
30 Maggio 2022
Ha toccato diversi argomenti il CEO di Google nel corso di un'intervista concessa alla BBC: dall'annoso tema delle tasse al futuro della tecnologia, passando per la limitazione della libertà su internet e la tutela della privacy. Un Sundar Pichai a ruota libera quello che si è concesso alle domande dell'emittente inglese, un timoniere che peraltro da un evento come la pandemia, estremamente destabilizzante per qualsiasi realtà, ha portato uno dei principali giganti del web a raddoppiare il proprio valore in borsa da marzo 2020.
Secondo Pichai il quarto di secolo a venire sarà influenzato radicalmente da due sviluppi già noti: l'informatica quantistica e l'intelligenza artificiale. La portata di quest'ultima, il suo potenziale rivoluzionario, è stata paragonata nientemeno che all'elettricità e ad internet; l'umanità, dice, ci lavorerà su e la svilupperà, è una tecnologia che definisce più volte profound, cioè profonda, intensa.
E se il concetto di intelligenza artificiale è grossomodo noto a tutti - il tentativo di trasferire l'intelligenza umana alle macchine - l'informatica quantistica è qualcosa di profondamente diverso dall'informatica classica perché si fonda su principi di base diversi: è l'insieme delle tecniche di calcolo che utilizzano i quanti per memorizzare ed elaborare le informazioni.
Pichai ha le idee già chiare sul tema, ed è cosciente del fatto che l'informatica quantistica non sarà una soluzione universale poiché per determinati scopi i modi di operare attuali sono e saranno preferibili. "Ma ci sono alcune cose per le quali il calcolo quantistico aprirà ad una nuova gamma di soluzioni", ha detto.
Più delicato e controverso invece l'argomento sulla tassazione. Google ha tenuto a libro paga per anni con lauti compensi decine, anzi centinaia di figure professionali tra commercialisti ed avvocati per pagare meno tasse possibile. Tre anni fa Google ha trasferito oltre 20 miliardi di dollari nel paradiso fiscale delle Bermuda tramite una società olandese (qui l'approfondimento), ma Pichai - incalzato sul tema - ha detto che Google "non opera più in questo modo, è uno dei contribuenti maggiori al mondo e rispetta le normative fiscali dei Paesi in cui opera".
Il giornalista ha tuttavia spostato l'accento dal rispetto della legalità alla moralità delle azioni dell'azienda che presiede, poiché il tentativo di ridurre al minimo il versamento delle tasse con ogni escamotage è una prassi che possono permettersi i contribuenti dalle possibilità maggiori come Google e che danneggia la collettività e le fasce più deboli. Pichai, a domanda diretta, ha risposto di non potersi impegnare affinché Google lasci immediatamente i paradisi fiscali in cui possiede dei conti.
Molte volte Google è stata accusata di esercitare di fatto un monopolio sulle informazioni e sulle ricerche online. Pichai si è scrollato di dosso le accuse in modo molto rapido, dicendo semplicemente che la ricerca di Google è gratuita e gli utenti possono anche utilizzare altri servizi (come ad esempio l'ecosostenibile Ecosia, ndr). In altre parole secondo il CEO sono gli utenti a scegliere liberamente di affidarsi alla ricerca Google nonostante la presenza di servizi analoghi.
Sul fronte della privacy Pichai ha detto senza mezzi termini di ritenerla uno dei diritti fondamentali dell'uomo, e proprio la privacy "è alla base di tutto quello che fa Google". I dati che utilizzano a Mountain View sono solo quelli necessari a fornire un servizio, e comunque viene data la possibilità agli utenti di cancellare, anche automaticamente, i dati accumulati dal motore di ricerca.
Il CEO di Google si è detto preoccupato del modo in cui diverse nazioni, come la Cina, applichino la censura al web limitando il flusso libero di informazioni, e di come in questo modo internet e la libertà personale siano "sotto attacco".
