15 Settembre 2020
Fino a qualche ora fa, i PowerBeats Pro erano gli auricolari più importanti lanciati da Apple quest’anno. Rappresentavano il completamento dell’equazione AirPods: erano l'unica vera alternativa per tutti coloro che vorrebbero combinare design in-ear, più stabilità, più autonomia, più isolamento sonoro e più versatilità alle caratteristiche che hanno reso gli auricolari della Mela i leader del settore. Adesso sono arrivati gli AirPods Pro, e le cose sono inevitabilmente cambiate, ma i PowerBeats Pro rimangono rilevanti e con una loro identità ben precisa. Una cosa, comunque, non è cambiata: anche se formalmente si rivolgono "a tutti", hanno senso solo per chi è parte dell'ecosistema Apple (la porta di ricarica Lightning per il case e il chip H1 che funziona solo con gli iDevice sono i due indizi più lampanti).
Questo lungo preambolo è necessario per posizionare correttamente i PowerBeats Pro: non sono semplicemente l'ennesimo paio di auricolari in un mercato già molto affollato. Sono in realtà gli unici che possono competere ad armi pari - per form factor e per caratteristiche tecniche - con gli AirPods. Che tirerò inevitabilmente in ballo più volte nel corso di questo pezzo.
Dei vantaggi che derivano dal chip H1 e dai sensori di prossimità non parlerò molto, perché sarebbe semplicemente una ripetizione della recensione delle AirPods più recenti: chicche come comandi vocali, pairing rapido e rilevamento automatico dell'orecchio sono... beh, piuttosto fenomenali per chi proviene da cuffie, anche wireless, di concezione tradizionale. Pensare di tornare indietro a "premi il tasto per tot secondi per accendere o spegnere gli auricolari" è piuttosto deprimente. In generale posso dire che funzionano come ci si aspetta, senza tentennamenti o intoppi. Il riconoscimento della hotword è sempre preciso, così come il collegamento rapido e il rilevamento intelligente dell'orecchio grazie al sensore di prossimità.
È però vero che i PowerBeats Pro adottano dei tasti fisici per volume e controllo riproduzione, in luogo delle superfici a sfioramento degli AirPods. Devo dire che questa implementazione risulta alla lunga più comoda, soprattutto per la gestione del volume. Su ogni auricolare troviamo un bilanciere sul dorso superiore e un tasto per chiamate e comandi vocali il corrispondenza della "b" che è il logo del marchio. I tasti offrono una resistenza ragionevole, ma non esagerata, e sono sempre facili da raggiungere anche in situazioni "concitate".
La diversa conformazione degli auricolari li rende molto più saldi degli AirPods "lisci", come dicevamo: merito dell'archetto regolabile che passa sopra l'orecchio. I gommini di varie misure garantiranno un posizionamento confortevole a chiunque - su entrambe le orecchie e a prescindere dall'attività sportiva, mentre con gli AirPods va un po' più a fortuna. La mia esperienza è stata impeccabile sia nella corsa, sia camminando in città, sia in MTB su strade dissestate, sia negli esercizi in palestra (penso per esempio alle estensioni del tronco per rafforzare i lombari, in cui ti trovi a testa in giù). Mi è capitato di dover dare un colpetto "di riassestamento" a uno dei due auricolari, ma molto di rado. Ma l'aspetto che mi ha colpito di più è quanto sia facile dimenticarsi di averli addosso. La combinazione di peso e design li rende tra gli auricolari più confortevoli mai provati. Grande valore aggiunto la certificazione IPX4 per la resistenza al sudore.
Tuttavia, indossarli è un processo un pochino laborioso, soprattutto se si cerca di usare una mano sola. Si può, ma serve un po' di destrezza e qualche secondo in più. Anche per toglierli e riporli nel case di ricarica si fa abbastanza fatica, per una serie di ragioni:
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Il case in sé è piuttosto ingombrante (spesso, soprattutto) e quindi è scomodo da estrarre dalla tasca (ammesso che ne abbiate una in cui vi entra: nei pantaloni è molto improbabile, a meno che non abbiate dei cargo coi tasconi).
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L'apertura del case avviene in orizzontale, come per il cofanetto di un anello, ed è praticamente obbligatorio usare due mani.
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Gli auricolari vanno adagiati con una certa precisione affinché facciano contatto con il case, si spengano e si ricarichino. I magneti aiutano, ma non fanno miracoli. Con il tempo si diventa più veloci, ma la differenza con AirPods rimane tangibile.
