Amazon va in tribunale: parte il processo antitrust negli Stati Uniti

26 Maggio 2021 32

Amazon dovrà rispondere per aver illegalmente utilizzato e mantenuto la sua posizione di monopolio nel settore delle vendite online, danneggiando i consumatori e soffocando la concorrenza con accordi che penalizzano i venditori di terze parti. Questo è in sintesi l'atto di accusa mosso dall'ufficio del procuratore generale di Washington D.C., che nelle scorse ore ha formalizzato l'avvio di una causa antitrust contro il colosso dell'e-commerce:

Amazon ha sfruttato la sua posizione dominante nel settore delle vendite online al dettaglio per vincere a tutti i costi. Massimizza i suoi profitti a discapito dei venditori e dei consumatori di terze parti, danneggiano la concorrenza, soffocando l'innovazione e spostando illegalmente a suo vantaggio le regole del gioco - Kark A. Racine, procuratore generale del Distretto di Columbia

Si ricorda che Amazon è tenuta sotto osservazione anche in Europa sempre per ragioni legate a presunti abusi di posizione dominante.

ACCORDI ILLEGALI PER CONTROLLARE I PREZZI

La causa parte da alcune premesse di fatto: Amazon è il più grande rivenditore online al mondo - sono riconducibili ad Amazon il 50-70% delle vendite del mercato online - e vende i prodotti sia direttamente sia tramite i venditori di terze parti che, secondo le stime emerse nell'atto di citazione in giudizio, sono oltre 2 milioni. Proprio gli accordi con i venditori terzi sono passati sotto la lente di osservazione dell'autorità statunitense: Amazon continuerebbe infatti a vietare ai rivenditori del suo Marketplace di proporre sui propri siti o su piattaforme concorrenti gli stessi beni a prezzi più bassi e/o a condizioni migliori. Si usa il verbo continua perché formalmente nel 2019 Amazon ha dichiarato di aver posto fine a questi accordi, ma evidentemente la sostanza della vicenda dice l'opposto, secondo gli inquirenti.

CONSUMATORI, VENDITORI TERZI E CONCORRENTI DANNEGGIATI

I rivenditori terzi che non rispettano le regole vengono sanzionati o peggio ancora espulsi dalla piattaforma e da queste pratiche deriva un danno anche per gli utenti finali. Il meccanismo determina infatti un aumento dei prezzi al dettaglio. Il rivenditore terzo trasferisce sull'utente finale l'onere delle commissioni che deve corrispondere ad Amazon per ogni vendita; potrebbe proporre il bene tramite altri canali ad un prezzo inferiore, ma l'accordo con Amazon glielo vieta. Morale: Amazon in ultima analisi fa lievitare i prezzi.

E sì, l'alternativa in prima battuta sembra semplice, basterebbe che i venditori rinunciassero ad essere presenti su Amazon, ma quanti sono disposti a voltare le spalle ad un formidabile trampolino di lancio per la propria attività a livello mondiale? C'è infine una terza parte in causa condizionata negativamente dalle pratiche di Amazon: le altre piattaforme di e-commerce che non possono entrare in competizione perché incapaci di proporre prodotti a prezzi inferiori (non possono certamente riceverli dai venditori legati ad Amazon con contratti capestro).

Eliminare in origine gli strumenti tramite i quali Amazon esercita il controllo dei prezzi è il fulcro della recente azione legale, ma non l'unico. La procura generale di Washington vuole porre fine all'uso degli accordi tra Amazon e i rivenditori terzi volti a condizionare i prezzi, ma chiede anche un risarcimento per i danni causati da questi accordi, e di applicare sanzioni per impedire che sia Amazon, sia altre aziende assumano simili comportamenti.

