
Games 04 Feb
Il nuovo titolo di Tango Gameworks e Bethesda Softworks, Ghostwire: Tokyo, è finalmente disponibile su PlayStation 5 e PC. Ricordiamo che il gioco è una delle ultime esclusive temporali di Bethesda per una piattaforma Sony, quindi bisognerà attendere circa un anno prima che arrivi la probabilissima versione per Xbox Series X e S.
Nella nostra anteprima vi avevamo anticipato tutti gli elementi chiave di Ghostwire: Tokyo e, dopo averlo completato, vi riconfermiamo le impressioni positive emerse in occasione della prova. Il punto forte del titolo resta senza dubbio l'ambientazione di una Shibuya spettrale, anche se - a conti fatti - l'impostazione open world tende a risultare superflua ai fini del gioco.
Certo, la presenza di una mappa tutto sommato ampia - in cui è comunque possibile muoversi rapidamente con il viaggio rapido - garantisce anche abbastanza spazio per poter arricchire il gioco con tante missioni secondarie, che permettono di aumentare considerevolmente la longevità del gioco. Per completare la trama principale, infatti, vi basteranno circa 10 ore, ma questo solo se si decide di procedere spediti ignorando gran parte delle missioni opzionali.
In sede di anteprima ci eravamo posti due domande per quanto riguarda le prestazioni finali del gioco e l'effettivo mordente della trama. Per quanto riguarda il secondo punto, possiamo confermarvi che il lavoro di Tango Gameworks riesce a raccontarci una vicenda interessante in cui il rapporto tra il protagonista Akito e lo spirito K.K. che lo possiede sembra funzionare. La forzata collaborazione tra i due è senza dubbio l'elemento più riuscito del gioco, mentre, al contrario, è proprio il malvagio Hannya a convincere meno di tutti.
Molto interessante, invece, la scelta di pescare i nemici dal vasto repertorio di yokai giapponesi, anche se purtroppo è facile riscontrare sin da subito una poca varietà proprio per quanto riguarda le tipologie di spiriti. Peccato, perché nel giro delle prime ore di gioco si sarà già visto praticamente ogni genere di nemico da affrontare, rendendo un po' ripetitivi gli scontri nelle fasi finali del gioco.
Per quanto riguarda le prestazioni, Ghostwire: Tokyo offre ben 6 modalità grafiche tra cui scegliere (su PS5), di cui due di queste presentano il supporto al V-Sync e permettono di abbattere notevolmente i problemi di tearing di cui soffrono le altre modalità. La differenziazione tra le varie modalità riguarda anche l'implementazione del Ray Tracing o di un frame rate più elevato, con anche la possibilità di sfruttare il RT, un frame rate sbloccato e V-Sync. Quest'ultima opzione ci permette di superare i 30 fps e, grazie al V-Sync, l'esperienza di gioco è tutto sommato buona. Vi consigliamo di provare il gioco con il Ray Tracing attivo, in quanto esalta l'aspetto di questa Shibuya notturna e carica di neon.
Queste nostre impressioni vanno a completare l'analisi che avevamo già fatto in occasione dell'anteprima; volendo dare un voto al gioco ci sentiamo di posizionarlo sul 7,5, in quanto si tratta di un titolo non perfetto - specialmente lato trama e ripetitività del gamplay -, ma tutto sommato ci troviamo davanti ad un'opera da recuperare senza dubbio se siete appassionati dell'ambientazione e di questo approccio vagamente horror e sovrannaturale che rende Ghostwire: Tokyo un'esperienza unica nel suo genere.
Commenti
Mi stuzzica visivamente e per quella assurdità di fondo tutta giapponese che promette di uscire dai soliti cliché delle trame "occidentali".
Però sono ancora indietro con Elden Ring, quindi dovrà aspettare.
Mi intriga molto ma lo recupero sicuramente più avanti avendo tante cose da finire.
Potevano fare un nuovo dishonored..