
Apple 05 Mag
La battaglia legale tra Epic Games e Apple è entrata nel vivo con l'avvio del processo il 3 maggio e in queste ore sono emersi moltissimi dettagli interessanti riguardo numerosi retroscena dell'industria tech e di quella gaming. Questo perché i testimoni chiamati a deporre - sia da parte di Epic che da parte di Apple - sono tra i rappresentanti delle più influenti aziende del settore, come Microsoft, Nvidia, Facebook e molte altre.
Il verdetto che sarà chiamata ad emettere il giudice Yvonne Gonzalez Rogers (in questa udienza non sarà una giuria ad esprimersi) potrebbe essere considerato storico per l'industria, in quanto può avere il potere di cambiare per sempre l'assetto degli store digitali e il concetto di monopolio all'interno dei sistemi operativi chiusi e controllati.
Per chi non lo ricordasse, tutto è cominciato quando Epic Games ha deciso di infrangere le regole di App Store in merito ai sistemi di pagamento disponibili per le app, introducendone uno alternativo su Fortnite che aveva lo scopo di aggirare iTunes, in modo che l'intero ricavo della transazione fosse incassato da Epic, senza quindi versare ad Apple le commissioni che solitamente vengono applicate a tutti gli acquisti in app.
La mossa provocatoria di Epic (e ben premeditata, da quanto è emerso) ha portato al ban del gioco da App Store e Play Store (anche in questo caso per le stesse ragioni) e l'azienda di Tim Sweeney ha quindi deciso di non tornare sui suoi passi e di portare il tutto in tribunale con uno scopo ben preciso: cambiare per sempre iOS e la sua chiusura verso gli store di terze parti e l'installazione di applicazioni al di fuori di App Store.
Dal canto suo Apple ha sempre sostenuto (anche di recente) come la chiusura dei suoi sistemi operativi mobile e il rigoroso controllo effettuato sulle app pubblicate sia uno degli elementi indispensabili per poter mantenere iOS e iPadOS due piattaforme sicure e con applicazioni di alta qualità. Solo così è possibile garantire che vengano rispettati gli standard di sicurezza elevati che hanno reso i dispositivi della Mela morsicata particolarmente apprezzati da parte di tutti gli utenti attenti al tema della privacy e della sicurezza.
Lo scontro tra le due aziende è quindi cruciale e rappresenta un confronto tra due filosofie diametralmente opposte, il cui esito - qualunque esso sia - condizionerà in maniera importante il futuro delle piattaforme mobile e non solo. Di seguito vi riportiamo alcuni dei fatti più importanti emersi negli ultimi giorni.
Uno degli aspetti fondamentali di tutto lo scontro riguarda il modo in cui devono essere considerati iPhone e iPad: sono dei dispositivi general purpose o si tratta di terminali special purpose, ovvero pensati per eseguire dei compiti ben precisi? Insomma, sono più simili ai PC o alle console?
Apple infatti ritiene che, qualora dovesse prevalere la linea di pensiero di Epic Games, non sarà solo il suo modello di business ad essere messo in discussione, ma anche quello che regola gli store delle console come PlayStation, Switch e Xbox, in cui non è ammessa la competizione da parte di servizi esterni.
Epic sostiene che Apple dovrebbe cambiare iOS e iPadOS in modo da renderli simili a macOS, ovvero un sistema operativo che riesce a garantire un ottimo livello di sicurezza e che, allo stesso tempo, consente l'installazione di applicazioni provenienti anche al di fuori dal Mac App Store. Per sostenere la sua tesi, Epic Games ha chiamato a testimoniare Lori Wright, a capo della divisione Xbox Business Development di Microsoft.
La Wright ha sostanzialmente definito le console come Xbox dei dispositivi special purpose, in quanto pensate per eseguire un solo compito preciso, ovvero i giochi (anche se la presenza di app per la gestione della multimedialità, di un browser web, di servizi di messaggistica come Unigram o di app per leggere notizie come quella di IGN sembrano in contrasto con questa affermazione), mentre i PC basati su Windows sono dispositivi general purpose in quanto si prestano ad un numero indefinito di utilizzi che sono in costante evoluzione.