AMAZON RESPINGE LE ACCUSE

In una dichiarazione rilasciata ai colleghi di Ars Technica Amazon respinge le accuse e ribalta completamente la tesi secondo cui imporrebbe ai venditori degli accordi che determinano un aumento dei prezzi. Al contrario, Amazon dice che è orgogliosa di offrire la più ampia selezione di prodotti ai prezzi più bassi e che si riserva il diritto di non evidenziare proposte alla clientela che non abbiano un prezzo competitivo. Senza un "controllo" dei prezzi praticati dai venditori terzi sul Marketplace l'effetto - secondo Amazon - sarebbe quello di vedere proposti agli utenti finali prodotti a prezzi più alti. Questione di prospettiva, verrebbe da dire, ma la parola finale sulla vicenda ora spetta ai giudici.


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Commenti

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[ OMISSIS ] .....apprezzeremo di piú quel " GÜGolZONe " [ i.e: GÜGol market place ] che dovrá poi competere e ancora " combattere " con quell'applicazione e ' pagine con ipertesto ' di " AMaZON " </draft>


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Internauta

In informatica non ci sono confini, non puoi fare concorrenza. Nella realtà tre negozi fisici in una città possono farsi concorrenza, ma se questi negozi fossero in internet non è possibile, perchè tutte le persone del mondo hanno accesso a qualsiasi negozio virtuale in qualsiasi parte del pianeta.

Dark!tetto

Il problema sta proprio li, in questo modo "tappa le ali" alle piccole realtà che potrebbero fare concorrenza in futuro, è un discorso molto ampio ovviamente, ma in 2 parole si assicura ti tenere tutti sotto scacco e mantenere la sua posizione.

matteventu

In questi ultimi anni, il business model di Amazon Retail per quanto riguarda la divisione marketplace è iniziato a cambiare drasticamente.

Notando come il modello marketplace sia molto più profittevole per Amazon stessa rispetto al fare wholesale, stanno cambiando condizioni e requisiti per poter richiedere un account Amazon Vendor Central, dirottando la maggior parte dei clienti ad Amazon Seller Central, così che Amazon abbia profitti più alti e allo stesso tempo anche minori responsabilità/rischi.

Il lato positivo è che ultimamente (relativamente) numerosi produttori (che sono attualmente in Amazon con Vendor Central) si sono rotti le palle di come vengono trattati, e stanno quindi iniziando a crearsi i loro store "proprietari" per poi - sperano - in futuro riuscire a staccarsi da Amazon così da far lievitare i profitti.

Ciò non farebbe che accelerare quello che già sta succedendo, ovvero far diventare Amazon quasi unicamente una "vetrina" di venditori 3P (FBA/FBM). Che è esattamente ciò che Amazon vorrebbe, escluso qualche caso (ma senza la parte in cui perdono gli accordi con i grandi produttori).

È positivo che comunque gli organi antitrust stiano iniziano ad interessarsi alla questione 3P, ne vedremo delle belle nei prossimi anni.

Andredory

Vabbè che l'unica alternativa ad Amazon è eBay. Basta quindi fare un "finto" rivenditore che non è ufficiale. Per tutto gli altri negozi basta che il negozio sia esso stesso il venditore. Non è un grandissimo problema dato che qualche volta Unieuro, MW ecc fanno offerte molto migliori.

Scemo 3.0

Affermazione degna di un vero scemo, mi vergogno per te, complimenti.

Dark!tetto

Uguale, tu non puoi vendere in un negozio che ha condizioni migliori è questa la cosa assurda

Dark!tetto

Uguale non puoi vendere lo stesso bene su piattaforme concorrenti a condizioni migliori e la piattaforma concorrente offre condizioni migliori di Amazon.

ondaflex

In effetti pare che il monopolio sul tuo cervello sia stato stabilito e funzioni anche benissimo

