
07 Luglio 2022
22 Marzo 2022 4
Il mondo dei videogiochi sta cambiando radicalmente in questi anni. E in un futuro prossimo l'hardware potrebbe cominciare a perdere sempre di più centralità. Nel corso della Game Developers Conference 2022 è stata annunciata Ubisoft Scalar, una tecnologia che la software house francese definisce "rivoluzionaria".
Lo scopo di Scalar è quello di superare i vincoli tradizionali degli strumenti di sviluppo videoludico, e la chiave per farlo è il cloud computing: in questo modo i giochi sviluppati con Scalar possono sfruttare una quantità virtualmente infinita di potenza di calcolo, aprendo così l'orizzonte a mondi virtuali e simulazioni impensabili con l'approccio tradizionale, aggirando così le limitazioni dell'hardware finale.
Una tecnologia simile, secondo Ubisoft, porterà a esperienze di gioco radicalmente nuove nelle quali le azioni degli utenti potranno avere un impatto immediato e duraturo sull'ambiente.
Ma non è finita qui, perché Scalar promette anche altri benefici. Mai come oggi i videogiochi sono opere fluide, che mutano nel tempo, si espandono e vengono corrette tramite patch e aggiornamenti.
Tutto bello, ma capita spesso che la necessità di aggiornare un titolo costringa i giocatori ad avere a che fare con attese sempre più frequenti per download e installazione. Con Scalar invece Ubisoft vuole gettare le fondamenta di un'esperienza videoludica più "on-demand", senza patch e tempi morti.
Ubisoft Scalar si appoggia su un'architettura a microservizi, e "colloca ogni componente e sistema dei motori di gioco tradizionali in modo indipendente nel cloud (AI, audio, fisica...), passando dai sistemi chiusi e a singolo processore di oggi a un modello distribuito su un numero potenzialmente illimitato di macchine".
La soluzione di Ubisoft è "nativamente multipiattaforma" e, come suggerisce il nome, "scalabile", consentendo così a giocatori di riunirsi in un unico ambiente virtuale per sperimentale nuove tipologie ludiche ed esperienze sociali.
Scalar sarà reso disponibile a tutti gli studi Ubisoft che progressivamente si impegneranno in progetti sviluppati proprio nell'ottica di sfruttare le capacità del cloud-computing. A cominciare da Ubisoft Stoccolma, dove si sta già lavorando ad una nuova IP, la prima che sfrutterà il potenziale di questa tecnologia.
Per capire come tutti questi presupposti si tradurranno nella pratica toccherà aspettare: ma certo il passo fatto da Ubisoft è di quelli che suscitano curiosità (a differenza del progetto Quartz nell'ambito degli NFT). E oltre al colosso francese, nei prossimi mesi e anni, probabilmente vedremo altre realtà importanti del settore videoludico sviluppare soluzioni fondate sul cloud-computing.
Commenti
Sicuramente il cloud computing potrebbe dare la possibilità di rendere i mondi di gioco in continua evoluzione autonoma, un po' come nel mondo reale. Se questo sia un bene e porti una esperienza di gioco appagante lo vedremo tra 10 anni credo....
Almeno l'always online avrà un senso
Interessante
Carina, ma nulla di che utile.