
22 Agosto 2020
Più Battle Royale di così non si può. Da una parte Epic Games, a cui in giornata si è affiancata anche Spotify, dall'altra Apple e Google. Le schermaglie di questi anni sono diventate una guerra vera e propria nelle ultimissime ore. La scintilla da cui è divampato l'incendio è scattata ieri, con la software house che ha deciso di forzare la mano introducendo un metodo di pagamento diretto all'interno dell'app di Fortnite per iOS e Android per aggirare le commissioni da pagare ai due colossi del tech, pari al 30% di ogni transazione effettuata dai giocatori. Le ultime 24 ore - complice il clima ferragostano - sono state di fuoco, dense di eventi: proviamo a fare un primo punto della situazione.
In sostanza, con la sua mossa Epic Games ha invitato Apple e Google a bannare Fortnite, e la risposta non si è fatta attendere: dopo qualche ora Fortnite è stato eliminato sia dall'App Store che dal Play Store. Una conseguenza che i creatori del gioco più redditizio dell'intero mercato videoludico (pur essendo un free to play) non solo avevano messo in conto, ma hanno volutamente cercato. L'obiettivo è chiaro: mettere sotto i riflettori le proprie rivendicazioni, costringendo nel lungo periodo Cupertino e Mountain View a rivedere le proprie politiche, offrendo condizioni più vantaggiose ai proprietari delle applicazioni.
Non a caso in mattinata non solo Epic Games ha depositato i documenti relativi all'azione legale intentata contro Apple (consultabili al link in FONTE), ma sul canale YouTube del gioco ha anche pubblicato un video, dal titolo Ninteen Eighty-Fortnite, che era già bell'e pronto e ribalta ironicamente un celebre spot di Apple ispirato a 1984 di George Orwell. Al grido (metaforico) dell'hashtag #FreeFortnite, Epic Games ha iniziato per prima una narrazione furba (e semplicistica) di buoni contro cattivi, oppressi contro oppressori, occupando subito la parte della ragione, in anticipo sui suoi avversari. Apple e Google hanno subito risposto, spiegando per filo e per segno come e perché il ban sia una naturale conseguenza delle violazioni messe in atto da Epic Games. E però non possono replicare sullo stesso piano "emotivo" della comunicazione, né per farlo potrebbero impiegare lo stesso linguaggio scanzonato che invece è accessibile ad una software house.
Al momento Epic Games sembra avercela "solo" con Apple e Google: le stesse rivendicazioni non le ha mosse contro Microsoft, Sony e Nintendo, che pure trattengono le stesse percentuali dalle transazioni in-game realizzate sulle proprie piattaforme. La questione merita un approfondimento: al momento si può dire che, strategicamente, incorrere in un ban su tutte le piattaforme tranne il PC non avrebbe fatto bene alle casse di Epic Games, e probabilmente avrebbe aperto qualche spazio per i molti rivali agguerriti, che in questi anni non sono riusciti a rimuovere Fortnite dal suo trono, e spesso neppure ad avvicinarlo.
Epic Games, comunque, non è destinata a restare isolata nella sua battaglia. Attorno alla software house sta velocemente prendendo corpo un esercito, mosso da interessi diversi. E non parliamo solo dei milioni di giocatori che non hanno dubbi sulla posizione da prendere. Tutti i creatori di app sono ovviamente interessati all'ipotesi che Apple e Google, messe all'angolo, si vedano costrette ad operare delle concessioni e ridurre la propria ingerenza. I primi a muoversi sono quelli con un maggior peso economico e dunque con più margini trattativa: è il caso di Spotify.
Spotify ha infatti subito colto la palla al balzo, schierandosi al fianco di Epic Games in una battaglia che in realtà conduce in prima linea da anni. Tramite le parole del suo portavoce Adam Grossberg, come riportato dal The Washington Post, ha applaudito al gesto della software house, concentrandosi in particolare sulle frizioni con Apple (anche se poi sappiamo che Google ha preso provvedimenti analoghi):
Appoggiamo la decisione di opporsi ad Apple e di gettare ulteriore luce sull'abuso della propria posizione dominante di cui l'azienda si macchia. Le politiche inique di Apple hanno penalizzato i concorrenti e i consumatori per troppo tempo. La posta in gioco per i consumatori e gli sviluppatori grandi e piccoli di app non potrebbe essere più alta: garantire competitività all'interno di iOS è un compito urgente, con implicazioni di vasta portata
L'azienda leader nel settore della musica in streaming da tempo accusa Apple non solo di applicare commissioni troppo alte, ma anche di giocare il ruolo sia di arbitro che di giocatore all'interno della stessa partita. Con Apple Music, infatti, Cupertino è una diretta concorrente di Spotify, e si trova rispetto al suo avversario in una posizione di forza, perché non possiede solo un servizio ma anche la piattaforma attraverso cui quel servizio viene erogato.
