La guerra allontana dalla Russia anche il ramo mobile di Nokia. L'azienda lascia il Paese a tempo indeterminato:
HMD Global ha interrotto l'export verso la Russia e garantirà il rispetto di tutte le sanzioni e restrizioni.
I prodotti a marchio Nokia continueranno ad essere venduti in Russia sino ad esaurimento scorte.
La stretta intorno all Russia decisa dalle aziende tech si gioca anche sul terreno del mercato cloud. Amazon, Microsoft, Google e IBM - ciascuna a suo modo - hanno interrotto o ridimensionato la fornitura dei servizi cloud in Russia. Amazon dice di non consentire più nuove iscrizioni ad AWS in Russia e Bielorussia; Microsoft ha sospeso le vendite di tutti i prodotti e servizi in Russia e questo verosimilmente implica che saranno coinvolti anche i servizi di Azure; Google ha confermato che non accetterà nuovi clienti Google Cloud un Russia. IBM conferma infine di aver interrotto tutte le attività con la Russia.
Di diverso avviso è CloudFlare, un'azienda che non offre solo servizi cloud ma si occupa anche di fornire accesso sicuro ad Internet mediante una rete di data center mondiale: nonostante le richieste per interrompere tutti i servizi in Russia, e dopo essersi confrontata con esperti, esponenti della società civile e governi, l'Azienda conclude che la Russia ha bisogno di maggiore accesso ad Internet e non meno.
È sempre notizia delle ultime ore infine la decisione del motore di ricerca DuckDuckGo di penalizzare nei risultati delle ricerche i siti che fanno da cassa da risonanza all'attività di propaganda russa. Il provvedimento segue alla decisione annunciata all'inizio del mese di sospendere la collaborazione con il motore di ricerca russo Yandex
Con un breve comunicato, LG annuncia che "sospende tutte le spedizioni verso la Russia e continuerà a seguire da vicino l'evolversi della situazione".
Dopo la chiusura degli uffici, il servizio di streaming musicale non sarà più disponibile in Russia a partire da inizio aprile. La legge locale impedisce infatti la diffusione di notizie che discreditano l'attività militare in corso in Ucraina, e l'azienda svedese si è dovuta giocoforza adeguare.
Sfortunatamente, la legislazione recentemente emanata che limita ulteriormente l'accesso alle informazioni, elimina la libertà di espressione e criminalizza alcuni tipi di notizie mette a rischio la sicurezza dei dipendenti di Spotify e anche dei nostri ascoltatori.
Dopo aver bloccato l'export verso Russia e Bielorussia, Intel prende posizione contro la guerra annunciando l'interruzione immediata di tutte le sue operazioni nel Paese.
Stiamo lavorando per supportare tutti i nostri dipendenti in questa situazione difficile, inclusi i nostri 1.200 dipendenti in Russia. Abbiamo anche implementato misure di continuità aziendale per ridurre al minimo le interruzioni delle nostre operazioni globali"
Anche Nokia esce dalla Russia. Tuttavia, l'azienda finlandese intende garantire "il supporto per mantenere le reti" nel Paese in modo tale che la popolazione non resti isolata. "Stiamo chiedendo le relative licenze per abilitare questo supporto nel rispetto delle sanzioni vigenti".
Aggiorneremo l'articolo man mano che arriveranno altre comunicazioni da parte di aziende e social network.
Articolo aggiornato il 12/4 con le informazioni su Nokia.
Credits immagine d'apertura: Pixabay
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Commenti
nulla da eccepire sul fatto che i russi come popolo siano dei poveracci e non da 10 anni ma da sempre. Però per far crorrare un paese il dato che interessa è il valore della moneta/riserve che lo stato ha.
ora il rublo è "forte", stan comprando oro come se non ci fosse un domani e hanno la nazione con più risorse sulla terra. è più probabile che si ribelli la popolazione italiana(se è vero che i nostri gland1 politici han paventato di non prendere più gas e petrolio russo) piuttosto che quella russa.
Si esatto. Più di una volta qualche generale italiano ha proprio definito la Russia un "bullo dai piedi d'argilla".
La Cina era in cattivi rapporti con la Russia anche all'epoca dell'Unione Sovietica e si tratta di una rivalità con profonde radici storiche, non disgiunta da dispute territoriali. L'alleanza attuale è quindi soltanto tattica in funzione antiamericana e facilmente può essere mutata. L'aspetto più singolare di questa presunta alleanza è che i due soggetti hanno un peso del tutto differente. Infatti la Cina è un gigante economico, la cui crescita in un anno equivale all'intero PIL della Russia, quindi si può anche dire che la Cina cresce di una Russia l'anno. Date queste premesse, è evidente che non c'è parità tra i due paesi e che sarebbe la Cina a dominare, tanto più che non può essere sottoposta al ricatto nucleare, avendo essa stessa armamenti atomici e una tecnologia complessiva incomparabilmente superiore.
