
09 Aprile 2020
24 Marzo 2020 182
L’isolamento come chiave per contenere il contagio, d’accordo, ma poi? Come torneremo alla normalità? Quando potremo uscire di casa senza la paura - legittima - di incappare in una nuova ondata epidemica?
Difficile, al momento, fare previsioni, dare risposte certe e univoche. In attesa che la scienza medica partorisca cure più efficaci contro il Coronavirus e, possibilmente, anche un vaccino, al momento le uniche indicazioni da prendere in considerazione sono quelle provenienti da tutti quei Paesi nei quali il virus è già transitato in anticipo sui nostri tempi. La Cina, quindi, ma anche il resto del panorama asiatico. Al vaglio degli esperti c’è soprattutto quello che qualcuno ha già ribattezzato il modello coreano. Un approccio basato sul contact tracing, il controllo accurato dei contagi grazie (anche) all'uso massivo della tecnologia.
Sono i dati a confermarlo: in Corea e negli altri paesi del continente nei quali si sta provvedendo a costruire un quadro dettagliato e in tempo reale di tutti coloro che hanno contratto il virus, dei loro spostamenti, dei familiari e delle persone con cui sono state in contatto (e dunque potenzialmente a rischio) il bilancio dei contagi e quello dei morti si è assestato su livelli decisamente più contenuti.
A sottolineare l'importanza del metodo è, fra gli altri, anche il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, che in una recente intervista ha rimarcato un'attività ancora troppo blanda delle nazioni occidentali a livello di tracciamento dei contatti, uno dei pilastri della lotta al Covid- 19 insieme all'isolamento e ai tamponi.
La Corea del Sud ha lavorato su due fronti: da un lato ha tracciato gli spostamenti dei cittadini attraverso i dati degli operatori telefonici; dall’altro ha diffuso un’app denominata Corona100m in grado di visualizzare in modo anonimo gli spostamenti dei soggetti contagiati e dei loro contatti. Il risultato finale? Un sistema di notifiche in grado di informare le persone sulla comparsa di un nuovo caso di Coronavirus nel proprio quartiere attraverso un avviso governativo ricco di dettagli, come età del nuovo paziente, sesso e cronologia dei viaggi.
Anche Singapore, città-stato da sempre molto attiva sul fronte del contact-tracing, sta utilizzando le app dei telefonini come chiave di volta per l’analisi centralizzata e diffusa. L'ultima applicazione - denominata TraceTogether - consente alle autorità locali di rintracciare rapidamente le persone che sono state esposte a casi confermati di coronavirus. Ma non solo. L'app è in grado di identificare le persone che si sono trovate nelle immediate vicinanze - nel raggio di 2 metri per almeno 30 minuti - di pazienti affetti da coronavirus utilizzando la tecnologia Bluetooth. Un aspetto che, a detta del Government Technology Agency (GovTech) e del Ministero della Salute (MOH), può rivelarsi particolarmente utile nei casi in cui le persone infette non conoscono tutti coloro con cui sono stati nelle vicinanze per un periodo di tempo prolungato.
Altro caso che fa scuola è quello di Taiwan. Il sistema sanitario nazionale dell’isola ha iniziato a ordinare lo screening dei passeggeri di Wuhan già dalla fine di dicembre, dunque ancor prima che il governo cinese ammettesse l’esplosione dell’epidemia sospendendo, già da fine gennaio, i voli dalla Cina, nonostante il parere contrario dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Ma non solo. Il governo ha iniziato da subito a incrociare grandi quantità di dati per rintracciare i potenziali casi, integrando informazioni doganali e sull'immigrazione all’interno del database nazionale dell'assicurazione sanitaria. Quando sono stati scoperti casi di Coronavirus sulla nave da crociera Diamond Princess, dopo una sosta a Taiwan, riporta il New York Times, sono stati inviati messaggi di testo a tutti i telefoni cellulari dell'isola, elencando ogni ristorante, sito turistico e destinazione che i passeggeri della nave avevano visitato durante il loro congedo a terra.
I sistemi di monitoraggio utilizzati in Corea, Singapore, Taiwan non nascono dal caso. Sono piuttosto il frutto di un percorso che ha radici profonde in tutte quelle battaglie condotte contro le precedenti epidemie, come la SARS e la MERS. "Vogliamo essere uno o due passi avanti al virus", ha spiegato sempre al New York Times Vernon Lee, direttore della divisione malattie trasmissibili del Ministero della Salute di Singapore. "Se inseguirete il virus, sarete sempre dietro la curva".