Secondo la classificazione fatta dalla Wright, i dispositivi con iOS e iPadOS ricadono nella seconda categoria, mentre un iPod potrebbe essere posizionato nella prima. Oltre a ciò, la Wright cita anche il tema del profitto, evidenziando come nessuna Xbox sia mai stata venduta in attivo (considerando tutte le fasi del ciclo vitale della console) e che i guadagni della divisione siano generati dalla vendita dei giochi e dei servizi in abbonamento, contrariamente a quanto avviene con gli iPhone e gli iPad.
Una distinzione che sembra reggere, ma che la Gonzalez non sembra aver accettato del tutto, dato che alcune delle sue domande successive hanno mostrato un certo scetticismo nell'accettare che possa essere tracciata una linea distintiva così netta tra le categorie general e special. Anche la difesa di Apple non ha dato molta importanza alla distinzione, bensì ha provato a minare la credibilità della testimone facendo notare come questa non sia riuscita a produrre dei documenti che le erano stati richiesti per l'udienza.
Oltre a ciò, Apple ha colto l'occasione per dimostrare come effettivamente il sistema operativo di Xbox sia nettamente più chiuso rispetto a Windows e come sia possibile per un'azienda offrire due diversi approcci al software in base al dispositivo realizzato.
Una delle critiche che è sempre stata mossa a Epic Games in questa vicenda riguarda il fatto che la mossa di infrangere deliberatamente le regole di App Store non era l'unica opzione a sua disposizione per poter estromettere Apple dalla sua fetta: c'era un altro modo molto più semplice e perfettamente legale di farlo, ovvero spostare gli acquisti della valuta di Fortnite (i V-Bucks) al di fuori del gioco, magari su un sito dedicato.
Il giudice Gonzalez ha domandato al CEO di Epic Games come mai non abbia optato per questa scelta (giochi come PUBG lo fanno già) e se la vera ragione di ciò risiedesse nel voler sfruttare gli acquisti impulsivi fatti dai giocatori più giovani mentre si trovano a visitare lo store integrato nell'applicazione. Sweeney ha confermato ciò, aggiungendo che uscire dal gioco, avviare il browser web, recarsi sul sito, effettuare il log in e l'acquisto di valuta sono tutti passaggi aggiuntivi che possono smorzare l'entusiasmo da parte del giocatore, il quale potrebbe decidere di rinunciare all'acquisto. Secondo Sweeney, questo non è uno scenario attraente per i suoi utenti.
Oltre a ciò, è bene ricordare che le politiche di Fortnite sui rimborsi sono molto stringenti, in quanto sono concessi al massimo 3 rimborsi ad account (conteggio che non viene mai resettato), mentre se l'acquisto viene fatto attraverso iTunes questo limite viene scavalcato, in quanto si applicano le condizioni di Apple che tutelano maggiormente il consumatore.
Come abbiamo già detto, il ban di Fortnite è avvenuto anche su Play Store, tuttavia Android consente di installare applicazioni terze anche senza passare per lo store ufficiale, motivo per cui Epic Games non ha portato avanti la sua battaglia anche nei confronti di Google.
Ciò che emerge dalle carte del processo è comunque molto interessante, in quanto evidenzia come la presenza di Fortnite sul Play Store fosse comunque molto importante per l'azienda, al punto di proporre uno scambio particolare alla casa di Mountain View: Epic Games si è dimostrata intenzionata a portare Fortnite su Stadia in cambio di un trattamento speciale per il gioco sul Play Store, ovvero nessuna quota da versare sui ricavi generati.
Google non ha accettato la proposta, probabilmente preoccupata dal fatto che questo avrebbe potuto creare un precedente pericoloso da gestire in futuro. Il caso è comunque interessante in quanto dimostra che Epic Games - contrariamente a quanto afferma -, non sta portando avanti una battaglia nell'interesse di tutti gli sviluppatori, dal momento che è pronta a scendere a compromessi per garantirsi una posizione di vantaggio a cui altri non possono accedere.
