
25 Febbraio 2021
Google ha minacciato di ritirare il suo motore di ricerca dall'intera Australia se sarà approvata una legge che la obbliga a pagare i contenuti dei giornali indicizzati. Le parole usate dal responsabile della divisione Search per Australia e Nuova Zelanda Mel Silva di fronte ai rappresentanti del governo sono piuttosto categoriche:
Se questa versione del Codice diventa legge non avremmo altra scelta concreta che smettere di rendere Google Search disponibile in Australia. [...] Abbiamo dovuto concludere dopo aver studiato attentamente la legge che non vediamo una soluzione, calcolando i rischi finanziari e operativi, di continuare a offrire un servizio in Australia.
La nuova legge è in discussione già da tempo, e per mesi Google ha fatto attività lobbistiche per annullarla, o quanto meno modificarla. Google dice che sarebbe costretta a pagare non solo per gli articoli completi inclusi in Google News, ma anche per i piccoli ritagli, o snippet, di anteprima che vengono mostrati sul motore di ricerca. Sarebbe un precedente insostenibile per il modello di business di Google, e per l'economia digitale nel complesso, e non è compatibile con il modo di funzionare dei motori di ricerca.
Il primo ministro australiano ha risposto in modo altrettanto categorico: il pensiero si può riassumere con "non ci pieghiamo alle minacce". La pandemia ha messo in grave difficoltà l'industria editoriale australiana: oltre 100 giornali locali sono stati costretti a licenziare personale, nel migliore dei casi - nel peggiore a chiudere. Una delle ragioni è stata il crollo dei ricavi dalla pubblicità. Una indagine della commissione per la libera concorrenza ha evidenziato che a Google va quasi tutto il fatturato pubblicitario, anche se gran parte dei contenuti delle ricerche online è prodotto da aziende dell'editoria. Vale la pena osservare che in Francia Google sta affrontando una soluzione più o meno analoga, e procederà creando accordi ad hoc con ogni realtà editoriale interessata.
La stessa commissione per la libera concorrenza dice che la nuova legge non andrebbe a intaccare le operazioni di Search - sembra insomma suggerire che l'interpretazione di Google sia troppo disfattista. Ma il colosso della ricerca ha un paio di alleati autorevoli che sostengono la sua teoria, tra cui Sir Tim Berners-Lee, l'inventore del World Wide Web, e Vint Cerf, che ha contribuito allo sviluppo del protocollo TCP/IP (vale tuttavia la pena osservare che Cerf ora è dipendente di Google come Chief Internet Evangelist). La posizione dei due è sostanzialmente analoga: la legge proposta dall'Australia rischia di incrinare un principio fondamentale del Web obbligando a pagare collegamenti a certi contenuti online.
La nuova legge australiana metterebbe in difficoltà anche meccaniche come la condivisione dei contenuti sui social; e in effetti anche Facebook si è espressa sulla questione paventando misure molto simili a quelle di Google, anche se magari un pochino meno drastiche - il social rimarrebbe disponibile, ma impedirebbe la condivisione di notizie.
Commenti
No, non è più così.
Parlavo del tuo commento, se l'informazione è di qualità, ci sono utenti disponibili a pagare.
A me non piacciono gli sboroni. :P
Ripeto: il nodo della questione è che editori e testate sono arrivate ad adottare questo modello di business in risposta al calo della disponibilità a pagare, non è successo il contrario.
E questo a mio modo di vedere dovrebbe cambiare molto la visione del fenomeno.
Il punto è che c'è anche un offerta eccessiva rispetto alla domanda, se il 90% degli articoli lo trovi identico o quasi su 1000 siti solo in Italia è normale che ci sia un problema negli introiti
Su Portaleaustralia .com.
Adesso mi posti una foto di Sydney dalla tua finestra. :\
Ho riletto l'articolo più volte, ma non riesco proprio a trovare il passaggio dove si dice che c'è ancora alta disponibilità a pagare per avere accesso all'informazione.
Mi illumini?
Il fatto è che gli editori hanno evoluto il loro business seguendo questo trend, e non è avvenuto il contrario.
