Apple paghi la multa di 13 miliardi: l'UE torna all'attacco

24 Maggio 2023 81

Apple deve pagare 13 miliardi di euro di tasse in Irlanda: così hanno stabilito i regolatori della concorrenza dell'Unione Europea. I fatti risalgono al 2016, quando l'azienda di Cupertino è stata per la prima volta obbligata a versare le tasse non pagate (più gli interessi) nel periodo 2003-2014 a causa del regime di tassazione agevolato come forma di risarcimento per aver distorto il mercato libero. Successivamente nell'estate 2020 la Corte di Giustizia europea ha annullato la sentenza in quanto la Commissione non sarebbe riuscita a dimostrare l'esistenza di un vantaggio anticoncorrenziale da parte di Apple.

Si apre ora un nuovo capitolo della vicenda che andrà a definire le basi dei rapporti futuri tra aziende multinazionali e Paesi membri. Come ammesso dall'avvocato della Commissione Paul-John Loewenthal, "il suo esito determinerà se gli Stati membri possono continuare a concedere sostanziali agevolazioni fiscali alle multinazionali in cambio di posti di lavoro e investimenti".

LA SVOLTA

Presentando appello contro la multa, Apple ha definito la sentenza del 2016 come una decisione che "sfugge alla logica e al buonsenso" poiché i profitti "erano in realtà soggetti al regime fiscale degli Stati Uniti". L'annullamento della sentenza nel 2020 sembrava aver portato la querelle verso una direzione favorevole alla società californiana - che aveva preventivamente depositato presso il governo irlandese la cifra richiesta.

Ora la partita sembra riaprirsi nuovamente in quanto la Commissione Europea non solo ritiene Apple colpevole, ma vuole altresì evitare che questo diventi un pericoloso incidente. Ma Apple è convinta: "abbiamo pagato le tasse dovute in base al codice fiscale irlandese". Il primo parere non vincolante sulla vicenda sarà pubblicato il 9 novembre, cui seguirà la pronuncia della Corte.

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DRAFT [ start ]

certamente desideriamo mettere ancora in evidenza una altresì vostra errata dichiarazione che ritroviamo pubblicata spesso e con quei " posts " [ articoli ] e durante la lettura di quella tal citazione anche investimenti di apple e che si attiene invece a una testimonianza fuorviante. ci consentirete certamente di ricordarvi di aggiungere pertanto quelle precisazioni, mettendo anche in evidenza che apple non investe in UE quindi non ha fatto investimenti talvolta spende [ i.e: apple talvolta completa e conclude un acquisto; andando a fare " shopping " ] per ottenere e acquistare commerciali imprese locali e mediante ' fusioni e acquisizioni ' per procurarsi infine quei diritti, agevolando così la semplificazione per quell'ingresso in un definito mercato.

gli investimenti sono invece disposti da quei governi quando sostengono poi una ben definita area [ territorio ] anche dotata di infrastrutture e " struttura complementare " di una principale " squadra " [ compagine; organizzazione ] altresì l'insieme di quelle attività economiche e di un territorio oppure di una regione, la cui esistenza é collegata a un grande complesso industriale anche localizzato in quell'area. investimenti quindi programmati da un governo e con quei lavori necessari allo svolgimento di un'attività economica, a beneficio di un " indotto " [ district ] anche insieme delle accessorie ovvero marginali attività di un'organizzazione oppure di un partito. quei governi sostengono quindi quelle imprese " locali " talvolta con agevolazioni fiscali; con sovvenzioni statali; talvolta con sussidi destinati poi ai consumatori. gli investimenti sono quindi portati a compimento dai contribuenti e piuttosto [ investimenti ] messi in atto da quei consumatori quando programmano una spesa e " investono " in articoli e prodotti e ancora in prestazioni [ servizi ] anche più ovvero meno direttamente associati a quel marchio di apple. gli acquirenti accettano inequivocabilmente come legittimo e pagano dunque quel 18% del complessivo costo e imposta " IVA ", per articoli e prodotti che sfoggiano anche quel marchio di apple.

