Sound United: sfumata l'acquisizione di Onkyo e Pioneer

04 Ottobre 2019 19

Sound United non acquisirà Onkyo e Pioneer. L'operazione, annunciata con un accordo preliminare lo scorso maggio, è ufficialmente sfumata. L'accordo raggiunto prevedeva il passaggio di tutta la divisione Home AV di Onkyo Corporation a Sound United. Quest'ultima avrebbe così aggiunto le linee Onkyo, Pioneer, Pioneer Elite e Integra ai marchi che già possiede, ovvero Denon, Marantz, Definitive Technology, HEOS, Classé, Polk Audio e Boston Acoustics.

Nel comunicato ufficiale si legge che Onkyo aveva già raggiunto un'intesa con Viper Holdings, la società che controlla Sound United. Gli azionisti avevano approvato l'operazione il 26 giugno 2019. A far saltare il passaggio sono state le molteplici condizioni da rispettare per finalizzare l'accordo. Si citano, a titolo di esempio, le garanzie da presentare e le approvazioni richieste per ottenere il via libera all'acquisizione. Onkyo e Viper Holdings, accortesi dell'impossibilità di ottemperare a tutte le condizioni in termini soddisfacenti entro il 30 novembre 2019 (data di scadenza dell'accordo preliminare), hanno quindi deciso di cessare le procedure per l'acquisizione.

Sound United ha rilasciato una dichiarazione in cui conferma il proprio impegno nel mercato audio, sia tramite i marchi che già possiede sia tramite acquisizioni mirate che possano rappresentare un valore aggiunto per i consumatori. Onkyo ha invece ribadito di credere nelle potenzialità che potrebbero nascere dalla combinazione tra i propri prodotti e l'imponente portfolio detenuto da Sound United. La porta resta quindi aperta nel caso in cui le condizioni attuali dovessero mutare. Per il momento la compagnia tornerà comunque a dedicare le proprie risorse e la propria attenzione alla divisione Home AV.

L'affare sfumato farà probabilmente tirare un proverbiale sospiro di sollievo a tanti appassionati e operatori. Ai tempi dell'annuncio si erano alzate infatti numerose voci critiche sul ruolo sempre più dominante che Sound United sta assumendo. L'aggiunta di marchi storici come Onkyo e Pioneer avrebbe ulteriormente accentuato questa tendenza, con il rischio di vedere un'offerta sempre meno diversificata.


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Commenti

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piervittorio

Se parli di audiophile concordo con te, sui prodotti nuovi è cosi.
Ma per adesso c'è ancora talmente tanta roba esoterica in giro tra i figli e nipoti degli appassionati degli anni d'oro, oggi abbandonata a sé stessa, che a parte DAC e cuffie, non andrei mai sul nuovo.
Forse anche perché mettermi in casa della roba che 30 anni fa potevo solo sognare ed ascoltare nei negozi specializzati, mi dà molta più soddisfazione di un prodotto nuovo di fabbrica, ma senza il fascino dei marchi leggendari dell'epoca d'oro...

LaVeraVerità

Sarà ma personalmente riesco a comprare qualsiasi cosa di tecnologico senza il negozio fisico tranne l'hifi. Per quello ho bisogno di sentire come suona in una attrezzata sala di ascolto.

piervittorio

Quel canale di vendita è finito, come è finito il canale di vendita dei negozi fisici di musica, cine foto ottica o di videogames.
Ma non è che siccome non esiste più quel canale, allora non esista più quel mercato.
Basta vedere l'esplosione dell'offerta e dei numeri di vendita dei DAC destinati all'amplificazione tradizionale (quindi escludendo quelli per le cuffie), per capire quanto si sia ripreso quel mercato.
Ed ovviamente tali DAC necessitano di appassionati di HIFi da un lato, e di sezioni amplificatore/diffusori di alto livello dall'altro, altrimenti non ha senso comprarli.
Del resto, prova e cercare dei finali Krell, AR, McIntosh ecc. sul mercato dell'usato, e guarda le quotazioni.

LaVeraVerità
La possibilità di accedere a [omissis] ha letteralmente resuscitato il settore.

Certo, infatti hanno riaperto tutti i negozi degli anni 70 che avevano chiuso per la concorrenza dei centri commerciali.

Sicuro.

piervittorio

I servizi in streaming invece hanno fatto risorgere l'HiFi, che da vent'anni non era dinamico come lo è ora.
La possibilità di accedere a librerie infinite di musica con qualità audiophile (24bit e 192khz o superiori) a prezzi ridicoli (12-30 euro al mese), come Qobuz, Tidal ed Amazon Music HD, unita alla disponibilità di DAC eccezionali con prezzi già a partire dai 250 euro (vedasi Topping D50S), che diventano sorgenti audiophile per impianti esoterici vintage o moderni, ha letteralmente resuscitato il settore.
Certo, ora servirà istruire ed allenare una generazione che l'hifi non l'ha mai conosciuto, e le cui orecchie sono abituate a suoni gracchianti e molesti in formati compressi, tipo Spotify, Apple Music, Deezer et similia, spesso da sorgenti incise pure peggio, generazione che, dal punto di vista tecnico, non ha chiara la differenza tra rumore e suono, e tra gracidio e musica, e non è in grado di distinguere tra le due cose.
Però, se non altro, ora gli strumenti ci sono.

boosook

Infatti i servizi streaming non c'entrano niente. :)

Sbaglio il suo discorso pecca lievemente di coerenza?

MatitaNera

Tipo... 30 anni fa

Keena

Ieri ? O oggi

Keena

Oddio che tristezza

scrofalo

Ah ... È vero ! Evviva allora !

LaVeraVerità

Peccato che l'HiFi sia morta da anni. Il de profundis glielo hanno recitato i servizi in streaming.

piodorco

beh anche i Pioneer vecchi non erano male

Ikaro

Lo penso onkyo

Luca Lindholm

E questa E' una notizia positiva!

Ansem The Seeker Of Darkness

Ottima notizia, avere 4 dei pricipali marchi consumer in mano ad una unica holding sarebbe stato tragico per i consumatori.

Simone

Bene, molto bene...
Si sta perdendo completamente competizione nei mercati AV e HiFi.
Io non mi interesso di AV e home teathre, na penso che oramai a parte Yamaha e Sound, l'unico terzo competitor è Onkyo

scrofalo

Peccato, erano mesi che aspettavo con ansia una notizia positiva.

MatitaNera

Ah che tempi. L'amplificatore onkyio.

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