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Carta canta: Apple Card alla conquista del mercato dei pagamenti #prospettive

11 Agosto 2019 304

Negli annali di Apple il 2019 verrà ricordato come l’anno del grande pivot, un mastodontico cambio di strategia che sta trasformando la società di Cupertino da azienda che produce hardware ad azienda di servizi. Gli indicatori di questo cambiamento epocale erano già evidenti da tempo, ma Apple ha scoperto definitivamente le carte a marzo, con un evento speciale che ha mostrato in anteprima Apple Tv+, Apple News+, Apple Arcade, e soprattutto la Apple Card. Dico “soprattutto” in riferimento alla nuova carta di credito marchiata Apple perché, di tutti nuovi servizi che l’azienda si appresta a gestire, è quello che incarna meglio la svolta in atto a Cupertino. Apple Card promette inoltre di scombinare le carte del ricco settore dei pagamenti digitali.

COME FUNZIONA LA APPLE CARD

La Apple Card è una carta di credito vera e propria, con cui si possono effettuare pagamenti online e offline. Come tale funziona con un sistema di credito che prevede il pagamento del saldo mensile, con interessi sullo scoperto in caso di pagamento ritardato. A differenza delle carte di credito tradizionali è pensata però come carta puramente virtuale che risiede nel Wallet dell’iPhone dell’utente, a cui è legata a doppio filo. C’è anche una (bellissima) carta fisica in titanio che si può richiedere separatamente senza costi aggiuntivi e che serve principalmente per gli acquisti tramite POS non abilitati al pagamento contactless (il circuito è MasterCard, accettato in tutto il mondo).

Apple ha eliminato il numero di carta, il codice CVV (il numero di sicurezza a tre cifre stampato solitamente sul retro) e il PIN, tutti elementi finora considerati indispensabili su qualsiasi carta di credito ma superflui per un prodotto come la Apple Card, che verrà gestita - dalla richiesta di apertura al pagamento del saldo - unicamente tramite l’app Wallet dell’iPhone. Il procedimento è stato già ampiamente documentato online nei giorni scorsi dopo che Apple ha avviato un primo round di registrazioni preliminari in vista dell’avvio definitivo del servizio previsto per fine agosto.

APPLE CARD: COSTI E CASH-BACK

Apple Card non prevede inoltre alcun costo di apertura o mantenimento, ma prevede - come tutte le maggior carte di credito - degli interessi sul saldo in caso di mancato pagamento entro i tempi prestabiliti (i tassi APR vanno dal 12,99% al 23,99%, sulla base del credit score, cioè il punteggio creditizio del richiedente). Al consumatore italiano medio potrà apparire strano, ma negli Stati Uniti il pagamento ritardato del saldo di una carta di credito è pratica assai comune, così come è abbastanza comune la condizione di esposizione prolungata del saldo, perché le carte vengono utilizzate come sistemi di finanziamento permanente. Il pagamento può essere effettuato con un normale addebito salvo buon fine sul conto corrente (che si può automatizzare) oppure scalando la cifra dovuta dal proprio saldo di Apple Cash.

Apple Card prevede inoltre un sistema di cash-back, offre cioè un ritorno in denaro su ogni acquisto effettuato. Il cash-back può garantire risparmi considerevoli se utilizzato in maniera intelligente ed è molto comune in America. Meno in Europa e soprattutto in Italia, dove invece le carte di debito (banalmente: i Bancomat, che sottraggono la cifra da pagare da un conto corrente in tempo quasi reale) e le carte prepagate continuano ad essere più comuni.

Con il cash-back si riceve indietro una percentuale della spesa sotto forma di punti o più raramente di denaro. Anche in questo caso la Apple Card offre un vantaggio interessante: le somme vengono restituite quotidianamente (Apple chiama queste transazioni Daily Cash), sono immediatamente visibili nel resoconto delle spese disponibile sull’iPhone. Il denaro, inoltre, è subito spendibile. Le percentuali sono in linea con il mercato americano delle carte di credito: 3% per gli acquisti di prodotti Apple presso gli Apple Store, su Apple Store online sull’App Store o su iTunes, 2% per tutti gli acquisti effettuati tramite Apple Pay, 1% su tutti gli acquisti effettuati con la carta fisica su circuito Mastercard.