la società [ nel caso di specie: apple ] è invece sempre " libera " di stabilirsi in uno qualsiasi di quegli stati altresì membri di un mercato unico e territori nell'EU e in considerazione di un obbligo sancito da quella dottrina per la " stabile organizzazione " [ branch. ] apple è dunque forzata e comunque tenuta a stabilire una società anche di diritto italiano e " succursale " [ società controllata ] ovvero impresa " locale " e che rispetta quei vincoli per una amministrazione di un'eccedenza dei complessivi ricavi sul totale di quei costi di gestione e in accordo con certe " regole " [ norme e leggi ] fissate dal governo italiano. quei profitti devono quindi essere anche tassati in accordo con certe leggi e certi regolamenti stabiliti da una nazionale amministrazione di governo, seguendo peraltro un iter anche serie di obblighi fiscali e in uso in quel particolare territorio nell'EU e stato del mercato unico. apple deve inoltre tener fede a un ulteriore impegno [ dovere ], in accordo con regole all'interno di una comunità oppure di un ambiente, mettendo a registro e tracciando quelle somme di denaro che si ricavano da una transazione economica; prestazione per servizi; una rivendita; una vendita. quella " controllata " [ succursale ] emette pertanto una " fattura " a volte una " ricevuta d'acquisto " talvolta un documento e " prova d'acquisto ", descrivendo sinteticamente quelle operazioni commerciali e infine quei ricavi che coinvolgono:
- licenze per la rivendita di beni, merci e servizi;
- licenze per lo sfruttamento di un marchio e di proprietà intellettuale;
- royalties ovvero somme di denaro dovute, al titolare del brevetto oppure a un autore, per ciascuna di quelle " unità di prodotto altresì vendute ";
- vendite dirette ai consumatori;
- vendite a aziende e imprese ovvero società e liberi professionisti oppure lavoratori autonomi... etc.. etc..

entro i " confini " di quel mercato unico e di quel " blocco " [ bloc ] con ventisette stati membri di quella EU, ciascuna azienda [ impresa ] può altresì " trasferire liberamente " quei soldi ad un beneficiario e " residente " in un altro stato anche membro dell'Unione Europea, seguendo tuttavia le disposizioni in merito alla libera circolazione dei " capitali " [ wealth in the form of money or other assets ] pertanto quei " fondi " devono anche essere svincolati da " obblighi fiscali. " prima di predisporre gli ordini di bonifico [ per trasferire fondi altrove ], l'impresa [ la società ] dovrà dunque accertare ancora gli adempimenti fiscali:
- il pagamento di una quota IVA ovvero imposta corrispondente a quanto è anche il " saldo " tra IVA a debito [ in relazione a fonti di reddito ] e IVA a credito [ in relazione a oneri e spese ] e per quel trimestre ovvero mese anche ciclo rilevante;
- il pagamento [ versamento ] di ognuna di quelle quote [ ritenute a titolo di acconto; self-remittance fees ] e imposta ovvero trattenute sui diritti patrimoniali anche già corrisposti all’autore oppure a quei soggetti titolari e beneficiari di diritti per l’uso oppure per la concessione a terzi e di tale sfruttamento economico di un’opera. le cosiddette " royalties " accordano un " ricavato " da un’opera e quei diritti per concedere in uso oneroso a terzi pertanto la corrispondente quota [ 20% ovvero 30% quando il percipiente risiede oltre i confini del territorio italiano ] andrà versata quale adempimento fiscale, in accordo con regole disposte dal governo di quello stato anche membro del mercato unico e territorio nell'EU.
- il pagamento di quei fornitori - più in generale i creditori - che devono anche emettere e consegnare regolari ' solleciti di pagamento ' e che l'impresa dovrà saldare [ settle ] sempre;
- il pagamento delle dovute rate per l'intero anno e per il rimborso di finanziamenti [ linee di credito; mutui; prestiti ] e leasing;
- il pagamento di quelle tasse sugli immobili e tasse di proprietà per autoveicoli e mezzi di trasporto;
- il pagamento dei compensi per i dipendenti e dei relativi contributi [ income taxes and duties ] ;
- il pagamento di quelle corrispondenti ' imposte sul reddito delle società ' [ corporate tax ] e di previsti oneri da versare anche agli uffici erariali e in un definito territorio ancora membro del mercato unico e stato dell'EU. al netto di quegli oneri e spese deducibili e di quei costi di gestione, " ogni acquisizione di ricchezza monetaria e ricavata dallo scambio di beni ovvero servizi " e che ancora concorre a determinare il profitto [ reddito lordo imponibile; tax base ] contribuisce anche per il calcolo di una ' imposta sul reddito delle società ', adempiendo così quegli ulteriori obblighi, ponendo a verbale [ placing on record ] quel utile netto che potrà infine essere " liberamente trasferito " altrove ovvero in un altro stato dell'EU e membro del mercato unico.