Ovvero: ormai buona parte degli editori e delle testate rinuncia scientemente ad impegnarsi per proporre informazione di qualità a pagamento, perché con l'avvento di internet l'accesso all'informazione è sempre stato in larga parte gratuito, quindi la gente ha ridotto drasticamente la propria disponibilità a pagare e, come conseguenza di ciò, molte testate hanno rivisto il loro modello di business.
Una statistica interessante, che in un certo senso va a confermare il mio sentore, è il fatto che per quanto molte testate offrano il loro servizio di abbonamento per vedere tutte le notizie senza limiti/pubblicità, i numeri degli abbonati sono molto molto bassi.
Non so dove tu abbia trovato il dato sulla popolazione Australiana, ma siamo quasi 26 milioni di persone.
Saluti da Sydney
E poi ti chiedi se forse non stanno sbagliando loro a fare articoli di cui basta uno snipet per aver capito tutto l articolo da cima a fondo
No no, loro vogliono essere pagati per essere li...
Quando si tratta di leggi il discorso è complesso, non conta gli obiettivi della legge ma quello che si scrive all interno, quello che sta chiedendo Google è che venga scritto in modo esplicito che i servizi di ricerca siano esclusi dal pagare quel compenso
Ma infatti questa legge è pensata per evitare quello, e quindi non ha senso che venga applicata anche alle ricerche
Se la notizia non necessita di essere aperta ma basta il titolo o poco più significa che non hai fatto nulla che meriti di essere pagato, non dico che non abbia valore, ma di sicuro non è un valore più alto dell essere in mostra sulla barra di ricerca
Ha ragione Google. Internet è una vetrina e il motore di ricerca ti permette di accedervi.
Google fa un favore ai giornali rendendoli visibili e serve più lei ai quotidiani che vice versa.
Se ne pentiranno e torneranno indietro piangendo per riavere Google
Il post dimostra il contrario.
A mio modesto parere il problema principale è che ormai non esiste più disponibilità a pagare per un'informazione di qualità, e gli editori per la maggior parte si sono adeguati a questo trend, motivo per cui oggi moltissime testate se ne escono con tonnellate di articoli pressapochisti e di dubbia qualità.
Il fatto che gli editori si siano adeguati a questo trend ha poi fatto il resto: ormai alla maggior parte della gente basta leggere il titolo, qualche trafiletto in velocità, e non è più disposta a spendere del tempo per leggere un articolo strutturato, vuoi anche perché ormai ci sono tonnellate di news ogni minuto.
Il risultato quindi è che ai più basta scorrere GNews per leggere i titoli degli articoli, senza neanche aprirli.
non so se riguarda solo gli articoli che leggo io ma quando trovo un giornale a pagamento mi basta cercare una frase del pezzo in chiaro per trovarlo gratuito su altri 5 o 6 testate oppure addirittura è copiato dall'ansa
Esatto, ed è quello che secondo me farà anche Google se questo "ricatto" fallisce, dubito vogliano perdersi milioni di utenti quando possono benissimo de-indicizzare un centinaio di siti ed essere a posto... qua stanno facendo la voce grossa sperando di riuscire a far modificare la legge.
Beh ma mica Google sta bypassando contenuti a pagamento qui eh... più che altro agli editori rode perdersi il "click" se uno legge solo il trafiletto da google news invece che entrare nell'articolo (da un certo punto di vista è anche difficile dargli torto)
fino a poco tempo fa lo facevano, adesso non so
Ma allora di cosa stiamo parlando? Se si tratta solo di GNews, e non di Search, possono benissimo dismettere il servizio di news mantenendo quello di ricerca, non vedo il problema.
Sono contrario al far pagare per gli snippet dei risultati di ricerca (non ha senso, chi è che per informarsi su una notizia legge solo la riga di snippet di google senza entrare nell'articolo? Dai...) qua mi pare che Google stia paventando un rischio inesistente e minacciando la chiusura di Search per riuscire a spingere una modifica alla legge che le sia più favorevole su altri aspetti che non sono Search...
Impossible è insuperabile. :\
Voglio vedere quanti lettori arrivano dal motore di ricerca e quanti dalla home del giornale di turno...
Non direi, passo molto tempo seguendo la Cina. Anzi direi che quello cinese-indiano-pakistano è in questo momento il quadro geopolitico che più mi interessa.
È che a differenza tua io sono favorevole sia alle attività di Google che a quelle della Cina.
