
22 Maggio 2019
Amazon non diventerà come Uniqlo, azienda in cui nove lavoratori su dieci sono robot. Ad affermarlo è stata la stessa società guidata da Jeff Bezos, smentendo dunque l'ipotesi di voler utilizzare un magazzino del tutto automatico nel prossimo futuro.
Ci vorrà ancora qualche tempo, dunque, prima che robot simili a Handle, prodotto dalla celebre Boston Dynamics, prendano il sopravvento all'interno dei magazzini. Il discrimine sarebbe dettato dalla superiorità delle abilità cognitive umane messe a confronto con le limitazioni della tecnologia attualmente disponibile. La notizia arriva direttamente dall'agenzia di stampa Reuters, e deriva dalle affermazioni fatte dal direttore della sezione robotica di Amazon, Scott Anderson, che durante un tour del magazzino di Baltimora riservato ai giornalisti ha spiegato:
Con le tecnologie correnti, ci vorranno come minimo dieci anni per automatizzare per intero l'elaborazione di un ordine che al giorno d'oggi viene gestita da un singolo lavoratore all'interno di uno dei nostri magazzini. Su questo tema sembra esserci una convinzione comune che è decisamente errata: Amazon non si affiderà tanto presto a dei magazzini completamente automatizzati, come molti sembrano invece credere.
Il tema è senz'altro di attualità, perché riguarda l'occupazione di molte persone coinvolte nell'ambito della logistica. D'altronde si tratta di un futuro nemmeno troppo lontano, se si considera che secondo l'ultimo report del Forum economico mondiale, entro il 2025 i robot svolgeranno la metà dei lavori attualmente esistenti.
A quanto pare, infatti, la tecnologia necessaria perché un robot raccolga un singolo prodotto da un cestino senza danneggiarne altri o prenderne troppi è ancora ben distante da una realizzazione efficace. Nonostante tutto, Amazon sta esplorando una serie di possibilità per ovviare a questa esigenza, cercando di automatizzare almeno una parte del processo.
D'altronde, in questo periodo l'azienda è al centro delle contestazioni mosse da diversi fronti, a causa delle condizioni particolarmente difficili in cui - secondo alcune voci - relegherebbe i lavoratori impiegati nei propri magazzini, costretti a competere con una crescente automatizzazione e sottoposti a stringenti controlli.
Derek Jones, referente di ambiente, salute e sicurezza per conto dell'azienda, ha tenuto a precisare che Amazon non intende affidare alcun compito ai robot all'interno dei magazzini che si occupano di cibo fresco. Anche in questo caso, pare che le abilità cognitive umane siano indispensabili (si pensi, ad esempio, di dover chiedere a un robot di scegliere una banana più o meno matura da inserire in un ordine su specifica richiesta di un cliente).
Al contrario, i robot sono già utilizzati nei magazzini che gestiscono merce generica, una definizione di ampia portata che include di tutto, dalle lampade agli abiti, dai kayak alle biciclette. Secondo Reuters, Amazon dirige 110 magazzini, 45 centri di smistamento e circa 50 stazioni di consegna solo negli Stati Uniti e dà lavoro a 125.000 persone, impiegate a tempo pieno in queste strutture.
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Commenti
Era riferito ai tuoi colleghi altrove,purtroppo e cosi si sono tante persone sfruttate ma il male solo solo le multinazionali
concordo in pieno con la plastica ma se così fosse l'arabo non verrebbe più ad acquistare supercar o quantomeno ne prenderebbe meno.
"Fortuna" di vivere in Italia XD Per fortuna è ancora per poco, perchè non ho proprio intenzione di fare lo schiavo per qualcuno, non dico tanto, ma se l'Italia oggi non mi permette nemmeno di sopravvivere è inutile rimanere qui.
