08 Luglio 2021
Sono passati più di 4 anni da Resident Evil 7, l’ultimo capitolo della saga che ha dato il via ad un vero e proprio nuovo filone per la serie - ve ne abbiamo parlato nel nostro speciale dedicato - e che ci ha introdotto alle vicende di Ethan Winters, il nuovo protagonista di questa fase.
Nel frattempo sono arrivati anche due remake molto attesi come quello del secondo e del terzo capitolo, che ci hanno mostrato come sia possibile svecchiare dei grandi classici e riproporli con formule aggiornate senza snaturare troppo lo spirito degli originali (almeno per quanto riguarda Resident Evil 2, visto che il 3 non è riuscito perfettamente nell’intento).
Ma ora è tempo di andare avanti e la parentesi data dai due remake è pronta a lasciare il posto alla prosecuzione naturale della saga. Dopo mesi di trailer e indiscrezioni, Resident Evil Village è finalmente in dirittura d'arrivo (disponibile dal 7 maggio su PS4, PS5, Xbox One e Series, PC e Stadia): sarà riuscito a mantenere e migliorare l’eredità lasciata dal settimo capitolo? Siamo qui per scoprirlo (senza spoiler!).
Resident Evil Village è a tutti gli effetti il sequel di Resident Evil 7. Non si parla di Resident Evil 8 in quanto Capcom ha giocato con la parola Village proprio per nascondere l’accenno al numero 8 in cifre romane, tuttavia non ha mai utilizzato la numerazione per promuovere e descrivere il titolo; si è parlato sempre e solo di Village.
D’altronde è proprio il villaggio ad essere l’elemento più caratteristico del gioco, quindi quello più meritevole di stare nel titolo, ma andiamo con ordine. Resident Evil Village ci riporta nei panni di Ethan Winters a 3 anni dall’incidente di Dulvey (Louisiana) che aveva coinvolto la famiglia Baker, Ethan e sua moglie Mia Winters. I fatti salienti della trama di Resident Evil 7 ci vengono riassunti in un filmato iniziale opzionale (possiamo scegliere se guardare o saltare) che vi consigliamo di vedere a prescindere, in quanto permette di avere una visione più chiara della vicenda dal punto di vista di Ethan.
In Village ritroviamo i coniugi Winters e scopriamo che si sono rifatti una nuova vita nell’Europa dell’est, dove è da poco nata la loro figlia Rosemary. Ethan e Mia sembrano aver solo parzialmente superato il trauma degli eventi di Dulvey; la loro vita di coppia è costantemente interrotta da litigi causati dalla volontà di Mia di “provare a far finta che nulla sia successo”, in contrasto con il desiderio di Ethan di voler affrontare una volta per tutte i demoni del passato per riuscire a superarli e andare avanti.
Alti e bassi di una relazione che, nonostante tutto, ha trovato nuova gioia nell’arrivo della piccola Rosemary (Rose d'ora in poi), ma che non è destinata a durare. La precaria tranquillità dei Winters viene del tutto spazzata via nel momento in cui una squadra speciale - capitanata da Chris Redfield - fa irruzione nella casa dei Winters, uccide Mia senza apparente motivo e prende in custodia Ethan e Rose.
I due vengono trasportati via senza alcuna spiegazione e un improvviso incidente stradale non fa che peggiorare le cose: la piccola Rose viene misteriosamente rapita, mentre Ethan si ritrova sperduto in un bosco gelido circondato da orribili creature con le fattezze simili a quelle dei lupi mannari: l’incubo non è finito, è appena ricominciato.
Questa è la premessa agli eventi principali del gioco che riporta Ethan a confrontarsi, ancora una volta, con gli orrori generati dalle armi biologiche. In ballo ci sono diversi misteri da risolvere, come le motivazioni dietro al rapimento di Rose, cosa abbia spinto Chris a compiere un gesto così estremo nei confronti di Mia e cosa sta accadendo nel villaggio in cui, da lì a poco, Ethan si troverà a dover indagare per venire a capo di tutto ciò.
Capcom non ha mai nascosto che la fonte di ispirazione di Resident Evil Village fosse proprio Resident Evil 4, uno dei capitoli più apprezzati della serie e il primo a dare il via alla svolta action della saga. D’altronde sappiamo anche che proprio RE4 dovrebbe essere il prossimo titolo della saga a ricevere un remake, motivo per cui non ci stupisce trovare una così forte contaminazione tra i due giochi.
