
14 Ottobre 2022
12 Aprile 2021 7
Google e Facebook sono accusate di aver fatto cartello per estendere la propria influenza nel campo della pubblicità online e le ultime evoluzioni del caso stanno portando alla luce dettagli molto importanti che potrebbero causare nuove grane per l'azienda di Mountain View.
Le ultime novità arrivano dalla prima versione di un documento sottoposto da Google alla corte del Texas come parte della sua difesa. Parliamo di prima versione in quanto il documento in questione è stato successivamente modificato visto che il fascicolo non era stato messo agli atti correttamente ed è rimasto pubblico per un po' di tempo, permettendo quindi che il contenuto venisse visionato da The Wall Street Journal e MLex. Successivamente un giudice federale ha permesso a Google di modificare il documento e depositarlo in maniera corretta.
Per capire meglio il ruolo di Project Bernanke è bene spiegare brevemente come avviene la vendita dello spazio pubblicitario sul web. Il concetto alla base è molto semplice: i publisher dei siti web offrono degli spazi pubblicitari che vengono messi all'asta in tempo reale ogni volta che un utente visita quella pagina, mostrando il messaggio pubblicitario proposto dal vincitore dell'asta. La vendita dello spazio è gestita da piattaforme come Google Ads, mentre l'acquisto avviene attraverso delle piattaforme che rappresentano le aziende che vogliono proporre la propria pubblicità sul web.
Queste piattaforme agiscono quindi da intermediari che fanno gli interessi dei propri clienti, puntando ad acquistare spazi pubblicitari rilevanti attraverso l'indicizzazione degli utenti, in modo da massimizzare il rapporto tra spesa e target raggiunto. Project Bernanke si inserisce proprio in questo aspetto della commercializzazione delle pubblicità, ovvero l'acquisto dello spazio.
Il vantaggio di Bernanke rispetto a tutte le altre piattaforme risiede nel fatto che il tool è in grado di accedere ai dati di vendita di Google Ads, quindi riesce a prevedere in maniera più precisa - basandosi sullo storico delle transazioni - il prezzo più efficace per poter acquistare uno spazio pubbliciatario (che viene quindi venduto e acquistato attraverso due servizi Google), andando ad ottenere un vantaggio competitivo impossibile da colmare per ogni altra piattaforma concorrente.
Secondo alcuni documenti interni di Google, Bernanke avrebbe permesso all'azienda di generare oltre 230 milioni di dollari di ricavi nel 2013. Questo è l'unico anno di cui si conoscono le performance del tool, in quanto la sua esistenza è sempre stata tenuta segreta, al punto che neanche i partner commerciali di Google sapevano del suo funzionamento.
L'azienda di Mountain View ha risposto alla questione dicendo che quanto emerso non rappresenta con precisione il suo business nel campo della pubblicità online e che Bernanke non offre nulla di diverso rispetto ai dati a cui hanno accesso altri tool sviluppati dalla concorrenza. In ogni caso è chiaro come la posizione di Google in questo campo sia decisamente ambigua.
Commenti
non è solo una questione di dimensioni, ma di concorrenza interna. nel senso che se venisse scorporata la parte della pubblicità, google dovrebbe sottostare ai contratti che farà con la nuova società che dovranno essere equi rispetto a quelli forniti agli altri
Quindi tu lettore che sei un commerciante, perchè compri e vendi allo stesso tempo, ricordati che sei ambiguo, fai attenzione mi raccomando.
L'ha scritto Topolino ubriaco st'articolo?
Bernacca.
Certo che Google e Facebook hanno messo in piedi un sistema talmente complesso che è praticamente impossibile da scardinare e capire appieno cosa e come controllano. Loro creano sia offerta che domanda, gestiscono i dati degli utenti, gestiscono gli spazi pubblicitari che li inseriscono nei loro servizi, ecc... Per me per fermare tutto sto schifo ed evitare anche continui metodi più o meno nascosti di raccolta die nostri dati sarebbe quello di vietare la compra vendita dei nostri dati ovvero la loro "materia prima", cosi tutto si fermerebbe. Ok, le pubblicità diventerebbero meno mirate ma siamo sicuri che sarebbe un male? Invece di dare i soldi a questi giganti del web, se tornassimo all'era pre-google, le pubblicità potrebbero sostenere chi ha il miglior servizi o il maggior numero di utenti. Per me il sostentamento del web prima di goolge non era cosi male, se io avevo un blog degno di tale nome, magari avrei potuto davvero guadagnarci perchè ero io che diventavo interessante per pubblicità sempre più consistenti e non racimolare le briciole che mi da Google.
Vera concorrenza non ci sarà comunque perché anche scorporando l’azienda avrai comunque le dimensioni di una top 500 o addirittura top 100. I big ormai sono a un livello difficilmente raggiungibile
Le aziende come google e facebook che hanno il loro core business nella pubblicità e nella raccolta e vendita dei dati degli utenti sono davero il male del XXI secolo
Ce ne è voluto di tempo, ma finalmente i governi e rispettive agenzie per la regolamentazione del mercato si stanno muovendo.
Speriamo che questo porti a provvedimenti seri, possibilmente anche scorpori, per permettere vera concorrenza.