Appunto tu hai la fortuna di vivere in Italia e lavorare nella tua professione, due mie amiche in Spagna ora una fa la fotografa l'altra la weeding planner dopo la crisi.Lo so bene come funziona ho 13 tra architetti e ingegneri in famiglia e soprattutto quando una copia di amici architetti che vive in Australia dopo 11 anni si sono stufati e vogliono tornare li ho detto pensateci bene che paese scegliete .Succede cosi per avvocati, medici,e altri dove i giovani vengono sfruttati, mio fratello in Italia prendeva 1600 ,a seattle da amazon prende 7 volte in più oltre 4 biglietti per tornare in Italia all'anno e assicurazione o premi.E cosi che va il mondo d'oggi, stessa cosa per molti colleghi della mia fidanzata americani in Italia hanno tutti i privilegi (casa,auto, biglietti) stessa azienda multinazionale, prova a chiedere se sei italiano :)
Perchè gli stipendi sono comunque più alti. Nel mio settore specifico (architettura) ad esempio non faccio fatica a trovare lavoro, sono passato in diversi studi che hanno necessità sopratutto dopo il terremoto, inoltre avendo dimestichezza con programmi bim sono anche abbastanza richiesto. Peccato però che a conti fatti vai li e ti propongono di lavorare gratis per un pò, dopo mesi ti iniziano ad offrire un piccolo rimborso spese (si oscilla dalle 300 ad un max di 500 euro) ed infine, se dopo alcuni anni diventi vitale per lo studio, ti fanno aprire una finta partita iva e ti ritrovi a guadagnare meno di 1000 euro al mese per lavorare 12 ore al giorno senza nessun tipo di diritto (malattie,ferie ecc..). Questo il linea di massima se ti va bene, ma ne conosco molti che dopo qualche anno hanno perso le speranze e si sono buttati su altro. In Germania ci sono stato 5 mesi per l'erasmus, di base a Leipzig quando parti si oscilla intorno alle 1300-1600 euro mensili, lavorando molte meno ore e con buone prospettive di raddoppiare lo stipendio in pochi anni.
Ho un amico che ha studiato ingegneria meccanica, fino a 5 mesi fa era in un azienda della mia zona dove prendeva sui 1600 euro mensili, oggi è a Stoccarda, di base prende 2400 solo perchè è italiano e non sa il tedesco, ma un madrelingua li prende generalmente molto di più.
In Germania una cosa fondamentale l'ho imparata, il problema dell'Italia non è il paese in se, ma sono gli italiani stessi. Siamo un paese di lamentoni sfruttatori, non siamo in grado di valorizzare le persone di cui abbiamo bisogno e poi ci lamentiamo che se ne vanno.
A mio avviso o si legifera in maniera seria per preservare il lavoro umano o si da un reddito di cittadinanza universale.
Legiferare in maniera seria è impossibile (vedi i nostri politici), quindi penso che in un futuro abbastanza vicino ci sarà la seconda ipotesi. Anche perchè se nessuno lavora nessuno ha i soldi per comprare.
Si le multinazionali creano le macchine per risparmiare sul personale, farle lavorare sempre e poi deve assumere gli stessi impiegati di prima come numero perchè controllino e aggiustino le macchine? Non mi sembra una grande idea
Se si pensa che in America hanno consegnato un rene con un drone per fare in tempo, vuol dire che a volte automatizzare non è sempre un male.
non e' tanto facile, il mercato piu' di tanto non assorbe - guarda il riciclo di carta e plastiche, e' gia' totalmente saturo, non c'e' verso di vendere piu' niente, per questo la cina e l'indonesia hanno smesso di importare.
Kerblam! ci è arrivata già da tantissimo tempo.
