
Games 29 Mag
Tra poco esce Cyberpunk 2077, la nuova fatica di CD Projekt RED e il primo titolo AAA da The Witcher 3 - Wild Hunt. L'attesa è altissima per una serie di ragioni, molte delle quali direttamente collegate all'ottima reputazione tra i giocatori che la software house polacca si è costruita nel corso degli anni, ma anche perché anticipazioni, ufficiali e non, suggeriscono che la carne al fuoco sarà davvero tanta e che potenzialmente ci troviamo di fronte a una nuova pietra miliare del gaming. Se sarà effettivamente così lo sapremo solo tra qualche giorno, ma nel frattempo abbiamo deciso di realizzare questo speciale che racconta le origini dell'universo in cui il gioco è ambientato, con una guida ultra-minima - senza alcuna pretesa di completezza enciclopedica e guidata da gusto ed esperienza personale a libri, fumetti e altri media che sono stati fondamentali per la nascita e l’evoluzione del movimento.
Il cyberpunk è un sottogenere della fantascienza che nasce prevalentemente come movimento letterario, anche se poi si è diffuso rapidamente altri formati di media, come fumetti, cartoni animati e film, che avevano il pregio di riuscire a rappresentare visivamente le ambientazioni “high tech, low life” che caratterizzano il genere. Come in ogni corrente o filone, è difficile stabilire dei confini netti che delimitino e definiscano con esattezza il cyberpunk, ma possiamo individuare con una certa accuratezza una serie di pietre miliari.
Possiamo per esempio dire che i principali ispiratori del movimento sono stati gli scrittori sci-fi che esplosero verso fine Anni ‘60, come Philip K. Dick e John Brunner: Do Androids Dream of Electric Sheep, da noi conosciuto come Il Cacciatore di Androidi, di Dick, è probabilmente tra tutti il racconto più importante, anche e soprattutto perché qualche anno dopo ne sarebbe uscito un film, Blade Runner, che fu epocale a molteplici livelli. In ogni caso, è con William Gibson che il cyberpunk prende davvero forma. Il suo racconto breve Neuromante, che diventerà poi il primo episodio della Trilogia dello Sprawl, è considerato il “ground zero” della corrente letteraria, anche se il termine Cyberpunk è stato inventato qualche mese prima dall'omonimo racconto breve di Bruce Bethke.
Siamo a cavallo tra il 1983 e il 1984, e il formato è quello dei racconti pubblicati in riviste di appassionati a medio-bassa tiratura - poi racconti in libri antologici di più autori, principalmente professori universitari, informatici e appassionati di tecnologia in generale. In questa fase si definiscono gli elementi narrativi caposaldo del genere: una sci-fi distopica ambientata in un futuro prossimo dove la tecnologia ha preso una brutta, bruttissima piega. Le mega corporation multinazionali di fatto governano il mondo, scatenando guerre e amministrando la giustizia, il profitto è l'unico valore che conta. La tecnologia è onnipresente e costa poco, ma le persone sono sempre più sole e alienate, nonostante la sovrappopolazione a livelli incontrollabili. Farsi installare un braccio bionico con laser e lame retrattili è quasi semplice come cambiare scheda video in un computer, e si inizia a intuire, grazie alla nascita della cultura hacker, che i computer svolgeranno un ruolo primario anche nei conflitti, su larga e piccola scala. È proprio William Gibson (che, fun fact: all’epoca di tecnologia ci capiva pochino) a coniare il termine cyberspazio, per esempio.
Il filone ha immediatamente successo perché esplora il lato oscuro della fantascienza, che fino a quel momento era stata raccontata in modo prevalentemente eroico, mentre nel cyberpunk dilagano gli antieroi. Lo stile narrativo è secco, crudo, rapido (si preferiscono appunto i racconti brevi ai più articolati romanzi), e la forma non è sempre al top - viene insomma molto facile fare un parallelismo con la cultura punk che sta esplodendo proprio in quegli anni, fatta di 7” autoprodotti, registrazioni casalinghe e canzoni dalle strutture elementari. Poco importa, insomma, la confezione, è il messaggio che deve arrivare a destinazione, preferibilmente con la delicatezza di un pugno sul naso.