in ottemperanza alle “ locali ” norme tributarie e in conformità con certe leggi del governo di un territorio nell'EU e comunque di uno stato anche membro del mercato unico, tali operazioni - corrispondenti a determinati adempimenti fiscali per la corretta imposizione - devono sempre essere effettuate prima del " trasferimento di quei fondi " [ talvolta bonifico bancario; remittance of funds ] e soltanto allora l'invio di quel " denaro residuo " [ utile netto per l'esercizio ] può esser considerato anche legittimo mentre si procede con l'accredito in favore di un beneficiario che si trova altrove e in quel differente stato dell'unione, si eseguono pertanto quelle disposizioni e senza incorrere in ulteriori oneri ovvero tasse per quella " esportazione " di capitali [ wealth ] e di liquidità.
quel denaro non sarà quindi soggetto a ulteriori tasse ovvero imposte soltanto quando anche " svincolato " da " impegni fiscali. "

DRAFT [ end ]

"il suo esito determinerà se gli Stati membri possono continuare a concedere sostanziali agevolazioni fiscali alle multinazionali in cambio di posti di lavoro e investimenti".

Apple avrebbe evitato di pagare quanto dovuto poiché le vendite sarebbero state registrate unicamente in Irlanda e non nei Paesi (europei e membri del mercato unico ) in cui i prodotti erano stati realmente venduti.

Presentando appello contro la multa, Apple ha definito la sentenza del 2016 come una decisione che "sfugge alla logica e al buonsenso" poiché i profitti "erano in realtà soggetti al regime fiscale degli Stati Uniti".
The Dark Knight

UE: la barzelletta del mondo.

biggggggggggggg

Ti sto dicendo che la supposta differenza tra tassazione dei profitti di aziende "materiali" e tassazione dei profitti di aziende di servizi digitali non esiste.

ErCipolla

Ma stai trollando?

biggggggggggggg
Ma assolutamente no, anzi è proprio la differenza che c'è tra il bene fisico e un servizio/bene digitale erogato via internet.

Ma direi proprio di si invece, un servizio di consulenza finanziario lo puoi fare anche dall'altra parte del mondo, i servizi bancari idem, mastercard, diversi tipi di trasporto, ecc. ecc.
Non cambiano nulla da quel punto di vista.

Eh... aggiungerei anche un bel "grazie al ca**o", perdona l'espressione, visto quanto costa una Audi il trasporto è una frazione minima del costo.
Il mio punto è proprio che il commercio al dettaglio di beni fisici introduce barriere che fanno si che l'importazione sia spesso sconveniente, cosa che non avviene per i servizi digitali.