Addirittura sono obbligati ad avere una forza lavoro del 10% organica.
si troverà la maniera di vivere anche senza lavoro
Appunto in concetto devi avere la laurea per lavorare in futuro non esiste. Cosi come ci sono le realtà che citi tu,un ingegnere qui prende stipendi da fame ,mentre nella famosa Amazon che tratta la gente come schiavi guadagna e ha benefici che neanche li avrebbe mai sognato. Io mi rifiuto di racchiudere il discorso con la scusa di piccole medie imprese per il 7 paese più industrializzato del mondo. Ripeto solo da me ci sono minimo 5 multinazionali e due delle più grandi banche d'Europa, per non parlare delle piccole e medie imprese
essere un'ameba non è uno stile di vita, bisogna avere qualcosa che ti faccia vivere e tenerti impegnato, senza lavoro la vita è una m3rda.
Probabile, poi in questo mondo solo la morte e le tasse(fuori Italia) sono sicure;)
Si recupera ben poco dei componenti e l'oro è presente in piccolissime %. Non a caso i maggiori centri si smistamento di elettronica di consumo sono in India e Cina.
Se vuoi valorizzare la discariche allora si devono mettere su dei centri per il recupero e riciclo, cosa che è poco presente.
Per la questione termovalorizzatori è sempre il luogo il problema.
Secondo me la plastica andrebbe piano piano abolita del tutto, a partire dagli imballaggi. Lo so che è drastico e poco attuabile, ma per molti prodotti il ritorno allo sfuso sarebbe oltre che possibile, soprattutto conveniente perchè consentirebbe di risparmiare sulla quantità che si acquista.
Sì, è chiaro, ma è anche questo uno dei motivi per cui, secondo me, è l'intera società che dovrebbe essere ripensata.
Alla fine viviamo in una società che si orienta intorno al concetto di lavoro, concetto che in futuro diventerà via via sempre più labile.
Non c'entra il lavorare vicino a casa, ma è noto che l'Italia è una realtà formata da piccole-medio aziende. Abbiamo pochi riferimenti europei a livello nazionali e quindi di certe dimensioni. I lavori che hai citato sono per la maggior parte di esperienza sul campo a parte ingegneria ovviamente inteso come preparazione tecnica.
Carroziere, tecnici di stampanti o video conferenze non hanno una scuola specifica ma sono percorsi che si prendono a livello lavorativo, non scolastico. Che poi bisogna anche far vedere l'altra faccia della medaglia, cioè il fatto che magari c'è gente andata a fare i colloqui con le giuste capacità richieste, ma poi quando ti propongono uno stipendio da fame allora ti rendi conto che è meglio cercare altrove.
per l'elettronica ad oggi si frantuma e si fonde, si recupera l'oro ed altri materiali. L'alluminio ed il vetro sono recuperabili completamente, il problema dell'Al sono le varie seie mischiate (le lattine hanno 2 tipi di allumio per tappi e superfice laterale). Poi ricordiamo che si mercurio per la bauxinte se ne usca ergo come processo non solo non è green ma definibile black.
Carta e plastica è vero, andrebbero bruciati anzi, termovalorizzate ed i fumi filtrati come si deve.
Perché deve far schifo per forza? Ci si abituerà al nuovo stile di vita.
Reddito di inclusione, l'assistenzialismo è fallimentare
Io ho lavorato per tre mesi in Amazon e nel periodo più pesante (fra ottobre 2013 e gennaio 2014), cioè quello delle feste natalizie e posso dire che gli unici difetti riscontrati sono la pausa di mezz'ora che parte dal momento in cui parti dal magazzino alla sala break e le scarpe. Mezz'ora è poca se prima di arrivare agli spogliatoi ci metti 12 minuti fra andata e ritorno e le scarpe antinfortunistica non sono fatte per lunghe marce in una giornata. Il resto secondo me sono solo c4zzate messe in giro da gente che vorrebbe guadagnare senza lavorare e per affossare un'azienda che da fastidio ai negozi fisici che fino ad oggi hanno lucrato su clienti costretti a pagare un articolo a prezzo maggiorato solo perchè non si trovava altrove. L'assistenza poi non la nomino neppure perchè già si sa...
Forse sindacalisti che non hanno visto come si lavora al sud in magazzino.