Un altro elemento a sostegno del fatto che Epic combatta questa battaglia solo per sé stessa arriva da una domanda del giudice Gonzalez, la quale ha esplicitamente chiesto a Tim Sweeney se la sua azienda avrebbe accettato una proposta da parte di Apple che avrebbe portato a commissioni più basse, ma applicata solo ad Epic e non a tutti gli sviluppatori.
Sweeney ha confermato che Epic avrebbe accettato la proposta, rendendo quindi esplicito che - come lecito attendersi - l'azienda sta principalmente puntando ad ottenere un vantaggio personale e non sta portando avanti le istanze della comunità di sviluppatori. Oltre a ciò, Sweeney ha anche dimostrato di non essere a conoscenza dell'effettivo impatto delle sue richieste negli altri settori, affermando di non sapere nulla riguardo le economie che regolano settori come le app dedicate all'alimentazione, alla navigazione, agli incontri e così via.
Tra le carte del processo sono emersi anche alcuni dei retroscena sui rapporti tra Epic e Nvidia, in particolare riguardo la creazione di una versione di Fortnite eseguibile da browser web in modo da poterla giocare sia da iOS/iPadOS che da Android, il tutto senza incorrere nelle royalty richieste da Apple e Google.
Secondo quanto emerso, Nvidia avrebbe studiato e proposto ad Epic Games diverse opzioni per portare il suo gioco su iOS, usando la versione PC come base e sfruttando l'API Mobile Bluetooth per permettere il collegamento ad un controller esterno. Per quanto riguarda Android, invece, la soluzione prevedeva l'emulazione della versione mobile tramite GeForce Now, in modo da poter sfruttare il sistema di input tramite touch per rendere il gioco accessibile anche senza un controller.
Nei documenti si legge anche che Nvidia era pronta a dimostrare il funzionamento di queste versioni ad Epic, ma che avrebbe avuto bisogno di supporto tecnico da parte della software house per ultimare il tutto.
Un altro argomento interessante tra quelli emersi negli scorsi giorni riguarda le politiche di Sony nei confronti del cross play. Come ben sappiamo, la casa giapponese non è mai stata particolarmente favorevole all'attivazione di questa funzionalità, dal momento che l'ha sempre considerata come un favore per la concorrenza e non un vantaggio per PlayStation.
Nonostante ora molti titoli supportino il cross play, è emerso che Sony richiede agli sviluppatori una quota che vada a compensare i guadagni mancati causati proprio dal cross play. Lo scenario a cui si fa riferimento è quello in cui un utente che precedentemente effettuava acquisti in app solo tramite PlayStation Store si ritrovi a farli utilizzando store alternativi, generando quindi un mancato guadagno per la casa giapponese.
Nello scambio di email tra Sony e Epic è stato anche menzionato lo stretto rapporto tra le due aziende e la volontà di Epic di assecondare molte delle richieste di Sony in diversi altri settori, come ad esempio l'integrazione delle API eSport di Sony in Unreal Engine 4, la partecipazione all'E3 nel ruolo di partner, promozioni esclusive su Fortnite per spingere l'adozione di PlayStation Plus e persino la disponibilità a lavorare su un titolo per il prossimo PlayStation VR.
Microsoft ha recentemente confermato che l'abbonamento al Live Gold non è più necessario per poter giocare online ai titoli free to play su Xbox, ma sembra che Epic stesse spingendo per la rimozione completa del Gold già dall'estate dello scorso anno, almeno stando a quanto emerge da uno scambio di email tra Sweeney e Phil Spencer.
Questo dettaglio è particolarmente interessante in quanto è proprio in quel periodo che hanno cominciato a circolare i primi rumor riguardo la possibile cancellazione del Live Gold, segno che alcune delle conversazioni private tra i due dirigenti siano trapelate sino a raggiungere giornalisti del calibro di Jeff Grubb (che al tempo si sbilanciò molto su questo punto, forse convinto del fatto che il peso di Epic sarebbe stato determinante per accelerare i tempi della decisione di Microsoft).
