
30 Novembre 2021
La missione Cheope, la prima dell'ESA dedicata allo studio degli esopianeti, è pronta al lancio: ad annunciarlo, in questi giorni, è stata la stessa agenzia spaziale europea che, aggiornando il proprio portale web dedicato alla missione, ha fatto sapere il satellite è stato dichiarato pronto al volo, dopo aver superato, nel corso di cinque lunghi anni, migliaia di test volti a verificarne la conformità ai requisiti richiesti.
Cheops (CHaracterising ExOPlanets Satellite) prenderà il volo nella finestra di lancio compresa tra il 15 ottobre e il 14 novembre 2019 a bordo di un razzo Soyuz che partirà dallo spazioporto europeo situato a Kourou, nella Guyana francese, con Arianespace. Prima di quel momento, ancora per qualche mese, il veicolo rimarrà negli spazi del contraente principale, Airbus Defence and Space, a Madrid, dove il 29 marzo i giornalisti avranno l'occasione di vederlo dal vivo.
Obiettivo del telescopio spaziale non sarà scoprire nuovi pianeti extrasolari, bensì - come spiega efficacemente Media Inaf - misurare con precisione "la taglia di quelli di cui conosciamo solo la massa, allo scopo di ricavarne la densità e poter così formulare ipotesi sulla loro struttura interna e sulla presenza di un'atmosfera".
A questo scopo, Cheops sfrutterà il metodo del transito: in parole povere, il telescopio spaziale prenderà di mira esopianeti la cui esistenza e massa sono già note per determinarne dimensioni, densità e di conseguenza classificazione planetaria. Per farlo, osserverà le stelle luminose già note per ospitare degli esopianeti nella propria orbita, in attesa di intercettarne il transito: poiché si tratta di esopianeti noti, Cheops saprà in anticipo quando stanno per passare davanti alla propria stella e così li attenderà al varco.
Potendosi concentrare su un slot preciso, Cheops sarà in grado di osservare numerosi transiti per ogni pianeta extrasolare, fornendo agli astronomi dati molto precisi che permettano di ricavarne le dimensioni, in particolare quelle dei pianeti di dimensioni comprese tra quelle della Terra e di Nettuno. Tali dati, insieme alle informazioni sulle stelle attorno a cui ruotano gli esopianeti e sulle loro orbite, forniranno informazioni importanti sulla loro formazione e storia evolutiva.
Non solo esopianeti, tuttavia: l'ESA si occupa anche di Marte. A questo proposito ha recentemente pubblicato uno scorcio della primavera marziana, catturata dallo strumento CaSSIS della sonda ExoMars e ha lanciato anche un concorso per dare il nome al rover che andrà sul pianeta rosso nel 2020.
Nokia G22 vs Fairphone 4: smartphone sostenibili e riparabili con tante differenze
Bing Image Creator: ora basta chiedere per generare un'immagine qualsiasi
Recensione 70Mai Omni: la Dash Cam a 360° con ADAS ci è piaciuta! | Video
Paramount+, tutti i film e le serie TV in arrivo ad aprile 2023
Commenti
Interstellar docet ma senza la parte spaziale.
Oh, guarda, lo spero anche io. Felicissimo di essere smentito nel caso, ma visto l'andazzo.
Che nel 2019 ci siano in giro persone che davvero portano avanti una cosa assurda e ridicola come la Terra Piatta... è dura mentenere le speranze.
Cheers
Odio dare ragione a simili pensieri, purtroppo con l'aumento di popolazione mondiale, riduzione degli stock alimentari (lo sperimenteremo tra una ventina di anni), surriscaldamento e progressiva desertificazione,
tutti questi bei propositi di unitá e conquiste scientifiche, esplorazione etc verranno messe in secondo piano dalle contingenze del momento e strumentalizzate dal nazionalista o guerrafondaio di turno.
Spero di cuori di sbagliarmi.
Bella speranza, ma è nettamente più probabile l'altra ipotesi con gli ignoranti e i beceri al potere. :(
Cheers
io al solo pensiero di cosa abbiamo sopra il capo, ti giuro, mi viene il mal di testa.
Qui ancora a pensare a barconi,gender e facezie simili. Dovremmo essere uniti per affrontare simili sfide ed invece?
LOL! No in realtà spero di trovare l'umanità nell'egemonia, in una civiltà ormai liberata da concetti primordiali come "religione", "territorio", una civiltà che ragioni più come specie che come gruppi etnici separati da chissà quale retaggio.
Occhio che rischieresti di trovare l'umanità riportata al medioevo dall'Inquisizione terrapiattista!
Che figata.
A volte mi sento così avido di scienza che vorrei farmi ibernare giusto per vedere a che punto saranno le conoscenze umane dell'Universo tra cento anni.