Insieme a quello di William Gibson ci sono diversi altri nomi che si associano a questa prima fase del cyberpunk: molti per i loro racconti, altri anche per l'impegno nel promuovere e diffondere quella che pian piano diventa una vera e propria "cultura", organizzando incontri, pubblicando raccolte o fanzine, e via dicendo. Bruce Sterling è una figura chiave in questo senso, tanto che nell’ambiente il suo soprannome è Chairman, “presidente”, che oltre ad aver pubblicato un buon numero di racconti brevi ha anche curato l’antologia Mirrorshades, libro fondamentale per addentrarsi nel genere.
Passato quello che potremmo definire “il periodo classico” del genere, collocabile indicativamente nella seconda metà degli Anni '80, il cyberpunk come filone letterario ha continuato a crescere, anche se, inevitabilmente, continuando a mutare e a evolvere: ci si perde in un genere di derivati più o meno vicini, definiti “-punk” perché hanno in comune l'idea di esplorare l'evoluzione / estremizzazione di certi tipi di tecnologia appartenenti a periodi storici molto diversi - prendiamo ad esempio lo steampunk, il dieselpunk o l’atompunk. Discendenti più diretti si possono definire il post-cyberpunk e il cybernoir o tech noir. Naturalmente è bene tenere presente che, come dicevamo in apertura, confini e distinzioni non sono mai perfettamente netti, quindi è bene prendere tutte queste categorizzazioni più come un tentativo di aiutare il potenziale lettore a orientarsi che come una verità rigida e assoluta.
In ogni caso. A grandi linee, possiamo dire che il post-cyberpunk immagina un futuro meno distopico e lugubre, con personaggi più integrati nella società; società in cui l’informatica e la cibernetica continuano a essere onnipresenti - in effetti si approfondiscono molto di più le possibili evoluzioni, buone o cattive, delle reti di computer e dei sistemi automatizzati - e hanno un ampio impatto sulle storie vissute dai personaggi. “Chairman” Bruce Sterling stesso si è cimentato nel genere, così come William Gibson.
Per quanto riguarda il cybernoir o tech noir, invece, è facile dedurre che si tratta di una fusione delle ambientazioni cyberpunk con i metodi narrativi del genere noir - antieroi tanto brillanti quanto cinici, misteri e puzzle da risolvere, indagini e finali spesso amari, o comunque molto raramente del tutto positivi. In effetti, la genesi di questo filone è praticamente la stessa del cyberpunk stesso - parte sempre tutto da Philip K. Dick e Blade Runner, ma possiamo dire che probabilmente con il tempo è maturato meglio rispetto al cyberpunk classico, che rimane ancorato a una visione del futuro molto Anni '80, tra auto volanti, luci al neon e impianti cibernetici luccicanti.
Come dicevamo, il cyberpunk si è diffuso molto rapidamente verso medium più visuali. Nei fumetti, Judge Dredd esisteva ancora prima della pubblicazione della trilogia dello Sprawl, per esempio; e sempre in Giappone iniziava ad essere pubblicato il manga Akira, da cui nascerà uno degli anime che più hanno dato slancio al genere. Parlando di anime, impossibile non citare anche Ghost in the Shell e Battle Angel Alita - entrambi sono stati oggetto di riadattamenti cinematografici recenti, tra l’altro; ma se potete vi conviene guardare gli anime originali.
Sempre nei fumetti, molto interessante fu l’intera saga 2099 della Marvel, con la rivisitazione super-high-tech di supereroi come Spider-Man, Ghost Rider, X-Men, Punisher, Venom e tanti altri; e poi non possiamo parlare di un capolavoro tutto nostrano, probabilmente il contenuto ascrivibile al filone cyberpunk più longevo di tutti: Nathan Never della Bonelli. Anche qui si torna sempre e immancabilmente a Blade Runner: gli autori del fumetto hanno confermato ufficialmente a più riprese che il protagonista, appunto Nathan Never, era direttamente ispirato a Rick Deckard. Da considerare anche tutta la gamma di racconti di Batman Beyond, e l'adattamento di Neuromancer curato da Tom de Haven e Bruce Jensen. Marvel pubblicò anche, nel 1982, un adattamento speciale di Blade Runner, che è poi diventato una collana di fumetti a sé stante ricco di storie originali.