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Commenti
Possiamo discutere sulla terminologia, ma il punto del messaggio non era quello, quello che stavo sottolineando è la sostanziale differenza nella gravità/impatto delle due cose.
A parte che non hai usato il termine censura nel commento a cui rispondo.
Hai solo paragonato le due cose.
Ma poi... "frasi grammaticali"?!
LOL
Infatti parlo di censura sulla loro piattaforma, imparerei a comprendere le frasi grammaticali fossi in te.
Finché paragonerai la censura di stato ad essere bannato da un social, non focalizzerai mai il punto.
Farai sempre un ragionamento monco.
Sarei tendenzialmente d'accordo con te sull'ultima frase se effettivamente succedesse. Il problema di cui ti parlo è il bias politico che accompagnano queste violazioni delle linee guida, per conservatori vengono prontamente attuate mentre per liberals si cerca di essere sempre più cauti nel farle rispettare e a procedere con bans.
Non puoi censurare la libertà di pensiero, caso mai quella di parola. Se una persona viene bannata da un social per le sue idee è una censura vera e propria sul social (e non censura anche nel mondo reale ovviamente), è italiano.
trend, studi è un po' come dire che la sorella dello zio di un mio amico ha detto che...
Io non sto difendendo nessuno per me i social possono anche essere schierati da un parte ed essere brutti e cattivi resta il fatto che possono cancellare i tuoi messaggi in base alle loro linee guida.
Quello che hai detto è in perfetta contraddizione con quello che sostenevi sopra, la soluzione che tu cerchi è il bavaglio a TUTTI in modo che nessuno possa parlare dato che a tuo parere ogni parola può influenzare altri e ognuno potenzialmente può interpretare a proprio modo la parola. Buona fortuna con quel metodo, un certo capoccione una volta faceva cose simili in questa terra.
No, a mio avviso è ben diverso sia in termini filosofici che all'atto pratico, ed equipararli altro non fa che banalizzare la censura quella vera. Essere perseguitati dallo stato, magari incarcerati o uccisi, per aver detto verità scomode è ben diverso da essere bannati da Twitter per aver detto che nei vaccini ci stanno i microchip alieni.
L'unico risultato di urlare "censura, censura" per ogni bischero che spara può**anate sui social e viene bannato secondo me ha il solo effetto di inflazionare il termine e rendere meno di impatto le notizie di vera repressione governativa della libertà di pensiero. Un po' come la favola del bambino che gridava "al lupo al lupo" per capirsi
Il trend è chiaro da tempo, ci sono studi che evidenziano come le persone espulse dalla piattaforma spesso siano conservatori/repubblicani nonostante le linee guida vengano infrante forse in modo maggiore dal partito degli incensurati, vuoi continuare a difendere l'indifendibile?
Le masse sono influenzabili, se parli alle masse sei responsabile di quello che succede, purtroppo ormai è troppo facile parlare alle masse e persone non preparate spesso fanno dei danni, probabilmente inconsapevolmente (spero)
Ed è esattamente per questo che non si può dire che una persona istiga, genera, crea X. Trump non può essere responsabile dell'attacco a Capitol Hill, come Salvini non può essere responsabile della sparatoria di Traini, come la Meloni non può essere responsabile se domani uno affonda con un cannone una nave di migranti, come Letta non può essere responsabile se domani un suo sostenitore stupra una leghista, devo continuare?
no Trump non è stato censurato, ha violato le line guida che ha accettato quando si è registrato ed è stato punito come tutti gli altri.
Vai su Facebook e scrivi frasi raziali vediamo cosa succede
Nel mondo dei sogni ti darei ragione, ma nella realtà io potrei non dire direttamente di farti cacca sul parabrezza, potrei dire che sono stato mal interpretato o che non hanno capito che scherzavo, probabilmente essendo famoso avrei più risorse di te e l' eventuale processo finirebbe in un nulla di fatto.
