Tutte le novità di Android Q 10

Google ha annunciato il rilascio per tutti i Pixel di Android Q, la decima distribuzione Android 10 che verrà diffusa a tutti a partire da settembre 2019. Tante le novità presenti a partire dal tema scuro, passando per le nuove API e arrivando alle gesture e ottimizzazioni generali.

Per ricevere le beta sul proprio Pixel è necessario essere iscritti al programma di testing pubblico. Di seguito tutte le principali novità che potete trovare in Android 10 Q.

COME ACCEDERE AL PROGRAMMA BETA

  1. Possedere uno degli smartphone compatibili. In questa prima fase l'insieme è limitato ai dispositivi Pixel:
  2. Accedere all'account Google, per visualizzare l'elenco dei dispositivi idonei
  3. Effettuare la registrazione e accettare i termini di servizio del Programma Android Beta
    • Nota: chi ha effettuato la registrazione al programma Android P Beta dovrà rifarla per Android Q. La precedente non è più valida
  4. Dopo la registrazione, si riceverà via OTA la notifica relativa all'aggiornamento ad Android Q beta. Potrebbero essere necessarie 24 ore. In caso di attesa maggiore, si invita a verificare manualmente la presenza di aggiornamenti.

Si ricorda che è possibile annullare in qualsiasi momento la registrazione al programma beta. L'operazione si effettua sempre visualizzando l'elenco dei propri dispositivi ed individuando quello che si vuole rimuovere dal programma.

Per quanto non espressamente qui riportato, si invita a consultare la pagina di supporto ufficiale.

SICUREZZA E PRIVACY IN PRIMO PIANO

Google sottolinea di aver migliorato gli aspetti della sicurezza, molti di questi miglioramenti sono parte del cosiddetto Project Strobe.

Con Android Q gli utenti avranno più controllo sulle applicazioni che rilevano la posizione. Nello specifico, l'utente potrà intervenire per stabilire se e quando le app in background possono leggere i dati sulla posizione: maisolo quando l'app è in uso (in esecuzione) o sempre (quando è in background).

Gli utenti avranno maggiore possibilità di controllo dei file condivisi: ci saranno nuovi permessi da concedere per consentire l'accesso a Foto, Video e Audio. Per i Download, le applicazioni dovranno utilizzare il file picker di sistema e ciò consentirà all'utente di decidere quali file saranno accessibili dalle app.

Saranno inoltre ridotti gli interventi delle app in esecuzione in background che passano in primo piano: viene previsto un sistema basato su una notifica ad alta priorità quando l'app deve essere portata all'attenzione dell'utente (ad esempio, una chiamata in arrivo o un allarme - gli sviluppatori possono consultare la relativa documentazione a questo indirizzo).

Sempre nell'ottica di migliorare gli aspetti della privacy, Google sta limitando l'accesso agli identificatori del dispositivo non resettabili - ad esempio l'IMEI, il numero seriale e simili. In caso di connessioni a reti WiFi differenti rispetto a quella di default, viene anche randomizzato l'indirizzo MAC (si tratta di un'opzione che l'utente finale può essere libero di attivare o meno).

ANDROID Q PRONTO PER I PIEGHEVOLI

Android Q comprende una serie di cambiamenti per consentire un adattamento ottimale delle applicazioni ai nuovi dispositivi pieghevoli con display flessibili. Tra i cambiamenti si segnalano le modifiche a onResume e onPause al fine di supportare il multi-resume e segnalare l'app attiva. E' stato modificato anche il funzionamento del manifest di resizeableActivity per migliorare la visualizzazione dell'app.

CONDIVISIONE PIU' RAPIDA E IMPOSTAZIONI IN APP

Android Q punta a rendere più veloce l'attività di condivisione dei contenuti con un utente tramite un'altra applicazione. La soluzione passa per Sharing Shortcuts, che permette di passare automaticamente in un'altra app per condividere un determinato contenuto:

Altra novità riguarda l'introduzione della nuova Settings Panel API che sfrutta la funzionalità Slices introdotta con Android 9 Pie. Un 'setting panel' è di fatto un'interfaccia flottantecontenente determinate impostazioni di un'applicazione. Ad esempio, il browser web può far apparire un "pannello impostazioni" contenente le opzioni per intervenire su Modalità Aereo, WiFi, e connettività dati. Il tutto senza necessità di lasciare l'applicazione.