Attualmente è ancora possibile giocare a Fortnite su dispositivi Android e iOS. Come? Semplicemente aprendo l'applicazione qualora sia già stata scaricata sul proprio smartphone. Ma non è semplice come sembra: infatti il gioco non potrà più essere aggiornato oltre la versione 13.40. Questo significa che quando inizierà la Stagione 4 del Capitolo 2, i giocatori fermi alla versione 13.40 potranno continuare a giocare, ma non avranno accesso ad alcun nuovo contenuto, né al nuovo Battle Pass.
Su Android la situazione è più complessa, dal momento che come noto è possibile installare applicazioni anche senza passare dal Play Store. In questo senso, Google ha chiesto a OnePlus - che da poco aveva siglato con Fortnite una partnership per portare un'esperienza a 90fps sui suoi flagship - e LG di interrompere le collaborazioni in essere con Epic Games, che prevedevano la pre-installazione del gioco sui propri dispositivi. Attualmente Fortnite resta ancora scaricabile tramite il Galaxy Store, ed è quindi ancora accessibile a tutti gli utenti Samsung.
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Commenti
Ha monetizzato 2 miliardi di dollari sul mobile pre Play store, e con una lista compatibilità ristretta ad alcuni top. Non serviva il playstore a far conoscere fotnite ai ragazzini che se lo scaricavano da ovunque, che siano gli store alternativi o il sito epic, non parliamo di app sconosciute, ma di un gioco che probabilmente il 90% degli utenti mobile già aveva su console.
Vuoi mettere in confronto col numero di download dal Play Store?
In confronto col Play Store non veniva cagato da nessuno.
E comunque ripeto: Epic stessa dice che il sideloading non è una via ragionevole.
Che ragionamento è?
È inutile perndersi in giro: oggi lo smartphone è fondamentale e gli unici disponibili sono solo Android e ios.
La dittatura è essere obbligato e mettere la propria app su uno store per essere scaricata e che a parte i costi di gestione debba pure condividere inguadagni degli acquisti in app.
È concorrenza sleale visto che le stesse case fanno concorrenza (apple music - spitify)
Non se la cagava nessuno non proprio, il maggior limite era la lista dispositivi esigua, ma sicuramente il vantaggio degli store è enorme. Poi se proprio vogliamo essere pignoli sarei curioso di vedere quanti sono gli account unici, e quanti quelli condivisi tra Mobile e fisso
Eh infatti è quello che penso io, e a conti fatti al momento sono in svantaggio rispetto a EPIC. Nel senso che per il momento il mobile macina guadagni, ma non ai livelli delle console+PC e direi che (cifra a caso) il 15% di qualche miliardo di $ è sempre meglio del 30% di 0$
Si lo so, ma nella causa contro Google dicono che il sideloading non è una via fruibile per via dei rischi di sicurezza associati. (Ergo: non se lo cagava quasi nessuno).
Praticamente riconoscono loro stessi i vantaggio degli App Store ma non vogliono pagarne il prezzo. ;)
Mi sa che presto iOS e Android non vedranno più quelli di Epic.Poi, naturalmente, posso sbagliarmi e , come sempre in questi casi, può succedere di tutto.Presto sapremo.
Ragionevole....
Ma fortnite su mobile ha proprio iniziato con il sideload, tra l'altro solo per alcuni tipi di dispositivi. Ovvio che questa è solo una mossa per ottenere condizioni migliori e non "rimetterci" troppo.
Sono assolutamente d´accordo, puntano a diventare il punto di riferimento per il gaming mobile ora che il mercato é piccolo e c´é lo spazio per quello, senza dover sviluppare attivamente l´OS.
In piú hanno il vantaggio che possono sfruttare l´unreal engine e la stessa clausola dello store PC. "Usa il nostro motore e non paghi la percentuale d´uso del motore stesso", che sarebbe un vantaggio gigantesco per Epic, perché in questo modo va a danneggiare attivamente i concorrenti, tipo Unity, che non hanno modo di rispondere.
Allora visto che anche tu hai letto la denuncia avrai notato che puntano molto ad equiparare smatphone e tablet ai PC.
è evidente che il loro scopo è riuscire ad aggiungere fonte di software aggiuntivi diversi allo store apple.
Non sono andati in causa perché credono di essere stati bannati ingiustamente.
