Google e la Francia trovano l'accordo sul copyright: i quotidiani saranno remunerati

21 Gennaio 2021 20

Si conclude positivamente - per gli editori - il lungo scontro tra Google e le autorità francesi che ha avuto origine nel 2019, quando l'azienda di Mountain View mise in atto un aggiramento strategico della nuova normativa europea sul copyright. In quell'occasione, infatti, Google tentò di superare le nuove regole - che avrebbero costretto la società a remunerare gli editori per l'utilizzo degli snippet (le poche righe di anteprima di un articolo) che compaiono nei risultati di ricerca - con una contromossa decisamente efficace: se una realtà giornalistica vuol comparire nella ricerca Google, deve concedere gratuitamente i propri diritti sullo snippet, pena la rimozione dai risultati (e sappiamo bene che non comparire su Google equivale a non esistere sul web).

La Francia non è rimasta a guardare e i risultati degli scontri di questi anni culminano oggi con un accordo tra Google e l'Alleanza della stampa francese (Alliance de la presse d’information générale, APIG), grazie al quale viene definito un primo inquadramento che consentirà agli editori di ricevere una remunerazione per l'utilizzo del materiale protetto da diritto di copyright.


Google aveva già cominciato a prendere accordi di licenza con alcune delle principali realtà francesi - come Le Monde e Le Figaro -, ma ora questa possibilità verrà estesa a tutti i membri dell'APIG, con i quali Google stringerà degli accordi individuali che prevederanno compensi per tutti i diritti connessi e consentiranno l'accesso al programma News Showcase, il programma lanciato lo scorso ottobre che porta sul piatto 1 miliardo di dollari dedicati proprio al mondo dell'editoria.

Gli accordi tra Google e le singole realtà, si apprende, terranno in considerazione dei criteri che valuteranno anche la qualità dell'informazione prodotta dall'editore, dal momento che saranno tenuti in considerazione aspetti come il peso delle notizie sul dibattito politico e generale - quindi il contributo da loro apportato -, la quantità di contenuti giornalieri prodotta e il pubblico raggiunto ogni mese.

Si apre quindi un nuovo capitolo per il mondo dell'editoria digitale, ed è molto probabile che questo cambiamento non resterà confinato al solo territorio francese, in quanto lo sfondo su cui si è consumato lo scontro è il palcoscenico europeo, il primo ad aver dato fuoco alle polveri proprio con la nuova normativa sul copyright. Ci si aspetta quindi che il caso francese diventi il precedente su cui verranno formulati accordi di livello europeo e non solo nazionale.

UNA QUESTIONE DI EQUILIBRIO

Inizialmente Google ha scelto di mettere in campo tutto il proprio peso attraverso il consenso forzato descritto in apertura, sostenendo che la comparsa di una testata tra i risultati di ricerca avrebbe incrementato il volume di traffico verso quella determinata realtà, ritenendo quindi che questo compenso fosse sufficiente.

Sebbene ciò possa essere considerato corretto in senso assoluto, è altrettanto vero che l'utilità di Google risiede proprio nella sua capacità di proporre dei risultati: sicuramente i vantaggi per il singolo editore sono importanti, ma se invece si guarda alla questione dal punto di vista del settore, sarebbe Google ad avere grossi problemi se i risultati delle sue ricerche non portassero ad alcun contenuto significativo.

Insomma, gli accordi tra Google e l'APIG sembrano bilanciare questo rapporto simbiotico introducendo un elemento di compensazione che permetterà a tante realtà di trarre un piccolo sostentamento anche dalla loro presenza su Google.


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Commenti

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danieleg1

Legge assurda, se davvero google fosse un danno i siti web dei giornali potrebbero benissimo bloccare i crawler e non venire indicizzati.