I VERI VANTAGGI: USER EXPERIENCE E SICUREZZA

Quel che appare ovvio dalle prime testimonianze pubblicate in rete sulla procedura di apertura della carta, è che il vantaggio più importante della Apple Card non sono i “reward” quanto il design del servizio, inteso naturalmente non solo nell’accezione estetica, ma soprattuto in termini funzionali (come da definizione Jobsiana). La User Experience della carta di credito Apple è estremamente semplificata e priva delle complicazioni burocratiche legate alla richiesta di uno strumento di pagamento. La verifica dello status creditizio del richiedente è molto veloce e tutto il procedimento viene riassunto in maniera trasparente nell’app Wallet.

Una volta approvata la richiesta - in alcuni casi bastano pochi minuti - l’utente può iniziare ad usare la carta da subito. Ed è proprio nell’uso quotidiano che la Apple Card si differenzia dall’esperienza di altre carte digitali che si appoggiano ad app dedicate per la gestione del budget. Tutte le spese e le somme ricevute tramite cash-back vengono mostrati in tempo reale con grafici generati automaticamente che mostrano, attraverso un codice colore, il tipo di spese effettuate durante il mese. L’altro aspetto particolarmente interessante è la scelta etica di Apple di incentivare l’utente a mantenere una buona “salute finanziaria”, con un contenimento delle spese e dello scoperto e pagamenti regolari del saldo per evitare gli interessi.

L’altro aspetto fondamentale è la sicurezza del dispositivo di pagamento. Sembrerà banale, ma l’assenza di un numero di carta e di un supporto fisico minimizza la possibilità di trascrizione dei dati e di furto o clonazione, oltre ad aggiungere un layer ulteriore di sicurezza tramite Face ID o Touch ID al momento del pagamento. Anche la carta fisica in titanio non riporta informazioni chiave e in caso di smarrimento (oltre a poter essere bloccata immediatamente dall’app) non permette di appropriarsi di dati utili ad effettuare pagamenti non autorizzati.

PERCHÉ È IMPORTANTE PER APPLE

Grazie ai vantaggi di cui sopra e all’hype che inevitabilmente si è generato attorno al nuovo prodotto Apple, non dubitiamo che la nuova Card possa avere successo presso la base di utenza fidelizzata della Mela, un bacino di utenza enorme che farebbe gola a qualsiasi istituto di credito. Per Cupertino la Apple Card è la naturale evoluzione di Apple Pay ed è lo strumento con cui l’azienda elimina il passaggio di intermediazione - affidato finora ad altre banche - che la separa dal portafoglio e dalle finanze dei suoi clienti. Con questo strumento l’azienda si avvicina ai propri utenti, li fidelizza ancora di più e crea un nuovo fortissimo collante che li manterrà fedeli a un’ecosistema già estremamente “sticky”, come si dice in gergo.

La Apple Card contribuirà inoltre a garantire introiti per la divisione servizi, alimentando una nuova crescita dei profitti che - come da ultima trimestrale - hanno subito il contraccolpo dovuto alla stagnazione delle vendite dell’iPhone e più in generale dell’hardware. La genialità del prodotto Apple Card sta nel suo modello di business e in come alcuni dei vantaggi strutturali dell’azienda garantiranno a Cupertino margini mediamente molto più alti di quelli dei concorrenti nel settore bancario e dei pagamenti.
La carta della Mela avrà infatti costi molto bassi di acquisizione - una voce che per altre carte di credito è spesso assai onerosa - grazie all’hype già citato del prodotto e alla possibilità per Apple di promuovere il prodotto attraverso un’ecosistema già prestabilito, senza spese pubblicitarie aggiuntive.

