
Huawei 23 Nov
Mate 20 e Mate 20 Pro, lo si sapeva, dovevano per forza essere i protagonisti dell’evento di Londra del 16 ottobre scorso: le (tante) indiscrezioni diffuse in rete nei mesi precedenti ne avevano rivelato quasi tutti i dettagli, dagli aspetti prettamente tecnici a quelli estetici. Poi è venuto il momento di Mate 20 RS Porsche Design, lussuosa versione potenziata del Mate 20 Pro (aumentano RAM e memoria interna) con eleganti inserti in pelle sulla scocca posteriore. E visto che Huawei aveva giocato d’anticipo lanciando la versione Lite a inizio settembre, nessuno pensava che potesse esistere addirittura un quinto smartphone della serie.
Mate 20, Mate 20 Pro, Mate 20 RS Porsche Design e Mate 20 Lite, dunque. “Tutto” qua? Neanche per sogno. A Londra Huawei ha stupito tutti - presenti e non - rivelando lo smartphone che nessuno si aspettava, sfuggito a tutti i rumor: Mate 20 X. Della serie: quando “top di gamma” fa rima con “dimensioni enormi”. Con qualche rinuncia, però.
Ma andiamo con ordine e cerchiamo di conoscerlo più da vicino.
Inutile girarci intorno: Huawei Mate 20 X è grande, per alcuni addirittura grandissimo, e l’utilizzo con una sola mano è - per la maggior parte delle persone - quasi impossibile. Anche fosse, la porzione di schermo a cui si riesce ad accedere con il pollice è davvero limitata. L’impugnatura viene tuttavia facilitata dalla sua forma allungata (il rapporto è 18,7:9), ma restano comunque “importanti” le dimensioni che lo rendono difficile anche da trasportare: non è per tutte le tasche, insomma. E non solo per il prezzo.
Parliamo di uno smartphone adatto “alle manone” o, in generale, a chi desidera sfruttarlo come piccolo tablet. Forse possiamo ritirare fuori il termine phablet, ormai inadatto per definire i dispositivi attualmente disponibili in commercio che nella maggior parte dei casi superano abbondantemente i 6 pollici di diagonale. E pensare che il phablet per eccellenza - il Galaxy Note originale - sembrava così enorme con i suoi 5,3”!
Sì, Mate 20 X è una vera via di mezzo tra uno smartphone e un tablet… un phablet “moderno”, insomma, che grazie all’ottimizzazione dei bordi (e al notch, volenti o nolenti) riesce ad offrire un display da 7,2” in una scocca decisamente più piccola, ad esempio, di un ASUS ZenFone 3 Ultra, dispositivo che ho avuto in passato e che, nonostante le dimensioni più generose rispetto a Huawei, ha un pannello 0,4” più piccolo. Un’altra generazione.
Che sia grande, dunque, è un dato di fatto. Parlano da sole le dimensioni: 174,6 x 85,4 x 8,15mm, contro, ad esempio, i 157,8 x 72,3 x 8,6mm di Mate 20 Pro. È più alto di 16,8mm, più largo di 13,1mm e… più sottile di 0,45mm. Quest’ultima misurazione non deve stupire più di tanto, considerato che sul Mate 20 X il sensore delle impronte digitali non è integrato sotto il display come sulla variante Pro, ma è posizionato in modo più “tradizionale” sulla scocca posteriore appena sotto la tripla fotocamera.
Comodo o non comodo, questo dipende dalle nostre abitudini. Avevo “criticato” il sensore anteriore di P20 Pro nella riprova, esteticamente “bruttino”, ma devo dire che sbloccare lo smartphone direttamente con un dito senza prenderlo in mano o doversi allungare con il collo fino a che la cam anteriore non riconosce il nostro volto è decisamente meglio.
Confronto dimensionale con Apple iPhone XS Max
Un aspetto che ho gradito (e non poco) è il grip dato dal particolare - ed elegante - pattern Hyper Optical sulla scocca posteriore. La rifinitura del vetro anti-scivolo e anti-impronta si vede e si sente, ed è la stessa che si trova sul Mate 20 Pro nelle colorazioni Emerald Green e Midnight Blue: provate a “grattare” il retro con le dita e ve ne renderete conto.