Nel mondo del cinema ci sono stati tentativi precoci di adattare alcuni racconti cyberpunk classici, ma il successo è stato modesto, se non scarso. Ben due film sono stati tratti dai racconti di William Gibson: Johnny Mnemonic, con Keanu Reeves (che si configura sempre di più come una figura chiave dell'intero genere, quasi al pari di Gibson e Sterling), e New Rose Hotel, con Christopher Walken, Asia Argento e Willem DaFoe. Nessuno dei due progetti ebbe gran successo, ma entrambi, rivisti con il senno di poi, hanno i loro momenti cult.
Altri adattamenti “puri” sono difficili da trovare, ma al tempo stesso sono tantissimi i film che sono contaminati in piccola o grande misura dal filone: da Tron a Videodrome, da Terminator (specialmente l’1 e il 2) a Matrix, da RoboCop a eXistenZ, da A Scanner Darkly (sempre tratto da un racconto di P.K.Dick; e sempre con Keanu Reeves come protagonista) a Pi Greco - Il teorema del Delirio, da Nirvana a Dark City, da Hackers a District 9, da Cypher a Ready Player One, la scelta è praticamente sconfinata. Poi, non c'è nemmeno bisogno di dirlo, ma: Blade Runner. Seguito compreso, che magari non è stato altrettanto importante ma rimane un filmone.
Nel mondo della musica non esiste un genere propriamente definibile cyberpunk, ma ci sono tanti gruppi musicali, specialmente nelle scene metal, punk, rock ed elettronica, che ne sono stati influenzati. Prendiamo ad esempio i Nine Inch Nails (in particolare Year Zero), i Kraftwerk, i Fear Factory del primo periodo (Demanufacture, particolarmente ispirato all'idea di "guerra contro le macchine" tipica di Terminator) o i Voivod, soprattutto del periodo con Eric Forrest alla voce (Negatron, Phobos). Billy Idol ha rilasciato un album che si chiama proprio Cyberpunk e una delle canzoni è addirittura Neuromancer, e leggendo i racconti soprattutto del periodo classico non è difficile trovare calzante qualche hit dei Prodigy, come Firestarter o Smack My B***h Up.
In generale possiamo dire che tutto ciò che viene classificato come industrial, e sfrutta in modo più o meno vasto sintetizzatori e suoni digitali, ben si sposa coi temi e le ambientazioni trattate nei libri. Il manuale del giocatore di Cyberpunk 2020 iniziava con una citazione di Lovin' Every Minute of It dei Loverboy, gruppo rock canadese Anni '80. Un'altra buona idea per ricreare la giusta atmosfera è la colonna sonora originale di Blade Runner, curata dall'artista greco Vangelis, o quella di Matrix, con canzoni di Rob Zombie, Propellerheads, Ministry, Rage Against The Machine e molti altri. Per rimanere in Italia, invece, vale la pena citare 2020 Speedball dei Timoria, soprattutto per i testi e i temi trattati.
Recentemente anche il mondo delle serie TV ha un po’ sguazzato nel cyberpunk: Netflix ha proposto Altered Carbon, basata sulla trilogia di Takeshi Kovacs che vi abbiamo segnalato più in alto, e Love, Death and Robots, una raccolta antologica di cortometraggi d’animazione che vede la partecipazione di David Fincher. HBO ha fatto il botto, almeno nella prima e seconda stagione, con Westworld, anche se poi si è un po’ persa con la terza stagione (speriamo molto nella quarta). Potremmo citare anche Electric Dreams su Prime Video, serie antologica da 10 episodi in cui ognuno è basato su un racconto di Philip K. Dick, ma saremo onesti: è stata un po’ una delusione. Con un po' di sforzo, ma nemmeno troppo, possiamo far rientrare nel filone cyberpunk anche Black Mirror, anche se ha generalmente un approccio un po' più "realistico" nell'immaginazione della deriva distopica della società.