A facilitare il tutto l'elevato livello di discrezionalità di cui godono i governi di questi Paesi a livello di sfruttamento dei dati: si va dalla possibilità di sfruttare le immagini provenienti dalle C.C.T.V. all'indagine sulle transazioni delle carte di credito, dai dati di posizionamento rilevati da smartphone e automobili ai già citati registri nazionali relativi all'immigrazione e ai viaggi.
Questo scenario pone dei legittimi dubbi circa la replicabilità del modello in Italia e in Europa. Ad oggi, lo ricordiamo, la mappa degli spostamenti alle nostre latitudini è ricostruibile usando solo i dati delle compagnie telefoniche - si vedano le recenti azioni della Regione Lombardia - o quelli provenienti da Google, Facebook ed Apple.
Tuttavia sono ammesse delle eccezioni. "Il contact tracing" - ha spiegato Alfonso Fuggetta, professore al Politecnico di Milano al Sole 24 Ore - "utilizza le informazioni relative agli spostamenti dei cittadini per dedurre se un singolo è stato esposto o si è trovato a contatto con soggetti che si sono rivelati essere infetti. Un approccio che è sostanzialmente replicabile anche in Italia a condizione che vengano rispettate due condizioni: da un lato “l’integrazione tra i sistemi mobili e le basi di dati e i sistemi informativi delle nostre istituzioni sanitarie”, dall’altro “la taratura attenta degli algoritmi e delle euristiche che valutano la prossimità e conseguentemente il livello di esposizione al rischio”.
C’è poi tutto il discorso della privacy, aspetto che in Italia come in Europa è disciplinato dal GDPR. Sebbene la norma non autorizzi espressamente la tracciabilità degli smartphone né la geolocalizzazione come mezzo per monitorare i cittadini in quarantena o risultati positivi al virus per i quali è imposto “il divieto assoluto” di uscire da casa, Il decreto-legge del 9 marzo per il potenziamento del Servizio sanitario nazionale prevede, all’articolo 14, in via eccezionale e per la durata dell’emergenza COVID-19, una deroga al GDPR per il trattamento e la comunicazione da parte di soggetti qualificati dei dati sanitari dei cittadini interessati dal Coronavirus.
Sul tema si è esposto anche il Comitato Europeo per la Protezione dei dati (EDPB) che, in una nota diramata il 19 marzo dal titolo Dichiarazione sul trattamento dei dati personali nel contesto dell’epidemia di COVID-19, ha specificato quanto segue:
In alcuni Stati membri i governi prevedono di utilizzare i dati di localizzazione da dispositivi mobili per monitorare, contenere o attenuare la diffusione del COVID-19. Ciò implicherebbe, ad esempio, la possibilità di geolocalizzare le persone o di inviare messaggi di sanità pubblica ai soggetti che si trovano in una determinata area, via telefono o SMS. Le autorità pubbliche dovrebbero innanzitutto cercare di trattare i dati relativi all'ubicazione in modo anonimo (ossia, trattare dati in forma aggregata e tale da non consentire la successiva re-identificazione delle persone), il che potrebbe permettere di generare analisi sulla concentrazione di dispositivi mobili in un determinato luogo ("cartografia").
Le aperture del quadro normativo hanno portato il Ministero per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, di concerto con il Ministero della Salute all’Istituto Superiore di Sanità (ISS), l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e con il supporto di un comitato scientifico multidisciplinare, a lanciare un invito al mondo dell’impresa e della ricerca finalizzato all’adozione sistemica delle tecnologie emergenti per il contrasto alla diffusione del Covid-19.