Cioè mi stai dicendo che conviene importare solo roba costosa? LOL?
In Italia, da quel che leggo, nel 2021 abbiamo esportato prodotti per 516 miliardi di euro, contro un piccolissimo ed insignificante import di appena 466 miliardi, quindi no, non mi sembra che sia marginale e valga solo per alcuni beni molto costosi.
466 miliardi di cui nessuno verrà tassato in italia: basta pensare appunto all'automotive, ma anche alla produzione di vestiti (Zara & co.).

Quanto faranno google e apple? Esagero: 10 miliardi?

ErCipolla
Gioele Corsinovi

Di Apple? Non credo, visto che comunque continua a salire, assieme ai prezzi, assieme agli utili.

Davide

Ratti irlandesi

biggggggggggggg

Beh ma questo vale anche per i servizi. Spesso anche per molti prodotti fisici in realtà. Se compri un'auto tedesca in italia hai un costo minimamente più alto perchè l'Audi invece di mandarla a 300km dalla fabbrica la manda a 700km in Italia, ma credo che parliamo di differenziali minimi.
Infatti in molte categorie di prodotto praticamente compriamo tutto o buona parte dall'estero.

Io non credo che ci sia tutta sta differenza in linea generale.
In ogni caso comunque i problemi nel cambiare tassazione sono parecchi e non è detto che a tutti convenga, infatti alla fine le cose rimarranno così come sono.
Qualche mese fa volevano fare una specie di minimum tax in accordo con gli americani. Quando non ricordo quale nazione aveva proposto di includere anche aziende farmaceutiche, immediatamente a qualche paese (mi sembra la Germania) erano rizzati i capelli e avevano reagito male.
Il punto di tutta questa storia secondo me è che semplicemente in europa pensano di aver trovato un modo per tirare su due spicci in più (perchè in rapporto al bilancio di uno stato di questo parliamo) e si fanno forza del fatto che è un argomento che fa inca**are la gente.
Ma all'atto pratico è molto complicato da attuare e i ritorni potrebbero essere molto più bassi di quanto alcuni credano.

Andreoid
meyinu

Per esempio gli USA impongono sanzioni ad Huawei e favoriscono le loro industrie. Fanno guerre e favoriscono la loro industria, ecc, ecc.

PIxVU

DRAFT [ start ]

E' ancora cosa buona anche tanto giusta includere sempre quelle dichiarazioni in merito agli investimenti che apple non ha effettuato mentre non investe in EU quando [ apple ] talvolta spende, per acquisire [ acquistare ] imprese locali [ i.e: fusioni & acquisizioni ], accelerando e semplificando poi l'ingresso in un definito mercato quindi quel termine investimento di apple é fuorviante.

gli investimenti [ con particolar riferimento a infrastrutture ] sono invece di quei governi che sostengono le imprese " locali " talvolta con aiuti di stato; talvolta con agevolazioni fiscali; talvolta con sovvenzioni per i consumatori quindi quegli investimenti sono, in realtà, di quei contribuenti e ancora prima di quei consumatori che inequivocabilmente riconoscono anche il 18% di un prezzo al consumo e IVA sui consumi e su quella spesa lorda degli acquirenti che spendono per acquistare gli articoli anche quei prodotti talvolta prestazioni per servizi e in qualsivoglia modo " collegati " a quel marchio di apple.

l'impresa [ nel caso di specie apple ] é sempre libera di " entrare " in uno qualsiasi dei " mercati " e stati anche membri dell'EU, per ottenere allora quei profitti che da sempre devono essere anche tassati, secondo quelle norme e leggi di " un'amministrazione locale " e di un governo per quel particolare membro e stato dell'EU e ancora dove quella registrazione dei ricavi é altresì indispensabile [ i.e: dove la fattura viene emessa anche in considerazione di quell'obbligo sancito da quella dottrina per la stabile organizzazione. ]
quei " ricavi " [ somme di denaro che si ricavano da una vendita, rivendita, prestazione, operazione economica ] sono talvolta collegati a: vendite dirette ai consumatori; vendite a imprese e a liberi professionisti ovvero lavoratori autonomi; licenze per la rivendita di beni, merci e prestazioni per servizi; licenze per lo sfruttamento di un marchio e di proprietà intellettuale; royalties ovvero somme di denaro dovute al titolare di brevetti oppure a un autore, per ognuna di quelle " unità di prodotto anche venduto " ... etc.. etc...

