
Mobile 03 Giu
Gli impiegati di Amazon non dovranno tornare in ufficio a tempo pieno una volta risolta la pandemia: con la campagna vaccinale ormai a buon punto, negli Stati Uniti si inizia a ragionare sul post-coronavirus, e le previsioni ufficiali del colosso dell'e-commerce, visionate in anteprima esclusiva dal Seattle Times, spiegano che la dirigenza si aspetta un "ritorno alla cultura aziendale incentrata sull'ufficio entro l'autunno", con un'affluenza per dipendente intorno ai 3 giorni a settimana. In aggiunta, sarà possibile richiedere di lavorare totalmente da remoto per quattro settimane all'anno.
Amazon ritiene che questa soluzione dovrebbe garantire sia il massimo beneficio ai clienti sia la massima flessibilità ai dipendenti. Una formula che sembra convincere molti colossi tecnologici: Apple ha previsto un piano basato sullo stesso principio all'inizio di questo mese, Google lo stesso a inizio maggio. Da notare che per Apple si tratta già di una decisione esecutiva e ufficiale (anche se non accolta con entusiasmo da tutti), per Amazon si tratta ancora di una proposta in divenire.
La questione delle modalità di lavoro dopo la pandemia è molto delicata, soprattutto nel settore tech: lo smart working "forzato" dai confinamenti a casa ha portato molti lavoratori ad apprezzarne i vantaggi, dall'addio allo spreco di tempo e denaro nel tragitto casa/lavoro, al più tempo da trascorrere con la famiglia o da dedicare a progetti personali, alla possibilità di trasferirsi in aree in cui gli immobili costano meno, o che sono meno affollate. Qualche giorno fa vi raccontavamo che quasi nessuno vuole tornare in ufficio a tempo pieno, e che molti addirittura intendono almeno valutare di licenziarsi se saranno costretti a farlo. In effetti, sono già tanti i dipendenti che hanno dato seguito concreto a questa ipotesi.
Molti dirigenti, tuttavia, rimangono convinti che un minimo di presenza continuativa in ufficio sia indispensabile per mantenere la cosiddetta "cultura aziendale", da decenni ormai considerata un elemento chiave per il successo di una qualsiasi impresa. Da tutto ciò emerge quindi un quadro piuttosto interessante: da una parte, le aziende disposte a offrire lavoro da remoto a tempo pieno (Facebook e Twitter, per esempio) sono avvantaggiate nella ricerca di nuova forza lavoro; dall'altra, i lavoratori che preferiscono andare in ufficio faranno meno fatica a trovare un posto.
Commenti
Il datore di lavoro ha per legge gli strumenti per controllarli. A mali estremi, estremi rimedi.
E da vecchio italiano so come si comportano i giovani italiani :D
Invece sei indietro tu ! Io sto proprio parlando della nostra realtà (italiana) che si allineerà a quella che tu menzioni... e poi saranno dolori.
I contratti di lavoro vengono concertati ovviamente. Quindi un conto è la concertazione, un conto è pretendere come molti in questo periodo vorrebbero.
ovviamente si è più produttivi da casa dato che si ha più tempo a disposizione e si lavora meglio, sei proprio un vecchio italiano ;-)
in realtà le condizioni sono cambiate durante la pandemia per molti lavoratori difatti in paesi ed aziende serie i contratti sono stati convertiti per includere il lavoro da remoto... Nessuno pretende nulla, ci sono lavori che lo permettono e altri che non lo permettono, punto.
Sull'India e Pakistan, ciò che dici già avviene da una vita all'estero ma te ovviamente essendo italiano sei abbastanza indietro.
Skillare, shariamo, call... Vi sentite inferiori a scriverlo in italiano?
Questo ragionamento non tiene conto del fatto che anche il datore di lavoro sa che i dipendenti non avranno spese di spostamento, che sia macchina o altro, e che quindi potrà offrire stipendi inferiori a chi lavora in smart working
E poi ci sono io che ho cambiato lavoro in piena pandemia e non sono mai stato in ufficio. Credo che molti colleghi si stiano organizzando un giorno a settimana per il piacere di rivedersi. Ma io, che non lavoro con loro, non li conosco e quindi non sono invitato. E quelli del progetto dove collaboro sono a 900 Km.