Per il resto, Mate 20 X offre un design più simile a Mate 20 che alla variante Pro. In sostanza:
Mate 20 X è un Mate 20 gigante con le caratteristiche tecniche del 20 Pro: potremmo riassumere così il phablet di Huawei, senza però dimenticarci di alcune piccole - ma significative - differenze (leggasi rinunce) proprio rispetto al top di gamma della serie. Mate 20 X è dunque un mix dei due: rispetto al modello top, mancano il sensore delle impronte digitali sotto il display e la 3D Depth Sensing Camera per lo sblocco facciale tridimensionale. Il riconoscimento del volto c’è, ma non sfrutta la tecnologia di scannerizzazione 3D risultando così un sistema più limitato e meno sicuro.
Elementi in comune con Mate 20:
Elementi in comune con Mate 20 Pro:
E' l'unico della gamma ad avere:
La decisione da parte di Huawei di destinare a Mate 20 X un pannello Full HD+ può far storcere il naso a qualcuno, indubbiamente. Su uno smartphone da 7,2” sarebbe stato sicuramente più adatto un display con una risoluzione più elevata, specie per godersi appieno i contenuti multimediali e per le sessioni di gaming (vista anche la connotazione che gli ha dato il produttore).
Due sono le motivazioni che - a mio parere - hanno spinto Huawei a integrare questa tipologia di pannello:
Il display (AMOLED) Full HD+ resta tuttavia molto buono, con un’ottima luminosità (meglio di quella che ho riscontrato nella riprova di P20 Pro) e una perfetta leggibilità al sole (colori e temperatura li ho settati rispettivamente in modalità “intensa” e “predefinita”, ottenendo un risultato particolarmente equilibrato e davvero efficace).
È possibile selezionare l’opzione Risoluzione intelligente che permette di adattare automaticamente la risoluzione dello schermo sulla base dell'ambiente circostante con relativo risparmio energetico. Potrebbe aver senso su Mate 20 Pro (QHD+/FHD+), ma non su Mate 20 X (FHD+/HD+). E allora: deselezionata l’opzione e impostata la risoluzione manuale Full HD+ 2244x1080. Meglio di niente.
Inutile soffermarsi troppo sulle potenzialità del Kirin 980 (annunciato a IFA 2018 e realizzato con processo produttivo a 7nm), della doppia NPU e della tecnologia GPU Turbo 2.0. Andrei infatti a ripetere le stesse considerazioni fatte nella nostra recensione di Mate 20 Pro, visto e considerato che entrambi gli smartphone (ma anche Mate 20, eccetto la RAM) condividono la stessa dotazione hardware. Mate 20 X lo sto utilizzando ormai da tempo come primo telefono, e mai ho notato rallentamenti, lag o qualsivoglia mal funzionamento durante le attività, siano queste legate all’intrattenimento con la visualizzazione di contenuti multimediali o alla produttività (modalità desktop inclusa).
Tutto perfetto, insomma, come è lecito attendersi da uno dei migliori SoC attualmente disponibili in commercio e dal supporto fornito dai 6GB di RAM integrati.
Il “capitolo software” lo vorrei riassumere in tre punti:
A proposito di gesture, avevo iniziato a utilizzare Mate 20 X con i classici tre pulsanti in basso, ma dopo aver provato la modalità di controllo senza tasti non sono più tornato indietro: lo schermo è libero da “distrazioni”, le gesture sono intuitive e, dopo l’ultimo aggiornamento, funzionano benissimo (ora navigare tra le schermate è più fluido e il movimento del dito sul display viene interpretato al meglio dal sistema).
La vera “chicca” di Mate 20 X è il supporto a M-Pen, pennino con 4096 livelli di pressione dedicato in modo particolare a chi intende utilizzare lo smartphone per lavorare, prendere appunti e disegnare.
L’idea di introdurre questa soluzione è lodevole (è un modo alternativo e più completo per sfruttare i 7,2” al meglio), ma ritengo che la M-Pen sia ancora acerba. Nulla da obiettare su ciò che riguarda la sua qualità costruttiva (è realizzata in metallo) e le sue prestazioni (prendendoci un po’ la mano risulta essere lo strumento perfetto per lavorare sullo smartphone). Parlo piuttosto della mancanza di funzionalità ad essa dedicate, ad oggi limitate a:
Tutte queste operazioni vanno effettuate tenendo premuto il pulsante sulla M-Pen, che ha tra l’altro sulla parte superiore una presa USB Type-C per la ricarica della batteria integrata. Ciò che manca, a mio parere, è un’interfaccia dedicata al pennino in stile Galaxy Note - del resto Samsung ha ormai una lunga esperienza a riguardo. Su Mate 20 X non ci sono funzionalità dedicate, né menu ad hoc che guidino l’utente nella selezione. Peccato, speriamo che in futuro venga implementato qualcosa di simile.
