
28 Aprile 2022
A partire dallo scorso dicembre, Apple ha introdotto un nuovo sistema di etichette che permette agli utenti di sapere con precisione quali e quanti dati, personali e non, vengono raccolti dalle applicazioni presenti su App Store. Gli sviluppatori sono chiamati ad essere trasparenti su questo punto e i primi dati emersi hanno fornito dettagli interessanti riguardo quali applicazioni risultano più invasive di altre nei confronti della privacy degli utenti.
Anche Google, dopo mesi di mancati aggiornamenti, ha dovuto adattarsi alle nuove regole e pare che sia pronta a fare di più: introdurre un sistema simile anche per le applicazioni presenti sul Play Store. La notizia arriva direttamente dal blog ufficiale Android dedicato agli sviluppatori, dove Google ha annunciato l'intenzione di attivare una politica simile a quella di Apple e con quali tempistiche intende realizzarla.
Il processo si concluderà nel secondo trimestre del 2022, quando tutti gli sviluppatori di applicazioni nuove e già esistenti dovranno necessariamente condividere i dati relativi alle informazioni raccolte, ma i primi dettagli saranno già visibili per gli utenti dal primo trimestre del 2022. Per quanto riguarda gli sviluppatori, invece, le nuove politiche Google saranno disponibili a partire dal terzo trimestre del 2021, in modo che nel quarto possano già cominciare a dichiarare le informazioni richieste sulla Console Google Play.
Le etichette sulla privacy saranno disponibili all'interno di una nuova sezione del Play Store e, in aggiunta a dati come il tipo di dati raccolti e l'utilizzo che ne viene fatto (ovvero il motivo per cui sono necessari), sarà possibile trovare anche indicazioni riguardo il supporto alla cifratura dei dati, l'adeguamento alle politiche famigliari di Google, se la raccolta di dati è necessaria al funzionamento dell'app o se è opzionale e se l'utente ha la possibilità o meno di cancellare i dati forniti al momento della disinstallazione.
Insomma, sembra proprio che anche Google abbia scelto di rendere più trasparente il suo Play Store e che la mossa di Apple abbia creato un precedente importante. Ora non ci resta che attendere la sua implementazione.
Commenti
La strada è quella. Ora conviene di più pensare a modi si come garantire la privacy. Un po' come avviene ora con l'ecosotenibilità
No, leggiti la pagina di apple dedicata alla cosa. L'azzeramento dell'IDFA è solo un pezzo del puzzle (e cosa che oltretutto si poteva già fare manualmente anche prima, sia su iOS che su Android). La nuova policy è proprio una "dichiarazione di intenti" del produttore che indica come usa i dati che raccoglie. Questo include ogni tipo di tracciamento, anche non legati all'IDFA. L'IDFA in effetti serve solo a tracciare l'utente da un'app all'altra sullo stesso device, ma è solo uno dei tipi di tracciamento possibili.
Esistono mille modi alternativi all'IDFA.
Apple ha promesso di bannare se li scopre, ma sai, la app sono closed source, vedi un po' te.
Ma che stai a dì...viene interdetto l'utilizzo dell' indentificatore IDFA quindi la questione è prettamente tecnica.
Forse ricordo male io, ma google ha dichiarato che a breve smetterá di tracciare gli utenti perché ha trovato altri modi per fornire spazi pubblicitari pertinenti di pari livello
Hai ragione che non lo introdurrà, appunto per conflitto di interessi.
Ma non confondiamo le idee: non c'è nessun "blocco" a livello di sistema (neanche in iOS), quando rifiuti il tracciamento semplicemente la cosa viene comunicata all'app e il produttore dell'app da quel momento si "impegna" a non usare i tuoi dati per tracciarti. Ma non è una cosa tecnica, non è che il sistema gestisca i dati in modo diverso
Che strano
di quella di google! :)
Un po’ inutile, se rimangono solo una scheda informativa...
Le etichette su AppStore sono arrivate in relazione all’avviso di richiesta tracciamento attività di iOS, prima informi quali dati un’app raccoglie, poi lasci scegliere all’utente se l’app può oppure no raccoglierli.
E dubito che Google inserirà mai un blocco del genere in Android, per un evidente conflitto d’interessi.
ma di che privacy stiamo parlando?
Non c'è niente da "sistemare" a livello di app, qua è una questione più da avvocati che da sviluppatori.
Gli tocca, anche se probabilmente non vorrebbero, visto il crescente interesse sulla materia privacy sia del pubblico che dei governi.
Da notare però che, al contrario di Apple, non c'è l'imposizione che l'utente abbia la possibilità di negare il consenso al tracciamento ma continuare ad usare il servizio comunque. C'era da aspettarselo, sarebbe una zappa sui piedi non da poco per Google.
Della serie diamoci 1 anno per sistemare le nostre app che facciamo una figura barbina altrimenti
Della serie meglio tardi che mai