in sintesi:
in quel territorio anche mercato altresì membro e stato incluso nell'EU, ogni impresa potrà talvolta liberamente trasferire quel denaro quando anche libero da vincoli fiscali e [ l'impresa ] potrà ancora destinare quel denaro a un beneficiario " residente " in un altro stato membro dell'unione tuttavia l'impresa é tuttora soggetta a:
- quel versamento per l'IVA e corrispondente al trimestre [ mese ] di riferimento;
- il pagamento di quei fornitori - più in generale i creditori - che devono anche essere stati già saldati prima ancora di poter trasferire quei fondi;
- pagamento di quelle annuali quote dovute per rimborsare finanziamenti e prestiti e ancora prima del trasferimento di denaro;
- quelle tasse sugli immobili e di proprietà per veicoli e mezzi e che ancora devono essere versate sempre prima del trasferimento di quei fondi e di denaro;
- pagamento di quei compensi e contributi per i dipendenti e che devono altresì essere stati versati prima del trasferimento;
- quelle corrispondenti e previste imposte su redditi per le società e che devono ancora essere versate alle casse dell'erario, in quel particolare stato membro anche incluso nell'EU. per " ogni acquisizione di ricchezza numeraria ottenuta dallo scambio di beni ovvero servizi " e al netto di quei costi deducibili e di gestione [ profitto ] si potrà calcolare l'imposta sui redditi per ottenere poi l'l'utile netto e soltanto quest'ultimo potrà anche essere liberamente trasferito " altrove " ovvero in un altro stato membro e dell'EU.

quelle operazioni - anche corrispondenti a certa tassazione in accordo con la legislazione " locale " ovvero seguendo quella legge fiscale e di quel governo per uno stato e membro dell'EU - devono essere ancora eseguite sempre prima del trasferimento di quei fondi e denaro quindi il " residuo denaro " [ utile netto ] può allora essere talvolta liberamente - senza ulteriori oneri ovvero tributi per " quell'esportazione " di liquidità - trasferito in un altro stato membro dell'unione... quel denaro da trasferire e adesso " libero " da vincoli fiscali, non sarà allora soggetto a ulteriori oneri e tributi.

DRAFT [ end ]

"il suo esito determinerà se gli Stati membri possono continuare a concedere sostanziali agevolazioni fiscali alle multinazionali in cambio di posti di lavoro e investimenti".

Presentando appello contro la multa, Apple ha definito la sentenza del 2016 come una decisione che "sfugge alla logica e al buonsenso" poiché i profitti "erano in realtà soggetti al regime fiscale degli Stati Uniti".
T. P.

mica bruscolini...
o no?

Andreoid

Ma non è nemmeno quello il punto secondo me. C'è questa voglia di spingere le multinazionali (agevolando, o perlomeno non contrastando, l'elusione) per portare esattamente a cosa? Ad un aumento di produttività? Boh

Rex

"c'è stato il silenzio generale da parte dei giornali e dei politici"
ma se ne hanno parlato tutti!
Potevi scrivere: I giornali ed i politici non hanno detto quello che piaceva a me!