Si ho appena controllato. E' così.
Questo non lo escluderei.
In questi due mesi di commodities alle stelle la Russia ha fatturato verso l'estero più di qualsiasi altra periodo corrispondente della sua storia, e la convenienza è anche per la Cina che assieme alla Russia controlla la maggior parte delle risorse naturali mondiali.
Quindi sì, se dovessimo giudicare la cosa unicamente sotto il profilo dei fatturati esteri ogni giorno di guerra in più rappresenta un profitto netto per Russia e Cina.
Inoltre, guardando alla sola Russia, il rublo ormai ai livelli pre 24 Febbraio fa sì che non esista più neppure un'inflazione importata
In questo momento il rublo contro dollaro è a 83.8.
Ha riguadagnato pressoché per intero il cross precedente al conflitto.
No, è su tutti i giornali, basta leggerne almeno uno.
Ma leggi queste notizie sulla Pravda vero? :)
Quante cose imparo qui che non sapevo.
Ma credi i cinesi così cattivi con altri comunisti come loro?
Non penso.
Beh pure la loro (quasi ex) governatrice della banca centrale russa ha dichiarato "Hai fatto precipitare l'economia russa in una fogna".
Allora la guerra sarà lunga.
Purtroppo si può dare solo un singolo up vote.
Le testate di tecnologia dovrebbero occuparsi di tecnologia, si eviterebbe incomprensioni, litigi, offese e quant’altro, ma purtroppo pur di avere "click" (guadagni) fanno questo ed altro, non si possono biasimare, in fono tutti dobbiamo vivere.
Guarda che l'Ural è sempre costato meno del WTI che a sua volta è sempre costato meno del Brent.
La Russia sta incassando cifre da capogiro
perchè c'è differenza tra il valore dello scambio e il potere d'acquisto.
domanda e offerta e cose così quando con le sanzioni l'import è praticamente collassato, arriva poca roba e le conseguenza sono ovvie.
poi si può credere a quello che si vuole ma già prima della guerra il telefonino da 200$ non era proprio una cosa scontata per tutti.
La Cina supporta la Russia come l'usuraio supporta il debitore; inizialmente l'aiuta per poi diventare il suo padrone.
esatto, inoltre i nuovi fornitori non mi sembrano esenti da pericolo di guerre e totalitarismo...oggi blocchiamo quello che arriva dalla russia..domani?
il rublo è passato dal valere 0,013 dollari a 0,010...è un bel deprezzamento ma da come la raccontano sembra che ci sia la sitazione dello zimbawe
Oh sei proprio una volpe!
Beh ma hai capito a chi stai rispondendo?
Il greggio non ha un prezzo, viene stabilito da una o più organizzazioni, poi i prezzi di mercato sono stabiliti in base alla domanda offerta, se oggi la Russia immette sul mercato un certo quantitativo di greggio a prezzo concorrenziale altri produttori immettano sul mercato altro greggio a prezzo ribassato, il prezzo di oggi dei 100$ e pompato ed e solo speculazione, per quello che riguarda i diamanti preferisco non inoltrarmi, e un discorso complesso, evitiamolo.
Ahahahahahah
Quindi se una parte della popolazione di una regione ha simpatie per un altro paese quel paese è legittimato a invaderla coi carroarmati e prendersela? Per fortuna che la geopolitica non funziona nel modo infantile che pensi tu, sennò metà del nord Italia a quest'ora sarebbe parte della Svizzera o dell'Austria...
DUE (2) referendum in cui potevano potevano votare sia cittadini ucraini che russi, già questo dovrebbe farti riflettere sulla legittimità degli stessi, per favore su
che commento inutile.
sei un bambino spero
meno male che tu mi istruisci .
grazie
Negli ultimi 8 anni il Donbass e la Crimea han fatto due (2) referendum popolari per uscire dall' Ucraina ed entrare in Russia, questo è il VOLERE POPOLARE. Nel mentre l'Ucraina li ha bombardati uccidendo 15000 persone, oltre a violenze ed oltraggi.