Insomma, i Powerbeats Pro non si battono in stabilità e confort, ma gli AirPods rimangono i re per immediatezza. Il case è uno dei punti critici del prodotto: ingombrante, scomodo da infilare in tasca, piuttosto pesante e complicato da aprire con una mano sola. È vero che non c'è molto che si possa migliorare, data la forma degli auricolari. Non avrei però voluto vedere il gioco di qualche millimetro del coperchio quando completamente aperto, segno che la qualità della cerniera non è proprio al top.
La qualità audio è ben superiore a quanto offrono gli AirPods - e in generale gli auricolari Beats precedenti. La personalità è sempre quella tipica del marchio, con bassi profondi e carichi, ma è stata rifinita in modo da risultare più gradevole e bilanciata. A volumi più elevati le alte frequenze possono risultare alla lunga leggermente faticose, soprattutto nelle prime ore di ascolto, mentre le medie rimangono forse un pelo indietro. Si tratta comunque di finezze, e non mi aspetto che la maggior parte degli acquirenti avrà da lamentarsi. È chiaro che non sono auricolari per tutti - nello specifico chi cerca un suono neutro e lineare, da monitor - ma sono piacevoli da ascoltare. Tra l'altro, eccellenti anche le chiamate, microfoni inclusi: i miei interlocutori hanno riportato un audio nitido e un'interferenza ambientale minima.
L'isolamento sonoro è leggermente migliore di quello di AirPods - e non ci vuole granché, visto che è praticamente zero - ma non allo stesso livello di altre soluzioni in-ear. Non è necessariamente un male, anzi: a molti non piace la sensazione di disconnessione dall'ambiente circostante che provocano solitamente gli in-ear, senza considerare il rischio derivante dal non percepire un pericolo - penso in particolare a un corridore o un ciclista che non sente arrivare un'auto. D'altra parte anche Google, con i suoi nuovi Pixel Buds, ha adottato degli accorgimenti per ridurre l'isolamento.
Insomma, per qualcuno potrebbero essere gli in-ear che mancavano; tuttavia, se avete bisogno di usare queste cuffie in ambienti particolarmente rumorosi per lunghi periodi di tempo, è meglio se vi rivolgete ad altro. Io ho provato anche ad acquistare dei gommini di terze parti, in memory foam, che hanno migliorato un po' le mie sessioni quotidiane in sala prove (per chi fosse interessato: i Tx-400 Isolation di Comply, una ventina di euro su Amazon, compatibili con molti auricolari), ma la differenza con gli in-ear migliori del settore, come gli Shure della famiglia SE o gli Mx di Mee Audio (che però non sono true wireless, beninteso; né hanno sensori o chip H1), rimane abissale.
L'autonomia rilevata è in linea con le promesse di Apple, e si può definire davvero ottima. I dati parlano di 9 ore di riproduzione continua per ogni singola carica degli auricolari, e la batteria nel case ne contiene altre 15. Con il mio uso tipo - circa 6 ore a settimana in palestra, 3 ore al giorno con metronomo e musica a intermittenza, circa 40 minuti al giorno di chiamate, qualche altra ora ulteriore di "varie ed eventuali" - riesco a completare un'intera settimana senza mai collegare il case al caricatore. Non sono mai riuscito a scaricare completamente gli auricolari di proposito, ma ho fatto qualche test "sintetico", lasciando la musica in riproduzione fino allo spegnimento. Ho ottenuto risultati variabili tra le 9 e le 10 ore, a seconda del volume.
In generale, è quindi più che possibile affrontare voli intercontinentali con problemi sostanzialmente nulli - prima o poi tutti si alzano almeno una volta per andare in bagno, no? Tra l'altro, basta riporre gli auricolari nel case per appena 5 minuti per ottenere un'ora e mezza circa di autonomia aggiuntiva.
I Powerbeats Pro sono la risposta di Apple a chi chiedeva degli AirPods più adatti allo sport, e da questo punto di vista sono un successo con pochissime rinunce. Sono più confortevoli, stabili e resistenti - senza rinunciare a nessuna funzione avanzata, come "Hey Siri", il pairing semplificato o la riproduzione automatica, che distinguono i prodotti Apple da tutto il resto della concorrenza. Sono anche molto più longevi, anche se lo scotto da pagare è un case più ingombrante e scomodo (soprattutto a causa dello spessore), e suonano meglio. Va tenuta molto in considerazione la questione dell'isolamento, che è scarso se comparato ad altri auricolari in-ear, ma generalmente sono prodotti consigliabili a chi vorrebbe degli AirPods diversi; ma non a tanti altri.