No il nostro(parlo per l'italia se intendi quello con nostro)e non avere la gente,sai che ci sono aziende che offrono ai dipendenti bonus per trovare ingegneri da mandare il cv?!C'e un annuncio da mesi al bar dove prendo il caffe che cerca carrozziere,per non parlare di programatori plc,front end ,tecnici di stampanti e videoconferenze,matematici ovunque, poi se uno vuole andare al estero ti si apre un mondo tra ing,medici,infermieri,veterinari,geologo,grandi aziende cosa intendi tu?dalle mie parti ci sono molte multinazionali che hanno delle sedi ,e poi perche devi lavorare a 1 km da casa?
le basi ci sarano sempre ma non dimentichiamo che non tutto il mondo e uguale...non puoi avere 50 iscritti in fisica e 150 in matematica o 200 iscritti a medicina e informatica e 1400 in giurispudenza o economia,con tutto il rispetto per alcune facolta ma non e che quello che fa informatica andra a lavorare da intel o quella che fa matematica fara la maestra,ci sono studi, statistiche, teorie certo che danno un minimo di orientamento, poi magari arriva un altro hitler e ammazza tutti (anche se mia nonna diceva che ha risparmiato musicisti e medici)
Non è che ci sia tutta sta gente che sceglie percorsi di studio proprio fallimentari. Piuttosto c'è molta gente che sceglie i percorsi dove c'è più richiesta, salvo poi accorgersi dopo che se la richiesta è 1000 e ne escono 10000, ritrovandosi poi a fare tutt'altro.
Il grande nostro problema è il non avere in quantità grandi aziende che possono assorbire questo genere di competenze.
Il problema riciclo è un problema in realtà molto più esteso di quello che si pensa. Molti materiali, in primis la plastica, hanno una % di riutilizzo bassissima rispetto alla quantità che viene prodotta.
Il vetro si riutilizza bene, l'alluminio, la carta già meno.
Per molti prodotti non c'è modo di attingere dalle discariche, primi fra tutti l'elettronica di consumo che ormai fa da padrona nelle discariche.
Senza dubbio, ma considera che tendenzialmente si deve lavorare per una 40ina d'anni e nessuno può fare previsioni così accurate.
Per dire, ci sono le basi per poter ridurre fortemente la necessità pure dei medici, in futuro. Tutti i lavori sono potenzialmente a rischio.
80 %dei tecnici che fanno manutenzione in giro sono senza laurea.
confermo
E quello che dico sempre,sfrutta sia quello in negozio fisico i commessi ma nessuno si indigna
dici bene, andrebbero valorizzate le miniere urbane ovvero le discariche. Se la 5 di riciclo salisse di molto, dovremmo attingere molto meno alle materie vergini. Poi il problema sarebbe il plus di energia richiesto ma per favore, un problema alla volta :)
però poi chi lavora e magari occupa posizioni non base, dovrà essere ben remunerato per distanziarsi dagli aventi diritto al RdC.
"Il discrimine sarebbe dettato dalla superiorità delle abilità cognitive umane."
Posso ridere?
Il discrimine vero sapete qual'è? la diversità degli imballi che devono maneggiare. Lascia che riescano ad uniformare gli imballi, separando gli articoli che vendono per dimensioni della scatola, e poi vedi te le abilità cognitive dell'uomo dove se le mettono...
E gli Oprai?
A mio avviso e il momento di fare informazione nelle scuole prima di scegliere la laurea giusta o la scuola professionale
Ma io sinceramente anche vedendo i vari servizi scandalistici in tv e su internet non sono mai rimasto impressionato. Semplicemente perchè la situazione, rimanendo nel settore logistico, in altre aziende è ben peggiore di quella reputata da "schiavitù" di amazon. Ed anzi ci sono tantissimi settori come quello della ristorazione dove, corri di più, per molto più tempo, spesso senza giorni di riposo e con stipendi mediamente inferiori.