Quando ho detto che una Google ed una Cina più forti randono il mondo un posto migliore, non scherzavo affatto.
Così come non ironizzavo sui Big Data.
Anche io ho pensato spesso che si ripetesse semplicemente il fenomeno spagnolo.
Invece in Francia è andata diversamente.
Sì e poi i giornali si ritrovano con un terzo delle visualizzazioni nel giro di 2 giorni, purtroppo è stato dato uno strapotere a questi servizi e non è così facile liberarsene
Ma c'è la pubblicità sul web? Non me ne sono accorto...
ti vedo un po confuso pero
Se è insuperabile portamene un paio xD
Google ha fatto ciò che era suo interesse fare, la Cina idem.
Ciascuno pensa agli interessi di chi gli è caro: i soci nel caso di Google e il popolo cinese in quello del suo Governo.
Google è più forte di prima, la Cina è più forte di prima... mi pare una buona cosa anche per noi che fruiamo dei servizi dell'una e dei prodotti dell'altra.
Quei database sono una cosa utile, l'analisi Big Data rende il mondo più semplice da usare e nel complesso migliore.
Google non è necessario, se c'è una reputazione che favorisce un buon passaparola.
Il motore di ricerca indirizza la ricerca sul sito dell'editore, se questi che fanno le leggi non hanno capito questo funzionamento mi spiace per loro.
Se volevano solo contenere google news hanno sbagliato tutto...
Non sono affatto stati cacciati, hanno rifiutato di adeguarsi ad una normativa.
I cinesi, a loro volta, non sono gente che bara. Chi sceglie di andarsene è libero di farlo ma poi non torna più.
Gli attivisti contano poco meno di zero per aziende piccole comme Nike, figuriamoci per giganti di questo livello.
o viceversa
Secondo me invece non indicizzeranno gli articoli sul loro motore di ricerca, non hanno motivo di andare a fare muro contro muro.
Cosa diversa da Google che dice in pratica che vuole continuare a fare quello che fanno oggi e che l'alternativa non è non indicizzare le notizie sul motore di ricerca generico piuttosto non permettono più agli australiani di utilizzarlo. Amen, le alternative esistono grazie al cielo e più si utilizzeranno e più offerta ci sarà invece di rendere Alphabet monopolista.
perche a lei regalano il giornale cartaceo, dove
dalla cina se ne andata ''cacciata'', in maniera educata ma sempre cacciata, ''danno di immagine'' di che, più tardi ci ha provato ugualmente ad entrarci dalla finestra solo per il profitto, dai, capisco la simpatia per gugol, ma quello che è giusto va detto fino in fondo, se gugol trova un escamotage per non far ''incazzare'' gli attivisti ci tornerebbe al istante in cina stando alle condizioni del byro politico cinese.
Se non voglio essere indicizzati per presunti danni, basta bloccare il crawler di google. Ma ovviamente vogliono la botte piena e la moglie ubriaca.
I contenuti si ripagano se il tuo articolo appare su google, viene cliccato e visitato, altrimenti non sei nessuno
Non sono così buoni, l'etica... ma che è l'etica? Pensi sul serio che nelle riunioni dei cda di una multinazionale freghi qualcosa a qualcuno dell'etica?
Apple e Microsoft ricavavano dalla permanenza in Cina profitti enormi, Google non tanto grandi perché i cinesi già utilizzavano altri sistemi.
Stop.
Ma meglio così. I contenuti di qualità richiedono lavoro, e il lavoro si paga.
Altrimenti la situazione diventa la cl0aca attuale, in cui le uniche entrate vengono dai click e le redazioni devono stare aperte 24/7 a scrivere articolo per ogni sciocchezza.
''Non l'ha fatto perché non è nella sua etica''
di quale etica stai parlando dei dipendenti o di gugol, se parli di gugol ti sbagli, era pronto di farla, aveva un progetto avviato e quasi pronto al uso, l'etica di gugol&co è solo $$$
Quando questo succederà l'Australia sarà un paese migliore.
La legge blocca anche loro
È giusto rimuovere chi non vuole dalla ricerca Google.
Sono talmente inetti gli editori che loro cercano si sparire dagli snippet, che scemo io che mi scervello per farci entrare i siti che faccio! Ho sbagliato tutto!