
30 Marzo 2023
Oggi, 13 febbraio 2023, si festeggia il World Radio Day. La giornata mondiale dedicata alla radio è stata istituita nel 2011 dall'UNESCO e adottata per la prima volta l'anno successivo a seguito dell'approvazione da parte dell'assemblea dell'ONU. Il tema della 12a edizione è Radio and Peace, radio e pace, a significare il ruolo che questo mezzo di comunicazione ha nel plasmare l'opinione pubblica e nell'inquadrare una narrazione in grado di influenzare situazioni e processi decisionali nazionali e internazionali.
Radio come fomentatrice di conflitti ma anche - e soprattutto - moderatrice, mezzo che fornisce le basi per una democrazia sostenibile e un buon governo raccogliendo prove su ciò che sta accadendo, informando i cittadini in termini imparziali e basati sui fatti. E per questo motivo l'UNESCO ha deciso di dedicare l'edizione di quest'anno alla radio indipendente, pilastro per la prevenzione dei conflitti e la costruzione della pace.
Guglielmo Marconi
L'enciclopedia Treccani la definisce un mezzo di comunicazione che non invecchia: dalle onde elettromagnetiche di fine XIX secolo sino al fenomeno podcast dei giorni nostri la radio - nella sua accezione più ampia - è stata capace di reinventarsi seguendo le mode e le tecnologie del tempo. Difficile assegnare il merito della sua invenzione ad una sola persona: è il risultato delle intuizioni di James Clerk Maxwell, che a fine '800 spiegò per primo il modo in cui le onde elettromagnetiche si propagano nello spazio, ma anche di Oliver Lodge che creò uno strumento in grado di intercettarle.
Sino al nostro Guglielmo Marconi, l'inventore del radiotelegrafo. Fu lui a riuscire a trasmettere il segnale (fatto di linee e punti) prima a 2 chilometri di distanza, poi a 100, e infine a migliaia di chilometri attraversando l'Oceano Atlantico seguendo le curvature della Terra tra Poldhu, in Cornovaglia, e Saint John's, a Terranova (Canada). E dai codici Morse di Marconi si passò all'amplificatore a triodo di Lee De Forest che riusciva a muovere le membrane degli altoparlanti trasformando i segnali in suoni.
Il primo programma vocale alla radio risale al 1919, quattro anni dopo Maria Luisa Boncompagni annunciava alla Unione Radiofonica Italiana il concerto che inaugurava l'avvio delle trasmissioni nel nostro Paese. Era il 6 ottobre 1924.
Con un salto di quasi 100 anni arriviamo ai giorni nostri, con lo standard Digital Audio Broadcasting (DAB) che sta soppiantando la classica radio FM - e in alcuni Paesi è ormai diventata l'unica modalità disponibile. La radio segue lo sviluppo della tecnologia, e la tecnologia trasforma la radio fino a modificarne radicalmente la struttura riuscendo a mantenerne intatto il senso della sua esistenza. Ora la radio digitale la si ascolta dalla propria auto, dallo smartphone, dagli smart speaker, le applicazioni scavalcano i confini e possiamo goderci un talk show trasmesso dall'altro capo del mondo standocene tranquillamente seduti sul divano del nostro salotto.
Senza dimenticare che ora per aprire una radio bastano un computer e una connessione internet: chiunque, potenzialmente, può averne una. Il più, forse, è saperla fare, la radio. Perché per emergere significa proporre sempre qualcosa di interessante, che si tratti di approfondimenti o di musica. I principali servizi di streaming audio mettono a disposizione degli utenti tantissime "stazioni radio" che, però, rispetto a quelle a cui eravamo abituati prima della rivoluzione digitale risultano essere ben diverse. La maggior parte di queste sono infatti a tema, dedicate cioè ad uno specifico genere musicale o a un definito argomento, e sono generalmente curate da artisti che danno la loro impronta per una selezione - si spera - di qualità.
Vengono generalmente chiamate radio anche le playlist generate automaticamente dagli algoritmi sulla base dei nostri personali gusti musicali: in pratica, è come se ciascuno di noi "curasse" la propria radio riproducendo i brani preferiti. Un concetto di radio ben diverso rispetto a quello iniziale, decisamente. Sino ai podcast, inizialmente proposti come trasmissione on demand di una stazione radio vera e propria ma che ora hanno trovato una loro collocazione indipendente. Sono in fortissima ascesa - anche la CIA ne ha uno... - e sono loro, molto probabilmente, i candidati ad essere considerati "la radio del terzo millennio". Con un giro d'affari di miliardi di dollari ed un successo in costante ascesa.
Credits immagini: Pixabay
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Commenti
In che senso, non hai inventato niente?
si è molto famoso tune in ma a me non piaceva...
ti parlo di anni fa magari oggi mi piacerebbe ma visto che quella che uso mi va ancora benissimo e che con gli aggiornamenti non hanno fatto porcherie...
anzi l'hanno pure migliorata quindi direi che sto bene dove sto...
Io uso tune in perché è praticamente ovunque, proverò questa
mi sono trovato un'app che trovo fantastica e l'ho pure pagata per togliermi la pubblicità, che pure non era invasiva, tanto mi è piaciuta! :)
se ti va, dagli un'occhiata:
replaio
io non ci guadagno niente per questa sponsorizzazione! :)
È la scelta migliore.
Il tanto celebrato Marconi, un ragazzino viziato la cui mammina irlandese ricchissima faceva brevettare qualsiasi cosa il figlio pensasse. Addirittura comprò il brevetto del prof. Lodge, un primordiale sistema di sintonia. E nessuno parla mai di Chandra Bose, che ha scoperto il "detector a cristallo", antenato del diodo a semiconduttore. E non vedo nominato nemmeno un certo Hertz, che non è quello delle auto a noleggio...
Insomma, come vincere il Nobel coi soldi. Marconi è stato un grande opportunista, certo con tante buone idee, ma non un vero uomo di scienza, piuttosto un abile manager. Un po' come Edison.
io uso le internet radio!!!
meglio radio maria
Io sono ancora con fm e rari casi dab.
preferisco preservare la mia sanità mentale
Ascoltate RadioMosca per sapere quando la Nato e gli occidentali degenerati, depravati e nazisti vogliono invadere ed annettersi la Ruzzia schiacciando il valoroso popolo ruzzo.