Per qualche mese dai, nei periodi piu' caldi...
sono daccordo ,ma il tema era un altro ovvero la automazione totale ,e infatti dicevo che amazon farà passare un po di tempo e poi automatizzerà tutto
tranquillo che ti daranno il rdc...
La sorella di un mio amico lavora in un magazzino Amazon....direi di smettere di credere ciecamente a quello che raccontano i sindacati
E' per questo che ci sono progetti per acchiappare gli asteroidi e ricavarne metalli rari etc.
amazon in molti paesi ha messo i suoi magazzini contrattando con le politiche locali ...io ti porto lavoro e assumo operai e tu governo mi defiscalizzi la baracca.....ora non possono meccanizzare tutto subito devono fare la scena ,gia comunque i dati dei lavoratori vengono gestiti da un algoritmo che decide chi rende e chi no e li licenzia...quindi la via è quella di meccanizzare tutto al piu presto possibile
Dai almeno per 10 anni qualcuno potrà trovare lavoro per un anno...
La mia ipotesi è che anche questa manodopera fosse sostituita da altri robot manutentori.
con la differenza che per fare il nuovo lavoro serve manodopera specializzata, quindi laureati, e il lavoro nuovo richiederà molte meno persone del lavoro vecchio.
Mettiamo che nella situazione iniziale l'uomo per procurarsi una patata deve fare queste operazioni: scavare a mano una buca, piantare una patata, coltivarla, estrarla dal terreno, cuocerla. Un giorno un uomo della tribù inventa la vanga, dopo aver fatto gioco per sfruttare la sua invenzione e averla venduta, la tribù detiene in modo gratuito un nuovo strumento. Rispetto alla situazione precedente l'azione "scavare una buca" è stata efficentata tramite delle leve fisiche e uso di nuovi materiali. Le nuove operazioni da fare per scavare una buca sono solo costruire la vanga, il che porta a nuovi lavori: ricerca e intaglio del legno, ricerca e fusione del metallo. Si potrebbe quindi dire che nonostante uno strumento abbia reso efficienza nell'azione, ha creato due nuove occupazioni che vanno a sostituire lo scavare a mano la terra, operazione faticosa!. Ma mettiamo che, saltato il resto del discorso anche sulle procedure di "piantare la patata", "coltivarla", "estrarla dal terreno" e "cuocerla", tutte a loro volta efficientate in modo simile al discorso della vanga, si arrivi ad una nuova situazione. Un uomo inventa uno strumento che da solo costruisce la vanga. In questo caso si potrebbe dire che il lavoro si sposta dal costruire vanghe a mantenere e aggiustare la macchina che le costruisce, ma se per farlo serve solamente una persona invece che due? E se la macchina non si rompe cosi facilmente? E se a sua volta c'è un altra macchina che costruisce macchine costruttrici? Alla fine del discorso, mi basterà premere un pulsante per avviare il processo che mi fa arrivare sul piatto una patata cotta senza nessun intervento umano di nessun tipo. Se tutto il macchinario automatizzato è posseduto da una sola persona "capitalista" che detiene il potere di chiedere un margine di profitto su qualcosa che non ha costo, allora è lo stesso capitalista che chiederà a gran voce un reddito universale per poter vendere i suoi prodotti senza che ci siano lavoratori stipendiati.
In buoni amazon
diventerà reddito di sopravvivenza
Sarà comunque un decimo, se non meno, rispetto al numero di magazzinieri necessari ora.
In realtà la questine è assolutamente attuale: via via che sempre più lavori verranno automatizzati è evidente che una porzione sempre inferiore della popolazione troverà lavoro. A mio avviso è il momento di cominciare a ragionare su un modello di società e di economia che preveda la schiavitù (cioè quella dei robot) perché fra non molto praticamente solo il settore dei servizi consentirà di avere lavoro e, alla lunga, pure quello è a rischio.