Il meccanismo di cash-back poi è calcolato per incentivare acquisti sul circuito interno (3% su acquisti Apple, 2% con Apple Pay) e per coprire i costi del circuito Mastercard (1% con Apple Card in titanio) senza oneri aggiuntivi per gli esercenti (merchant). I tassi di interesse, per quanto mediamente bassi, garantiranno comunque introiti rilevanti. La strategia di puntare sull’incentivo a una migliore gestione delle finanza tramite l’interfaccia del sistema, secondo alcuni analisti, potrebbe avere inoltre un vantaggio indiretto: favorirà comportamenti virtuosi negli utenti e dunque maggiori probabilità di copertura del debito anche in caso di ritardo sul pagamento e di interessi sul saldo. Tutti soldi che entreranno direttamente nelle casse di Cupertino.

TIM, ABBIAMO UNA BANCA?

Apple si è dunque trasformata in una banca, come prevedevano già da qualche anno gli analisti più lungimiranti? Sì, ma fino a un certo punto. Se è vero che con la Apple Card l’azienda inizierà a gestire direttamente linee di credito per i suoi utenti, è vero anche che tutto il sistema di gestione della carta, delle transazioni e dell’approvazione della richiesta è affidato a un partner dal nome importante: Goldman Sachs.
Quella fra Apple e la banca di investimento è una relazione proficua che dura ormai da molto tempo. L’istituto newyorchese offre da anni una consulenze specializzate ad Apple sulla gestione finanziaria della montagna di denaro accumulata dall’azienda nell’era dell’iPhone (dopo l’ultima trimestrale siamo arrivati a circa 210 miliardi di dollari) e nel 2013 ha curato - assieme alla Deutsche Bank - l’emissione dei primi bond Apple dal 1995.

Nonostante il rapporto consolidato, la decisione di affidare a Goldman la gestione dell’infrastruttura di Apple Card ha sorpreso Wall Street e gli analisti, data la scarsa esperienza nell’ambito consumer della banca d’affari. A ben vedere la scelta ha invece molto senso perché, forte del rapporto di fiducia con Goldman ma sfruttando la relativa “inesperienza” della banca d’affari nel settore dei pagamenti, Apple avrà potuto strappare condizioni nettamente migliori rispetto a quelle che avrebbe ottenuto con soggetti dalla posizione consolidata sul mercato come Synchrony Bank (istituto di credito che emette ad esempio le carte di debito di Paypal e altre carte co-branded di grandi gruppi commerciali).

Grazie all’accordo con Goldman Sachs, che sotto l’egida del nuovo CEO David Solomon punta sempre di più a un’espansione dei servizi al consumatore, Apple ha potuto inoltre forzare la mano e imporre la propria visione “assolutista” sulla privacy.
Con una scelta che difficilmente avrebbe incontrato il favore di altri player con maggior potere contrattuale (se non a fronte di licenze più esose), Apple non raccoglierà infatti alcun tipo di informazione sulle abitudini di acquisto dei consumatori. Chapeau.

IL PROBLEMA DELL'ESPANSIONE GLOBALE

Nel complesso Apple Card è dunque una delle novità più importanti fra quelle annunciate dall’azienda quest’anno nell’ambito dei servizi. Ma nonostante a nostro parere l’outlook sul futuro del primo vero prodotto bancario della Mela sia estremamente positivo in chiave di crescita e di lock-in degli utenti dell’ecosistema, c’è una criticità di fondo nel futuro roll-out globale. Chi segue Apple da almeno una decina d’anni conosce bene la natura USA-centrica delle strategie della Mela: i prodotti di Cupertino nascono praticamente sempre con il mercato americano in mente e poi solo successivamente vengono adattati ad altri mercati. Se in ambito hardware e software si tratta di adattamenti gestibili con processi di localizzazione consolidati, per i servizi la questione si complica e non riguarda soltanto un’adattamento linguistico o la stipula di nuove licenze. In molti casi si rende necessario un procedimento di “traduzione culturale” del prodotto.