Al tempo Phil Spencer rispose che la questione era importante per la casa di Redmond ma che al momento (in riferimento a quel periodo) le priorità erano state spostate sulla partnership con Samsung, sul continuo tira e molla con Apple e sulla volontà di portare xCloud anche su altre console. Quest'ultimo punto in particolare è molto interessante, in quanto conferma ulteriormente l'intenzione di Spencer di voler rendere la piattaforma di gioco in streaming accessibile anche sulle console della concorrenza, un po' come già ipotizzato da tempo.
Sappiamo già che uno spin off di Rocket League è in dirittura d'arrivo sulle piattaforme mobile, ma dalle carte del processo è emersa anche l'intenzione di creare un client del gioco di nuova generazione, in grado di portare l'esperienza di gioco completa su tutte le console, su PC e persino sulle piattaforme mobile.
La nuova versione dovrebbe avere il supporto cross play attivo sin dal lancio e la versione mobile dovrebbe essere la prima a ricevere una fase di test alpha e beta, con discreto anticipo rispetto a tutte le altre piattaforme. Secondo le stime del documento riportato, la beta dovrebbe partire nel corso del secondo trimestre del 2021, tuttavia è probabile che la data sia stata spostata, dal momento che i piani elencati provengono da una bozza di giugno 2020.
Concludiamo con una piccola curiosità: i legali di Apple hanno chiesto a Sweeney se il motivo per cui utilizzasse un iPhone fosse legato alle politiche di Apple su temi come il trattamento dei dati degli utenti, della privacy e della sicurezza. Domanda alla quale il CEO ha risposto in maniera affermativa, confermando di aver ricevuto anche diversi dispositivi Android e di averli resi tutti.
Commenti
"Oltre agli ostacoli tecnici che un'implementazione di questo tipo comporta, sussiste anche un grosso problema di individuabilità. Gli utenti non sono abituati a installare app dal Web sui loro iPhone: Apple ha addestrato tutti che se vogliono un'app devono cercarla nell'App Store."
mi sa che non hai ben presente come funziona Stadia su iOS...
Quell'effetto collaterale si chiama utente.
A me non cambierebbe nulla e non sono neppure contrario, ho semplicemente indicato un effetto collaterale
Anche tu non rispondi alla domanda. A te cosa cambierebbe? Semplicemente non useresti app che non passano dallo store e amen
Non hai risposto alla domanda: Se ci fosse una opzione, sepolta nelle impostazioni come avviene in android che ti consenta di installare app da altre fonti, a te utente nerd, che te frega?:)
Sto aspettando.
La disabilità scorre precoce in te
(facepalm)
Non avrei saputo esprimermi in maniera migliore.
Saluti
Il ritardo scorre potente in te.
Nessuno chiede ad HDblog di sostituirsi al giudice. Ma, come hanno avuto il tempo di fare un articolo su "da quanto Cook e Zuckerberg non vanno d'accordo" mi aspetterei un trafiletto su Sony che si fa pagare da Epic per il crossplay, ad esempio. Poi per il processo in sè basterebbe anche un recap a fine giornata. Ripeto, di informazioni interessanti e meritevoli di attenzione ne sono state trapelate dai documenti probatori presentati in questi giorni, e le ragioni delle mie lamentele è che vedo spesso tempo e risorse sprecate in articoli di veramente poco conto (quanti articoli di rumor sulle dimensioni del notch dell'iPhone?)
Ancora non avete capito che i prodotti per la massa non sono fatti per i nerd di internet, sono fatti per il grande pubblico che e' composto da boomer, casalinghe di Maria De Filippi, ecc. Gente che non capisce nemmeno se il telefono e' accesso o spento, secondo voi possono capire la differenza tra "store con app controllate dal produttore e store di terzi senza controlli'?
Nel momento in cui inserisci qualcosa devi partire dal presupposto che il grosso della gente la usera' nella maniera piu' sbagliata possibile.
