
12 Agosto 2022
Google è nuovamente sotto accusa per quanto riguarda le sue politiche sulla privacy. Questa volta è stata l'antitrust australiana (ACCC) a citare in giudizio la casa di Mountain View, portandola davanti alla Corte Federale con l'accusa di aver ingannato i suoi utenti, continuando a conservare i dati sulla loro posizione anche quando questi pensavano di aver disattivato ogni servizio di localizzazione.
Secondo quanto riferito dall'accusa, Google non è chiara nel rendere noto che non è sufficiente disattivare la Cronologia delle posizioni affinché venga interrotta la raccolta dei dati di localizzazione dell'utente. Per fare ciò è necessario disattivare anche la voce Attività Web e App, visto che pure questa ottiene lo stesso tipo di informazioni sensibili.
L'azione legale mossa nei confronti di Google mira quindi a provare che la casa californiana ha raccolto dati sulla posizione relativi ad utenti che pensavano di aver negato ogni accesso alla società di Mountain View; ciò non è avvenuto a causa della poca chiarezza d'informazione, fatto che ha impedito alle persone di compiere una scelta informata e consapevole.
L'ACCC è quindi intenzionata a richiedere sanzioni economiche esemplari e vuole che Google metta in atto un programma volto a correggere e informare, assumendosi anche ogni responsabilità legale. Oltre a ciò, sembra che la società abbia attuato una sorta di ricatto, suggerendo agli utenti che la rinuncia alla raccolta dei dati avrebbe comportato l'impossibilità di accedere a determinati servizi: si tratta di un'informazione errata, in quanto tuttalpiù si sarebbero dovute modificare delle semplici impostazioni per sopperire alla mancanza di dati.
Google ha confermato di essere intenzionata a collaborare con l'ACCC, tuttavia respinge fermamente le accuse e si dichiara pronta a difendersi dalle contestazioni mosse. Il tema del monitoraggio è ancora caldo in casa Google, basti ricordare il caso emerso pochi giorni fa in cui la società di Mountain View è stata accusata di aver spiato i propri dipendenti.
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Commenti
In che modo?
Migliora l'utilizzo di ublock origin
a che serve nanodefender?
Non devi credermi... Puoi anche credere a babbo natale
Basta disattivare i suggerimenti!
"non capisco il senso del tuo commento."
me ne farò una ragione.
E' limpidissimo come quello che hai scritto non c'entrai un benemerito tubo con ciò a cui hai risposto: tiri in ballo hacker che hanno come obiettivo un'azienda, quando qui al contrario il problema è la volontà di un'azienda di 'hackerare" la volontà l'utente.
Come fai e confondere due cose così diverse con attori diametralmente opposti, lo sai solo tu, LOL :DDDDD
ublock origin + nanodefender
Bella merd1!
Non ditelo a Trump!
Ah no, Google é Americana... Sono amici loro...
Privacy su Chrome? Hahahahahahahahahahaha
Spe.... Hahahahahahahaha
Il problema non é nemmeno quello... Io l'ho fatto, non volendo trasmettere i dati della posizione ho disattivato tutto quello che potevo (anche tutti i servizi Google).
1 mese più tardi, dopo un aggiornamento Android, mi ha chiesto di valutare dei ristoranti in cui ero 1 mese prima... Pensa che non avevo nemmeno rete quando ero in questi ristoranti, perché ero all'estero (e ho disattivato il roaming)!
Io che l'ho disattivato a una persona che stava andando in manicomio con i suggerimenti di google maps xD
purtroppo è cosi...
non usare chrome...
non capisco il senso del tuo commento.
dovrebbe arricchire la discussione in che modo?
certo, ci vuole un attacco hacker.
chi sia il mandante e quanto interesse ci sia a contrastarlo.... può essere importante saperlo ma non si può sapere.
Ot: Che estensione usate per la privacy su Chrome?
