
17 Gennaio 2022
Scott Morrison si trova ad affrontare l'ennesima grana, questa volta di natura tecnologica. L'attuale Primo Ministro australiano affronta il periodo pre elettorale conscio dell'importante calo dei consensi dovuto alla gestione della pandemia, a cui adesso si somma un'altra preoccupazione: da luglio il leader del Partito Liberale non è più in possesso del suo account WeChat, che è stato venduto a sua insaputa a una società tecnologica cinese non troppo nota.
È passato di mano alla Fuzhou 985 Technology che lo ha ribattezzato Australia China New Life. L'agenzia di comunicazione che lo gestisce lo avrebbe scoperto a inizio gennaio, quando era in programmazione la linea comunicativa del Primo Ministro per il capodanno cinese del primo febbraio. Accesso negato, e così, racconta una fonte citata da Reuters, l'agenzia ha inviato una mail a WeChat chiedendo la restituzione dell'account, che aveva circa 76 mila follower e veniva utilizzato per comunicare con i cinesi residenti in Australia.
Reuters ha contattato un dipendente di Fuzhou, il quale ha taciuto sulla cifra pagata per rilevare l'account. Si è limitato a spiegare che in azienda ignoravano che l'account acquistato avesse qualche connessione reale con Morrison: semplicemente erano intenzionati ad possedere un profilo con un'importante base utenti australiana, e che la loro acquisizione sarebbe avvenuta in totale buona fede. Ci sarebbe da capire chi ha venduto l'account del presidente e come mai Fuzhou, una volta rinominato l'account, non lo abbia ripulito dalle pubblicazioni precedenti nonostante fosse tra le loro intenzioni.
Adesso sia Fuzhou che Morrison e il suo staff attendono che Tencent, il colosso che possiede WeChat e che da poco è stato riabilitato negli USA dopo il ban di Trump, decida come risolvere la questione. La holding, intanto, ha dichiarato che:
Sembra trattarsi di una controversia sulla proprietà dell'account. [...] La controversia sarà gestita in maniera conforme alle regole della nostra piattaforma.
Le elezioni in Australia si terranno a maggio, per cui non c'è molto tempo per dirimere la controversia in un contesto, peraltro, di tensioni diplomatiche crescenti tra Pechino e Canberra, che certo non sveltirà i passaggi. Il portavoce del Ministro degli Esteri cinese ha preferito smarcarsi:
La questione dell'account sarà gestita dalla politica australiana e da WeChat.
Politica che non le ha mandate a dire. Il senatore liberale James Paterson ha dichiarato alla stampa che la vicenda è un esempio di "censura" e di "interferenze straniere".
Commenti
Viva le modelle*
Tanto, e gia deciso che tra quattro mesi alle prossime elezioni sloggia.
Cosi imparano a fare entrare tutto l'Asia a casa e rifiutare il resto del mondo
Un alto rappresentante di uno straniero che si affida ad un social controllato a tappeto dal governo cinese. Cosa può andare storto?
Viva la Cina e le modelle cinesi.
Questo "a sua insaputa" è stato inventato dai politici italiani, comunque fatemi dire che sono vergognose queste interferenze cinesi che si rubano i nostri account e poi ci scrivono sopra le cose che vogliono loro con la loro lingua che nessuno comprende.
Gli australiani dell'Austria sono sempre gli ultimi a saperlo.
ha stato djokovic
Hahaha #iostoconDjokovic.