ErCipolla

Diciamo che per i beni fisici ci sono una serie di disincentivi che attutiscono il problema.
Della serie: nel mercato unico se voglio posso anche comprare da negozi francesi, spagnoli, ecc. senza pagare tasse di importazione/dogana. Però ho tutta una serie di fastidi: spedizione più lenta, spedizione più costosa, più difficoltà nell'ottenere supporto, tempi più lunghi per eventuali riparazioni/sostituzioni, tutele del consumatore diverse da quelle a cui sono abituato nel mio paese, barriere linguistiche, ecc.
Tutto questo fa si che è comunque conveniente per un'azienda di certe dimensione avere sedi sul territorio che pagano le tasse nel paese dove operano.
Per i servizi digitali effimeri queste barriere non esistono, sono completamente annullate. Quindi puoi dire che il servizio opera nel paese con la tassazione più bassa e poi incassare senza "balzelli" da tutto il resto dell'unione... è una "furbata" che deriva dal fatto che le normative vigenti si basano su logiche che vengono da ben dell'avvento di smartphone, streaming, app stores, ecc.

PIxVU

DRAFT [ start ]

perché mai dovremmo ancora associare apple agli USA soltanto? piuttosto possiamo ricollegare apple a EIRE; PRC; sud america

DRAFT [ end ]

due ore prime meyinu scriveva: Ma è mai capitato nella storia che gli USA ci paghino una multa sostanziosa?

Lo dico perché quando gli USA o i loro inviati hanno fatto saltare il gasdotto tedesco c'è stato il silenzio generale da parte dei giornali e dei politici: che speranze ci sono di multare gli USA? Credo nessuna se non facendo un giroconto tra gli USA, l'UE e poi di ritorno agli USA. Insomma al massimo ci prendono in giro.
biggggggggggggg

E perchè non lo fai valere anche per qualsiasi altro tipo di industria?

CAPSLOCK

No gioia. Giganti come Apple ha evitato di pagare le tasse europee che avrebbe dovuto sfruttando le agevolazioni dell'Irlanda del sud per le piccole imprese che hanno la sede europea nel loro paese. Ma Apple è un behemoth e avendo guadagnato centinaia di miliardi nel suddetto periodo di "evasione fiscale giusta", sarebbe corretto che pagasse la differenza + la multina per non aver pagato adeguatamente.

CAPSLOCK

Perche questo non ha capito il concetto

Il corpo di Cristo in CH2O

certo, "fabbriche internazionali, know-how dello stato". bella favoletta.

ErCipolla
Il fatto che google sviluppa un nuovo servizio negli USA e una parte minoritaria dello sviluppo viene fatta in italia (per dire, la localizzazione e l'adattamento al contesto italiano) implica che vada tassato come un'auto FIAT prodotta e venduta in Italia?

Ma lo sviluppo lo possono fare dove vogliono, io parlo di dove EROGANO il servizio e del guadagno a ciò correlato. Se tu vendi abbonamenti ad un servizio in streaming (per fare un esempio a caso) ad utenti italiani le tasse su quegli abbonamenti andrebbero riscosse in Italia.

Andreoid

Perché dovrebbero pagare gli Usa la multa? L'articolo parla di Apple

meyinu

Ma è mai capitato nella storia che gli USA ci paghino una multa sostanziosa?

Lo dico perché quando gli USA o i loro inviati hanno fatto saltare il gasdotto tedesco c'è stato il silenzio generale da parte dei giornali e dei politici: che speranze ci sono di multare gli USA? Credo nessuna se non facendo un giroconto tra gli USA, l'UE e poi di ritorno agli USA. Insomma al massimo ci prendono in giro.

Johny Apple

Ci provano, servono soldi per continuare a finanziare....

https://www.reuters.com/technology/eu-seeks-top-court-backing-14-billion-tax-fight-against-apple-2023-05-23/

Radukan

Commissariamento dei governi incapaci e spreconi da parte dell'Europa e vedi come si sistema tutto. Ovviamente i commissari dovranno essere pagati a obiettivi: un politico che fa il male di un paese deve guadagnare poco e chi fa il bene deve guadagnare molto. Quando i conti quadreranno si tornerà alle elezioni e se dovessero peggiorare la situazione sarà l'Europa a pagare per sistemare il danno.