Ultima cosa: inutile provare a utilizzare la M-Pen del Mate 20 X su altri dispositivi: si chiama “Huawei M-Pen for Huawei Mate 20 X” non a caso… e non ha nulla a che vedere con la M-Pen di MediaPad.
Davvero ottimo l’audio in ricezione durante le chiamate, forte e chiaro, come si suol dire. Nessun problema nemmeno in vivavoce, con la possibilità di calibrare il volume a proprio piacimento a seconda delle necessità e dell’ambiente (più o meno rumoroso) circostante.
Avete presente la piccola griglia sopra il notch di Mate 20 Pro? Ebbene, qui è solo un auricolare, nient’altro. E non si tratta di un “minus” ma di un “plus”, visto che un secondo speaker c’è ugualmente, al quale è stato però riservato “maggiore spazio” posizionandolo sulla scocca superiore. L’audio Dolby Atmos che ci restituisce il doppio speaker è perfetto durante il gaming, ideale per godersi un bel film su Netflix e altrettanto ottimale per ascoltare la nostra musica preferita. A proposito, il jack audio da 3,5mm c’è, e per alcuni può essere un’ottima notizia. Anche con le cuffie il suono è limpido, con bassi potenti ma mai esagerati e una qualità complessiva eccellente. Non siamo forse ai livelli di LG G7 ThinQ, ma poco ci manca.
C’è davvero ben poco da aggiungere a quanto detto nella recensione di Mate 20 Pro, visto che proprio con il top di gamma Mate 20 X condivide lo stesso comparto fotografico.
Huawei decide dunque di abbandonare il sensore monocromatico (ma le foto in B/N sono sempre possibili con il filtro disponibile nel menu alla voce Altro), introducendo la (forse più utile) fotocamera grandangolare da 20MP con apertura f/2.2. Ottima la resa dell’ultra-wide in tutte le condizioni di luce, inclusa quella notturna: selezionando Notte, infatti, l’IA di Huawei ci viene in aiuto per scattare immagini luminose e dettagliate anche quando il buio che ci circonda ci porterebbe a pensare al contrario. Scegliendo Ampio, potremo sbizzarrirci con il grandangolo a qualsiasi ora e in qualsiasi ambiente.
Altrettanto pregevoli sono le foto scattate con il sensore principale da 40MP con struttura Quad Bayer, che ci consente di zoomare sulla scena fino a 3x senza perdita di dettagli. Ciò è possibile solamente se si imposta la risoluzione degli scatti a 10MP (3648x2736), in modo tale che il sensore da 40MP possa ingrandire l’immagine fino a 3 volte senza dover ricorrere al crop digitale (presente invece nello zoom 5x “ibrido”).
La terza cam è la telephoto da 8MP (f/2.4, 81mm eq.), l’unica con stabilizzazione ottica dell’immagine ma forse anche la meno performante delle tre. Nelle foto ho notato molto rumore, anche in condizioni ottimali di luce. Forse su questa terza fotocamera Huawei dovrà lavorare ancora un po’ per portarla allo stesso livello delle altre due.
Un altro punto su cui servirebbe - per mia esperienza - un miglioramento lato software riguarda la profondità di campo, sia nella modalità ritratto che nella regolazione manuale dell'apertura: spesso, infatti, gli artifizi software sono un po' troppo "ingombranti", con i contorni degli oggetti sullo sfondo che presentano l'effetto "pennellatura". Si tratta di un aspetto che si potrà certamente migliorare nei prossimi aggiornamenti.
La 24MP anteriore lavora bene, sia di giorno che di sera, e come per Mate 20 Pro anche io ho notato un’esposizione più equilibrata e meno bruciata rispetto a P20 Pro. Non sono un amante dei selfie (preferisco fotografare quello che ho davanti), e ammetto di non aver forse testato a sufficienza questa “quarta” fotocamera. Per quello che ho potuto constatare, però, il lavoro lo fa egregiamente.
Discorso video: su questo aspetto c’è stato un deciso passo in avanti rispetto agli smartphone Huawei della generazione precedente, con una stabilizzazione migliore e una qualità delle riprese complessivamente più che buona. Peccato però per la mancanza dei 60fps nella registrazione 4K (c’è solo l’opzione 30fps) e per la resa al di sotto delle aspettative della telephoto.
La citazione alla storica pubblicità del "pennello" è d'obbligo... Qui non ho nulla da dire, del resto sarebbe strano il contrario vista la gigantesca batteria da 5000mAh. Con questo smartphone l’autonomia non è più un problema, con un utilizzo standard sono sempre arrivato a sera con almeno il 30% ancora disponibile, mentre nei giorni più impegnativi ho rimesso il Mate 20 X in carica con il 5-6%.