Anche qui vale lo stesso discorso di contaminazioni che abbiamo visto con cinema, fumetti e televisione: moltissimi titoli mainstream sono più o meno pesantemente ispirati dal cyberpunk. Ma ci sono alcune IP di livello mondiale attuali, come per esempio Deus Ex e Watch Dogs, che si possono definire cyberpunk al 100%. Per i più attempati vale la pena menzionare anche Syndicate, .hack, Oni e Shadowrun, nato su SNES a metà Anni ‘90 e il cui capitolo più recente è stato pubblicato nel 2015.
Avventurandosi un po’ più nei generi di nicchia, e specialmente andando un po' indietro nel tempo, si trovano tante avventure grafiche testuali o punta-e-clicca: anche lo stesso racconto Neuromancer di William Gibson era stato adattato (non troppo fedelmente) in questo formato per DOS, C64, Amiga e altri sistemi dell’epoca; vale poi la pena citare Snatcher, realizzato da Hideo Kojima per Konami; DreamWeb, anticonvenzionale e con una storia dai toni forti; e Cypher, un’avventura testuale pubblicata nel 2012, che era partita maluccio per via dell’interprete dei comandi ma che con patch successive era diventato una piccola gemma. E poi c'è tutto il filone dei giochi di corsa ultrafuturistici: un franchise su tutti spicca in particolare, ovvero Wipeout, in particolare nei capitoli 2097 e XL, che con quella velocità vertiginosa ricordavano per certi versi come vengono descritte e visualizzate le sessioni di navigazione nel cyberspazio - un'ondata di luci e suoni che scorrono talmente velocemente che pochi riescono a reggerne il ritmo.
Merita poi considerazione, non necessariamente per la qualità in sé ma per il valore “cult”, il filone di giochi ufficiali di film, serie e anime: quello di Matrix, quello di Ghost in the Shell, quello di Akira, quello di Blade Runner e, ebbene sì, quello di Johnny Mnemonic. Non hanno fatto la storia dei videogiochi, ma rappresentano uno squisito approfondimento per chi vuole avere una visione più completa.
Passano appena quattro anni dalla pubblicazione del “racconto zero”, Neuromante di William Gibson, alla realizzazione del primo gioco di ruolo con ambientazione cyberpunk. Merito R. Talsorian Games e del suo fondatore, Mike Pondsmith, che diventerà un altro nome cardinale per gli appassionati del genere. Da notare che Pondsmith cita come sue fonti di ispirazione principali Blade Runner e la trilogia Hardwired di W. J. Williams, che vi abbiamo suggerito più in alto; l'autore aiuta anche Pondsmith nella fase di "beta testing" del sistema, e collaborerà per creare un sourcebook del gioco di ruolo ambientato nel suo universo narrativo. Pondsmith leggerà Neuromante solo diversi anni dopo.
Quattro edizioni del gioco di ruolo sono state pubblicate nel corso degli anni. La prima è ambientata nel nostro passato: nel 2013, per la precisione, e immagina ancora una Germania divisa tra Est e Ovest. La seconda, uscita nel 1992, si chiama Cyberpunk 2020, ed è piuttosto facile capire quando è ambientata (e forse visto come stanno andando le cose nella realtà era meglio se si fosse avverato lo scenario immaginario). La terza è Cyberpunk v3.0 ed è relativamente recente: risale al 2005. È ambientata negli Anni 2030. La quarta, infine, si chiama Cyberpunk Red, ed è stata sviluppata in collaborazione con CD Projekt RED: sarà il prequel ufficiale di Cyberpunk 2077. R. Talsorian Games ha anche creato il gioco di ruolo ufficiale di The Witcher.
Per farla breve: Cyberpunk 2020 è l’edizione che ha fatto il botto, Cyberpunk 2013 era un po’ troppo acerba e la v3.0 ha preso una piega un po’ strana che non ha attecchito molto tra gli appassionati. Cyberpunk Red, ambientato nel 2045, è formalmente il seguito di Cyberpunk 2020, mentre la v3.0 è stata relegata a un’altra timeline, grazie e arrivederci. In tutte le edizioni c’è un denominatore comune: Night City, la città immaginaria della California in cui si svolgono gli avvenimenti principali delle avventure ufficiali.
