Krafton Inc., lo sviluppatore di PUBG: Battlegrounds, ha dato il via ad una nuova causa legale negli Stati Uniti, la quale vede sul banco degli imputati la rivale Garena Online assieme a Google e Apple, ma andiamo con ordine.

Secondo quanto riportato da Reuters, Krafton avrebbe accusato Garena di plagio nei confronti di PUBG: Battlegrounds. Ciò sarebbe avvenuto con la pubblicazione dei giochi della serie Free Fire, i quali traggono pesante ispirazione dal battle royale di Krafton, tra cui le meccaniche di gioco, l'aspetto di alcuni oggetti, di alcune aree e molto altro ancora. Secondo l'accusa, Garena avrebbe guadagnato oltre 100 milioni di dollari nei primi 3 mesi del 2021 soltanto nel mercato statunitense, il tutto sfruttando proprietà intellettuali non in suo possesso.

Ma qual è il ruolo di Google e Apple in tutto ciò? Krafton accusa i due colossi della tecnologia di non aver impedito che ciò potesse accadere, dal momento che i titoli della serie Free Fire sono disponibili sia su Play Store che su App Store, diventando quindi in qualche modo complici di Garena.

Lo sviluppatore di PUBG ha quindi chiesto lo scorso dicembre che entrambi gli store rimuovessero i titoli di Garena Online, ma ciò non è accaduto. Il caso è ora giunto sul banco di una corte di Los Angeles e Krafton richiede - oltre alla rimozione dei giochi cloni - che le venga corrisposta anche una grossa parte dei profitti generati dai Free Fire nel corso di questo tempo.

Krafton non è nuova a questo genere di mosse; in passato aveva provato a portare in tribunale anche Epic Games - accusata di aver copiato PUBG con il suo Fortnite. PUBG ha reso celebre la formula battle royale la quale è stata copiata da tantissimi titoli nel corso degli anni, i quali hanno avuto un successo persino superiore dell'originale. Negli scorsi giorni Krafton ha reso free to play il suo gioco, con la speranza di recuperare gran parte dell'utenza che è stata assorbita nel frattempo dalla concorrenza.