
19 Maggio 2021
Nota prima di cominciare: la recensione non entrerà nei dettagli della trama e dei personaggi ed eviterà di proporvi descrizioni delle ambientazioni, delle fazioni in gioco e di qualsiasi altro elemento che vorreste avere il piacere di scoprire da soli. Procedete quindi nella lettura senza temere alcuno spoiler.
Sono passati 7 anni da quando The Last of Us ha suggellato l’era PlayStation 3 con un titolo in grado di esprimere tutto il potenziale della generazione e di innalzare in maniera sensibile l’asticella della qualità della narrazione di stampo cinematografico e dei temi trattatati.
In molti, nei mesi e negli anni successivi al lancio del titolo, hanno provato a riportare sulla Terra un gioco che è rapidamente asceso allo stato di mito videoludico, evidenziando come i singoli aspetti che lo componevano non erano poi così speciali: il gameplay non era molto diverso da quello di un Uncharted azzoppato, l’ambientazione era quella sin troppo abusata che vede uno spaurito gruppo di umani dover convivere con gli effetti della classica “apocalisse zombie” (anche se gli infetti non sono tecnicamente zombie) e così via.
Il lavoro di decostruzione del mito si è quindi incentrato fortemente sull’analisi dei singoli elementi, senza però prendere in considerazione quella che possiamo ritenere a tutti gli effetti la salsa segreta di Naughty Dog, il collante che tiene insieme e amalgama tutti questi aspetti apparentemente semplici e banali.
La magia di The Last of Us, infatti, non risiede nell’applicazione di chissà quale rivoluzionaria tecnica di gameplay o in un incipit di trama particolarmente geniale. Tutto sta nel modo in cui una storia - apparentemente banale - ci viene raccontata, nelle dinamiche dell’evoluzione psicologica di Joel, che gradualmente riscopre la sua umanità attraverso un viaggio che lo porta dal periodo più basso della sua esistenza verso ciò che aveva lasciato prima dello scoppio dell’epidemia, un profondo amore paterno in grado di dargli una ragione valida per andare avanti in un mondo che ormai non ha più nulla da offrire, ma solo tanto da prendere.
Questa lunga prefazione è necessaria per capire a fondo quali sono gli elementi cardine della nuova opera di Naughty Dog e il motivo per cui i tantissimi spoiler emersi nel corso delle settimane non sono assolutamente in grado di intaccare l’esperienza che vi viene offerta in The Last of Us Parte II. Non importa cosa abbiate visto o saputo: avete colto solo dei frammenti di un quadro e di un viaggio molto più complesso e articolato, che racconta una storia profondamente diversa e solo concettualmente simile a quella che abbiamo conosciuto con il titolo del 2013.
Partiamo subito con un’affermazione che ritengo doverosa per descrivere ciò che ha messo in piedi il team di Druckmann: The Last of Us Parte II non è assolutamente un more of the same del primo capitolo. I punti in comune tra i due giochi si possono ridurre all’ambientazione, all’intenzione di voler raccontare un viaggio e alle basi del gameplay. Questi sono gli unici legami che si è portato dietro il team di sviluppo nel volersi approcciare al secondo capitolo, al quale spetta tutt’altro compito.
Come ben sappiamo, il gioco è ambientato 5 anni dopo l’originale e ci permette di vestire i panni di una Ellie ormai 19enne. Il contesto in cui ci troviamo è molto differente rispetto a quello del primo capitolo. Se l’avventura di Joel iniziava all’interno di una Zona di Quarantena presidiata militarmente, un ambiente tutto sommato ostile ad una persona che di lavoro fa il contrabbandiere, la storia di Ellie riprende nella cittadina di Jackson, una comunità molto più accogliente, nella quale le persone hanno cominciato a vivere in maniera un po’ più spensierata.
Questo contesto più pacifico e rilassato - ma pur sempre minacciato dagli infetti di Cordyceps (il fungo da cui è partita l'infezione) - ha permesso ad Ellie di recuperare parte della sua adolescenza, di sviluppare le passioni tipiche di una teenager (quella di Ellie è la musica) e di poter anche - finalmente - poter pensare all'amore. Tutti temi che la ragazza aveva ormai lasciato alle spalle - il DLC Left Behind ci aveva permesso di dare un rapido sguardo alla sua vita prima degli eventi del primo episodio -, ma che le sono stati nuovamente restituiti dal gesto compiuto da Joel alla fine del gioco.
