Hayabusa2: la sonda si prepara a un nuovo atterraggio sull'asteroide Ryugu

30 Maggio 2019 4

Hayabusa2 sta attirando l'attenzione di molti studiosi e semplici appassionati: come già sappiamo, la navicella giapponese ha prelevato un campione dalla superficie di Ryugu, ed è riuscita a creare un cratere artificiale sull'asteroide. Lo scopo dell'esperimento è capire meglio come si formino i crateri sugli asteroidi, e per farlo è stato necessario usare un esplosivo in grado di scalfirne la superficie.

Una volta creato il cratere, il passo successivo è necessariamente la raccolta di quanto messo a nudo dall'esplosione, ma le difficoltà non sono poche, soprattutto per quanto riguarda la fase di recupero. Per questo motivo, a metà maggio la sonda giapponese aveva effettuato un primo tentativo, cercando di depositare sulla superficie dell'asteroide un "bersaglio" riflettente in grado di fornire una guida luminosa per un secondo atterraggio utile a recuperare il materiale esploso.


Tuttavia, le cose non erano andate per il verso giusto e, dopo essere arrivata a una cinquantina di metri circa dalla superficie dell'asteroide, Hayabusa 2 aveva interrotto la discesa per via di un sistema automatico a bordo del veicolo spaziale, senza riuscire a lanciare il proprio "bersaglio".

I motivi sono ancora al vaglio degli scienziati che seguono la missione - pare che forse il radar a bordo abbia riscontrato qualche problema nello stabilire la posizione relativa dell'asteroide rispetto al veicolo spaziale - ma sta di fatto che la sonda aveva poi iniziato le procedure per tornare al punto di partenza: operazione, questa, riuscita con successo.

Ma il tempo stringe: entro poche settimane, Ryugu raggiungerà la sua posizione orbitale più vicina al Sole, e la sua temperatura superficiale potrebbe rendere difficile un secondo atterraggio da parte della sonda giapponese. Così la JAXA, l'agenzia spaziale giapponese, ha optato per un secondo tentativo a distanza ravvicinata.


Il secondo tentativo è andato in scena ieri, mercoledì 29 maggio: gli scienziati hanno dato ordine ad Hayabusa 2 di scendere verso l'asteroide a una velocità di 40 centimetri al secondo. Questa volta è andata meglio: la sonda è riuscita a raggiungere la distanza necessaria a rilasciare il bersaglio (circa 10 metri dalla superficie dell'asteroide) e a invertire la rotta. Come riferito nel tweet pubblicato sul profilo ufficiale della missione e riportato qui sopra, infatti, la sala di controllo si è riempita di applausi.

Anche se l'agenzia spaziale deve ancora dare conferma circa l'effettiva riuscita del lancio del bersaglio, la sonda era programmata per lanciarlo poco prima di raggiungere effettivamente i dieci metri di distanza da Ryugu. Se l'operazione dovesse essere riuscita, nelle prossime settimane Hayabusa 2 sarà in grado di atterrare nuovamente sull'asteroide a recuperare i materiali messi a nudo dall'esplosione. Il primo atterraggio era avvenuto lo scorso 21 febbraio: ecco qui il video rilasciato qualche tempo dopo.

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Commenti

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Fabrizio Bertocchi

Alla continua ricerca di nuove risorse per la nostra famelica specie, spero scoprano che dentro é tutto formaggio.

A parte tutto, comunque è giusto che una sonda giapponese atterri su un asteroide giapponese.

Andrea M.

ci sono i presupposti per una causa di stalking.

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