Che era quello che rispondevo all'altro utente.
"E non è detto che i prossimi saranno le console."
Non proprio, nel testo depositato alla corte dicono che il paragone con le console non regge perché capiscono che gli sviluppatori delle console forniscono servizi connessi allo store (Apple e Google no?), le console vengono vendute inizialmente in perdita (cosa falsa per Xbox One e PS4) e, specialmente, dicono che le console sono dispositivi da gioco mentre gli smartphone dispositivi di calcolo generico e quindi le stesse regole non si possono applicare.
Quello che peró Epic ha emesso é che negli anni ha ricevuto diversi investimenti, anche da parte di Microsoft, si parlava poco tempo fa di un possibile investimento ingente da parte di Sony e in ogni caso, loro sono uno dei pochi motori supportati da tutti e tre i produttori di console.
Tieni presente che l´Unreal Engine fa soldi esattamente in modo simile agli store. Non paghi una licenza per l´uso come si faceva prima, ma paghi una percentuale sulle vendite totali. (% azzerata se la vendita avviene sul loro store su PC).
E in ogni caso, Epic non ha l´interesse perché il grosso delle vendite console é in copie fisiche e una causa contro Sony, MS e Nintendo rischierebbe il non supporto del motore, un eventuale ban di Fortnite e quindi la rinuncia al mercato console praticamente in toto.
No, peró puó rendere il certificato invalido e l'app smette di avviarsi.
Si dice possa fare cosi' col rilascio di iOS 14.
Fortnite dice chiaramente che il sideloading su Android è un'alternativa poco fruibile per via dei rischi del download da fonti esterne allo store
Anche Google prende il 30% dalle vendite del Play Store. E a tutti quanto dici va aggiunto anche Lo sviluppo degli Store in termini legali, che vanno adattati ovviamente ad ogni singolo stato in cui vendono.
La cosa ironica è che hanno detto che accettano il 30% per le console perchè "le console Sono dispositivi da gioco e non calcolo generici, e comunque vengono inizialmente vendute sottoprezzo".
Ora, la cosa è falsa per PS4 e Xbox One che furono vendute subito in guadagno per via della PS3 e Epic è un First Party di tutte e 3 le piattaforme, dato che l'Unreal Engine (il loro motore grafico) è tra i motori di terzi ufficialmente supportati da Sony, Microsoft e Nintendo.
IMHO stanno solo cercando di ottenere:
1 - Percentuali più basse;
2 - Risonanza mediatica;
3 - Cercare di costringere Apple ad aprire ufficialmente a store esterni e pubblicare l'Epic Games Store su iOS per diventare lo store di ricerimento per il gaming senza dover sviluppare la piattaforma e quindi potendo avere margini minori ma guadagno più alti. Con la risonanza mediatica ottenuta (e magari una causa Antitrust), lo Store prenderà piede anche su Android e Google sarà eventualmente costretta a pubblicarlo sul Play Store.
Non è quello il punto.
Epic ha violato volutamente il contratto.
Dire "questo è il contratto" è irrilevante.
Lo sanno anche loro.
Cercano una increspatura.
E non è detto che i prossimi saranno le console.
Visto che prima di Apple se l'è presa con steam.
Non mi sembra che ripetere sempre la stessa cosa serva.
Sanno benissimo di essersi messi in violazione contrattuale.
Il punto (ed è quello che dovrà decidere la corte) è decidere se quelle "regole che esistono da sempre" sono illegittime, in particolare se il fatto di essere l'unico distributore di app nel sistema ponga Apple in una posizione di abuso. Tutto il resto (le percentuali, ecc.) sono conseguenza.
Allora non vanno bene neanche il play store, Spotify, il PSN, Steam? Certo che vanno bene. Trattengono una percentuale in cambio di un servizio e di una vetrina con milioni di utenti. E questo succede da sempre.
Lo sviluppatore accetta un contratto e deve rispettarlo.
Io infatti non faccio quel discorso è basta. Il punto è che chi ora si lamenta ha accettato delle precise condizioni di contratto. Se le accetti le segui. Tra l’altro nessuna concorrenza sleale in questo caso, la percentuale è la stessa anche si Steam, su PSN e compagnia bella.
No, scusa, ma i tuoi esempi non c’entrano niente. Non è che Apple fino a ieri trattenesse il 10% eh. Ha sempre trattenuto il 30. Esattamente come Steam, Sony e compagnia. D’altra parte ti mette a disposizione una piattaforma con milioni di dispositivi attivi.