L’obiettivo, si legge nel documento che fa da cornice alla call - è:
"individuare nei prossimi giorni le migliori soluzioni digitali disponibili sul mercato per app di telemedicina e strumenti di analisi dati, e coordinare a livello nazionale l’analisi, l’adozione, lo sviluppo e l’utilizzo di queste soluzioni e tecnologie per il monitoraggio e contrasto alla diffusione del Covid-19. tecnologie e soluzioni per il tracciamento continuo, l’alerting e il controllo tempestivo del livello di esposizione al rischio delle persone e conseguentemente dell’evoluzione dell’epidemia sul territorio. Rientrano in questo ambito strumenti di analisi di Big Data, tecnologie hardware e software utili per la gestione dell’emergenza sanitaria"
“È un importante primo passo”, spiega ad HDblog Pasquale D'Apice, Technical Architect Soul Software s.r.l., società impegnata nello sviluppo di soluzioni software, “le istituzioni hanno compreso che quella contro il Coronavirus è una guerra che va combattuta su due fronti paralleli, quello medico e quello informativo. Per questo chiedono alle menti creative del Paese un aiuto nella ricerca di soluzioni efficaci”.
Il difficile sarà soprattutto convincere le persone a installare, ma soprattutto a usare, un'applicazione che tenga traccia di tutti gli spostamenti. "Personalmente - prosegue D'Apice - conosco tante persone che mal sopportano questo tipo di approccio, non sarà facile convincerle in larga scala. C'è poi un altro aspetto da tenere in considerazione: la "granularità" della geolocalizzazione. Il problema del contagio è maggiore nelle zone con maggiore densità di popolazione, dove, in poco spazio, vivono, lavorano, viaggiano tante persone. Quali dati utili potrà fornire una geolocalizzazione? Se un grattacielo, un centro commerciale, uno stadio vengono visitati da una persona infetta, verranno segnalate tutte le persone presenti? Sarebbe ingestibile. Infine c’è il problema della mancanza di copertura. Penso alle metropolitane, ad esempio, dove le persone possono viaggiare per chilometri, incontrando centinaia di persone: in questi casi non avremmo neanche l'inutile segnalazione".
“Queste problematiche, unite a quelle note legate alla privacy, mi fa dire che siamo ancora lontani dalla soluzione”, conclude il responsabile, “ma l’importante è seguire la direzione giusta: quella che ci porterà a segnare una vittoria importante sul fronte della consapevolezza, o meglio, dell'inconsapevolezza. Nell'attesa che la medicina trovi la chiave per la vittoria finale”.
Commenti
In Italia muoiono 1600 persone al giorno. 600.000 all'anno. É giusto che faccia qualcosa. Anzi, poteva e doveva fare di più anche prima. Io temo più per le conseguenze per chi lavorava per vivere... Ora come fa? Comunque prendi 1%, non 4%... É più onesto.
Ma da dove è partito, non implica la colpevolezza, potrebbe anche essere stato portato lì, purtroppo senza prove nessuno può esserne certo...
Sul secondo punto mi trovi d'accordo, in questo contesto sono stati "fortunati" ad essere in una dittatura, però anche in un paese democratico come il nostro, se serve possono mandare l'esercito a tenere sotto controllo la situazione e "forzatamente" tenerci chiusi in casa, essere in democrazia non significa "faccio come ca220 mi pare", bisogna rispettare le regole, le leggi, e in situazioni come è adesso, possono modificare regole e leggi, e vanno rispettate!
Quasi quasi mi dispiace per te...
Nessun fegato ingrossato, ora come ora spero un ritorno alla normalità il più presto possibile, poi si parlerà di colpevoli, adesso non serve...
Questo è ovvio ma basta fare i conti: 4% di 60 milioni fa 240.000 persone a rischio morte.
Lo Stato non può fregarsene e condannarli andando avanti come se nulla fosse.
E' fuori di dubbio che sia nata in Cina l'epidemia, e tutto lascia presupporre che sia creato in laboratorio, ma essendo lontano parente della Sars può essere che abbia origine animale e provenga da qualche mercato o allevamento locale
Ma lei ha mai senti che è partito tutto dalla contea di Wuhan e più precisamente dalla zona dei mercati già a dicembre? E che ora ne stanno già uscendo? Probabilmente aiutati dal fatto che usano restrizioni sociali mai attuabili in una democrazia come gli altri Paesi.
Evidentemente ho toccato un tasto dolente eheh Continua a informarti sui social e fare l'hater radical-chic allora. Buon fegato ingrossato!
non fai il campione a tutti quegli che hanno i sintomi, ma ad una parte trascurabile rispetto il totale di chi li ha (parole della protezione civile ufficiali) che sono una parte trascurabile degli asintomatici.....quindi non si ha nessun numero rappresentativo del numero reale degli infetti in italia. Io ho detto appunto che la diminuizione del numero degli infetti di questi 3 giorni non ha alcun significato....e visto il trend a tempo esponenziale poche centinaia di casi su milioni significa che non c'è nessuna riduzione, solo una diminuizione dei tamponi fatti.