Negli ultimi 8 anni il Donbass e la Crimea han fatto due (2) referendum popolari per uscire dall' Ucraina ed entrare in Russia, questo è il VOLERE POPOLARE. Nel mentre l'Ucraina li ha bombardati uccidendo 15000 persone, oltre a violenze ed oltraggi.
Percui si, mi rileggo quando scrivo. sei tu guardi solo RAI1 poi verifichi su LA7
si parlava di sanzioni in termini generici, ora per tirare acqua al tuo mulino, mi cambi le cose? comunque mi pare che gli USA importino gas (come l'Europa), ma non ne sono certo.
la questione degli aumenti di diesel è benzina c'entra nulla con la guerra in Ucraina, quella è mera speculazione
sì sì... un supporto devastante
E quindi? Se hai bisogno di legali vuol dire che hai fatto il pistolero e hai ammazzato qualcuno. Ci dovevi pensare prima di sparare che poi i tuoi legali si sarebbero fatta la villetta a tue spese. E ti sta bene, pistolero.
Siamo al 28 marzo
i russi si sono spostati in Turchia e Dubai e in generale in quel 80% dei paesi al mondo dove questa follia di cagnolini USA non funziona.
tralasciando che il tuo dato del 20% del mondo che genererebbe il 20% è falso la forza economica (per non parlare di quella militare) la devi vedere nell'ottica di economica+demografia+prospettive di crescita.
L'UE specialmente è economicamente morente, le sanzioni, accettare di acquistare costosissimo gas liquefatto USA e tranciare i legami con chi ti forniva materie prime a ottime prezzo sarà drammatico. Demograficamente stiamo morendo, non c'è nulla da aggiungere. Sulla crescita siamo fermi al palo post-isteria covid ci sarà l'ennesima mazzata.
I paesi dell'Europa geografica non fa affatto paura.
Ti faccio solo notare che nei prossimi 5 anni il PIL USA sarà superato da quello cinese in un contesto dove la pax statunitense, la supremazia del dollaro e relativo unilateralismo terminerà.
Puoi vincere di propaganda grazie alla bodenza di fuogo dei picciotti dei media servi e social ma la guerra economica e militare è altra roba.
E pensare che gli antichi si drogavano per vedere il futuro!
L'industria in Russia è antiquata perché rispetto all'unione sovietica è cambiata solo la proprietà ma non è stata introdotta la concorrenza, l'unica cosa che può migliorare la produttività, l'efficienza e quindi la qualità. Continuando di questo passo la Russia è destinata a diventare un paese povero.
Questa è la visione di bbuddinn che vorrebbe una Russia rimasta all'URSS, gli oligarchi investono all'estero perché semplicemente è all'estero che c'è da investire non in Russia... non faccia confusione lei, l'industria bellica pesante Russa è antiquata e non riceve investimenti significativi da anni
Daccordo, ma non servirebbe a nulla, si realizzerebbe semplicemente un riassetto delle forniture a livello globale, i russi prenderebbero meno soldini da noi e più soldini dai cinesi, ci converrebbe? Secondo i tedeschi no, perché diminuirebbe la dipendenza dei russi dai nostri pagamenti, quindi aumenterebbe il potere di condizionamento dei cinesi e si ridurrebbe invece il potere di condizionamento dell'UE sulla Russia.
Ma non mi dire, uno stato sovrano ha avuto l'ardire di "mettersi di traverso" quando viene attaccato militarmente per rubargli pezzi del suo territorio... che arroganza! Perché non hanno calato le braghe e regalato i territori a Putin che "è legittimato" a prenderseli? Egoisti!! /s
Seriamente, ma vi sentite quando parlate? Ridicolo... ho già fatto questo discorso ad nauseam, ma rimane un buon paragone: se l'austria invadesse il trentino tu glielo lasceresti senza batter ciglio? Tanto già parlano tedesco, direi che la rivendicazione dei crucchi è "più che legittima"... nonsense.
anche tu pero ancora nelle caverne a scaldarti con il fuoco!evolvi un po
ma isolata dove? con la cina che la supporta non gli serve nulla dall'occidente caso mai noi stiamo al freddo senza il loro gas!
In Russia il sistema nazionale è stato esteso alle carte emesse in Russia su circuiti Visa e Mastercard.
Non funzionano i circuiti mastercard e visa, quindi sia occidentali che russi non funzionano. Se su un sito russo è implementato un sistema di pagamento che non sia ne mastercard ne visa allora continuerà a funzionare...
Le carte continuano a funzionare sui bancomat, perchè come da noi, per il prelievo si usa un sistema nazionale.