Epic Ganes ha pubblicato sull’App Store ben consapevole delle regole e dei termini di licenza, per poi decidere, un bel giorno, di fare di testa sua, violando l’accordo di licenza.
ripeto la domanda...
ripeto il consiglio.
È giusto avere una retribuzione per l'esposizione, la visibilità e la sicurezza, ma è anche vero che altre app hanno lo stesso trattamento di Fortnite, che sforna miliardi di $$$ come se niente fosse. Ad un certo punto, seppur un pubblico enorme, forse conviene rinunciare agli store mobili, su Android continuerà ad andare da fonti esterne e sulle piattaforme che fino ad oggi hanno fatto la fortuna di fortnite, cioè console/PC, continua ad andare. Lo sviluppo per queste piattaforme costa un bel pò, considerando un miliardo di $ circa in 2 anni, vuol dire dare 300 milioni di dollari ad Apple/Google che non sono spicci. Io fossi in Epic terrei duro fino ad ottenere delle condizioni migliori da entrambi, o si torna come prima ad essere assenti su iOS e su Android da pagina web come prima.
Altrimenti??
ragazzo, stai tranquillo eh?
Qui, forse, parecchi non hanno capito. L'AppleStore è un deposito che costa come manutenzione,personale,pratiche antischifezze (nessun errore...),pubblicitarie e tutto il resto
È pure una cosa costosa come vetrina e Apple non lavora per beneficenza.
Qualcosa del genere vale pure per Google. I suoi prezzi possono pure essere minori ma è solo una cosa che viene fatta credere agli sprovveduti.
La differenza la prende in altro modo, statene certi.
Dal lato produttori di software, quanto affermano, visti i tempi, è fumo negli occhi politico, commerciale e di altro genere.
Costoro rispettano il contratto tra loro e Apple solo perché conviene. Poi subentra l'avidità e vogliono tutto per loro: nulla per i venditori e meno ancora per gli acquirenti di cui hanno una concezione, per usare un eufemismo, offensiva e OT in questa sede.
Gli acquirenti, da parte loro,devono solo pagare,comprare e stare zitti. Visto che non si lamentano degli altri negozi di software che hanno, a parità di offerta, gli stessi prezzi, più o meno, di Apple e Google.
Informarsi,prima di protestare,piagnucolare,dire le sciocchezze che si leggono in rete e,soprattutto, offendersi quando si fanno notare loro queste cose?
State certi che alla fine di questa vicenda saranno gli utenti a pagare tutto e i produttori a rimediare la figuraccia più imbarazzante.
Apple lo vieta.
E' proprio questo che non capite e che viene spiegato male nell'articolo.
If you want to unlock features or functionality within your app, (by way of example: subscriptions, in-game currencies, game levels, [...]), you must use in-app purchase. Apps may not use their own mechanisms to unlock content or functionality.
Il punto è che Epic vorrebbe fare come Netflix ma per i giochi (e le app "con funzionalità") non è consentito.
Se provi a creare un meccanismo stile Netflix (crei l'account e paghi sul browser, poi fai login nell'app) ti bannano.
Questo è il punto che in pochi han compreso (perché spiegato male nell'articolo).
Ecco allora torna quando hai letto tutto... Anzi non tornare proprio che fai più bella figura...
Beh se conosci Baldios... ma pare di no... quindi...
no guarda che mi sono letto quasi tutto e di argomentazioni non ne ho mica viste...
Giovane?
Sicuro tu sia più grande di me?
tassa altissima? guarda che se vuoi pubblicare qualcosa su steam, quello che valve vuole e' sempre il 30%, su console forse e' ancora peggio, non a caso i giochi su console costano 10 euro in piu' al lancio (prezzi ufficiali non scontati).
Si Apple e Google?
Tv a pagamento VS Tv gratuita?
Se hai letto l’articolo la stessa Google ha chiesto a OnePlus di bloccare l’installazione di Fortnite al di fuori dello Store.
Quindi alla fine, non è un duopolio tra Google e Apple?
Mi sa che non ci siamo capiti
Ma riuscite a capire che uno sviluppatore non può ignorare iOS perché rappresenta l’80% degli smartphone premium venduti?
Anche Facebook è privato, tu hai accettato il contratto di licenza di 1000 pagine, perché non può vendere i tuoi dati a chi gli pare? La piattaforma è sua, il contratto lo hai letto, sei stato tu a iscriverti.
Perché il tuo gestore della linea fissa/mobile non può aumentarti dopo 2 giorni il prezzo a 100€? La linea è sua, se non ti va bene puoi non avere l’abbonamento.
Vedi lo smartphone, internet e i dispositivi elettonivi ormai sono considerati beni di prima necessità. A questo punto la multinazionale non può decidere tutto, anche se il negozio è suo.