Resident Evil Village, infatti, recupera molti elementi tipici del 4, come ad esempio la possibilità di potenziare ogni singola arma (ad eccezione di quelle bonus e del lancia granate) e di interagire con un mercante, il Duca in questo caso.
La figura del Duca, per quanto più loquace del suo precedente collega (e con cui ha un qualche legame di conoscenza), non ha perso l’alone di mistero che caratterizza questo ruolo: d’altronde è normale restare straniti davanti ad un mercante che apre bottega in uno dei posti più pericolosi che si possa immaginare, e lui stesso sembra essere cosciente di questa sua anomalia.
Tuttavia, a differenza del mercante di RE 4 che svolge un ruolo del tutto esterno agli avvenimenti del gioco, il Duca è ben consapevole di ciò che sta accadendo e più di una volta suggerirà ad Ethan i prossimi passi da compiere nel suo percorso di ricerca della piccola Rose. Il Duca è quindi a tutti gli effetti un vero e proprio personaggio attivo e non un elemento aggiuntivo scollegato dal resto del gioco. I suoi servigi - che dovrete pagare in Lei, la valuta locale - permettono di accedere a nuove armi, stock limitati di munizioni, progetti per la creazione delle stesse, l’ampliamento dell’inventario di Ethan e la modifica delle armi.
Più avanti nel gioco verrà sbloccato anche l’accesso alla cucina, uno degli aspetti che ha destato più dubbi nel momento in cui è stato presentato in un trailer dedicato. Possiamo dirvi che non c’è nulla di cui preoccuparsi: i cibi non sono altro che dei potenziamenti permanenti alle caratteristiche di Ethan (quindi non si tratta di consumabili), un po’ come avveniva con le iniezioni presenti in RE 7. In questo caso sarà necessario raccogliere il quantitativo e il tipo di selvaggina richiesta per sbloccare incrementi alla salute massima o un aumento della difesa in fase di parata e così via.
Un consiglio che ci sentiamo di darvi è quello di gestire molto bene queste risorse e di non vendere la carne e i pesci che vi troverete a raccogliere: una volta esaurito uno spot di caccia, questo non si ripopolerà più, quindi le risorse a vostra disposizione sono molto limitate. Alcuni ingredienti, inoltre, sono proposti in singola unità e se non farete attenzione potrete perderli lungo il percorso, precludendovi quindi la possibilità di potenziare le caratteristiche di Ethan.
Un altro aspetto ripreso da Resident Evil 4 è la gestione dell’inventario, che viene rappresentato da una valigetta suddivisa in riquadri. La meccanica di base è identica a quella del 4, quindi ogni oggetto occupa un quantitativo di spazio diverso in base alle sue dimensioni e l’organizzazione dell’inventario diventa fondamentale per riuscire ad ottimizzare al meglio lo spazio a propria disposizione. Progredendo nel gioco sarà possibile acquistare valigie più capienti. Tutti gli oggetti consumabili e le armi vengono posizionati in questo inventario, mentre gli oggetti chiave e i tesori (ovvero quelli vendibili) hanno delle aree dedicate che non occuperanno gli slot della vostra valigia.
Gli ultimi elementi che ricollegano Village a RE4 sono proprio l’ambientazione rurale e la presenza di una comunità locale fortemente intrecciata con quella che pare essere la fonte dell’infezione. Nel caso di Resident Evil 4 si trattava del culto dei Los Illuminados, tenuti sotto scacco da Lord Saddler e dal parassita Las Plagas, mentre in questo caso la situazione è molto diversa.
Sin dai primi minuti di gioco - gli stessi che abbiamo visto nella prima demo -, scopriamo che gli abitanti del villaggio sono persone normali e non degli infetti. La loro comunità è comunque fortemente devota alla misteriosa Madre Miranda, la cui protezione sembra essere venuta meno e ciò ha portato al graduale intensificarsi degli assalti da parte delle orribili creature che vivono al di fuori del villaggio, sino a quando la situazione non è completamente sfuggita di mano.
Il villaggio è interamente esplorabile e ha lo scopo di connettere le varie zone in cui si svolgeranno gli eventi principali della trama. Il suo peso all'interno della stessa è in realtà abbastanza marginale, in quanto non è quasi mai un vero palcoscenico e non ricopre neanche la funzione di hub al 100%, dato che questa è relegata ad una zona posta in periferia.