L'alternativa sarà una guerriglia stile Francia, mi chiedo però quanto ancora gli italiani siano capaci di subire e rimanere inermi mentre gli stanno togliendo tutto: figli alle famiglie perché vanno a vivere all'estero, pensioni, futuro e stipendi dato che ormai si guadagna meno di un senzatetto che si mette 3 ore al giorno col cappellino nei marciapiedi di Via del Corso.

Dal conto mio, io sono uno di quei figli all'estero. Mi chiedo come si faccia a vivere in Italia nel 2023: un paese di appassionati masochisti.

biggggggggggggg

Beh ma qui stiamo parlando in generale di tassare i profitti da una parte o da un'altra. La questione dei servizi digitali l'ho letta più volte, ma non è che mi convinca molto. I servizi digitali sono un sottoinsieme dei servizi in generale, e non è che per i servizi "normali" funzioni diversamente. Cioè una società di consulenza finanziaria a cui affidi un lavoro per 10 milioni di dollari e lo fa svolgere in svizzera (che ne so, controllo del bilancio) dove dovrebbe essere tassata? In Italia? Per me non è una cosa ovvia.
Il fatto che google sviluppa un nuovo servizio negli USA e una parte minoritaria dello sviluppo viene fatta in italia (per dire, la localizzazione e l'adattamento al contesto italiano) implica che vada tassato come un'auto FIAT prodotta e venduta in Italia?

Ripeto, per me non è tutto così ovvio.

Infatti non se ne esce con questi ragionamenti. Il punto è un altro. Ci sono paesi che hanno tasse bassissime e quindi le aziende vanno lì a mettere la propria sede.
Alcuni dicono che non è giusto perchè pagano pochissime tasse. Ma la domanda è: siamo sicuri che cambierebbe qualcosa se in Irlanda invece che all'1% le tasse fossero al 12? In irlanda sono già al 12%, solo che ha fatto accordi con alcune aziende per farle pagare meno.
Ma io credo che probabilmente la maggior parte rimarrebbe comunque lì perchè il 12% è molto più basso del 27% italiano.
Diciamoci la verità, almeno per i governi il punto è che vogliono incassare un po' di soldi. Non è una questione di "giustizia" in senso lato.

Io non credo che si possa fare diversamente. Al massimo puoi vietare di fare accordi specifici, ma aspettarsi che poi google va in italia o in germania è follia. Probabilmente rimarrebbero in irlanda o in altri paesi dove la tassazione è molto ma molto più bassa.

L'unico modo per "risolvere" la questione sarebbe quello di fare uno stato dove la tassazione è uguale per tutti, ma parliamo appunto di fantascienza.

Non che poi sia per me una questione tanto importante. Anche nelle previsioni più ottimistiche parliamo di spiccioli recuperati, non aspettiamoci cifre astronomiche.
Il punto è che se l'Europa contasse qualcosa in ambito tech invece di essere irrilevante non dovremmo neanche porci il problema.

piail

vale piu dell'economia del regno unito sai che se ne frega

NULL

E io pago.

Sistox v2

Mancanza di creatività. Avessero almeno un senso o qualche tipo di collegamento con l'argomento

comatrix

Più che giusto, ma non esiste solo Apple, altre multinazionali applicano la stessa pratica, dev'essere uguale per tutti

ErCipolla
la mia provocazione era molto più sottile ovvero stanno cercando soldi da indirizzare al riarmo.

La sentenza però è del 2016, ben prima dei recenti eventi che hanno fatto ritornare in auge il tema del riarmo.