Hai dei seri problemi di comprensione. E' brutto ma non per tuti era riferito allo stare a casa che continui a ripetere e manco te ne accorgi. Mi hai stancato delle tue pontificazioni inutili da tastiera con bongo e canne al seguito immagino. Continua a proiettare
Non sono a campione perché i campioni sono randomici, qui invece si fa il tampone a chi ha sintomi quindi non hai affatto un campione statisticamente rilevante, che fra l'altro dovrebbero anche essere equamente distribuiti per sesso, età e luogo di residenza.
si ovvio, finalmente si sono svegliati pure in italia....solo che se poi non applichi il modello cinese calma e ordine non lo mantieni
dopo mesi in cui non lo è stata (barricata e non limitata) , popolazione a cui non vengono fatti più tamponi ultimamente.....come fai a dire che i dati sono effettivi (nemmeno quelli italiani lo sono) e valutare che l'approccio quindi stia funzionando/abbia funzionato?
perchè sono tutti ragazzetti oppure persone che credono solo in un presente sempre migliore
se non sono rilevazioni statistiche a campione cosa sono?
su 60 milioni di campioni, il 4% di un'insieme molto inferiore del 100% non definito e variabile continuamente nel tempo come lo definisci?
Se guardi le statistiche mondiali, non quelle falsificate dagli italiani, il 95% circa non ha bisogno nessuna cura medica. Circa 4% ha bisogno di cure mediche e 1% necessità di cure intense. In Italia si fa il tampone solo a chi é messo male e il tutto sembra poi gravissimo.
Lo so, che lo scopo è quello di limitare la diffusione. Ma deve essere chiaro a tutti, che non riusciremo mai a liberarcene completamente
Ovvio che poi vadano chiuse le frontiere ed è altrettanto ovvio che il virus tornerà, così come torna l'influenza. Il punto è che andando avanti sempre più gente svilupperà gli anticorpi e non sarà problematico come lo è ora
"Certo che è brutto ma non per tutti, tra cui me quindi hai preso proprio la persona sbagliata."
Uau, sono davvero senza parole, quindi tu credi sia un bene? E non credo ci siano altri così "fuori" da pensare una cosa del genere...
"Se non te ne sei accorto è partito da Wuhan e non da Voghera"
Ciò rende quindi la Cina colpevole, certo certo, capisco, ma ormai letta la prima frase che hai scritto, tutto il resto non conta, inutile avere un confronto, del resto non ho niente da confrontare con uno che considera una pandemia mondiale un bene, che accusa una razza senza prove, e magari ti sei cresciuto pure il baffetto per somigliare anche fisicamente al tuo idolo...
Pazzesco, davvero pazzesco...
Certo che è brutto ma non per tutti, tra cui me quindi hai preso proprio la persona sbagliata. Se non te ne sei accorto è partito da Wuhan e non da Voghera
A be, allora il senso cambia completamente se stai scrivendo...
Tutto potrebbe essere, e ciò che penso io o tu, non ha importanza, perché se non te ne sei accorto, c'è una PANDEMIA MONDIALE!
In ogni caso, tu dici che è stata la Cina (di fatto già condannandola sulle basi di?), e se così non fosse? Diamo un premio solo perché non è la Cina?
Ripeto, brutto stare chiusi in casa...
Dipende dal modo di effettuare i tamponi. Alcuni paesi hanno dati piú attendibili di altri.
In questo le stime italiane funzionano perfettamente per il caso italiano. Ma volerle esportare all'estero é un errore.
Credeghe, e perdere clienti?
Infatti come vedi c'è una diminuzione dell'aumento di pendenza.
Può darsi, ma io credo che gli italiani hanno una mentalità meno ligia alle regole, di altri tipo corea e popoli orientali
Ha distorto un pò le cose, ci sono si 1800 trentenni ma in totale da inizio pandemia e non solo di oggi come vuol far credere lui, sicuramente ci sarà anche qualche guarito in quel numero.