Ellie ha quindi avuto modo di crescere e sviluppare il suo carattere, ma non ha perso nessuno dei tratti che la caratterizzavano. Resta sempre la solita ragazza coraggiosa, ma impulsiva, dotata di una forza d'animo non comune, ma allo stesso tempo fragile e insicura. Fortunatamente avremmo la possibilità di apprezzare questo suo percorso di crescita anche grazie a numerosi flashback che ci mostrano come si è evoluto il suo rapporto con Joel nelle settimane, i mesi e gli anni successivi agli eventi del primo capitolo.
Le sue tante sfaccettature sono state rese ancora più definite con il passare del tempo e ciò ha permesso sia di mostrarci una crescita credibile del personaggio, che di fornirle tutti gli elementi in grado di renderla ancora più interessante e in grado di sorreggere sulle sue spalle una nuova avventura, questa volta con un ruolo da protagonista.
La minaccia degli infetti continua a rappresentare un pericolo per la vita di ogni cittadino di Jackson, ma la cittadina ha trovato un metodo efficace per avviare un graduale ritorno alla normalità, grazie a ronde costanti che tengono le creature lontane dal perimetro del paese, creando quindi una condizione migliore rispetto a quanto abbiamo mai visto in passato, ma pur sempre precaria.
A contribuire a questo clima maggiormente rilassato - in cui l'uccisione degli infetti è ormai una semplice routine -, ci pensa anche l'assenza di una minaccia umana: i cittadini di Jackson non sono assediati da cacciatori di persone, ladri, banditi e cannibali, quindi l'efferatezza e la brutalità sono solo ricordi di un recente passato. I runner, i clicker e i bloater continuano a seminare il terrore, ma si tratta di nemici che è più facile gestire, in quanto privi della cattiveria e dell'astuzia tipica degli umani (quelli ancora sani).
L’avventura di Ellie si differenzia profondamente da quella vissuta da Joel, sia per le motivazioni che stanno alla base del viaggio, che per il modo in cui questo viene affrontato. Come è facile immaginare, l'aver posto così tanta enfasi sull'importanza dell'assenza di persone esterne alla comunità di Jackson serve proprio a rimarcare il fatto che, non appena verrà ristabilito con contatto gli estranei, questo darà origine ad una spirale incontrollabile di sofferenza, rabbia e dolore.
Ellie partirà quindi dalla città, assieme alla sua nuova fidanzata Dina, carica di odio e rancore, due sentimenti che non le sono mai stati propri, ma che ora si ripercuotono direttamente nella cattiveria con la quale la ragazza affronterà ogni singolo combattimento contro i suoi veri nemici, ora nuovamente umani: non c’è quasi mai spazio per il dialogo e anche quelle rare volte in cui si intravede uno spiraglio che potrebbe portare ad una conclusione più pacifica e ragionata, è sempre la violenza più efferata ad avere la meglio.
D’altronde ci troviamo in un contesto che viene perfettamente descritto dal detto “mors tua, vita mea”, dove c’è davvero poco spazio per provare empatia e compassione verso gli altri, specialmente non appena si abbandona il mondo protetto di Jackson. Sentimenti che comunque non vengono del tutto spazzati via dall’opera di Naughty Dog, la quale anzi mette in estremo risalto l’importanza dei rapporti umani, del senso di appartenenza ad una comunità e di ciò che può essere considerato come una famiglia.
Naughty Dog è stata maestra nel creare un mondo estremamente credibile, dove tutti gli appartenenti alla stessa fazione (ne possiamo contare 3, come già anticipato nell’anteprima) lottano per la sopravvivenza dei loro cari. Impossibile tracciare una marcata linea di distinzione tra buoni e cattivi: nel mondo di The Last of Us possono esistere solo alleati e nemici (un po’ come ci anticipava Squall in Final Fantasy VIII), e le connotazioni morali sono del tutto fuori luogo.