A maggior ragione un player come Apple non potrebbe avere servizi che vanno a concorrere direttamente con quelli degli sviluppatori (tipo misica, video, etc).
Non esiste che possa essere sia arbitro sia giocatore nella stessa partita, mi sembra palese
"Settore smartphone" sta a "settore televisivo nazionale" come "azienda Apple" sta ad "azienda Mediaset" come "iOS" sta ad "Italia 1".
Banalmente, se riduci il settore smartphone al settore "smartphone di Apple", è ovvio che il paragone non regga. Sarebbe come ridurre tutto il settore televisivo (sia gratuito che a pagamento) al semplice palinsesto Mediaset. La TV non è solo Mediaset. Gli smartphone non sono solo Apple.
Peró il paragone con la Mediaset non ci sta, io posso comunque farmi pubblicità su una emittente regionale, su iOS non posso farlo.
Più giusto sarebbe: vuoi la tua pubblicità su Mediaset? Se si paghi il prezzo che ti dicono, altrimenti se non ti va bene sulla emittente non pay Tv NON puoi farti pubblicità.
Mi sembra ben diverso
Per inciso, Apple già lo fa. Per la policy per sviluppatori, l'unico engine utilizzabile è quello di Safari per iOS (anche Chrome usa l'engine di Safari e stessa cosa fanno gli altri browser presenti in App Store). Engine diversi come ad esempio quello di Firefox o Chromium sono vietati.
Me lo confermi, non avete capito nulla e fate pure i saccenti.
Epic voleva dare la possibilità di scegliere se acquistare in-app (+30%) o sul loro sito (come fa Netflix).
Ma è NON è consentito ai videogiochi:
If you want to unlock features or functionality within your app, (by way of example: subscriptions, in-game currencies, game levels, [...]), you must use in-app purchase. Apps may not use their own mechanisms to unlock content or functionality. [...] Apps and their metadata may not include buttons, external links, or other calls to action that direct customers to purchasing mechanisms other than in-app purchase.
Bravo hai riassunto il discorso, come sempre ci sono due pesi e due misure.
Le situazioni andrebbero sempre valutate al netto delle parti.
Per tutti quelli che difendono Apple e Google vorrei fare presente il mitico periodo del browser di internet Explorer preinstallato sul sistema Windows (ed il casino monopolistico ad esso collegato.)
All'epoca Microsoft manco ti faceva pagare browser alternativi e non chiedeva fee su software che giravano su Windows.
Secondo questo ragionamento di molti utenti, su Windows, Microsoft potrebbe far installare solo il suo software senza permettere di farne girare altri, intanto il sistema è suo.
Domani Apple potrebbe dire:" o usate safari o non usate altro browser", oppure "il sistema è mio e non usate altro software di musica se non Apple music".
Purtroppo il ragionamento software mio e decido io, per quanto possa sembrare logico e naturale, non funziona così (anche per fatti pregressi accaduti).
Molte aziende ci hanno provato e ci stanno provando. La questione è che secondo me Google ed Apple sono difficilmente attaccabili sotto quel punto di vista.
Se parliamo di penalizzazioni sull'App Store invece è tutto un altro discorso, lì probabilmente possono obbligare Apple (o Google) a rispettare la concorrenza leale.
La ragione in questo caso è di Apple/Google , c’è un contratto e va rispettato
Vedremo.
Anche se non vincono io sono abbastanza convinto che ci proveranno sempre più aziende.
Mah, sinceramente non so, vedremo cosa dicono, per il momento non sono affatto convinto
Eh ho capito ma il mercato è quello smartphone, quello iOS non è un
mercato. BMW opera nel mercato delle auto non nel mercato delle macchine
BMW.
Ed è questa la semplificazione che non è detto valga più.
Per questo un anno fa dicevo, non oggi ma prima o poi anche i singoli store verranno messi in discussione.
Perché quando girano parecchi soldi, ed il mercato non è più in espansione.
Si bussa ad ogni nicchia.
Se una nicchia è così fruttuosa economicamente, prendi l'oro per esempio, si considera il mercato dell'oro, non dei metalli preziosi nel complesso.
Eh ho capito ma il mercato è quello smartphone, quello iOS non è un mercato. BMW opera nel mercato delle auto non nel mercato delle macchine BMW.
Mmmh, allora è un altro discorso.
Il punto delle alternative è proprio che Android potrebbe non c'entrare.
Se si considera solo il mercato iOS, non il mercato mobile.
È tutta li la questione.
Si.
Ok grazie