Brevissimo excursus per chi non sapesse come funzionano i giochi di ruolo cartacei: ci sono un manuale del giocatore e un manuale del master. Ogni giocatore ha una sua scheda personaggio. Il master dirige gli NPC, descrive gli scenari, fa progredire la storia e decide le ambientazioni, seguendo le regole del suo libro; i giocatori reagiscono e interagiscono seguendo le regole del loro libro. Spesso sono coinvolti dadi di diverse forme e facce (in Cyberpunk 2020 quasi tutto ruotava intorno al dado a 10 facce, o d10). Si possono comprare e seguire le avventure ufficiali, oppure un master particolarmente fantasioso se le può inventare di sana pianta. Ci sono spesso espansioni e accessori di vario tipo, ma il "minimo sindacale" rimane questo: manuale del master, manuale del giocatore, dadi.
Cyberpunk 2020 era interessante perché rappresentava un sistema completamente diverso rispetto ai giochi che erano in voga in quel periodo - principalmente Dungeons & Dragons nelle varie edizioni e declinazioni, con ambientazioni fantasy e classi oltremodo tradizionali. In Cyberpunk potevi scegliere di interpretare un giornalista, un rocker, un tecnico o un netrunner e così via; altro che barbaro, mago e paladino. Al posto delle principesse da salvare o dei draghi (o demogorgoni!) da uccidere, c’erano guerre urbane tra gang rivali, megacorporation oppressive e onnipresenti, impianti cibernetici e scorribande nel cyberspazio. Il sistema di gioco, chiamato Interlock, era (è: riveduto e corretto è alla base anche di Cyberpunk Red) bilanciato e dettagliato a sufficienza per garantire divertimento e profondità tanto in combattimento quanto nel netrunning.
Vale la pena osservare che R. Talsorian Games pubblicò poi un’espansione/sequel del gioco, chiamata CyberGeneration. Ambientata nel 2027, aveva un’accezione un po’ più eroica: lo scopo principale che muoveva i giocatori era la lotta al dominio delle megacorp che erano ormai le padrone incontrastate. Anche questa espansione, che poi è stata ripubblicata in licenza attraverso un altro editore come gioco a sé stante, è stato “espulso” dalla timeline canonica di CP2020, Red e 2077.
Cyberpunk 2020 è quindi uno step chiave per capire meglio l’ambientazione di Cyberpunk 2077; questa è l'edizione che ha reso celebri elementi che ricorreranno anche nel gioco, come la megacorp Arasaka, la band ribelle Samurai e il suo leader Johnny Silverhand (che sarà interpretato nel gioco da Keanu Reeves), le varie gang, Morgan Blackhand e la stessa Night City. I rulebook originali di Cyberpunk 2020 sono relativamente semplici da trovare nel mercato dell'usato, ma si rientra ormai nel mondo del collezionismo e i prezzi potrebbero essere belli alti. Va un po' a fortuna, ma per chi si accontenta non è difficile reperire i PDF a prezzi più che onesti.
Cyberpunk RED è invece in distribuzione da pochi giorni, ma da un annetto circa si può comprare il Jumpstart Kit, che comprende un set di regole semplificate e le prime informazioni sulla nuova ambientazione. Non ci sono regole dettagliate per la creazione del proprio personaggio: bisogna basarsi su quelli "preconfezionati", che coprono sei delle nove classi disponibili nel gioco completo. Anche l'avventura inclusa è più una linea guida che una storia completa, e i dettagli di ambientazione inclusi nei libri sono più che sufficienti per i master con un po' di fantasia per creare un flusso infinito di scenari e ambientazioni. È ancora presto per dire se e quanto piacerà, ma fa piacere sapere che le prime copie del Jumpstart Kit sono andate letteralmente a ruba.
Immagine in apertura: Josan Gonzalez, per l'edizione brasiliana di Neuromante
Commenti
anni eccezionali musicalmente e non. ma che te lo dico a fare....
Articolo meraviglioso!!!
Articolo bellissimo e sezione commenyi finalmente libera dei vari minorati zero, davide, vincenzo, macosx, sparda, deepdark, che in articoli del genere non sanno cosa dire visto che non sono giocatori, ma abusano del sito solo per spammare il loro disagio e basta... bravi! È così che vi vogliamo, meno clickbait e più qualità
troppo ottantoso
tho! un articolo degno di questo nome
bravo Frà
A me no.