Ma questo non è semplice espediente narrativo fine a sé stesso: tutto ciò possiamo toccarlo con mano, ad esempio, ogni volta che ci scontriamo con un gruppo di persone appartenenti alle altre fazioni. In questo caso ci basterà restare accovacciati per celare la nostra presenza e poter quindi sentire i nostri nemici chiacchierare tra loro, proprio come Ellie è solita fare con Dina, magari raccontandosi qualche aneddoto a noi del tutto ignoto.
Il legame tra i membri delle fazioni nemiche emerge anche quando ne eliminiamo uno (nemico generico X per noi, ma un compagno con un nome e una storia per loro), portando gli altri componenti a darci la caccia in maniera ancora più intensa per vendicare la perdita. Fortunatamente Ellie è più agile e minuta della maggior parte dei nostri avversari, elemento che le offre un importante vantaggio tecnico per quanto riguarda la possibilità di schivare gli attacchi corpo a corpo o di strisciare e infilarsi sotto detriti o veicoli per nascondersi.
Queste meccaniche possono sembrare molto comode e sin troppo sfruttabili, ma in realtà sono compensate da diversi elementi. In primo luogo nessun nascondiglio è per sempre: una volta che la nostra presenza verrà rivelata, gli spostamenti dei nemici saranno mirati a stanarci, costringendoci quindi a non utilizzare per troppo tempo la stessa posizione. Restare nascosti sotto una macchina può essere utile (visto che Ellie è persino in grado di usare ogni arma anche da sdraiata), ma prima o poi verremo inevitabilmente scovati e trascinati di peso allo scoperto.
La pericolosità di questi comportamenti nemici varia molto in base al livello di difficoltà scelto, quindi l’esperienza di gioco può risultare particolarmente semplice o molto realistica e punitiva in base alle nostre preferenze, con tante sfumature nel mezzo. Il gioco permette anche di creare un grado di difficoltà personalizzato, andando ad agire su ogni singolo parametro: potremmo quindi decidere di giocare con una Ellie particolarmente resistente e in grado di trovare munizioni in abbondanza, senza però sacrificare il livello massimo di intelligenza artificiale dei nemici, e così via.
L’AI, nel complesso, è nettamente migliorata e adotta scelte molto più credibili. Anche quella che gestisce i nostri alleati tende a comportarsi in maniera più efficace ed evita quasi sempre di farli uscire allo scoperto, nonostante siano sempre invisibili agli occhi dei nemici, per ovvi motivi di bilanciamento. In ogni caso non ci troviamo più davanti a scene nelle quali si metteranno a correre da una parte all’altra della stanza, mentre noi restiamo nascosti, come invece accadeva in passato.
Il modello proposto sino ad ora è quindi una diretta evoluzione di quanto visto nel primo capitolo (come detto in apertura, il gameplay viene migliorato, non stravolto), ma a cambiare un po’ le carte in tavola ci pensa l’aggiunta di nuovi nemici, come i cani e una nuova categoria di infetto, lo Shambler.
Quest’ultimo non è altro che un infetto più sviluppato e in grado di diventare particolarmente letale se affrontato a distanza ravvicinata. La sua specialità consiste nell’emettere nubi di gas tossico e schizzi di acido attraverso le protuberanze sviluppate sulla pelle, in grado di infliggere danni elevati e ustioni. Nel complesso, però, non aggiunge molto al combattimento e non offre un grado di minaccia molto diverso da quanto non era già offerto dal Bloater.
In realtà sono proprio i cani ad offrire qualcosa in più in termini di approccio al combattimento, in quanto sono in grado di sfruttare l’olfatto per identificare Ellie anche quando completamente nascosta. Per eludere l’olfatto è sufficiente spostarsi abbastanza rapidamente verso una nuova posizione distante dalla precedente (vedremo la nostra scia sparire lentamente), ma questo vi permetterà solo di temporeggiare sino a quando non avrete risolto il problema alla radice: procedere all’uccisione o continuare la fuga.
Sul rapporto tra il giocatore e i cani si è già discusso in passato, specialmente subito dopo l’ultimo State of Play dedicato al titolo. Come ogni altro elemento presente in The Last of Us Parte II, anche l’uccisione dei cani è riprodotta con estremo realismo, così come lo è il loro comportamento e il legame che li unisce al proprietario. Qualora dovessimo riuscire ad eliminare il padrone senza che il cane si accorga della nostra presenza, infatti, la povera creatura continuerà a cercarlo, sentendosi triste e spaesata.