CONNETTIVITA' PEER-TO-PEER E INTERNET MIGLIORATA

Le API che effettuano la scansione delle reti cellulari, WiFI e Bluetooth devono ora richiedere più permessi (FINE location oltre al COARSE location). Oltre a randomizzare l'indirizzo MAC in presenza di connessioni a reti differenti da quella di default, è stato aggiunto il supporto al nuovo standard WiFi, WPA3 e Enhanced Open, che migliora la sicurezza delle reti domestiche, in ambito aziendale, e di quelle aperte e pubbliche.

Lo stack WiFi è riprogettato per migliorare privacy e prestazioni, ad esempio semplificando il controllo dei dispositivi IoT e suggerendo le connessioni Internet, senza richiedere i permessi per la localizzazione. Le API per la connessione di rendono piu semplice la gestione dei dispositivi IoT nella rete WiFi in relazione alle funzionalità peer-to-peer come la configurazione, il download e la stampa. Gli sviluppatori possono sfruttare il WiFi adattivo che prevede modalità ad elevate prestazioni e a bassa latenza.

FOTOCAMERA, MEDIA E GRAFICA

Gli smartphone con moduli fotocamera in grado di catturare anche i dati sulla profondità di campo sono sempre più diffusi. A partire da Android Q, le app possono richiedere un'immagine Dynamic Depth, ovvero un file JPEG comprensivo di metadata XMP relativi alla profondità di campo. In tal modo le applicazioni possono facilmente includere opzioni per introdurre effetti bokeh. I dati possono essere usati, inoltre, per creare immagini 3D o AR. Dynamic Depth è un formato aperto che sarà supportato in futuro da tutti gli smartphone Android Q.

Android Q introduce il supporto al codec video open source AV1: in sintesi, offre uno streaming di qualità elevata utilizzando meno banda. Inoltre, Android Q supporta la codifica audio tramite OPUS, un codec ottimizzato per lo streaming di voce e musica, e l'HDR10+ per la riproduzione di video in high dynamic range con i dispositivi supportati. Viene inoltre introdotta l'API MIDI nativa per comunicare con i dispositivi MIDI attraverso l'NDK.

Lato grafica si segnala l'introduzione al supporto (sperimentale) di ANGLE (Almost Native Graphics Layer Engine di cui vi abbiamo già parlato) grazie al quale molte applicazioni e giochi che utilizzano le librerie grafiche OpenGL ES possono trarre vantaggio dalle API Vulkan. Google è inoltre impegnata a rendere sempre più onnipresenti le stesse API Vulkan: sottolinea, infatti di essere al lavoro con i produttori di dispositivi Android per rendere il supporto a Vulkan 1.1 un requisito indispensabile per tutti i terminali a 64-bit basati su Android Q e versioni successive e un requisito consigliato per quelli a 32-bit.

Novità anche sul fronte delle reti neurali: con le Neural Networks API 1.2 vengono introdotte60 nuove operazioni supportate, oltre ad un affinamento delle funzionalità preesistenti.

MIGLIORAMENTI DELLE FUNZIONALITA' PREESISTENTI

Non solo nuove funzioni, ma anche un potenziamento di quelle che Google definisce le fondamenta del sistema operativo Android. Ad esempio, è' stata ulteriormente affinata la funzionalità ART che contribuisce a contenere il consumo di memoria delle applicazioni e a velocizzarne l'avvio. E' stato affinato poi il BiometricPrompt, ovvero il framework unificato per i sistemi di autenticazione biometrica a livello di sistema. Ad esempio, è stato esteso il supporto ai metodi di autenticazione passiva, come il riconoscimento del viso. Viene poi introdotto il supporto al protocollo di sicurezza TLS 1.3 che permette di stabilire connessioni sicure il 40% più velocemente rispetto a quanto avvenire con il precedente TLS 1.2.

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