L’esplorazione del villaggio è comunque importante per poter recuperare diversi tesori, documenti e armi opzionali. Purtroppo si tratta di una zona che tende sin troppo presto a diventare “molto sicura”, in quanto non si ripopolerà una volta abbattuti tutti i nemici. Scelta senza dubbio coerente e in linea con quanto accade solitamente nei Resident Evil, ma in questo caso si sarebbe potuto osare di più, magari ricorrendo a dei mini assalti casuali in grado di tenere sempre alta l’asticella dell’attenzione del giocatore.
Resident Evil Village presenta una struttura decisamente più aperta rispetto ai predecessori, ma questo non vuol dire che può essere affrontato liberamente. La progressione degli obiettivi è dettata dalla gestione delle chiavi che vi permetteranno di accedere alle aree esterne al villaggio in un ordine ben preciso; il percorso è quindi molto lineare, ma lungo la strada è possibile imbattersi in deviazioni e aree opzionali.
La ricerca di Rose resta la quest principale per la maggior parte del tempo e funge da cappello sotto il quale ricadono gli obiettivi del momento. Il percorso di Ethan lo porterà a confrontarsi con le quattro grandi famiglie del villaggio, Dimitrescu, Beneviento, Moreau e Heisenberg, ognuna identificata da una particolare caratteristica unica legata alla sua mutazione, e tutte facenti capo alla misteriosa Madre Miranda. Vi lasciamo il piacere di scoprire i segreti di ogni famiglia e ci limitiamo a citare quella più nota, ovvero i Dimitrescu e la loro signora Alcina Dimitrescu.
Per quanto la campagna promozionale di Capcom abbia posto l’accento sulla gigantesca vampira (tutti i dettagli su questa mutazione vengono spiegati in maniera esaustiva nel gioco) e le sue 3 figlie, le vicende che legheranno Ethan al castello Dimitrescu non sono altro che uno dei tanti archi narrativi del gioco. Insomma, anche se avete visto tutti i trailer, non avete ancora visto nulla di Resident Evil Village.
Un aspetto che ci ha particolarmente colpiti riguardo la divisione operata da Capcom è la netta distinzione tra tutte le varie sezioni. Il castello richiama le atmosfere classiche della serie e ci costringe a confrontarci con la minaccia costante rappresentata da Alcina, la quale vaga in continuazione per le stanze riprendendo lo stesso stile adottato da Mr. X nel remake di Resident Evil 2 (con gli stessi punti deboli, le safe room). Virtualmente invincibile, lo scontro con Alcina non è mai consigliato, dato che la sua lentezza (compensata dalla sua forza) favorisce la fuga.
Messo da parte il castello, ci si ritrova ad affrontare sezioni completamente diverse, tra cui una da risolvere interamente senza armi e basandosi esclusivamente sugli enigmi, la fuga e la possibilità di nascondersi dal nostro inseguitore. Insomma, la varietà non manca in Resident Evil Village e ogni area è caratterizzata da nemici unici e ben riconoscibili. I famosi lycans, infatti, non sono che una delle tante mutazioni a cui andremo incontro nel corso dell’avventura. Alcune di esse sono molto più simili ai tradizionali zombi, mentre altre sono delle vere e proprie B.O.W. con armi e equipaggiamenti alla stregua di Nemesis o Ustanak.
Non mancano anche diversi boss segreti - vera propria novità per la serie -, molti dei quali sono posizionati in percorsi alternativi rispetto a quelli principali; una piccola deviazione potrà portarci - ad esempio - ad esplorare una zona del villaggio (e dintorni) del tutto opzionale che può nascondere interessanti segreti - sotto forma di documenti - o combattimenti contro mutazioni estremamente pericolose.
Nonostante la linearità di fondo, tipica dei Resident Evil, Village lascia comunque molto spazio alla componente esplorativa e invoglia il giocatore ad approfondire ogni angolo della mappa.