HeySiri

Interessante. Visto che ormai lo stanno facendo in tutto il mondo mi sa che sarà la normalità e i big dovranno sborsare per ogni contenuto che utilizzano

HeySiri

Quali sarebbero? Sono curioso

Francesco Renato

Nulla di nuovo sotto il sole, i Savoia erano i parenti poveri della nobiltà francese.

mark

le vere norme sono quelle australiane, tanto che in usa sono pronti a ritorsioni commerciali

Andrej Peribar
non sto scrivendo l'ennesima tesi di laurea, scrivo come mi pare.

Ma scrivi per farti comprendere immagino. Non si capiva niente.

Il concetto infatti è chiaro, è benaltrista.
Le cose non sono correlate.
L’elusione fiscale è un problema.
Questo dell'editoria è un altro.

Dire "meglio risolvere prima questo" non ha alcun senso.

B!G Ph4Rm4

Ennesima pagliacciata.

the_joker_IT

non sto scrivendo l'ennesima tesi di laurea, scrivo come mi pare.
Il concetto è chiaro: non risolvi il problema e google continua con l'elusione fiscale in compenso trova un accordo che distorce il problema per dare due briciole agli editori che pretendono di essere pagati per un link alla notizia.

Andrej Peribar

A livello astratto il concetto intriso di benaltrismo l'avevo capito.
Per il resto, la prossima volta rispondi prima di editare il messaggio.
Tu avevi scritto di getto, come se stessi parlando... non si comprendeva nulla.
Gli errori che hai rimasto sono minimi.

the_joker_IT

google deve pagare tutte le tasse che elude, mentre il far pagare l'indicizzazione delle notizie che poi portano pubblico e click ai vari giornali è ridicolo.

the_joker_IT

mancano due virgole per separare le frasi dopo "tasse" e "fiscale" se vuoi fare il fiscale ovvero il pedante con le due virgole e tutto torna in perfetto italiano, se poi, come da altre notizie, vuoi fare solo il polemico senza andare nel merito della questione è altra storia.

momentarybliss

Visti i miliardi di dollari di profitti di Google, la Francia fa solo che bene a pretendere la remunerazione dei diritti, e così dovrebbe fare il resto d'Europa

HdBfs

Speriamo faccia da scuola per il resto dei paesi

SteDS

La punta del Monte Bianco non l'avranno mai possono inventarsi ciò che vogliono, la cartografia NATO parla chiaro ed è quella ufficiale per quanto riguarda i paesi membri, rivista e confermata al termine della seconda guerra mondiale. La cima del Monte Bianco di Courmayeur è interamente in territorio italiano mentre quella del Monte Bianco è condivisa fra Italia e Francia, in quanto "spartiacque". Giusto una puntualizzazione. Sono d'accordo col tuo discorso.

LUCA_MT7, S6, MiA1,Mi9T

Vero, la Francia sta lavorando davvero duro negli ultimi decenni.

Aniene

Non c'è niente da fare, odio i francesi profondamente ma quando c'è da riconoscergli dei meriti bisogna farlo, si prendono una parte del territorio italiano spostando fisicamente il confine tra Francia ed Italia a Courmayeur prendendosi la punta del Monte Bianco e noi zitti;
Vogliono prendere il posto dell'ENI in Libia per mettere la loro Total, scatenano una guerra e distruggono un paese che era tra i più prosperi e con infrastrutture funzionanti ed il mondo intero muto; obbligano Google che vale quanto uno stato estero ad ottemperare al riconoscimento del lavoro dei suoi giornalisti visto che prendono a mani basse da loro lavoro per ripubblicare le stesse informazioni e Google muta.
Bravi loro che si sanno imporre ad ogni livello per fare i loro interessi.

Andrej Peribar

ovviamente... anziché... invece... assolutamente

Quindi 'IT' nel nick, non sta per Italiano...

Francesco Venturini

grandi francesi, e noi pecoroni...

Andrej Peribar

Onestamente non credevo trovassero un accordo.

Cmq la francia è proprio sul piede di guerra.
Parbleu! Chapeau.

the_joker_IT

ovviamente anziché far passare questa assurdità e invece far pagare TUTTE le tasse che google dovrebbe pagare in Francia o in qualcune altro stato che elude con i paradisi fiscale assolutamente no...

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