Tutti giornalisti e dottori siete diventati, almeno riportatele giuste le notizie
Ho letto pure io questa notizia e c'è scritto che nella provincia di bergamo ci sono circa 1800 30 enni ricoverati con polmonite da inizio pandemia e non nuovi casi di oggi, c'è parecchia differenza! che 2 palle tra chi consiglia di mettere la mascherina a chi dice di non metterle che tanto non servono, adesso quelli che sfalsano numeri e notizie, pazzesco vi ha fatto male questo virus anche a distanza, manca solo quello che dice ma tanto è una semplice influenza oggi e abbiamo fatto il pieno.
A parte il fatto che sto scrivendo e non sto parlando, ma cos è sei cinese percaso? O sei tra quelli che credono siano stati i soldati americani a rilasciarlo in Cina?
Come fare per convincere ad usarla? Mandi tre sollecito, se non la installi il network ti sospendono la linea e passano il tuo nome agli altri operatori!
Si ma leggi come hanno ottenuto il dato
No è una news +1800 ricoverati oggi con polmonite avevano eta tra i 30 e 39 anni, poi tutti gli altri over 40
Non credo che nelle altre nazioni sarebbe diverso. Suvvia.
I 1800 sono una stima spannometrica.
Il telegiornale vuole fartelo credere. In realtà non é così. Ammettiamo che in Italia non ci sia più. Poi che fai? Chiudi tutte le frontiere? Questo virus non morirà mai, mettitelo in testa. Se non torna tra 2 mesi, tornerà tra 1 anno. Puoi forse trovare un vaccino (anche se la vedo dura, visto che é simile ad una influenza).
C'è solo un modo per risolvere il problema, ovvero non drammatizzare la situazione (come da Hong Kong, da cui dovremmo prendere esempio)
Il problema erano anche i fake news del tipo:
Siamo il paese che fa più test dei tamponi al mondo, gli altri mentono.
Le mascherine servono solo a chi é malato.
Se stiamo tutti a casa, il virus sparisce
Fake news riportati sia su Mediaset che sulla RAI. Anche se poi, la trasmissione più affidabile rimane, secondo me, quella su rete 4.
Questo è un altro discorso. Non capisco perché non facciano i tamponi (ma a Dybala e company si)
Ahahahah
Le cose o si dimostrano, o è inutile parlare giusto per dare fiato alla bocca, detto questo, puoi blaterare quanto vuoi, sono i fatti che contano,se riesci a dimostrarli hai ragione, altrimenti si continua a dar fiato alla bocca...
Saluti
Vieni a farci visita in corsia cosi ci porti almeno da bere e qualche asciugamano
Perchè non dormo come te
Serve a non farti andare in giro a prendere/spargere la malattia.
Isoli tutti e così chi è malato viene curato mentre chi non lo è resta sano.
Curati tutti i malati hai debellato il problema. Non è difficilissimo da capire
6820 nuovi casi e 743 nuovi decessi mettili in fila come vuoi non sembrano meglio di ieri
Tranquillo è tutto a posto pandemia finita non ti agitare, si mi pagano a contagi.
https://uploads.disquscdn.c...
Solo in lombardia oggi +4000 nuovi casi di cui 1800 trentenni con polmonite, ti sembra meglio di ieri?
Staremo a vedere. Per ora si è invertita una tendenza che era abbastanza netta, il fatto che servano più giorni per valutare correttamente mi sembra un'ovvietà.
https://uploads.disquscdn.c...
sì certo, ci sono 21 milioni di morti e non se n'è accorto nessuno, ma per piacere...
E come fai ad esserne certo?
Fai parte di qualche agenzia governativa?
Hai le prove?
O si continua ad accusare, così, per noia...
Brutti stare a casa...
sai come funzionano le rilevazioni statistiche e a campione randomico?
un po' meno di ieri significa che oggi è peggio di ieri
A sei arrivato finalmente, ma non erano 15 milioni!? Mi sembrava strano che nessuno qui non faceva a gara per essere il più abbindolato della rete
aspè, 6820 è il totale dei morti... quello non scende di certo... il numero degli infetti mi sembra sia risalito un po' rispetto a ieri, ma sempre meno di ieri l'altro e secondo me è già una cosa buona se si resta lì...
Ma perché dici peggio quando i contagiati sono di meno!? O tu scrivi solo quello che ti interessa. Ma almeno ti pagano?