Abbiamo giocato a Resident Evil Village nella sua versione next gen su PlayStation 5, alternando l’opzione che consente di attivare e disattivare il ray tracing. Il titolo punta al 4K a 60 fps utilizzando una risoluzione interna inferiore al 4K e un’ottima tecnica di ricostruzione che ci offre sempre un’immagine dettagliata e priva di artefatti visibili. Ad influire maggiormente sul frame rate è proprio la scelta di attivare o disattivare il ray tracing, dal momento che senza quest’ultimo ci troviamo davanti ad un titolo virtualmente inchiodato ai 60 fps, mentre la sua attivazione comporta un calo di prestazioni in alcune fasi di gioco.
Nel complesso, anche con il ray tracing, il titolo riesce ad offrire spesso un’esperienza di gioco a 60 fps e i cali non sono mai così evidenti o fastidiosi al punto di rovinarla. Probabilmente Capcom avrebbe potuto stabilizzare ulteriormente il frame rate scegliendo una risoluzione interna leggermente più bassa, e non è detto che ciò non venga fatto con una prossima patch. D’altronde, questo è ciò che è successo con la versione Xbox One di Resident Evil 3 Remake, la cui risoluzione in 4K nativo è stata abbassata poco dopo il lancio per permettere al titolo di raggiungere i 60 fps granitici.
L’attivazione del ray tracing non stravolge completamente l’esperienza visiva, ma ci permette di godere di un sistema di illuminazione globale più credibile e coerente, in grado di esaltare maggiormente l’atmosfera degli ambienti interni. Sia chiaro, non si tratta di un qualcosa di irrinunciabile, quindi se preferite dare priorità alla stabilità del frame rate non esitate a disattivarlo.
Il colpo d’occhio di Resident Evil Village ci ha particolarmente convinto, specialmente per quanto riguarda la cura posta nella realizzazione dei modelli poligonali dei personaggi principali e degli antagonisti; volti credibili ed espressivi come non mai (solo i capelli di alcuni personaggi stonano un po’ rispetto al resto), che ancora una volta dimostrano le ottime potenzialità del RE Engine. Superlativa anche la realizzazione di tutti gli interni, ricchi di dettagli e con geometrie molto convincenti e realistiche. Non ci troviamo ancora davanti all’araldo della next gen, ma siamo sicuramente al cospetto del più bel Resident Evil mai creato e la presenza di una completa modalità foto vi permetterà di catturare al meglio ogni dettaglio.
Sul fronte del comparto audio è fondamentale citare l’importanza dell’audio 3D, che riesce a darci le giuste coordinate spaziali dei nostri avversari semplicemente ricorrendo all’udito. Si tratta di un aspetto da non sottovalutare, specialmente se consideriamo che le minacce giungono da ogni direzione e il nostro campo visivo è molto limitato. Molto convincente anche la colonna sonora, mentre lascia un po’ l’amaro in bocca il doppiaggio italiano, che non riesce minimamente a trasmettere lo stesso pathos veicolato dalle voci inglesi originali. Un’occasione mancata.
Per quanto riguarda la versione PlayStation 5, segnaliamo che Resident Evil Village sfrutta appieno i grilletti dorsali adattivi al fine di restituire un feedback diverso con ogni arma utilizzata in fase di mira. Presente anche il supporto completo alla vibrazione aptica, utilizzata sapientemente per convogliare ogni minima sensazione, dal feedback delle bocche da fuoco, sino all'aumentare della tensione in prossimità di zone inesplorate e potenzialmente pericolose.
Per portare a termine la campagna principale (difficoltà normale) vi basteranno circa 11 ore, questo considerando anche l’esplorazione delle aree secondarie opzionali. Si tratta di una longevità in linea con quella di Resident Evil 7 e in generale possiamo dire che si tratta di una durata soddisfacente anche in relazione al ritmo della trama. Aggiungere altre 3-4 ore di gioco avrebbe potuto appesantirla in maniera sgradevole, mentre il risultato che è stato confezionato è molto equilibrato e godibile.
Nel complesso il gioco non presenta mai degli enigmi complessi al punto di aumentarne artificialmente la durata, tutt’altro. In alcuni casi questi sono sin troppo intuitivi e semplici da risolvere, specialmente se siete già pratici con le meccaniche tipiche della serie.
Sul fronte del bilanciamento ci sentiamo di promuovere il gioco, in quanto l’approccio maggiormente votato all’azione (almeno rispetto al 7) non tende a rendere superflua una corretta gestione delle munizioni. Nelle prime fasi di gioco vi potrà sembrare di averne sin troppe e difficilmente ricorrerete al craft per crearne altre, ma con l’avanzare del gioco il tutto viene riequilibrato, specialmente quando raggiungerete quelle sessioni in cui i nemici tenderanno ad abbondare e ad essere particolarmente corazzati.
