
10 Maggio 2022
Sonos ha denunciato Google per violazione di proprietà intellettuale relativa all'audio multi-room. La società di Santa Barbara sostiene che Google ha sfruttato indebitamente cinque brevetti necessari al funzionamento della tecnologia, che è stata introdotta sul mercato proprio da Sonos.
Secondo le accuse, Google avrebbe avuto accesso alle informazioni confidenziali attraverso una partnership instaurata nel 2013 - che permetteva di integrare il servizio Play Music nell'hardware di Sonos. Per il momento Google non ha raccontato la propria versione dei fatti, e probabilmente non lo farà se non in tribunale. Vale la pena precisare che le cause depositate sono due; in entrambi i casi, Sonos esige un rimborso economico per i danni subiti e il blocco delle vendite dei dispositivi interessati. La gamma è piuttosto ampia: si parla degli smart speaker Google/Nest Home, degli smartphone Pixel e nei tablet/laptop con lo stesso brand. È incluso anche Chromecast Audio, che però è già fuori produzione.
È interessante osservare che Google non è l'unica grande azienda che Sonos ritiene in violazione dei suoi brevetti: figura anche Amazon, protagonista del mercato degli smart speaker/display (anche più di Google) con i suoi Echo. Sonos ha tuttavia ritenuto troppo rischioso aprire due contenziosi in contemporanea con aziende così imponenti. Non si può tuttavia escludere che, una volta finito con Google, Sonos non decida di rivolgere le proprie attenzioni ad Amazon.
Commenti
Troppe serie TV Americane
hai un concetto tutto tuo sia della professione di avvocato che della giustizia e della legge. meno male che sono caxxate.
Non serve essere limpidi e corretti, ed i processi non sempre li vince chi è dalla parte della ragione. Il vero avvocato è quello che pur sapendo che il suo cliente è dalla parte del torto, riesce comunque a girare la frittata o trovare una scappatoia per vincere la causa in tribunale. Di fatto non interessa nemmeno quale sia la verità, conta solo la sentenza finale del giudice, poiché è quella la verità ultima riconosciuta dalla nostra società.
Parla con gli USA: è il loro ufficio brevetti che pur di intascare spiccioli brevetta le più assurde minchiate.
Già l'idea di consentire il rilascio di un brevetto su un'idea di qualcosa che al momento della richiesta non può essere realizzata ha dell'assurdo.
Sonos probabilmente avrà brevettato un sistema o un'implementazione che era meritevole di brevetto.
Il problema è che se gli hanno rilasciato un brevetto generico sul loro metodo che ricomprende anche sistemi che di fatto Sonos non utilizza vai ad ammazzare la concorrenza perché più nessuno potrà fare qualcosa di simile nemmeno in modo leggermente diverso e senza usare le loro tecnologie.
Esempio: Hanno concesso a Sonos IL brevetto sul multiroom "tramite connessione senza fili".
Se Sonos intendeva utilizzate solo il bluetooth nei suoi prodotti, il brevetto li ha coperti anche tramite connessione internet.
Insomma, gli USA devono smettere di concedere brevetti troppo generici.
Senza contare che il multiroom esiste da sempre, ciò che è cambiato è il modo di realizzarlo.
No.
Ma rimane il fatto che non sei tu il giudice, rimane il fatto che non sai nulla sul caso e stai accusando qualcuno a priori (e ripeto, lo fanno sempre tutti, ma forse sarebbe il caso di impegnarsi a smetterla e attendere prima le sentenze?)
La mia è una domanda.
Si è sempre dimostrata limpida e corretta vero?
Certo visto che non è Apple a rubare allora son tutti innocenti Apple esclusa....
Al giorno d'oggi è difficile progettare e realizzare qualcosa senza violare qualche brevetto (ne vengono depositati decine di migliaia ogni anno)
Comunque Google ha le spalle ultracoperte, per cui anche se perde non è un problema.
Ehm....
Abbiamo già saltato la parte del processo?
Per carità, è quello che succede sempre sotto questi articoli, ma aspettare prima di accusare sarebbe cosa intelligente, specialmente quando non sapete nulla sulla faccenda
Da google cosa vi aspettate?
Una bella revisione del sistema brevetti sarebbe molto interessante...