Dark!tetto

Potrebbe sembrare, ma a parte poter vendere alle proprie condizioni, per esempio non sottostare alle regole del reso di Amazon, posso proporre un prezzo inferiore guadagnando di più dividendo le commissioni di Amazon tra un mio profitto e il prezzo finale.Alla lunga poi chi ci rimette oltre al venditore che non può crescere in autonomia è il cliente finale che viene tenuto in una bolla comandata da Amazon sia dentro che fuori dallo store. Ad un certo punto tu utente finale sei "costretto" a comprare da Amazon che impone al venditore le migliori condizioni, invece dovresti essere libero di scegliere, per esempio:

Bene X a me fornitore costa 800$

Per venderlo su Amazon devo proporlo minimo a 1000$ (e mi voglio tenere basso) perchè devo soddisfare le loro condizioni di spedizioni, reso e pagarci le commissioni.

Sul mio sito (o altro e-commercecon commissioni minori) potrei venderlo anche a 899$ facendo lo stesso profitto senza offrire all'utente finale le stesse condizioni Amazon.

Sta a te decidere se vuoi prendere il prodotto su Amazon con le loro politiche di reso e spedizioni, spendendo di più o sul mio sito (o altro ecommerce) spendendo di meno rinunciando a quello che offre Amazon.

Questa scelta a te utente finale viene negata, e al venditore viene negato proporre dei prezzi migliori per vendere più pezzi e far crescere il suo giro d'affari.

Andredory

Ma le applica il negozio, non il venditore...

ondaflex

Mi pare ovvio: perchè se uno store prende dal venditore la metà di amazon, questo può fare un prezzo inferiore a vantaggio del cliente finale e così, forse, il negozio potrà crescere...
Il contartto amazon lo impedisce

Dark!tetto

Nope, quelle sono condizioni vantaggiose e sono vietate anche quelle.

Giangiacomo

Son gli stessi dello store di Apple. Ovviamente tutti laureati e con vari dottorati ;D

ErCipolla

Perché uccide la concorrenza.

Per dire: tizio apre un nuovo sito di e-commerce, e per lanciarlo e farlo conoscere vuole proporre prezzi bassi su certi prodotti, magari anche se ci perde qualcosa... beh, se la ditta fornisce i prodotti li vende anche su amazon, non è autorizzata a fornirglieli a meno che lui non li venda ad un prezzo uguale o più alto rispetto ad amazon. E a quel punto il nuovo store muore sul nascere, perché chi lo sceglie se su amazon trovi la stessa roba allo stesso prezzo?

Massimo

Vediamo chi comanda negli stati uniti lobby o stato..

Noooo: store mio, regole mie.

Poi non capisco perché dovrebbero far pagare meno altrove... Chi ci guadagna é il venditore stesso

Andredory

Easy:
- Cuffie X su Amazon a 50€
- Cuffie X su altro sito: 50,01€ + coupon sconto di 5€.

the_joker_IT

resto in attesa delle prime sentenze sulla falsariga della standard oil.

Roberto
Dark!tetto

È vera, già l'avevano persa una causa tempo fa e hanno dovuto rimouvere questa postilla, poi l'hanno reintrodotta zitti zitti .-.-

biggggggggggggg

Se è vera sta storia stavolta la perde.

Rocco Siffredi

Senza offesa ma scrivere così vuol dire non sapere nulla di informatica

Dark!tetto

Nel commercio invece blocca la libera concorrenza e l'innovazione oltre ad un vantaggio in termini di scelta per l'utente finale.

Dark!tetto

Ahahahaha certo, se non imponesse i prezzi da mantenere fuori da Amazon quelli su Amazon sarebbero più alti, la faccia come il cul0, ma la cosa triste è che pure i commentatori da blog sono d'accordo, contro qualsiasi spirito di amor proprio.

Internauta

il monopolio evita la frammentazione dei servizi.
In informatica è indispensabile.

nonècosì

prima amazon poi apple, google e facebook

Ansem The Seeker Of Lossless

Aspetto i difensori del monopolio a dire che "lo store è di amazon, l'antitrust non ha il diritto di metterci becco!"

Fulvio

Che sia l’inizio della fine per Amazon?

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