Nel caso delle serie TV e dei contenuti, banalmente, si tratterà di raccontare storie rilevanti per il pubblico del paese di riferimento (come fa già Netflix, con difficoltà e inciampi ma anche ottimi risultati). Nel caso della Apple Card trovare un istituto di credito partner per l’emissione della carta sarà la parte più facile: molto più complicato sarà invece interpretare le abitudini finanziarie del nuovo pubblico. In altre parole, ci viene difficile pensare che la Apple Card nell’attuale versione statunitense possa funzionare in Europa e in particolare in Italia, date le enormi divergenze culturali sia nella concessione del credito e soprattutto nella gestione del debito da parte del consumatore. La gestione del saldo della carta, il cash-back o le altre caratteristiche della Apple Card sono di per sé concetti alieni al cliente bancario italiano medio ed è difficile pensare che una traslazione del prodotto sul nostro mercato possa essere sufficiente a garantirne il successo. Chissà però che una nuova generazione di utenti, meno adusa alle abitudini di risparmio consolidate e più aperta alle novità e alla semplicità dei pagamenti digitali, non possa guidare però l’ascesa del prodotto di Apple anche nel nostro Paese e in Europa, magari con il risultato di innescare un rilevante cambiamento culturale nelle abitudini di gestione finanziaria del consumatore medio anche sui nostri mercati.

Andrea Nepori è un giornalista freelance esperto di tecnologia e culture digitali. Oltre a HDBlog, scrive per La Stampa, Domus, Vanity Fair, Il Foglio Innovazione. Vive a Berlino. Con Lorenzo Paletti conduce Ultima Fila, un "folle podcast" sul dietro le quinte della scena italiana del giornalismo tech.

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Commenti

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alfazefirus

Mah, al di lá della evidente semplificazione del processo di richiesta non ci vedo chissá che vantaggio rispetto a una qualunque altra carta negli US (ci abito). Il cashback é anche peggio di quello di Bank of America (che dá 3% su una categoria di spese che selezioni tu, e il 2% su tutto il resto) e i tassi APR sono altini rispetto alla media. Mi sembra l'ennesimo prodotto che venderá "perché é Apple", gli americani ormai hanno subíto un lavaggio del cervello cosí profondo che non ne possono uscire.

Garrett

Dopo aver saturato il mercato e con una crescita che si è ridimensionata, stanno cercando altri settori da massima resa minima spesa.

CAIO MARIOZ

Si che aveva tutte quelle novità, sono andato a vedermi il confronto

Francesco Renato

Non capisco come campi la tua banca, forse la carta è collegata ad altri servizi bancari a pagamento.

siohooti
pinoc

Però funzionava alla grande.
Ora è un grande caos.

Itachi

Guarda la mia carta di credito e totalmente gratis e prendo la stessa identica cifra su qualsiasi cosa compro, dalla verdura dal contadino del farmers market al telefono su amazon.
In effetti non so come sia la situazione giu in italia ma qui posso dire con abbastabnza certezza che il cashback non dipende dalle convenzioni con le aziende ma dipende solo dalla banca.

Squak9000

iPhone 7, iPhone SE, Galaxy J5.

rsMkII

"Non compro più smartphone ma servizi digitali." è uno slogan niente male! XD
Per curiosità, che smartphone hai? ;)

rsMkII

Ma neanche, intendeva su Youtube! XD

M C

Tu fai un po' di confusione il mercato degli smartphone è saturo, e samsung sta tenendo le vendite un po' più a galla di apple grazie ai forti investimenti in fascia bassa e media (serie AXX su tutti), quelli che stanno crescendo di brutto sono i cinesi a scapito degli ex due principali produttori.... Apple non è interessata a vendere smartphone a basso margine, quindi in un mercato saturo e ultracompetitivo, non essendo disposta ad agire sul prezzo potrà solo ridurre le vendite e cercare di massimizzare i profitti sui clienti interessati (prezzi astronomici xs e xs max)... I servizi sono il nuovo mercato ad alto margine su cui apple vuole investire, ma anche qui il paragone con google non tiene perché si tratta sempre di servizi premium rivolti principalmente ai suoi clienti (utenti premium, che sono cmq centinaia di milioni un mercato incredibile).... Google si rivolge al mercato di massa all'utente che non cerca la qualità (e non la vuole pagare) fornendo servizi gratuiti remunerati dall'incredibile mole di dati che riceve dagli utenti suoi utilizzatori.... cmq alcuni servizi che per loro natura non necessitano di particolari controlli non sono esclusivi, mi riferisco ad apple tv e apple music che sono/saranno disponibili un po' ovunque