Come detto prima, l’attenzione per i dettagli posta da Naughty Dog è davvero maniacale. Altri esempi possono essere i volti terrorizzati dei nostri nemici poco prima di infliggergli il colpo mortale (specialmente se effettuato con una lama o una spranga), o ancora il fatto che Ellie si limiti a raccogliere solo i caricatori delle armi (con una rapidità di mano da far invidia al migliore dei ladri) per le quali necessita di munizioni.
O ancora, il realismo dei fiotti di sangue che possono partire dal corpo delle vittime e il suo mescolarsi con altri liquidi o i tessuti, le grida e le espressioni di dolore di un nemico al quale abbiamo fatto saltare un arto (magari con un colpo di fucile), ma anche il tranquillo girovagare della fauna animale che ha ripopolato alcuni angoli di Seattle, o il fatto di poter superare una porta sprangata rompendo il vetro dell’edificio o usando una corda per calarci da un’apertura.
Tali elementi funzionano in maniera così naturale e credibile, al punto da farceli saltare subito all’occhio perché non siamo abituati a vedere questo genere di attenzione per le animazioni in un gioco.
Poco sopra ho affermato che, nonostante tutto, la violenza ha sempre la meglio, ma in quel caso il riferimento è esclusivamente legato a certi aspetti della trama, non alla necessità di dover per forza sterminare ogni nemico che ci si pari davanti. L’approccio al combattimento e all’esplorazione è infatti a completo appannaggio del giocatore, il quale può decidere di evitare del tutto (o quasi) gli scontri agendo in modalità stealth.
Attenzione, come forse si era già capito, nessun elemento di gioco ci può dare una completa invisibilità, rende solo più o meno evidenti i nostri movimenti. Persino l’erba alta non garantisce totale copertura contro dei nemici che stanno esplorando la zona, quindi scegliere di agire furtivamente non semplifica necessariamente le cose. La componente stealth è quindi decisamente migliorata rispetto al primo capitolo, grazie alle nuove movenze di Ellie e alle maggiori possibilità offerte dall’ambiente che ci circonda, e lo stesso tipo di miglioramento lo riscontriamo anche nella fase esplorativa.
Il passaggio generazionale ha giovato tantissimo alla struttura degli ambienti, i quali risultano più ampi, complessi e maggiormente verticali. Tutto ciò si traduce in un miglioramento della formula alla base del gioco, la quale - seppur sempre legata al passare dal punto A al punto B - ora perde l’eccessiva linearità del primo capitolo e incita il giocatore a tentare diversi approcci per raggiungere il suo obiettivo.
Particolarmente significativa è una sessione ambientata a Seattle, nella quale avremo modo di spostarci liberamente a cavallo per esplorare edifici diroccati e zone segrete. Questa area così ampia rappresenta un po' un'eccezione alla formula che ci accompagnerà per la maggior parte del gioco e ci permette di variare un po' la fase esplorativa. È proprio qui che avremo la possibilità di prendere una pausa un po' più prolungata dagli eventi principali per girovagare e apprendere qualcosa in più sul rapporto tra Ellie e Dina, grazie a dialoghi fortemente legati al contesto che è facile perdere, qualora non esplorassimo la zona.
Non esiste più una sola strada da percorrere per infiltrarci in un palazzo in rovina, così come non tutte le armi o i potenziamenti a nostra disposizione saranno facilmente reperibili restando nella strada principale. Naughty Dog ha infatti disseminato ogni mappa di oggetti, documenti, espansioni dell’armamentario (come le fondine extra, che ora dovranno essere recuperate e non più create) e manuali per le abilità (ci torniamo a breve) all’interno di stanze e strutture che potremmo del tutto ignorare, qualora non dedicassimo tempo all’esplorazione. Questo ci invita costantemente a cercare zone nascoste, strisciare nei pertugi più stretti per scovare un passaggio segreto e così via. Le nuove aree risultano quindi funzionali sotto più punti di vista: quello estetico, quello tattico e quello esplorativo.
Poco prima ho menzionato i manuali per le abilità, ma cosa sono esattamente? Si tratta di una delle risorse necessarie al potenziamento delle abilità di Ellie, che risultano molto più variegate e diversificate rispetto al primo capitolo. Nell’originale, infatti, avevamo a disposizione un unico ramo delle abilità che potevamo consultare sin dall’inizio del gioco, mentre nella Parte II dovremo sbloccare diversi rami per accedere a tutti i potenziamenti per Ellie.