Io parlo di censura sul social, non censura in toto. Qui si sta parlando di Google e io facevo riferimento alle altre big tech amiche, la definizione di censura è precisa e chiara, Trump è stato censurato da queste big tech che forniscono piattaforme social, ovviamente non ho mai detto che è stato censurato in tutto il pianeta.
Certamente, esiste la legge e posso appellarmi ad essa per tutelarmi se dovesse mai succedere qualcosa di sgradevole.
quindi nessuna censura :-)
Bhe ho fatto un esempio volutamente esagerato la linea non sempre la fantasia è cosi evidente.
Potrei anche scrivere alle persona di fare cacca sul tuo parabrezza tutti i giorni, il 99,9% non lo farebbe ma se mi seguono milioni di persone tu ti ritroveresti a spalare pupu tutte le mattine
Poteva assolutamente farlo, come potrei anche io se volessi.
Ma si guarda, io rido seriamente, non mi tocca affatto un commento di uno sconosciuto. In più se credo di essere stato vilipeso ingiustamente posso sempre ricorrere a un giudice, le leggi esistono per qualcosa.
No, altrimenti rischieresti di censurare l'intero mondo prima o dopo. Sarebbe più auspicabile far "studiare" la gente e cercare di ridurre al minimo il numero di persone che non sanno distinguere realtà da fantasia.
quindi Trump poteva aprirsi il suo dominio e cinguettare ciò che voleva
a ok, visto che ho il permesso: sei un c0gl10ne mentecatto, dovresti morire subito o almeno prendere un tum0re.
posso continuare è
Bhe se fossi un personaggio pubblico e scrivessi un posti che invita le persone a smettere di curarsi e mangiare più banane che staranno bene non sarebbe giusto eliminare la mia fake news?
Sei liberissimo di insultarmi, non mi privi della mia libertà facendolo, poi se voglio fare l'antipatico e divertirmi a vederti censurato ti segnalerei, ma preferisco proseguire facendomi una risata e basta.
e comunque ce l'hai piccolo ed anche il cervello è poco sviluppato.
ti senti offeso? bè segnalami e fammi oscurare il commento.
sarebbe censura o semplicemente buon senso ?
Certo, e credo che rimarrà in vigore purtroppo.
rimane il fatto che è attualmente in vigore.
I social non possono essere responsabili di miliardi di persone che usano i loro servizi, non sarà mai possibile tenere sotto controllo queste mole di dati, per questo è una cosa insensata.
Il principio è identico. C'è qualcuno che decide che qualcosa è pericoloso e lo censura.
rimane il fatto che se ad oggi sono responsabili hanno le chiappe strette e nel dubbio io rimuoverei i contenuti che potrebbero mandarmi in galera.
ora che è scomoda a trump trovi il modo di cambiarla
Questo non toglie che sia una cosa sbagliata, infatti.
faccio solo presente che la legge per rendere responsabili i social del contenuto postato dagli utenti l'ha fatta Trump non madre teresa di calcutta
La censura governativa è una cosa diversa dall'essere cacciato da una piattaforma privata. Passano gli anni ma questa differenza fondamentale ancora non vi è entrata in testa.
Non vero, qui si sta parlando di libera circolazione di informazioni, le autorità possono solamente bloccare siti, se hai un seguito come dici tu basta che ti crei un nuovo dominio e puoi tornare online in qualche secondo. Vedi, a discutere di casi particolari e generalizzarli nella maggior parte dei casi non porta a nulla, come il tuo commento sopra.
La differenza è che se lo fa uno stato quella persona o servizio sparisce davvero, se lo fa un social no, puoi continuare ad avere il tuo sito e la tua voce, se sai ricrearti un seguito..
La cina fa esattamente come le big tech, bloccano quello che ritengono sia pericoloso per il regime e lo stato, esattamente la stessa scusa usata da tutte le big tech contro Trump e altri conservatori e democratici sulle piattaforme.