Darkat

Mah, mi sembra che Samsung e altri ne stiano invece giovando del periodo, Apple ha non solo ora perso quote ma negli ultimi 3 anni in maniera continua e incrementale, il problema è consistente tanto da impedire all'azienda di pubblicare i dati di vendita degli iphone (cosa che ha sempre sbandierato in maniera piuttosto entusiastica). Non solo, il fatto che stanno letteralmente correndo per diventare un'azienda di servizi alla Google è un altro importante indice che hanno bisogno di trovare un'ancora di salvezza, perché ormai è chiaro che iphone regge tutto il cucuzzaro e se crolla quello buona notte a tutti. Ma comunque nella difficile situazione sta cercando di stringere gli utenti ancora all'hardware in tutte le maniere, sopratutto con i propri servizi esclusivi, a mio modo di vedere sarà un grosso errore che nel futuro pagherà caro, ma staremo a vedere.

Francesco Renato

In Italia il cashback è previsto solo per gli acquisti presso le aziende convenzionate, in nord america evidentemente è previsto anche per le altre aziende, sia pure in misura minima, ma per le carte di credito generalmente è previsto un canone annuo mentre in Italia le carte prepagate sono normalmente gratuite.

Apocalysse

Hai perfettamente ragione.

Intanto ti agevolo con una comparativa usa, dove invece queste carte esistono e hanno mercato.

https://uploads.disquscdn.c...

In Italia l’offerta è peggiore (e generalmente più cara).

Pensa un po’ come sei ben informato.

Apocalysse

Probabilmente non è il Tasso RAL, ma un TAEG che è diverso.
Informati

Tutte le carte esistenti in Italia, che offrono tale servizio, hanno in realtà tassi simili, o persino più alti.

Informati.

Apocalysse

Potrò essere prevenuto quanto vuoi, ma il tasso oltre il 21% è considerato usura dalla legge italiana

Itachi

Aspetta questa cosa non la sapevo, il cashback e a carico delle aziende?
Mi sembra strano pero, io vivo in canada e ho una carta di credito col cashback e prendo i soldi anche quando la uso in italia o su cose online dove sono sicuro che non abbiano alcuna convenzione.

Andee Kcapp

"Conto corrente in rosso"
Allora sono americano !!

Andee Kcapp

Ma nemmeno un po !!
Facebook insegna molto a riguardo.

Francesco Renato

Il cashback non è a carico della banca ma delle aziende convenzionate con la banca, hai ragione sulla nostra situazione deteriore causata dall'alto tasso di disoccupazione che porta con se tutta una serie di guai: clientelismo politico, eccesso di personale nelle pubbliche amministrazioni con conseguente bassa produttività del lavoro, corruzione elevata etc.

Itachi

Non e una regola ovviamente, se vuoi fare il cashback un modo lo trovi.
Ma vista la situazione totalmente diversa sui margini farlo in italia per la banca e molto piu difficile e infatti le grandi banche non lo fanno quasi mai.
Per il resto si esatto. Semplicemente gli italiani si indebitano indirettamente, gli americani direttamente.
Ma la nostra situazione mi sembra decisamente peggiore visto che riguarda proprio difetti del sistema (incapacita, malagestione, mafiate varie ecc).

Francesco Renato

I cashback esistono anche da noi, a cominciare dal Bancoposta, l'unica differenza è che da noi prevalgono le carte prepagate dato che non abbiamo bisogno di credito, ci pensa lo stato ad indebitarsi al posto nostro, mentre gli americani prediligono le carte di credito perché spendono sempre più di quello che incassano e quindi hanno il cc in rosso.