Io da sviluppatore web passo il tempo a controllare i dati di utilizzo delle interfacce, ti assicuro che c'e' roba che ti fa rivalutare la razza umana, gente che sbaglia a premere un pulsante dove c'e' solo scritto si o no
giochini... si parla di giochini.
1. Sono tramite linux o Windows Server.
2. Sono CUSTOM, NON SONO LONTANAMENTE PARAGONABILI AI SOFTWARE PENSATI PER I CONSUMERS.
3. Hanno dei sistemi creati apposta per svolgere quel determinato lavoro. Altro non fanno. Gli aggiornamenti ma tu davvero credi che siano mensili come i software consumer? Sei fuori strada bimbo troll.
4. Ci parlai con uno che progetta i server in uk ( in ambito sicurezza ) , addirittura pagano le aziende per farsi “hackerare” il loro sistema di proposito per scoprire eventuali falle di sistema.
5. Il lato consumer è completamente diverso, è un mondo a parte, per me gli smartphone devono puntare tutto sulla sicurezza. Avere falle per giochini oppure app è follia da nerd. Qui si parla anche di uno store al di fuori di quello ufficiale… basta che scrivi a qualsiasi programmatore per capire di quanto sia inefficiente ciò. Mo vai a nanna bambino, ti blocco e manco ti rispondo più.
Linux è fatto per creare un sistema proprietario, infatti è ciò di più sicuro esista. Ma costa… costa molto farselo fare, ovviamente a regola d’arte.
Nella maggioranza dei casi un sistema che permette molto è sempre pieno di bug , più abbondi più ci saranno svantaggi, apple con iOS a parer mio deve essere più limitato possibile che così mantenga una buon ottimizzazione e non ha bisogno di una valangata di risorse hardware.. parliamo di uno smartphone.. android per me è un sistema operativo quasi desktop.
Attenzione a leggere le dichiarazioni di Sweeney con gli occhiali giusti. La Gonzalez Rogers se subodora che Sweeney non si è presentato per difendere le sue sacre (per gli americani) saccocce ma che ha disturbato la corte per una questione di principio (orrore! sia mai, cosa siamo, comunisti?) lo lancia fuori dall'aula a pedate. Un procedimento del genere sarebbe molto più interessante a livello di EU (cioè di un posto civilizzato...).
Non sono sistemi consumer, ma sai tanto per dire amazon usa anche server Linux... Così per dire, non ti pare sicuro abbastanza?
Strano che il software libero sia usato sulla maggior parte dei server. Devono essere tutti scemi, i sistemisti, no?
Non hai ragione.
Il sistema che gestiscono nasa,amazon etc è open source? No.
Non venirmi manco a dire che usano “lo stesso windows”
Un motivo molto semplice… oggi se vuoi pubblicare un app che acceda al grande bacino di utenti iOS puoi passare quasi solo da App Store, per accedere al App Store devi rispettare regole di coerenza grafica e regole per sfruttare l’hardware dei dispositivi iOS e regole su sicurezza, se potessero con facilità pubblicare senza passare da App Store e accedere agli utenti iOS potrebbero farlo ignorando le attuali regole di App Store e di conseguenza si andrebbe a perdere uno dei vantaggi di iOS.
Ecco perché nessuno si è alleato con epic, perfino Spotify che da anni lotta contro Apple. Hanno capito che Epic pensa solo a se stessa, ma tranquilli che non andranno da nessuna parte
Mi diverto di più a leggere i tuoi deliri.
Se ci fosse stato qualche dubbio sul fatto che i tuoi post fossero boiate o meno, adesso l'avremmo definitivamente tolto.
beh, lo store apple E' un monopolio.. questo è ovvio... ora bisogna vedere se per gli stati interessati il monopolio sia legale o no.... e questo vale per tutto il mondo, europa, states, etc...
di monopolio legale a quanto so esiste solo quello di stato... ma non è questo il caso...