Ogni manuale ci permette di accedere ad un ramo specifico (ad esempio, uno è più incentrato sul combattimento, un altro sulle abilità di creazione oggetti, e così via) e il loro ritrovamento è del tutto opzionale, quindi, anche in questo caso, potremmo facilmente perderne qualcuno se non prestiamo attenzione. Per potenziare al massimo tutte le abilità è necessario ricorrere al new game plus (che tra le varie cose conserva proprio tutte le abilità apprese), dal momento che una sola run non è sufficiente per raccogliere abbastanza pillole da spendere nelle varie categorie.
Le abilità ci permettono anche di migliorare ed espandere l'arsenale di oggetti che Ellie può creare raccogliendo i soliti materiali di scarto, come lame, bottiglie, alcol, nastro e stracci. Questi possono essere combinati tra loro per sviluppare - in maniera molto rapida e mai invasiva - sia degli oggetti di supporto (come kit di cura e silenziatori) che munizioni e armi a distanza. Il concetto alla base resta quello del primo capitolo - quindi ci basterà tenere premuto il tasto X per creare rapidamente l'oggetto che desideriamo -, ma la varietà è enormemente aumentata.
Prima di concludere la recensione segnalo la presenza di una ricchissima modalità foto, che permette di mettere in pausa il gioco per scattare delle fotografie spettacolari utilizzando i tanti filtri e opzioni a disposizione. Molto importante e curato anche il menù dedicato alle opzioni di accessibilità. Queste permettono al maggior numero di giocatori possibile (anche se ipovedenti, sordi o con problemi in grado di rendere complesso l’utilizzo del pad) di poter accedere al titolo. Tra le oltre 60 opzioni di accessibilità troviamo la possibilità di far leggere ad una voce guida tutti gli elementi a schermo, di semplificare alcuni aspetti del gameplay e così via.
In conclusione, tirando le somme, come commentare il lavoro fatto da Naughty Dog? Avrete sicuramente notato che non sono state spese troppe parole riguardo al comparto tecnico del gioco, ma il motivo è molto semplice: ci troviamo al vertice di ciò che PlayStation 4 (provato su PlayStation 4. Pro, nel nostro caso) è in grado di offrire qualsiasi discorso su frame rate, risoluzione e tecniche di antialiasing temporale è del tutto superfluo per descrivere ciò che viene mostrato su schermo, frame dopo frame.
Per chi vuole approfondire, lascio il link all’analisi tecnica svolta da Digital Foundry, dove le parole che ho appena espresso verranno tradotte in classici numeri. Magistrale anche tutto il comparto audio, dall’ispiratissima colonna sonora, sino all’ottimo doppiaggio italiano (ma ovviamente potete giocarlo anche con l’audio inglese).
Con The Last of Us Parte II Naughty Dog ha confezionato un’opera in grado di ridefinire il genere che era già stato stravolto dal primo episodio. A reggere il tutto ci pensa una trama di altissimo livello capace di generare in noi una profonda empatia verso tutti i suoi personaggi. Ma attenzione, si tratta di un sentimento diverso da quello che ci ha portato a tifare per Joel nelle battute finali del primo capitolo.
Questa volta il viaggio che intraprenderemo non sarà all’insegna (e alla ricerca) della speranza, ma dovremo costantemente fare i conti con il lato più oscuro e brutale che si nasconde in ognuno di noi. Per qualcuno sarà un fardello pesantissimo, per altri una possibilità di redenzione: noi, come giocatori, vivremo tutto questo flusso di emozioni in prima persona e al termine del viaggio non potremo più restarne indifferenti. In un modo o nell’altro, The Last of Us Parte II è un’esperienza che ci lascerà qualcosa dentro, incidendo un segno indelebile del suo passaggio.
Naughty Dog riesce quindi a raggiungere un perfetto bilanciamento tra le varie componenti del gioco, lasciando che il gameplay non venga completamente oscurato dall’imponente comparto narrativo, ma che anzi risulti aggiornato, fresco e piacevole. Tutto ciò viene fatto senza alcuna rinuncia per quanto riguarda la longevità del gioco, la quale è praticamente raddoppiata (siamo sulle 26 ore) rispetto al primo capitolo. Certo, non è presente una componente multi giocatore, ma questo non può che essere un bene, considerando che avrebbe potuto sottrarre risorse preziose agli altri ambiti.