Anders Ge (f.k.a."usagisan")

«Apple non raccoglierà infatti alcun tipo di informazione sulle abitudini di acquisto dei consumatori. Chapeau.»
Personalmente non è che ci creda molto...

Itachi

Qualche puntualizzazione:
-Vedo che molti nei commenti prendono in giro gli americani per l'uso sbagliato delle carta di credito.
Be, se da noi cose come i cashback non sono possibili e perche, in poche parole, facciamo cosi schifo che i tassi sui depositi da noi sono negativi.
Cioe, se una banca americana guadagna dei soldi dai tuoi 100 euro fermi sul conto corrente (e quindi ha spazio di manovra per offrire cashback o altro) da noi le banche pagano il 0.4% su qualunque euro che sta fermo nei vostri conti correnti.
Volendo semplificare ancora di piu la situazione noi in realta abbiamo speso a credito esattamente come loro, solo che loro lo fanno privatamente tramite le carte di credito, noi lo facciamo sperperando soldi tramite la mala-gestione che facendo crescere la spesa pubblica poi paghiamo sotto-forma di tassa piu alte.
In pratica quello che l'americano stupid0 paghera di interesse sulla carta di credito quest'anno noi (che siamo tutti stupid1) lo paghiamo tramite l'aumento dell'iva (per esempio).
-Vedo che molti faticano a comprendere quale sarebbe il vantaggio di un servizio come questo.
Per farla breve e lo stesso che qualcunque altra tecnolgia ha portato, la semplificazione.
Il problema e che in italia c'e una cultura finanziaria prossima allo 0, molta gente non sa nemmeno la differenza tra carta di credito e debito.
E questa e la principale fonte di reddito delle banche, piene zeppe di costi nascosti,opzioni, rimodulazioni,ecc ecc
La gente non sta dietro a queste cose, non legge i contratti, non guarda le opzioni e non fa ricerche su cosa e dove conviene farlo.
il 90% delle persone semplicemente entra in banca, fa fare tutto al tizio allo sportello e spesso non capisce nemmeno cosa gli viene detto.
Il vabtaggio di un servizio come questo e proprio che premi un pulsante e sei pronto, senza bisogno di sapere nulla o fare nulla perche non c'e nulla da sapere.
Non ci sono nemmeno costi sulle transazioni all'estero, sai con certezza che quello che vedi e tutto quello che devi sapere.

ale

Perché noi abbiamo il Bancomat che è molto più sensato della carta di credito

Yafusata [back from HELL]

Io da quando non c'e' piu' Moggi e quell'altro senza un occhio sono tornato a tifare Juve.
Paralitici non puo' essere peggio di quei due.

Antsm90

Sono americani, valgono entrambi :p

Gunny35

Io sono per le automatiche, ma se non sei abituato ad usarla il revolver è super affidabile

Luigi Andreoli

"Revolving" o "revolver"?

Conosci i tassi per pagamento ritardato del saldo in Italia?
Amex fa il 24%.

Altri?
Perché non mi sembra (affatto) un tasso usuraio, ancora meno se il credit score del cliente è buono.
Anzi...

Io267

È tutto relativo comunque, se ogni week end andassi a Londra o in paesi extra euro sicuramente, ma per ora a me non serve, detto ciò non intendo dire che sia un brutto conto o altro, semplicemente per le mie esigenze al momento mi trovo bene con un altro tipo di banca

Io267

Leggenda metropolitana, paghi il tasso è vero ma non è esagerato come hai sentito dire in giro, te lo dico per esperienza personale, anzi, la carta di debito della mia banca tra commissioni e tasso di cambio era più cara della mia carta di credito