THE END
mi sembra sia semplicemente una mole di lavoro enorme, magmatica e che è difficile coprire se non affidandosi alle testate internazionali, di riflesso e in maniera frammentaria seguendo e raccogliendo le varie cose interessanti che emergono da più fronti. è un po' presto per domandare una sintesi lucida e puntuale... considerando che poi vi lamentate pure degli appunti dei giornalisti che stanno in aula, diventa proprio ridicolo, forse vi accontenterebbe un Live streaming di una sonda gastrica che esplora le cavità di sweeny e cook
guerra o strategia dei " P.R. " per ottenere maggiore " rassegna stampa " [ media coverage ] ?
Che non potrebbero più vantarsi di essere in gabbia. Boh, non lo so.
Ma tutti quelli che sono a favore di Apple e della chiusura dello store, mi spiegano cosa gli cambierebbe se esistesse una impostazione ad esempio come su Android "installa anche da altre fonti" ? Così chi lo preferisce tiene la sicurezza dell'orticello chiuso, chi vuole e a suo rischio installa anche altri store
No, la casalinga però continua ad usare l'app store, non va a scaricarsi uno store terzo o secondo te gli smartphone android delle casalinghe son piene di aptoide, apkpure o altro ?
No lo dici tu, mi sa che sei un pò confuso, inoltre la tua affermazione è assoluta e quindi totalmente sbagliata io invece posso dire che "il sistema più sicuro al mondo è open source" ed avere ragione.
Non parlo di loro, Epic guarda ai suoi profitti ci mancherebbe, ma le ricadute sull'intero settore riguardano tutti, anche te nonostante pensi di no. Quindi interessarsi ad un bene comune denota una certa etica, f0ttersene perchè pensi che non ti riguarda o è ignoranza (nel senso di ignorare le conseguenze) o è mancanza di etica. Se in africa sterminano tutti quelli con gli occhi azzurri è ovvio che a te non interessa, ciò però non ti impedisce di intavolare un dibattito o di schierarti dalla parte di ciò che reputi giusto (iperbole).
Esempio di vita reale, leggi razziali o il recente DDL Zan, a me non tocca minimamente, quindi devo fregarmene o posso interessarmi di migliorare la vita ai miei concittadinii discriminati ?
Fa parte della maggioranza dei casi ciò? No.
Lo sai che è un ragionamento che non scala vero?
La sai quella dei comunisti, dei gay e degli ebrei vero?
Non è una "finta battaglia", è semplicemente una battaglia. Al limite puoi lamentarti che siano "finti alleati" degli altri sviluppatori.
le multinazionali guardano l'etica o gli interessi personali?
"Oltre a ciò, Sweeney ha anche dimostrato di non essere a conoscenza dell'effettivo impatto delle sue richieste negli altri settori, affermando di non sapere nulla riguardo le economie che regolano settori come le app dedicate all'alimentazione, alla navigazione, agli incontri e così via".
A parte che è ovvio, Sweeney non può essere un tuttologo. Secondo: cosa gliene frega, ad Epic, delle app dedicate all'alimentazione, alla navigazione ed agli incontri? Epic sviluppa giochi, non prodotti che hanno forti implicazioni per la salute delle persone.
In italiano si chiama Etica, non tutti ce l'hanno e non tutti la riconoscono o sanno che esiste...evidentemente
Grazie, stavo seguento Tom Warren su twitter che tiene traccia dei punti salienti... il link è decisamente più completo
Più un software è “libero” più ci sono falle.
Lo sai che non è vero e che ci sono sistemi tra i più sicuri al mondo proprio perche sono open soure ?
Quindi pensi che l'unico modo per lavorare più in sicurezza è iOS e gli altri no, lo sai che mezzo mondo lavora su sistemi meno chiusi di iOS vero ? Difatti sarà meno sicuro in generale un sistema come windows, ma nello specifico puoi anche adottare delle misure di sicurezza che vanno oltre ol mero OS.
Carnevalate. Dobbiamo concentrarci sui prodotti che ci piacciono, non sulle mazzate e le strategie che usano in tribunale due colossi che studiano al millimetro ogni tattica.
Dai nerd torna a ninna
Questa informagica puoi vederla nei vari siti p0rn hahahahahahaha