Se si toglie dall'equazione iPhone, molto dell'appeal di PowerBeats Pro viene meno. Manca il supporto a codec Bluetooth avanzati come AptX di Qualcomm e LDAC di Sony: c'è solo AAC, e su Android non è gestito al massimo delle sue possibilità (grava molto sul processore, quindi qualità e latenza variano in base alla potenza della CPU a bordo del device e a come il produttore decide di bilanciare prestazioni/autonomia). Inoltre, per consultare il livello di carica residua e sfruttare il fast pairing è necessario installare l'app Beats ufficiale dal Play Store (è comunque un passo avanti rispetto agli AirPods, che costringono a rivolgersi ad app di sviluppatori terzi, come AirBattery), quindi il campo si restringe a chi vuole auricolari true wireless premium con esattamente questo form factor sportivo.
Il prezzo di listino di 249,95€ è decisamente alto; è però vero che i prodotti audio con chip H1 fanno categoria a sé, quindi fare paragoni con il resto è poco sensato. Vale la pena menzionare che gli AirPods di ultima generazione costano (sempre listino) 229€ con case di ricarica wireless, opzione che i PowerBeats Pro non offrono. L'uscita degli AirPods Pro, che costano 30€ in più, richiede qualche considerazione extra: anche perché gli AirPods Pro hanno alcune funzioni aggiuntive che possono fare molta gola, come per esempio la cancellazione attiva del rumore e la ricarica wireless. Vero è che i PowerBeats Pro rimangono con ogni probabilità più stabili e molto più longevi. Per ora nessuno ha ancora provato gli AirPods Pro, ma sulla carta i PowerBeats Pro rimangono meglio posizionati per l'attività sportiva.
In ogni caso, è vero che i PowerBeats Pro si trovano spesso in offerta sotto i 200€ (in particolare la variante tutta nera, quella usata per questa recensione), che è una cifra già più ragionevole. Magari potete tentare la fortuna e sperare che Amazon ripeta la pazzesca offerta di qualche settimana fa; a 150€ diventano davvero succulenti.
Commenti
Non ricordo
I beniamini di chi?
scusate , intendevo 645 Music !
Qualcuno sà se sono compatibili con GARMIN FORERUNNER 564 Music ?
se vuoi la ragione prendila. ciao
Gli errori palesi li fai tu, come al solito, nel goffo tentativo di portare Apple in gloria anche quando non ce n'è alcun motivo visto che si parlava di un estratto di articolo di hdblog. Nella tua testa hai inteso che stessi sminuendo Apple, questo è il problema, poi ti domandi perché ti rispondo male. E ancora, ripeto, certo che parli d'altro, AAC plus o ALAC non sono AAC (quindi, facendo un esempio, prendo la tal libreria per svilupparci sopra il mio software divento io l'autore della libreria? ma che film hai visto?). Non sono al tua balia, cerca le informazioni si trovano facilmente.
non è che se citi un articolo sbagliato scrivendo altre cose sbagliate nessuno ti può dire nulla. Io non ho parlato di altro, ma ti ho evidenziato errori palesi che hai fatto, il formato che utilizza apple è AAC plus sviluppato proprio da apple e sarei curioso di sapere la fonte che hai per sostenere che apple non ha partecipato allo sviluppo di AAC, facendo parte del consorzio e sopratutto avendoci poi creato il suo AAC plus, comunque informami, sono curioso.
Io ho parlato di quanto scritto nell'articolo infatti, perché mi rispondi parlando d'altro? Se anche per te c'è un errore nell'articolo non vedo cosa ci sia da contestare. Apple non ha partecipato allo sviluppo di AAC anche se fa parte del consorzio da tempo, ha sviluppato due formati proprietari sulla base di AAC (di cui uno lossless) in seguito, informati.
ho detto che AAC è un formato di apple? ho detto che quanto scritto nell'articolo è corretto? no, ho detto che quello che hai scritto tu non è corretto citando due fatti oggettivamente veri
1) AAC plus è stato sviluppato da apple
2) Apple fa parte del consorzio MPEG di conseguenza la tua frase "apple non ha nemmeno partecipato allo sviluppo è chiaramente falsa.
Per il resto non so come sei abituato a casa tua, ma non mi pare il modo corretto di rispondere a persone che non conosci, relax
Ma non dire scemenze per favore. AAC non è un formato di Apple, punto. C'è un errore nel testo, c'è poco da aggiungere.
AAC a 256 kb/s mi risulta essere stato implementato da apple, con il nome di AAC plus, in ogni caso hai ragione e la frase AAC è di apple non si può leggere...