ErCipolla
In realtà anche se si presta a distorsioni (come tante altre leggi) ha senso. I paesi di solito vogliono che le proprie imprese paghino le tasse da loro. Siccome questo principio è stato appoggiato più o meno da tutti, i trattati che regolano le tassazioni sono stati fatti così. Cioè il fatto che la tassazione in EU (ma non solo) funzioni così non è che viene fuori dal nulla, ma sono stati fatti dei trattati specifici sulla questione. Se cerchi so google trovi le varie fonti.
Ed è stato fatto anche per un discorso che io stato, che ho contribuito tramite i miei servizi, i miei investimenti, ecc. alla creazione di quell'azienda (pensa ai vari investimenti, ai prestiti, o anche solo al fatto che ti servono ingegneri che vengono formati dall'università, spesso pubblica) allora tasso io i profitti di quell'azienda.
Come linea di principio ci sta, appunto parliamo di principi diversi, non esiste una verità assoluta e si possono cambiare.

C'è un problema fondamentale in tutto questo: questi principi hanno senso per attività che operano sul territorio (intendo proprio a livello geografico/logistico). Infatti gli Apple store italiani l'IVA e il resto delle tasse su ciò che vendono lo pagano i Italia.
Il problema nasce sui servizi "effimeri" (app store, streaming, beni digitali, guadagno sulla raccolta dati, ecc.), che non hanno bisogno di presenza territoriale, che poi sono la maggior parte del guadagno. In quel caso il tutto salta, perché puoi erogare tali servizi senza neanche una presenza nel paese dove li eroghi. Questo "new business" ha bisogno di regolamentazioni apposite, perché i meccanismi "tradizionali" non funzionano più.

J0k3r_IT

la mia provocazione era molto più sottile ovvero stanno cercando soldi da indirizzare al riarmo.

Detto questo sulla tassazione e le varia scappatoie fiscali delle multinazionali sfondi un portone già spalancato, anche perché il non versato in tasse viene usato per fare politica oppure oliare iniziative spacciate come sociali quando sono solo economiche comprandosi la politica.

frank700

Una volta che paghi le imposte dove hai creato i profitti, ovvero dove hai venduto, puoi fare ciò che vuoi.

biggggggggggggg
ErCipolla

Ti pare sensato che queste multinazionali ammerrigane paghino in proporzione meno tasse del mio panettiere? Se c'è qualcuno di avido in questo caso specifico non mi pare sia la UE...

Sarcasmo distratto

mica puoi obbligare cipro, le cayman, etc etc, ad applicare le tasse che si pagano in ue, negli usa, oppure a casa di pocaontas

ErCipolla
J0k3r_IT

è solo la mia impressione o questi eurocrati sono alla disperata ricerca di soldi? XD

PIxVU

DRAFT [ start ]

intanto chiariamo subito che apple non fà [ non ha mai fatto ] investimenti in EU... gli investimenti vengono effettuati da quei governi che sostengono le imprese locali e con aiuti di stato piuttosto che agevolazioni ma soprattutto quegli vengono effettuati da contribuenti e ancora prima consumatori [ quando spendono per acquistare articoli e prodotti in qualsivoglia modo collegati a apple ; quando versano il 18%, talvolta di più talvolta un po' meno, quale IVA sui consumi ]

DRAFT [ end ]

"il suo esito determinerà se gli Stati membri possono continuare a concedere sostanziali agevolazioni fiscali alle multinazionali in cambio di posti di lavoro e investimenti".
biggggggggggggg

Non c'è solo la sales tax, ma anche quelle sul reddito, sulle proprietà, ecc. che possono cambiare a livello statale, e infatti il tax rate finale può anche essere piuttosto diverso tra uno stato e l'altro.

Paolo Giulio

Usssignuuuur... Nessuna 'multa', ma solo il riconteggio di una elusione fiscale... non è la stessa cosa.

Markk

Apple la.dra e tr.uffatrice (secondo l'UE).

ErCipolla

Basta che guardi gli USA: ogni stato ha una sales tax (simile alla nostra IVA) diversa, ma poi ci sono le tasse a livello federale che pagano tutti in ugual misura.

Quello perché usano una AI scarsa :-) "pidocchi"

FactCheckoIlDisagio

Sono gratis

Dubito, probabilmente si allungheranno i finanziamenti di una rata o due

biggggggggggggg

Continui ad evitare di argomentare.

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