The Last of Us Parte II è un seguito che Naughty Dog non era obbligata a realizzare visto che non c’erano punti in sospeso o aspetti della trama da approfondire (il primo gioco è molto solido e auto-conclusivo), motivo per cui in molti hanno a lungo temuto che tornare su questi personaggi e su questa ambientazione avrebbe in qualche modo rovinato il capolavoro originale.
Cosciente di ciò, il team di Druckmann si è impegnato oltremodo per realizzare un gioco superiore sotto ogni aspetto, facendo scelte coraggiose che l’hanno portato a mettere in scena una storia di ancor più ampio respiro, che non inciampa mai in alcun passo falso, che non scende a compromessi sotto il profilo tecnico e che ci mette davanti a personaggi ben caratterizzati e dalle mille sfaccettature, le cui vicende continueranno a restare vive dentro di noi anche una volta raggiunti i titoli di coda e aver poggiato il pad dopo aver sussurrato “wow”.
Se avete una PlayStation 4, non dovreste avere alcun dubbio su questo acquisto.
Commenti
in che senso "con tua sorella"?
Bellissimo film. Ma dov'è il gameplay? Più video che gioco, come un po' tutta la robetta sony spacciata per capolavori...
Gusti personali...ti garantisco che sono due capolavori.
Horizon giocato su PC ma non mi ha detto nulla. Un po' un more of the same. God of war non mi attira il genere.
Horizon, god of war per citarne due a caso.
Beh, secondo me è l'unica esclusiva che merita le altre meh..
Allora o non l'hai giocato o non l'hai capito. Non si scappa.
Sopravvalutato. Tanto sopravvalutato.
Con tutti i 10 e la pubblicità che hanno fatto a questo titolo, il fatto che stia vendendo come sempre poco in percentuale la dice lunga sulla reale importanza di queste esclusive sulle vendite di ps4. Switch è una console che vende per le esclusive, non ps4. Se sony facesse anche appena la metà degli attach rate di Nintendo, con 110 milioni di console in giro tlou2 dovrebbe vendere almeno 60 milioni di copie, e non arriverà nemmeno alla metà, forse nemmeno a un terzo. I 4 milioni al D1 sono stati in percentuale molto deludenti. Se poi dobbiamo parlare del voto, è tutto molto oggettivo. Ma se si dà 10 a un gioco in cui si gioca poco, allora a Breath of the Wild e Super Mario Odyssey, che sono due capolavori di giochi e di gameplay, quanto dovremmo dare? 11? 12? Come fece IGN per Ocarina of Time... Quelli erano giochi perfetti, tlou2 è una bellissima storia, ma tra giocarlo o guardarlo su YouTube non c'è una gran differenza, per godersi la storia. Dalla prossima generazione vorremmo qualcosina in più da sony, per vedere finalmente un gameplay convincente, cosa che tuttora è a mio parere l'aspetto più importante di questo mezzo di intrattenimento. Perché per le belle storie, c'è già Netflix...
quanto sei INFANTILE, mamma mia. Prenditi un ciuccio, ipocefalo
Rispondi dopo 20 giorni.
Sei tu quello demente
E quindi sei un po’ ritardato
Ho il grande rimorso di non aver finito il primo sulla PS3... Spero di rimettermi in pari.
Si oramai aspetto la 5 e mi compro questo gioco tra 1 anno a 20€
E ma sai c'è chi nella vita ha come priorità i giochi della play..
Preso al day one, io che in 25 anni di gaming non avevo mai fatto. L'ho giocato per un paio di ore, immenso, niente da aggiungere. Adesso quello che mi viene da pensare, ma perché resident evil non può fare un gioco di questo calibro?
Non vedo l'ora di recuperare tutti i giochi di questa gen
eh lo so...ma tanto non la prenderò al day1 xd
ahahah..ok tanta roba zelda
cioè?