AAC a 256 kb/s mi risulta essere stato implementato da apple, con il nome di AAC plus e per concludere mi pare che apple appartenga al consorzio MPEG
Arrivate ieri ma danno troppo fastidio anche con i gommini più piccoli.Comodi i tasti fisici e per la musica li trovo migliori degli Airpods 1 e 2 essendo in ear,ai livelli delle buds
200 euro per degli auricolari che durano si e no 2 anni? ma siete fuori?
Ma se non puoi nemmeno leggerle...
Non tutte le ciambelle riescono col buco :D
Se ti impegni ti leggo anche con piacere...
Perche' ci vuole pure la patente?!
Hola!
Sí bravo. Altro 1mbecille per la lista dei bloccati. Buona vita.
The Rock is the best!
Cito testualmente dalla pagina Assistenza e riparazione per AirPods sul sito della casa:
"Assistenza per la batteria
La garanzia limitata Apple copre una batteria difettosa, ma non copre l'usura dovuta al normale utilizzo. Se la batteria presenta un difetto di fabbricazione ed è coperta dalla nostra garanzia, da AppleCare+ o dalle leggi per la tutela dei consumatori, la sostituiremo senza costi aggiuntivi. Se il problema della tua batteria non è coperto, offriamo il servizio di riparazione a pagamento."
Quindi, a meno che non sia scritto coi piedi, una batteria usurata NON è coperta da garanzia nemmeno con Apple Care.
No vero? É un principiante. Dopo una settimana di palestra sono tutti cosí, in effetti. Capisco che sia difficile ammetter di aver detto una serie di m1nchiate una dietro l'altra, ma almeno abbi la decenza di tacere.
Un esperto. Va bene.
Torino, in monopattino senza patente, multa da 6400 euro per un 24enne: “Non ho i soldi”
Vedi che facevi piú bella figura a tacere? Mai detto che The Rock é un mio beniamino, ma dato che non ho vissuto in un caverna negli ultimi 20 anni e non sono cieco (al contrario di te, evidentemente) lo conosco e mi rendo conto che dati i risultati che ottiene dal punto di vista fisico é un esperto di bodybuilding. E usa le cuffie.
Ognuno ha i suoi beniamini.
?? non è mica un lavoro che richiede concentrazione fare sport, è una passione che permette tranquillamente di ascoltare la musica se la zona in cui si corre non ha particolari pericoli nei dintorni (auto ecc...)....
se sei un ciclista e va in bici con la musica sei un delinquente (una soluzione potrebbero essere le cuffie a trasmissione ossea ma la musica è pessima).... diversamente se vai a correre in zone prive di traffico nulla viete di rilassarsi e darsi un ritmo con della buona musica....
se la pensi diversamente hai un'idea molto strana dello sport perché ne conosco a bizzeffe che escono tutti i santi giorni per correre e in Mountain bike (zone boschive) con le cuffie alle orecchie........e non ci vedo nulla di male... se poi prendi di esempio Usain Bolt non so che dirti ma non bisogna andare alle olimpiadi per essere uno che fa parecchia attività sportiva....
Bravo, finalmente sei riuscito a dire una cosa intelligente. Ci fai una figura molto migliore, ottima scelta.
ah beh... se le usa "the rock"... allora non mi esprimo più...
E oplà, un altro 1diot@ da aggiungere alla lista dei bloccati. Ciao!
A occhio direi da quando:
1. Il bodybuilding è uno sport
2. Il wrestling professionistico pure
3. The Rock non fa uso di steroidi
Non vedo poi cosa c'entri se uno è americano oppure no...
Ci vedo si, da quando gli Aamericani che fanno palestra e si bombardano di steroidi li definiamo atleti? Con tutto il rispetto gli atleti sono altri non certo questo, al massimo è un attore
Ma ci vedi?
È senza dubbio un attore "grande", il che mi dà ragione direi...
Al di là del valore culturale dei suoi film, su cui posso anche essere d'accordo, bisogna essere ciechi o in malafede per non riconoscere che The Rock ha un fisico eccezionale e notoriamente usa le cuffie durante l'allenamento. Ed è solo il primo esempio che mi è venuto in mente. Ergo hai detto una m1nchiata.
Profondamente
devo pensarci
Pure?!
Modena? Cavolo fra poco ci tocca dalle mie parti...
Allora sono fiero di me e anche di te.
(Il più bel complimento che ti abbiano mai fatto, scommetto.)
a modena 5000
(so che lo sai)
...beyondd
(So chi è Fromm)
Famoso atleta o grande attore. Decidetevi.
Fromm
Ho argomentato a sufficienza e sono stato sufficientemente chiaro.
Non perderò altro tempo
Ottimo allora.