
Apple 16 Feb
Apple si sta preparando al lancio di diversi prodotti e servizi nel corso del 2023, tra cui il tanto atteso visore per la realtà mista e un nuovo sistema di prestiti che si integrerà all'interno di Apple Pay. Ma non solo; questo è l'anno in cui il tema dell'intelligenza artificiale è più attuale che mai, con sempre più aziende pronte a portare sul mercato i primi prodotti commerciali che sfruttano le potenzialità degli avanzamenti compiuti in questi campi.
L'ultima edizione di Power On, la newsletter curata da Mark Gurman di Bloomberg, affronta tutti questi aspetti dal punto di vista di ciò che sta accadendo all'interno della casa di Cupertino. Vediamo quali sono stati i punti salienti di questa settimana.
Partiamo dall'evento più interessante, in quanto è stato il primo appuntamento interamente in presenza, da qualche anno a questa parte, che Apple ha realizzato con i suoi dipendenti. Il summit sull'AI, secondo quanto emerso dal resoconto di Gurman, non è stato un appuntamento particolarmente carico di sostanza, bensì sembra essersi limitato principalmente a rinsaldare i ranghi dei vari team che si occupano di questi aspetti.
Con Microsoft e Google sempre più presenti in questo settore - la prima con l'integrazione di ChatGPT in Bing e la seconda con la presentazione ufficiale di Bard -, anche Apple è chiamata alla sfida rappresentata dall'evoluzione delle intelligenze artificiali, tuttavia non è stato il summit dei giorni scorsi a rappresentare un punto di svolta.
Le testimonianze parlano di un evento che ha ospitato alcune discussioni riguardanti l'evoluzione di Apple in campi come il machine learning e le AI, sottolineando che "il machine learning si muove più veloce che mai e i talenti che abbiamo qui (in Apple, n.d.r.) sono davvero all'avanguardia". Considerazioni che, stando a Gurman, non sono state accompagnate da nessun annuncio game changer da parte della casa di Cupertino, che sembra essere ancora lontana dal poter presentare un suo prodotto in questo settore.
La novità più importante emersa dal summit potrebbe invece riguardare il successo dell'incontro dal punto di vista organizzativo, dal momento che potrebbe trattarsi del primo appuntamento che darà il via al ritorno agli eventi in presenza, magari proprio a partire dalla WWDC 2023.
Proprio la WWDC è anche la protagonista del secondo tema importante trattato da Gurman, ovvero la già discussa presentazione del visore di Apple proprio alla prossima edizione della Worldwide Developer Conference.
Tutte le precedenti indiscrezioni suggerivano che la casa di Cupertino fosse intenzionata a tenere un evento dedicato al suo visore nel corso della primavera, con un appuntamento molto incentrato sull'aspetto consumer del prodotto, che si sarebbe tenuto tra marzo e aprile. A cambiare le carte in tavola, secondo Gurman, sono stati alcuni problemi hardware e software (ora risolti) che hanno costretto l'azienda a rinviare l'appuntamento, ma questo potrebbe essere legato anche ad altre esigenze molto più importanti, tra cui il bisogno di mettere un po' di carne al fuoco alla WWDC e di parlare al vero pubblico di questa prima versione del visore.
Partendo dal primo punto sollevato da Gurman, la questione sembra essere molto semplice: nessuno dei prossimi sistemi operativi - stando a quanto ha appreso il giornalista di Bloomberg - porterà con sé delle novità rivoluzionarie e facilmente vendibili, motivo per cui è necessario che il palco venga condiviso anche da un annuncio in grado di catalizzare l'attenzione. Questo dovrebbe essere proprio il nuovo visore e il suo sistema operativo, che al momento continua ad essere chiamato internamente xrOS, mentre l'hardware dovrebbe essere commercializzato sotto il marchio Reality.
Per quanto riguarda la questione target, invece, sembra che Apple stia prendendo atto che la prima versione del visore non sarà un prodotto pensato per il grande pubblico; non solo per il suo prezzo di listino estremamente elevato - vicino ai 3.000 dollari -, ma principalmente per lo scetticismo generale che si sta creando attorno al tema della realtà virtuale e mista. Apple, come già evidenziato anche in passato, non è particolarmente interessata a portare il discorso sul campo del metaverso, specialmente in un periodo storico come quello attuale che, smaltito l'entusiasmo iniziale di fine 2021, mostra un pubblico largamente disinteressato a questa questione.
