03 Dicembre 2019
Si conclude con un nulla di fatto la riunione dell’Ecofin di ieri, 12 marzo (ne avevamo parlato QUI), in cui i ministri delle finanze dell’Unione Europea hanno cercato di trovare un compromesso sulla Web Tax, il sistema di tassazione delle grandi imprese che producono beni di natura digitale.
Il testo - l’ennesimo tentativo per muoversi verso l’approvazione della legge - è stato presentato dalla presidenza di turno rumena, senza tuttavia trovare una soluzione condivisa: sono prevalse le divergenze tra i Paesi Membri, nonostante negli ultimi mesi si sia cercato di seguire un percorso compartecipato che prevedesse variazioni sostanziali alla prima stesura (vedasi ad esempio l’abbassamento della soglia minima del fatturato passata nelle ultime versioni da 50 a 40 milioni di euro).
La discussione ha fatto emergere come, nonostante vi sia un più ampio supporto a questo testo da parte di una larga parte dei Paesi Membri, alcune delegazioni mantengono delle riserve sia su alcuni aspetti specifici della proposta che su obiezioni più fondamentali,
si legge in una nota ufficiale (FONTE).
Così ha invece commentato la situazione il ministro romeno Orlando Teodorovici, presidente di turno dell’Ecofin:
Prendo nota dell'opposizione di alcuni Stati membri, Ocse e G20 stanno portando avanti progetti molto ambiziosi e si pensa di concludere entro il 2020. Siamo d'accordo a concentrarci sugli sforzi a livello di Ocse ma dobbiamo essere pronti ad affrontare ritardi all'interno dell'ambito internazionale.
In particolare, il rigetto è venuto da Svezia, Irlanda, Danimarca e Finlandia: l’approvazione della Web Tax richiede però l’unanimità. Ora le strade sono due: o si abbandona del tutto l’idea di una tassazione condivisa tra i Paesi Membri, lasciando a ciascuno di questi la facoltà di procedere in completa autonomia (Francia e UK lo stanno già facendo) o ci si affida all’Ocse (che ne discuterà non prima della metà del 2020) ed al G20:
Se nel 2020 si constaterà che l'accordo a livello Ocse richiederà più tempo, il Consiglio potrebbe tornare a discutere la web tax se lo ritiene necessario,
ha specificato Teodorovici.
“Un’occasione mancata”, l’ha definita il Commissario agli Affari Economici dell’UE Pierre Moscovici.
Commenti
Non so pensi che stiano facendo i tuoi interessi da cittadino europeo tollerando certe scorrettezze?
Eh se ci fosse la nostra di gentaglia sarebbe molto meglio in effetti.
:')
Pensa?
Si sapeva dall'inizio, i SUPER MILIARDARI che pagano lo 0,03% di TASSE IN IRLANDA fanno un'altra pernacchia a tutti gli europei caproni e a 90.
In questo specifico articolo no, ma basta cercare su Google per trovare la posizione del Lussemburgo e la motivazione di tale scelta.
non mi sembra l'articolo dica che il Lussemburgo fosse contrario , ma un commento sovranista fa sempre comodo
Personalmente asfalterei volentieri sia il Lussemburgo che Irlanda...
Ohè, magari ci penserà, che ne sai...
E poi vogliono fare passare una cosa immonda come la legge sul copyright.
Ci pensa Salvinhi-hi-hi
Il succo del discorso è questo. Vorrebbero farci credere che siamo nell'unione europea e vengono tollerate certe oscenità di concorrenza sleale nei confronti degli altri stati membri.
Alla fine ci toccherà procedere da soli. Ovviamente realtà come Irlanda e Lussemburgo che ingrassano sottraendo tasse agli altri paesi non condivideranno mai una proposta su cui vanno a perdere miliardi di euro.
Beh alla presidenza della commissione europea c'è chi ha fatto del Lussemburgo un paradiso fiscale per eccellenza quando era primo ministro. Con questa gentaglia ai vertici non si va da nessuna parte.
maledette irlanda e lussemburgo.
cosi l'europa non funziona e crea solo disuguaglianze
Ma guarda un Po....
Invece sulla censura al web si va avanti vero?
Chissà perché il rigetto dell'Irlanda non mi sorprende.
Con l'articolo 13 invece come e finita?