
18 Novembre 2021
Oltre 2.000 tra dipendenti ed ex-dipendenti di Activision Blizzard, uno dei più grandi publisher al mondo di videogiochi con a portfolio, tra gli altri, brand come Call of Duty e World of Warcraft, hanno sottoscritto una lettera che invita l'azienda a cambiare direzione e fare ammenda, con riferimento diretto alla recente causa intentata dallo Stato della California.
Facciamo un passo indietro. Qualche giorno or sono il California Department of Fair Employment and Housing ha sottoposto alla corte suprema statunitense il frutto di due anni di indagini attraverso le quali sarebbe stata messa in luce la cultura sessista del publisher di videogiochi, un ambiente tossico al cui interno comportamenti poco adeguati e possibilità di carriera ridotte per le donne rispetto alle controparti maschili sarebbero stati all'ordine del giorno.
La risposta di Activision Blizzard, il cui titolo nell'ultimo mese ha perso circa il 12% in borsa, non si è fatta attendere con in particolare Frances Townsend, manager dell'azienda, che ha definito le accuse, attraverso una mail interna, come non veritiere e non corrispondenti alla situazione attuale dell'ambiente di lavoro. Il gigante americano si è anche scagliato contro la classe politica della California che a suo dire ha tenuto "un comportamento irresponsabile da parte di alcuni burocrati che stanno portando molti dei migliori business fuori dallo Stato".
La lettera, che è stata sottoscritta da dipendenti vecchi e nuovi di Activision Blizzard, cambia ancora parte della prospettiva, criticando la risposta data in quanto "crea un'atmosfera che non dà credito alle vittime", chiedendo di correggere il tiro. Il testo è severo nei confronti della società perché, citando proprio quanto detto da Frances Townsend, dice che "per mettere la cosa in maniera inequivocabile, i nostri valori in quanto dipendenti non si riflettono in maniera accurata nelle parole e nelle azioni della nostra leadership. Pensiamo che quelle dichiarazioni abbiamo danneggiato la ricerca per l'uguaglianza, all'interno e all'esterno dell'industria dei videogiochi [...] Riteniamo che siano necessarie immediate correzioni".
Si conclude dicendo che i firmatari sono "al fianco dei nostri amici e colleghi che hanno sperimentato maltrattamenti e molestie di qualsiasi tipo. Non resteremo in silenzio e non ci faremo da parte, non ci daremo per vinti finché l'azienda che amiamo non diventi un posto di lavoro di cui ci possiamo ritenere fieri. Il cambiamento saremo noi". Activision Blizzard non ha ancora risposto a questa ulteriore evoluzione della vicenda ma, con il caso che si gonfia, è difficile che possa semplicemente far finta di nulla e una presa di posizione sarà certamente necessaria.
Commenti
#aggiungiamocituttiallapetizione @dipendenti-ex-Activision.
Da giocatore di WOW ho letto che i nuovi progetti sono stati messi in stallo finché non si risolve questa questione. Rimango in attesa di novità positive su tutti i fronti.
Dovrà tirar fuori proprio un bel call of duty per farsi perdonare a sto giro.
Fosse per me ci starebbe un'accusa per omicidio colposo
Cultura sessista è un eufemismo. Ho letto che una dipendente è stata spinta al suicidio dopo che dei colleghi hanno iniziato a passarsi una foto di lei nuda in giro.
https://news.bloomberglaw.com/daily-labor-report/activision-blizzard-sued-by-california-over-frat-boy-culture
Oltre 2000 dipendenti. Ottimo, l'unione fa la forza.