La scelta di puntare sulla WWDC - che ricordiamo non si conclude con il keynote di apertura, ma va avanti per quasi una settimana con laboratori e sessioni tematiche dedicate agli sviluppatori - può essere il segnale forte di come Apple voglia prima parlare al suo pubblico potenzialmente più interessato al prodotto, ovvero proprio quegli sviluppatori che dovranno realizzare le applicazioni di terze parti che renderanno di successo o meno questa nuova categoria di dispositivi.
D'altronde potrebbero passare anni prima che un visore Apple diventi un qualcosa di realmente appetibile anche per il grande pubblico; oltre al già citato prezzo proibitivo della prima versione, c'è da sottolineare che quanto emerso sino ad ora non è particolarmente entusiasmante. Sebbene Apple intenda integrare tecnologie all'avanguardia - come il tracciamento degli occhi, gesture con le mani, display ad altissima risoluzione e così via -, i casi d'uso emersi sino ad ora riguardano la fruizione in realtà mista di applicazioni come FaceTime, Messaggi, Mappe, visualizzazione di video immersivi e la possibilità di sfruttare il visore come un monitor VR per macOS.
Tutte cose che di certo non spingono il grande pubblico verso l'adozione di massa, per la quale saranno necessarie una serie di esperienze di alta qualità in grado di giustificare l'esistenza stessa di questa categoria di prodotto. C'è poi anche il tema dell'App Store, dal momento che quello di xrOS deve sicuramente presentarsi in condizioni migliori di quelli presenti in altri dispositivi e servizi di Apple, tra cui Apple Watch, Apple TV e Messaggi.
Insomma, secondo Gurman la scelta di portare il lancio del visore all'interno della WWDC è sicuramente la più sicura, anche perché è quella che offre anche il pubblico maggiormente filoApple, quindi quello più propenso ad accogliere con positività il lancio di un nuovo prodotto che al momento si ascrive in una categoria non certo molto amata dal pubblico di massa.
Concludiamo con Apple Pay Later, il servizio di prestiti che la casa di Cupertino sembra essere in procinto di lanciare nelle prossime settimane, come suggerito anche dallo stesso Tim Cook. Le ultime novità riportate da Gurman riguardano principalmente quali saranno i criteri scelti da Apple per valutare la solvibilità dei suoi utenti, aspetto già emerso negli scorsi giorni e ora ulteriormente espanso con nuovi dettagli.
La novità principale rispetto ad altri servizi finanziari offerti da Apple - come ad esempio Apple Card - riguarda il fatto che Apple Pay Later non si poggia su un intermediario esterno, bensì i prestiti concessi vengono erogati direttamente da Apple, la quale quindi mette in prima persona i suoi capitali in gioco. Ricordiamo che il servizio permetterà di dilazionare i pagamenti in 4 tranche suddivise in 6 settimane e che, stando a quanto emerso sino ad ora, la soglia minima finanziabile dovrebbe essere di circa 1.000 dollari.
Per capire se un utente ha un buon grado di solvibilità, quindi se sarà in grado di ripagare il debito senza problemi, Apple adotterà i seguenti criteri:
Si tratta di informazioni molto ben precise, che orbitano attorno all'ecosistema di servizi offerti dalla casa di Cupertino e che possono aiutare a capire le abitudini di spesa e la disponibilità finanziaria dell'utente, un aspetto cruciale per la sostenibilità di un servizio che viene offerto direttamente dall'azienda. Sarà interessante capire se Apple si affiderà anche ad altri criteri esterni, oltre a quelli su cui ha il diretto controllo; intanto ricordiamo che la beta del servizio è già in fase di test presso alcuni dipendenti di Apple che si occupano del canale retail, quindi il lancio sembra essere davvero imminente.
Commenti
scusa
Sii serio, per favore....
Acquisti in negozi fisici?
Una rata ogni dieci giorni e mezzo per un importo minimo di 250 dollari cadauna, bah
insomma, chi vivrà vedrà! :)
per fortuna che c'è Samsung che gli s23 quasi li regala e quindi non dobbiamo necessariamente impegnare un rene o un polmone per avere un cellulare degno di nota...
Sintesi:
1 Apple AI: e se l'ai arrivasse alla conclusione che i nostri prodotti sono incredibilmente sovrapprezzati? Meglio evitare di progettarla;
2 Visore AR: aspetta e spera, tanto i videogiochi non li abbiamo e non vogliamo portare clienti a Zuckerberg;
3 Pay Later: tra i criteri di solvibilita' la presenza di reni funzionanti