Google ed Apple, multe milionarie dall'Antitrust per i dati: "Faremo ricorso"

26 Novembre 2021 12

Apple e Google sono state multate dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per due violazioni al Codice del Consumo, una per carenze informative e un’altra per pratiche aggressive legate all’acquisizione e all’utilizzo dei dati dei consumatori a fini commerciali. Il risultato è una multa complessiva di 20 milioni di euro, ma sia Apple che Google hanno già annunciato di voler presentare ricorso perché ritengono infondate le conclusioni dell'Autorità e dunque illegittima la sanzione di 10 milioni a testa.

La sanzione nei confronti Apple segue a stretto giro di posta quella da oltre 130 milioni di euro che proprio l'AGCM ha comminato a Cupertino per aver siglato con Amazon - sanzionata anch'essa - un accordo restrittivo della concorrenza.

APPLE E GOOGLE GUADAGNANO DUE VOLTE DAI DATI DEGLI UTENTI

Nei confronti di Apple, partendo dal presupposto che la Mela (come Google) raccoglie e profila i dati degli utenti attraverso i suoi servizi, l'Antitrust ha evidenziato come, pur mantenendo i dati per sé, Apple li utilizzi per personalizzare le attività promozionali in modo da accrescere il giro di affari di prodotti e servizi propri e/o di terzi su App Store, iTunes Store e Apple Books, ottenendo, alla chiusura del cerchio, un ritorno economico.

In altre parole, se da un lato è vero che Apple non cede i dati a terzi, dall'altro la Mela li utilizza per arricchirsi. Per l'Autorità, il fatto che gli utenti cedano i propri dati per utilizzare i servizi di Apple e Google avvantaggia le due aziende anche in assenza di un esborso monetario.

Apple, sia nella fase di creazione dell’ID Apple, sia in occasione dell’accesso agli Store Apple (App Store, iTunes Store e Apple Books), non fornisce all’utente in maniera immediata ed esplicita alcuna indicazione sulla raccolta e sull’utilizzo dei suoi dati a fini commerciali, enfatizzando solo che la raccolta dei dati è necessaria per migliorare l’esperienza del consumatore e la fruizione dei servizi.

Apple viene accusata di non consentire all'utente di scegliere preventivamente se condividere i propri dati a fini commerciali.

Il consumatore viene condizionato nella scelta di consumo e subisce la cessione delle informazioni personali, di cui Apple può disporre per le proprie finalità promozionali effettuate in modalità diverse.

Un portavoce di Apple ha tenuto a precisare come l'azienda sia impegnata da tempo nella tutela dei consumatori e che per questo farà ricorso:

Non siamo d'accordo con l’opinione dell’Autorità e quindi faremo ricorso. In Apple ci impegniamo da tempo nella protezione della privacy dei nostri clienti e lavoriamo con il massimo dell'impegno alla realizzazione di prodotti e funzionalità che tutelino i loro dati. Forniamo a tutti gli utenti un livello di trasparenza e di controllo sulle loro informazioni all’avanguardia nel settore, affinché possano scegliere quali condividere e come vengano utilizzate.

GOOGLE 'GUIDA' L'UTENTE VERSO LA CESSIONE DEI DATI

Google è stata sanzionata per ragioni grossomodo analoghe, ossia per la mancanza di chiarezza sull'acquisizione e sull'utilizzo dei dati a fini commerciali. L'Antitrust ha evidenziato come tanto durante la creazione dell'account, che è indispensabile per l'utilizzo dei servizi, quanto nell'utilizzo dei servizi stessi, Google ometta quelle informazioni che diversamente consentirebbero al consumatore di scegliere consapevolmente sulla cessione e soprattutto sull'utilizzo dei dati dai quali poi Google ricava un vantaggio di natura economica.

Google pre-imposta l’accettazione da parte dell’utente al trasferimento e/o all’utilizzo dei propri dati per fini commerciali. Questa pre-attivazione consente il trasferimento e l’uso dei dati da parte di Google, una volta che questi vengono generati, senza la necessità di altri passaggi in cui l’utente possa di volta in volta confermare o modificare la scelta pre-impostata dall’azienda.

Un delegato di Google ha commentato il provvedimento dell'AGCM annunciando, come Apple, di voler fare ricorso:

Prevediamo pratiche eque e trasparenti per dare ai nostri utenti dei servizi utili, e forniamo informazioni chiare sul loro utilizzo. Offriamo alle persone la possibilità di gestire le proprie informazioni attraverso strumenti semplici, anche per limitare l’utilizzo dei dati personali, e ci impegniamo per attenerci pienamente alle norme a tutela dei consumatori. Non siamo d’accordo con la decisione dell’Autorità e faremo ricorso.


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Commenti

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salvatore esposito

quello lo sostengono solo i fanboy indottrinati dalla fede, gli stessi che sostenevano che Facebook non profila a già da prima per il marketing "quello che succede su iphone resta su iphone" (poi smentito più e più volte, in ultime battute con questa multa e quando fu pizzicata a registrare le conversazioni con siri)... ma la fede è così, una volta radicata poi puoi dire che sei capace di camminare sull'acqua e tutti bersi ogni frignaccia possibile e impossibile

salvatore esposito

ma almeno hai letto l'articolo o le impostazioni di Apple? Apple non gira a terzi (così sostiene) ma tiene comunque per sé per aumentare la concorrenza già sleale in appstore, quindi non solo butta fuori potenziali concorrenti per le sue App cambiando le regole continuamente, ma sfrutta i tuoi dati per riuscire a spillartii tuoi soldi, senza considerare che le altre app devono pagare per pubblicare li app e nessuna possibilità di installare app fuori del monopolio dello store

Zanzo
csharpino

Patetico...

csharpino

Ops... Scoperta l'acqua calda...

Funz

è vero, e i server di Apple sono alimentati a biometano da peti di unicorni rosa

Andrej Peribar

Quando dichiarasti che avresti comprato iPhone e abbandonato win10M (lunga vita) ti dissi che ero curioso se avresti saputo raggiungere i fasti dei migliori, perché tra i fanboy MS era facile, fra gli iBoys ci sarebbe stata molta concorrenza.

Perdonami se ho dubitato.

Al tar del Lazio.

italba

Certo che non rivende i tuoi dati, li tiene per sé così può continuare a pelarti ben benino tutti i tuoi soldini!

yepp
000

Poi funziona a mezzo servizio e pace all'anima se poi un open source free funziona meglio!... Ricordo anche quando si pagava per avere un servizio efficiente e restava un rapporto pulito tra azienda e utente.. Meglio meno finte comodità, o pagare per averle, che regalare la propria vita a ste multinazionali.

HeySiri

In effetti Apple non spiega mai quali dati usa e in che modo, tanto che molti sono tentati a credere che non faccia profilazione ( non faccio nomi ;) ).
Di Google invece si sa fin troppo bene cosa se ne fa dei dati, ma dà anche la possibilità di disattivare dalle impostazioni

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