Va beh stanno scoprendo l'acqua calda, però almeno qualcosa sembra che si stia muovendo. Invece di dargli la solita pacca sulla spalla con la promessa di "fare i bravi", non è ora di trovare la soluzione per evitare la raccolta indiscriminata di dati? Basterebbe vietare la compra-vendita di questi dati che tutti questo collasserebbe di colpo. Ovviamente pubblicità meno mirate ma si ritorna ad un più sano utilizzo di questi dispositivi. Alla fine i guadagni pubblicitari li potrebbero avere lo stesso lo stesso ma sulla base del servizio più utilizzato e non di quello che ha i migliori trucchetti per catalogare vita morte e miracoli dell'utente triangolarizzando tutta la sua vita. E' assurdo che ora mai se parlo davanti ad uno smartphone in standby, la prima ricerca che faccio mi propone le cose di cui stavo parlando. "Coincidenze, io non credo..." cit.
Si, da un certo punto di vista lo puoi definire un ricatto, ma allo stesso tempo è un po'di tempo che hanno cambiato le descrizioni degli avvisi per essere più "chiari"da questo punto di vista
è subdolamente in malafede.
La tua aspettativa di privacy è vicina allo 0% se usi Google o Facebook per comunicare oppure vicina al 100% se usi PGP.
Certo, anche se usi PGP un hacker ti può installare un trojan ed intercettare tutto, ma questo non significa che allora "tanto vale usare Google", non ha assolutamente SENSO.
La mancanza di chiarezza e di un unico punto in cui l'utente possa decidere queste cose fondamentali (senza mille popup e/o ridirezioni ad altre pagine) è metodo volontario atto ad impostare le preferenze - di fatto - per conto dell'utente, ed è detto "dark pattern".
In sostanza possono dichiarare di darti in mano tutte le possibilità di scelta, ma a conti fatti, nessuno o quasi è in grado di esercitare la propria volontà.
Attendo con ansia una bella reazione anche in Europa, dove il GDPR vieta questo genere di sotterfugi.
Detto ciò, le impostazioni di privacy del device (quelle che gestite in Android) e quelle degli account Google associati (quelle che impostate da interfaccia web) sono distinte e vanno selezionate con cura nel modo e nell'ordine giusto:
-prima quelle del device, in assenza di sim, di connessione wi-fi ed ovviamente senza associare un account Google.
-poi quelle dell'account Google (non ancora associato, va fatto da web)
-a questo punto potete attivare il wi-fi ed associare l'account google.
-verificate le sincronizzazioni desiderate (che è la parte in cui le impostazioni di Android e dell'account si incontrano)
-inserite la sim
facile, semplice e sotto il totale controllo dell'utente!112
LOL
Sono d'accordo con l'australia, è necessaria più chiarezza.
Ogni cosa può essere richiesta, ma con trasparenza e facilità di accettazione o diniego.
Speriamo che la causa vada avanti e venga vinta dalla ACCC, google deve cominciare ad essere trasparente.
Difatti disattivando Attività Web e App diventa praticamente impossibile usare maps e affini.
Va beh ma ci vuole un attacco hacker, in dati non vengono sottratti per contratto
Ottimo.
certo perchè se paghi qualcuno, allora è SICURO che non ti freghi o non perda i tuoi dati... un pò come unicredit insomma!
oh wow non se ne è accorto mai nessuno di questa cosa
Io ormai mi sono convertito, meglio pagare per i servizi con i soldi e non con i propri dati personali
Google con i dati , deve dimostrare agli investitori pubblicitari che la gente va ad acquistare i loro prodotti tracciandoli con il gps, figuriamoci se li cancella.
- Ma cosa avete da nascondere?
- Ma tanto sono solo in forma anonima!
- Ah, allora sarà un bug...
E' dal primo Android che mi sono accorto immediatamente che anche disattivando il GPS, Google mi traccia comunque... C'è anche da dire che sono più sveglio di altri, hahahahaha