E' ovvio che intendo un contatto umano positivo e non solamente la vicinanza di altre persone, mi spiace che molti sul posto di lavoro si trovino talmente male da preferire il chiudersi in casa da soli tutto il giorno.
Che poi ovviamente ci sono migliaia di mezzi tecnologici per sentirsi con centinaia di persone ... ma sempre tramite un monitor, non so questo nel tempo andrà ad aiutarci
Su India e Pakistan dormo sonni tranquilli
Tutto assurdo. Se non ci fosse stata la pandemia, la gente sarebbe andata in ufficio come da contratto. Ora si pretendono condizioni quasi fosse un diritto che, nel contratto assunzionale, non erano previste. Quindi la mediazione è d'obbligo, perchè non si tratta di dover rivedere accordi che rendevano il lavoro, precedentemente,
"inumano".
Si vuole lavorare da casa ma si pretende che gli altri, quando serve a noi, siano a nostra disposizione (medici, infermieri, commessi, camerieri, volontari del 118, personale dei centri commerciali ecc ecc).
Queste stesse persone, che pensano di poter lavorare da casa, rischieranno, un domani, che la loro mansione sia svolta da remoto (alla metà del costo) in India, Pakistan... poi saranno dolori...
In un paese (il nostro) dove già lavora poco più di 1/3 della popolazione sarebbe l'inizio della fine.
Già una parte di quelli che fanno smartworking nn rispondono al telefono e alle mail se non quando tornano a casa dai kazzi loro.....
Tutto bello e sicuramente funziona per chi veramente lavora e in paesi dove una % superiore al 50% crea pil, non certo qui.
Quindi sei più produttivo con meno ore di lavoro?
Allora se non lavori per niente chissà quanto produci :)
Non ho capito. LOL
E' tutti noi no.
E' una scusa.
Anche tu il tuo?
Per un calciatore no.
Il swartworking noi calciatori non lo possiamo fare.
Il covid19.
Io vorrei fare altro.
Siete pazzi, matti tutti matti.
Pure tu, da noi si rompe quello del mister :))))
E' roba da shock.
Siamo colleghi :))))
Parlami di sto Marcello.
Si figuri.
E' una brutta bestia.
E' giorno in estate.
Chi mi paga dovrebbe solo preoccuparsi che io adempia alle mie mansioni. Se lo faccio dentro il cubicolo al lavoro o in mutande nel mio soggiorno non dovrebbe tangergli un fico secco.
Grazie al cielo, per ora, dove sono io si sono resi conto della cosa e il fatto che con meno ore di lavoro abbia dato risultati nettamente migliori dell anno passato ha avuto il suo peso.
Cheers
Contatto umano e ufficio non è che sia un binomio di chissà quale qualità... Onestamente ho contatti umani più interessanti quando pago il conto al supermercato. :D
Cheers
Sarebbe l'ideale, magari dirottando quei fondi dei sussidi a garantire uno stipendio comunque equo al lavoratore e al contempo dare lavoro e dignità a chi vive di questi sussidi, ma vorrebbe lavorare.
Io sinceramente farei 3 giorni in Sw e 2 in ufficio
Allora sei sfortunato come tutti noi.
Al lavoro ne ho sempre uno di pc :)
In spagna si stanno muovendo in questa direzione se non sbaglio, speriamo il test vada a buon fine.
Come ho scritto insomma, c'è a chi va bene e a chi no.
In ogni caso dover consumare le tue cose che se si guastano dovrai ricomprarti con i tuoi soldi nn mi pare una gran concuista...come nonlo è dover spendere soldi per elettricità e riscaldamento.
Se il tuo pensiero sono solo le ore risparmiate allora nessun problema, ma queste non possono derivare da ulteriori tue perdite...visto che il datore di lavoro ha solo bonus e nessun malus.
Concordo, se non erro una ricerca ha dimostrato che lavorando la metà delle ore rendi molto di più e hai una vita sociale e una salute migliori...