Con tua sorella....(non vuole essere un offesa, mi riferisco al tuo nick...)
a cosa giochi di solito?
quel tipo di gameplay? perchè cosa ha?
io mi sparo tlos2 e poi compro la switch per zelda
Delle versioni glitterate delle console me ne frega poco, mi interessano i giochi. Personalmente, è vero che la cifra in sé è più che abbordabile, quello che mi dà fastidio è che la prenderei solo per 2/3 esclusive che mi interessano, e per un numero di giochi così esiguo mi da fastidio comprare un aggeggio extra, che oltretutto è a fine vita. Più probabile che mi prenda direttamente una ps5 nuova, dato che pare sia retro compatibile.
Hai ragione, infatti sono stato un po' avventato. Io sono rimasto comunque a bocca aperta nel finale di Last of Us.... davvero è stato come vedere un nel film ma con la possibilità d'intervenire, ma anche tu hai ragione....di Batman posso dirti che mi sono piaciuti anche i capitoli prima....speriamo bene in quelli di PS5
slim usata.. era ovvio(e in periodi particolari anche nuova)
Il focus è che chiunque può spendere quelle cifre, avendo un reddito, e quindi c'è poco da rosicare per chi ha altre console, oggi stesso si prende slim e tlou2 con 200€. Rosicamento annullato in 1 ora.
Io tlou 2 ho la pazienza di giocarlo sulla 5, ma intanto ho preso la Cyberpunk 2077 limited di X, e quella si ke è una vera ESCLUSIVA ormai introvabile, da Rosicamento.
usata a 150€ a quintali, non ci voleva tanto a capirlo
Aggiungerei anche la serie Uncharted e Batman Arkham Night
Quindi sukamelo
Era dai tempi di Zelda botw che non vedevo una unanimità così massiccia nelle votazioni delle maggiori testate. Ora il problema è aspettare questi giorni che mancano all'uscita, e poi potremo assaporare questa perla che quasi a farlo apposta, andrà a concludere il ciclo vitale di una console che ha regalato innumerevoli capolavori
Esce il 19
Quando è uscito?
Ottimo, pre ordinato con tanto di box metallo su Amazon, sulla fiducia tanto sapevo che sarebbe stato un giocone, che poi sia 10, 9 o 8 ha poca importanza, il primo l'ho adorato e credo che anche questo mi divertirà molto :)
Io trasformerei quel "nulla" in un "poco e nulla"...alla fine chi ha xbox e non giocherà a questo gioco non penso cambierà molto, passerà le ore su altri titoli, poco male...un po come non aver giocato zelda BOTW, altro titolo che si è preso dei votoni (per me non se li meritava, ma vabbè) eppure hanno vissuto senza milioni di giocatori, amen...le esclusive valgono come gli altri giochi, se non li compri o non li puoi giocare ti cambia zero.
si riferiva più che altro a chi dice che le esclusive non valgono nulla.
O no voto 10...ma siete pazzi ??? Ora come faranno a dire che le esclusive in una console non valgono nulla ??? Cambiate quel voto dai così fate contenti i boxari hahahahha.
Ho venduto la mia dopo sette mesi quasi a quanto l’ho pagata. Sono molto richieste al momento ancora per poco. 150 euro di slim nei tuoi sogni, almeno per il momento.
Ok, ma ti manca un centone per una slim, a meno che non intendi usata
Beh se ti vedi alcune videorecensioni noterai che le dinamiche di gioco sono si migliorate ma la base quella è, si tratta pur sempre di uno stealth.
Se non ti è piaciuto il primo, questo secondo dubito possa piacerti.
Molte recensioni dicono che c'è intelligenza artificiale della m4donna, ma sempre devi nasconderti e sparare prestando occhio e attenzione all'ambiente.
WOW! Complimenti a ND e al recensore!
Voto 10? Io ho adorato il primo, giocherò senza dubbio anche questo capitolo, c'è da dire però che con la recente presentazione di ps5 mi ero scordato che il 12 giugno c'era l'embargo di tutte le recensioni su the last of us parte 2.
Sono ansioso di giocarmi questo (presunto) capolavoro, considerando le 110 milioni di ps4 nel mondo e considerando che questa è l'esclusiva di punta sony di fine generazione, chissà quanto arriverà a vendere in totale.
Voto 10 troppo basso
Quindi?
L'ultimo Shadow of Tombraider è molto cinematografo ....