Il tema della longevità è poi da considerare anche tenendo conto del fatto che - come ogni Resident Evil - il titolo offre una buona rigiocabilità incentivata dallo sblocco di bonus (i contenuti extra sono numerosi, ma non ve li anticipiamo) e modalità di gioco extra.
In particolare parliamo del ritorno della modalità I Mercenari, che riprende lo stile arcade classico e ci pone davanti a sfide a tempo ambientate nei vari scenari di gioco. Anche in questo caso lo stile richiama quello dell’omonima modalità di RE 4 (anche se non ci sono i personaggi extra, almeno non sino a dove siamo arrivati noi), quindi troviamo il classico moltiplicatore di combo, la possibilità di estendere il tempo e l’inedita aggiunta di particolari perk che potranno modificare le vostre statistiche durante la sessione di gioco (come ad esempio potenziare l’effetto di alcune armi, aumentare la vostra velocità, ridurre quella dei nemici, e così via).
Ogni sessione include almeno tre stage da affrontare in successione, prima dei quali avrete la possibilità di interagire con il Duca per acquistare nuove armi o potenziare quelle in vostro possesso. Proseguendo nelle missioni si otterrà un incremento permanente dei Lei disponibili all’inizio e si sbloccherà l’accesso agli stage successivi in base al punteggio conseguito.
Inutile nasconderlo: Resident Evil Village ci ha convinto in pieno. Il titolo è una chiara evoluzione del concept espresso con il settimo capitolo, rispetto al quale perde qualcosa per quanto riguarda la componente horror, compensando questa carenza con una maggiore varietà di ambienti e nemici, una trama ancor più coinvolgente e un miglioramento generale delle meccaniche di gioco che lo rendono un titolo più snello e accattivante, sicuramente più piacevole da giocare e rigiocare.
Rispetto al 7 manca del tutto il supporto alla tecnologia VR, anche se l’impostazione di diverse cut-scene lascia intendere che Capcom potrebbe avere qualche sorpresa in serbo, specialmente in occasione del lancio della nuova versione di PS VR; questa è una nostra speculazione e solo il tempo ci dirà se ci abbiamo preso.
Con Resident Evil Village, Capcom ha dimostrato chiaramente di aver un’idea ben precisa riguardo l’evoluzione della saga e alcune scelte coraggiose ci spingono davvero a chiederci cosa potrà succedere nel prossimo capitolo. Se le vicende dei Winters sembravano quasi una parentesi temporanea - quasi una pausa di riflessione - all’interno di una macro trama da ormai sin troppo tempo rannicchiata su sé stessa, Village ci pone davanti ad un interessantissimo punto di svolta per la serie e si riallaccia in maniera coerente e completa con tutti i capitoli precedenti, andando ben oltre quello che ci si potrebbe aspettare.
A questo si aggiunge una realizzazione di ottimo livello sotto il profilo tecnico e audio, passando per il pieno supporto a tutte le caratteristiche uniche di PlayStation 5. Il lavoro svolto è eccellente sotto ogni profilo e Resident Evil Village è l'esperienza che segna la maturazione definitiva del nuovo stile adottato dalla saga.
Commenti
In effetti il doppiaggio Italiano, già da Resident Evil 7, lascia molto a desiderare e questo di Village, a parte l'anziana, male male...
Gira perfettamente
Ma si riesce a terminare entro la scadenza della prova gratuita di Stadia?
Ma hai un Mac per caso?
Ma non era meglio mettere un video?
Per le mie pretese gira molto bene.
dovrebbe andare sui 1080p-1440p, più o meno come una serie S, ma senza Raytracyng.
Con RE bisogna fare attenzione alla compressione video, con Cyberpunk di sera si vedono i blocchi enormi di pixel ed è un effetto pessimo da vedere
Se cerchi su YT c'è la comparazione tra PC/PS5/Xbox Series X/ stadia
Ho provato a linkarlo ma il commento mi viene sempre cancellato
hai anticipato la mia domanda...avendo una scheda video pietosa e non volevo regalar soldi con i prezzi che hanno, mi piacerebbe provarlo su stadia. come gira?
ci giochi una settimana duramente cosi lo finisci e poi lo rivendi a 40.
