Che cosa può spingere il valore di un manuale per Apple II oltre i 787.000 dollari, quando nel 2019 un Apple-1 funzionante era stato venduto per l'equivalente di 500.000 dollari? La firma di Steve Jobs (accompagnata a quella di Mike Markkula, primo investitore di Apple Computer), ovviamente: quel tocco capace di conferire ad un oggetto da collezione, ma pur sempre commerciale, un valore auratico che si traduce in moneta sonante.

Il manuale, composto da 196 pagine, era indirizzato a Julian Brewer, il figlio di Michale Brewer, ovvero l'uomo che nel 1979 ha negoziato i diritti di distribuzione nel Regno Unito per conto di Apple. La firma di Jobs, assieme a quela di Markkula, è posta in calce ad un messaggio di carattere personale che recita per esteso:

Julian, la tua generazione è la prima a crescere con i computer. Vai a cambiare il mondo! Steven Jobs, 1980

L'oggetto, come detto, è stato battuto all'asta a questo mese per una cifra che precisamente corrisponde a 787.484 dollari, staccando in maniera decisa una candidatura del giovane Steve Jobs per un posto di lavoro (venduta anche in formato NFT) che il miglior offerente si è aggiudicato lo scorso luglio per "soli" 222.400 dollari.

Non si tratta comunque dell'unico cimelio legato a Steve Jobs messo all'asta questo mese da RR Auctions: la giacca in pelle indossata dal fondatore di Apple nell'iconica foto datata 1983 del "dito medio a IBM" è stata venduta per 66.466 dollari, una scheda madre Macintosh da 128K autografata per 132.049 dollari, e una copia di Macworld n.1 firmata dai due Steve - Jobs e Wozniak - invece per 201.021 dollari. E tra i vari oggetti c'era anche un Apple-1 ancora funzionant, appartenuto in precedenza a Roger Wagner, per cui sono invece serviti 464.867 dollari.