Su xbox series x sono confermate le due modalità
Il miglior articolo di HDBlog letto finora.
Ho acquisito tanti spunti e informazioni sulla cultura cyberpunk che non conoscevo.
Cesare non e' piu' quello di una volta :(
Lo vedi che senza di me ti annoi,in questo mondi di ladri. Noi siamo unici e uniti, senza di me ti annoi.
Eggia', e'tutto giusto,
Interista?
Ancora peggio!!! :D
Ecco era Matrix giusto!
Ho una memoria che fa schifo!
Giusto!
Specifico meglio è arrivata la pre autorizzazione del pagamento, quindi vedo i soldi come se fossero scalari, ma sono ancora lì
È quello che i giapponesi fanno meglio, situazioni di crisi geopolitiche , trame sofisticate , dialoghi colti e tutto con delle caratterizzazioni incredibili.
Se si cerca il meglio è li che si deve guardare
Si, ma prevederà gia i 4k dinamici e i 30/60 fps o solo 1080 e upscala la tv?
Sarà semplicemente la versione PS4 pro in modalità retro compatibilità, quindi risoluzione massima impostabile dal DRS e con il frame rate massimo dato che dovrebbe esserci una modalità preposta per quello
Si, ma comunque rispetto alla ps4 pro spero almeno abbia da subito i 60fps. Magari a livello di texture, dettagli, ombre ce differenza con stadia. Se fossero di pari livello converrebbe acquistare il bundle di stadia anche per un possessore di ps4/5
Bell'articolo, complimenti!
Esattamente quello che ho pensato anch'io, Masamune Shirow si sarebbe meritato qualche riga in più, uno dei massimi rappresentanti del Cyberpunk. Avrei citato anche Tsutomu Nihei.
Su ps5 sarà la versione PS4 pro alla fine
Lettura molto piacevole. Mi ha fatto scoprire che in realtà non conosco nulla del genere!! Io mi limitavo a Harrison Ford haha. Complimenti all'autore!!
Sei un Gobbo fiero tu, che ieri Giampaolo non ha fatto usci' Zaza, o non voleva uscire lui, e ha perso.
Ladri e Pirla!!!
Quello era Matrix, ho visto cose che voi esseri umani non potete immagginare...
Ti hanno tappato...
Azz...
E' colpa del GURU!
Anche io ho imparato da lui! :P
Sarei curioso di sapere se gira meglio su stadia o ps5 (su ps5 girerebbe comunque senza aggiornamento nextgen fino al 2021).
Sei un gobbo!
Ieri dovevate perdere col Toro!
Ladri!
E' colpa del guru.
Ho imparato da lui! :P
E' nel tuo style fare il superiore.
Il trappito.
Il Trap è stato un grande.
wow che articolo.
Sarebbe bello un remake di syndicate.
Ottima panoramica sul Cyberpunk però Neuromante non è un racconto breve, è un romanzo vero e proprio. I racconti brevi Gibson gli ha scritti prima di Neuromante, la maggior parte dei quali raccolti nell'antologia Burning Chrome.
bene la la letteratura ma liquidare in 2 parole quello che è forse il massimo rappresentante cyberpunk che è tutto il progetto ghost in the shell con il suo autore principe masamune shirow e i vari artefici mamoru oshi e kamiyama mi pare un pó superficiale.
Fantastico è.
Cavoli, un bel passo indietro nel passato della mia gioventù,complimenti bellissimo articolo.
No dai non voglio fare il superiore.
Non e' nel mio stile.
Si!
Ma anche quella del Drive Through!
Azz mi hanno gia' scoperto...
Ho ascoltato cose che voi umani...
Pure la trap?!
Ho capito, grazie dell'info allora
Si quello si, almeno così pare. Però non usare i 10 euro di sconto, sennò non vale la promozione.
però diciamo che il bundle è in regalo , io pago il gioco, o sbaglio?
la matrice spezzata di bruce sterling, un libroimprescindibile per chiunque sia appassionato di fantascenza seria.