Morale, esperienza pagata 30 euro che ci può stare.
Mi ispirava parecchio, però purtroppo non ho il VR della PS, magari un giorno lo recupero
se vuoi un consiglio sorvola sul remake del 3, puoi far finta che non esista e passare oltre
Ieri sera ho visto qualche minuto della diretta Twitch, c'era una specie di chiostro con dei tizi che spuntavano qua e là, sembrava un FPS, spero che, al netto dei rompocapo, il combat system non sia diventato così
Se vuoi provare davvero ansia e coinvolgimento con Resident evil 7 allora ti consiglio di giocarlo con il PS VR. Credimi fa davvero terrore così.
Provata la demo su Stadia. Mi ha impressionato.
OT: c'è qualche motivo per cui state completamente glissando quanto sta uscendo dal processo Epic-Apple? Voglio dire, vi ho visto fare articoli su tempi veramente irrilevanti, qui invece il massimo che siete riusciti a tirare fuori è quanto si stanno antipatici Zuckemberg e Cook.....? https://media1.giphy.com/me...
Non cambia di una virgola il mio "dilemma", purtroppo.
Non sono molto un fan della serie RE, però ho giocato e finito il 7 proprio perché mi sembrava diverso rispetto a tutti gli altri.
Mi piacerebbe provare questo, ma da quanto ho visto finora mi sembra abbastanza lontano dalle sensazioni che trasmetteva il 7, quell'ansia e quell'atmosfera che ti seguiva per tutto il gioco, oltre a delle ambientazioni molto particolari ... qui sembra molto più action, scontato e banale, mi spiacerebbe fosse così nel caso...
Da quanto ho letto su diversi forum conviene predere la versione PS4 che ha l' upgrade gratuito alla PS5
Visto il supporto al DualSense, penso proprio che attenderò di avere una PS5 per giocarlo
Della serie RE mi manca da giocare solo il remqke del 3 in pratica...
70€. L'unica cosa che mi frena nel comprare una ps5 è il costo esorbitante di un gioco del genere. No online no multi e in un mese te lo giri tutto. E poi che ci fai? Ti sbatti a rivenderlo online? Ci vorrebbe un game pass a 50€ al mese e giochi a tot titoli contemporaneamente (es 3). O esiste una cosa del genere e non lo so? Illuminatemi.
Come pensavo , andrò di doppiaggio inglese
Ethan e Chris si salvano, ma tutti gli avversari sono davvero resi molto male. Dimitrescu perde molto del suo fascino con la voce italiana
Il doppiaggio italiano è così terribile?
Provo la demo e decido.
Direi che a questo punto a 69 euro con Stadia Premiere (controller +chromecast ultra) è un affare.
Ho visto le Demo e ci ho visto tantissimo RE4. Ma poi fondere la saga mettendo un po di RE4 ed un po di vampirismo è stata una idea folle ma azzeccata visto il primo assaggio di trama. Aspetto di vedere qualche voto in giro per farmi una idea e poi al 99% lo comprerò.
Dalla demo comunque ho notato che alcune texture sono veramente in bassa risoluzione, tra l'altro parliamo di texture di alcune porte, quindi ad altezza giocatore, peccato.
Ah e poi niente DLSS... dai...
Eh ma c'è gente che non guarda i trailer per non spoilerarsi
Una scena che si vede sin dal primo trailer :D
"senza spoiler!"
*legge le prime righe*
"Chris Redfield uccide Mia"
OK
Oh bene mi fa piacere. Appena recupero il remake del 3 poi mi butto su questo
E' sufficiente arrivare alla decima riga della recensione per avere la risposta alla tua domanda
Ci sarà anche la versione PC?
Non sono voluto entrare troppo nel dettaglio, ma ti garantisco che Village collega molti più punti con il canone tradizionale, rispetto a quanto fatto nel 7. In quel caso tutto era lasciato un po' in sospeso e gli unici indizi stavano in alcuni documenti nella casa, nel filmato finale e in Not a Hero. Qui c'è molto di più.
Il 7 fu una gradita sorpresa seppur non si capisca bene come narrativamente si intreccia al canone originale.
Non vedo l'ora di provare anche questo capitolo anche se la trama mi sembra ancora più snaturata del predecessore.
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