Io267

Te l’ho scritto prima, spesso quando sono all’estero noleggio auto per comodità di spostamento, con la n26 non potrei farlo, nelle grandi catene di alberghi al momento del check in ti richiedono una carta di credito, la carta di credito per chi noleggia qualcosa è una specie di garanzia, non ho mai detto che n26 fa schifo, anzi se non fosse che raramente viaggi in paesi con monete diverse dall’euro mi sarei fatto la metal volando visto che anche extra euro non applica commissioni, ma avendo l’assicurazione viaggi già su quella di credito non varrebbe la pena per un viaggio di 7 giorni ogni due anni pagare 200 euro all’anno, per me ovviamente, ho amici con n26 e se non avessi avuto già un conto corrente che mi soddisfaceva l’avrei fatto pure io, non ho mai detto “Apple Card è meglio”, ho semplicemente detto che Apple Card è di credito, n26 di debito, non possono essere paragonate visto che hanno entrambe pro e contro dovuti appunto al loro diverso tipo di carta

Vash

Tipo?

Io267

Ma guarda che non sto dicendo che la n26 non sia un’ottima carta/conto corrente, sto dicendo che sono due carte diverse, le carte di credito più usate in Italia sono a saldo, non revolving, semplicemente invece che pagare subito paghi il mese dopo, senza alcun interesse, altrimenti non la userei neppure io ma come ti ho detto, per quanto buona la n26 rimane di debito e per alcune cose quella di credito è obbligatoria

Vash

Anche se non prelevi, paghi il tasso di cambio, muy salato, cosa che con n26 non c'è.... E fa una bella differenza

Vash
Io267

E io cosa ho detto? Non mi sognerei mai di prelevare contanti con una carta di credito, per altre cose invece la carta di debito (intendo in generale, non solo la n26) è inutile

Vash

Scusami, parli per esperienza personale? Perché è un po'che la uso, e non ho mai avuto nessuno degli inconvenienti di cui parli, anzi prendendo contanti da qualsiasi bancomat all'estero non ho interessi o maggiorazioni di alcun che. Cosa che le carte di credito (tutte) ti fanno pagare, e salato.

daniele

Quindi l'unico vantaggio è il cash back , non che sia poco.
Non parlano di plafond però

Antsm90

Sai che perdita

Antsm90

Anche in America si paga mensilmente eh (anche se poi hai il cashback)
Che poi anche in Italia ci sono alcuni conti online che ti danno quella base senza canone nè costo iniziale (ma senza revolver, per fortuna essendo un'idiozia da americani)

Squak9000

si, ma appunto è per ragazzi giovani che devono "campare".

Nessuno dice che non si campi... ma c'é modo e modo.

Bauscia in ascesa
M C

È una carta di credito e si appoggia ad un conto corrente (ma puoi saldare il debito anche con Apple wallet)... insomma è una normale carta di credito integrata nell'ecosistema apple.... I tassi usurai di cui tu parli sono uguali anche qui se il conto non copre il saldo della carta....

Io267

Ma continua a rimanere di debito, come ti ho detto prima puoi anche avere la n26 metal ma se devi noleggiare un’auto non fa differenza, sempre di debito rimane e non la puoi noleggiare, idem per gli hotel, In alcuni ti fanno pagare con carte di debito o prepagate ma al momento del check in te ne chiedono una di credito, sono due carte diverse per scopi diversi, per alcune è meglio quella di debito, non mi sognerei mai di ritirare contanti con una carta di credito per esempio, per altre è come se fosse un semplice rettangolo di plastica

M C

Non confondere la perdita di quote di mercato sul nuovo (in termini di nuovi smartphone venduti) in un mercato in contrazione per tutti gli operatori, con una riduzione della base installata... sicuramente c'è un effetto sostituzione (qualche iPhone passa ad android e succederà anche il contrario) ma il problema è principalmente che il nuovo hardware non "tira" più come un tempo e molti usano il telefono più a lungo quindi il mercato si contrae.... detto ciò Apple sta spostando i suoi servizi sugli altri OS ma è chiaro che servizi delicati come apple pay o questa card, rimarranno esclusivamente interni perché richiedono un controllo maggiore, per garantire la sicurezza dell'utente

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