QUINDI chissenefrega, ovviamente, e si insiste a fare a vecchio...e non per scelta nostra direi, giusto? Come fare per far cambiare idea a chi può decidere per noi!?
Nell'azienda dove lavoro, e di questi tempi avere un lavoro fisso è un privilegio, pur recandomi in ufficio ogni giorno da 15 anni con due ore di percorrenza di media per fare 32 km (16 km andata ed altrettanti al ritorno) il datore di lavoro non contribuisce in nessuna spesa, ne fornisce materiale adeguato, pensa che in 15 anni abbiamo cambiato il PC una sola volta e fino a poco tempo fa molti di questi viaggiavano ancora con i monitor a tubo catodico. Tutto questo per dire che ogni caso fa storia a se, nel mio caso guadagnerei 10 ore di vita a settimana evitando il traffico, risparmierei benzina ed autostrada, lavorerei con le mie dotazioni che sono migliori di quelle che ho in ufficio ;-)
e se si rompe il pc? e se la rete non va?...
Le ore di lavoro vanno dimezzate e lasciato più tempo libero alle persone per godere dei frutti dei propri sforzi.
Invece 8h davanti ad un monitor a bestemmiar + il resto della giornata a correre per le faccende di casa/commissioni varie e arrivar cotti sul divano la sera davanti ad un altro monitor.
Altro che smart working.
perchè nel tuo caso non avresti risparmio?...anche solo non avere il costo dei mezzi/benzina è un grande risparmio
Discorso complesso questo...
Se è vero che tendenzialmente si rischia di distaccarsi dal resto del mondo è anche vero che puoi decidere quando e con chi uscire...mentre al lavoro ti becchi i colleghi e i vari responsabili, spesso figli di papà incapaci, che ti stressano a manetta.
Forse decidere quando e chi vedere è meglio che sorbirsi gente che non ti interessa affatto e che anzi...ti da pure fastidio.
Poi c'è il RISPARMIO...anche qui se è vero che per molti c'è un risparmio, almeno finanziario, notevole oltre al tempo stesso, per molti altri è vero l'esatto opposto....me compreso.
Inoltre è necessario ricordare sempre che in molti hanno lo SMART working ed è lavoro AGILE davvero , dove ti puoi gestire i tempi come meglio ti conviene avendo come unica meta l'obbiettivo finale, mentre altri hanno il TELELAVORO...dove hai orari infami e non puoi gestire un fico secco...ti arrangi come riesci.
In fine...ricordarsi bene che siamo in Italia...stando a casa il datore di lvoro non solo non contribuisce in nulla nelle spese che hai, ne ti da alcun materiale per lavorare salvo, se ti va bene, un portatile marcio...ma ti sfrutta oltre orario e persino quando sei malato...TANTO SEI LI...A MENO CHE NON SVIENI SULLA TASTIERA.
Quindi a mio avviso c'è molto da fare per rendere davvero ben gestito sia il lavoro agile che quello vincolato da orari...i 3 gg di amazon sono una fesseria al confronto.
Per me dovrebbe decidere il lavoratore...l'azienda può imporsi SOLO se DIMOSTRA che la presenza è essenziale...altrimenti...Ciao!
E chi si è mai mosso?!
La soluzione è semplice, non rispetti le tempistiche.
Quelli non avevano straordinari, il manager accettava tempistiche impossibili e gi sviluppatori dovevano adeguarsi
Però non è sufficiente che sia un lavoro... al computer.
Non basta per poterlo fare in smart working.
Li è carattere. Se io finisco alle 18, ho finito. Magari ti rispondo se mi gira e magari faccio anche quello che mi chiedi. Magari no. Io ho staccato e dipende appunto se mi va o meno.
Chiaramente, ci son le situazioni straordinarie, e vabè, ma sono appunto straordinarie, non la norma.
L'ho molto apprezzato. Grazie!
Chiaramente dipende sempre dal lavoro. Non dirò mai ad un tornitore di fare smart working, ma buonissima parte di chi lavora in ufficio potrebbe lavorare da casa. Per come la vedo io, le aziende dovrebbero dare la possiblità di farlo. Tanto lo vedi se uno lavora o no