
06 Dicembre 2022
07 Dicembre 2022 0
Apple ha annunciato quello che a oggi è il più grande cambiamento al meccanismo di determinazione dei prezzi di App Store. Per gli sviluppatori che intendono pubblicare le loro applicazioni nel negozio virtuale di Apple arrivano circa 700 punti di prezzo ulteriori che "renderanno più semplice impostare il prezzo [corretto] per Paese o regione, o seguire le fluttuazioni dei tassi di cambio". Il tutto sarà effettivo da oggi per le app che prevedono abbonamenti con rinnovo automatico e dalla primavera del 2023 per tutte le altre app e per gli acquisti in-app.
Per fornire una flessibilità ancora maggiore agli sviluppatori nella determinazione del prezzo, adesso si parte da un minimo di 0,29 dollari per arrivare a un massimo - su richiesta, quindi deve essere approvato - di 10mila dollari. Ma non è tanto l'intervallo il cambiamento più rilevante introdotto, quanto i punti tra il minimo e il massimo. Gli esempi di Apple sono in dollari, ma ciò non è indicativo dell'impatto che avrà la misura: riguarderà tutti, quindi le 45 valute e le 175 vetrine di App Store nel mondo.
Ampia pure la variabilità dei decimali:
Sia gli incrementi che le regole sui decimali sono sicuramente validi per tutte le vetrine con prezzi in dollari americani. La sensazione è che per le vetrine con prezzi in euro valgano le stesse regole, ma per la certezza bisogna attendere le indicazioni ufficiali.
Inoltre, chi pubblica app con abbonamenti può affidare ad App Store la gestione dei prezzi in altre valute. Diventa tutto più semplice: si può utilizzare la vetrina (e relativa valuta) che meglio si conosce per regolare manualmente il prezzo e l'App Store adeguerà automaticamente i prezzi nelle altre valute, subito per le app con abbonamenti e dalla primavera del prossimo anno per tutte le altre applicazioni. "Ciò significa - spiega meglio Apple - che uno sviluppatore giapponese concentrato nel business locale può occuparsi del prezzo per il negozio giapponese e lasciare che l'automatismo aggiorni i prezzi al di fuori del Paese in base alle variazioni di cambio e aliquote fiscali".
L'App Store esiste dal 2008, ma in tutti questi anni il problema dei prezzi non è mai stato avvertito. Adesso complice un'inflazione che a causa della guerra in Ucraina in molti Paesi ha raggiunto tassi a due cifre e l'inconsueta variabilità dei cambi delle valute (l'euro ad esempio negli ultimi dieci anni non era mai stato sotto la parità con il dollaro) hanno fatto sì che provvedimenti come questo fossero inevitabili. Il tutto avviene in un momento in cui sullo store di applicazioni della Mela insistono dubbi sulla privacy dei clienti.
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