Non per ultimo, la tecnologia SuperCharge (5V/4.5A) permette di ricaricare il dispositivo in un attimo: in caso di necessità (una presa volante in aeroporto o una piccola “spinta” alla batteria prima di uscire) ci stupiremo della rapidità con cui la 5000mAh si ricarica. Huawei parla di una ricarica completa al 100% in 1 ora e 40 minuti, non male davvero.
Detti i lati positivi, veniamo a quelli “negativi”, ovvero alle carenze rispetto a Mate 20 Pro: manca la ricarica wireless e, con questa, anche la (comoda) funzionalità Reverse Charging per ricaricare un altro dispositivo tramite il contatto tra le due scocche posteriori. Il comparto wireless è prerogativa del top di gamma, insomma, e per ridare vita al nostro Mate 20 X scarico ci dovremo accontentare del classico filo.
Mate 20 X è stato lanciato inizialmente solo in alcuni Paesi asiatici (Cina, Singapore, Malesia e Filippine), creando scontento tra chi desiderava acquistare questo smartphone da 7,2” anche in Europa. Visto forse l’interesse crescente sul telefono, Huawei ha deciso di metterlo in vendita anche nel Vecchio Continente, a partire dal Regno Unito per poi raggiungere ufficialmente Germania e Spagna.
Insomma, Mate 20 X non è disponibile all’acquisto diretto in Italia, ma lo si può tranquillamente trovare presso i negozi fisici e online di altri Paesi europei e - come nel mio caso - su eBay (il LINK è riportato più in basso).
Attenzione, però: circolano due distinte versioni di Mate 20 X, una riservata al mercato cinese (priva di app Google) ed una internazionale. Il mio consiglio è quello di prendere la seconda, identificata dalla sigla EVR-L29 (quella cinese è EVR-AL00).
Huawei Mate 20 X è una via di mezzo tra uno smartphone e un tablet: con i suoi 7,2” è massiccio se lo si fa rientrare nella prima categoria, è davvero compatto se invece lo si mette nella seconda. Al di là di tutto, nasce come telefono, dunque ha nelle sue dimensioni importanti un pregio e un difetto (un limite, più che altro) allo stesso tempo.
È una soluzione perfetta per chi ama gli smartphone dai display ampi, soprattutto per il gaming, il lavoro e la visione dei contenuti multimediali. Chi preferisce invece qualcosa di più “standard” ovviamente deve virare su altro. È uno smartphone per pochi, e la decisione da parte di Huawei di destinarlo solamente ad alcuni mercati selezionati lo dimostra.
Dal mio punto di vista personale non posso che essere soddisfatto di questo Mate 20 X: nonostante l’enorme display, le dimensioni sono state ottimizzate a dovere con bordi sottili e un notch quasi invisibile. In più, software e hardware sono al top: Android 9 Pie è costantemente aggiornato, mentre la scheda tecnica viene quasi del tutto condivisa con Mate 20 Pro. “Quasi”, perché qualche rinuncia bisogna accettarla:
Il resto - dal processore fino al comparto fotografico - viene tutto condiviso con il modello top di gamma. Niente male, visto che in passato smartphone di queste dimensioni erano dotati di specifiche di fascia media.
Ottimi dunque il display, l’esperienza d’uso quotidiana, l’autonomia e il comparto fotografico (i video sono un gradino sotto). Avrei apprezzato una EMUI 9 svecchiata (magari che si avvicini alla stock!) e un’interfaccia specifica dedicata alla M-Pen che, ad oggi, mi sembra un po’ troppo slegata dal resto.
In Germania e Spagna lo si trova al prezzo ufficiale di 899 euro, ma lo si può acquistare a meno in rete con spedizioni anche verso l’Italia. eBay è una delle soluzioni (e lo si trova attorno ai 700 euro), ma non l’unica. La fascia di prezzo in cui si inserisce è compresa tra quella a cui appartengono Mate 20 Pro (1099 euro al lancio) e Mate 20 (799 euro). Ora, a distanza di qualche mese, i prezzi sono ovviamente calati, anche se le proporzioni restano inalterate.
VOTO 8.7
Commenti
Idem io. Lo avevo un anno fa ma ho deciso di riprenderlo. Asfalta tutti anche nel 2020
finalmente lho fatto mio ed è ancora al top.
Giusto, si estrae la penna con la stessa mano con cui si scrive.
Se devi farlo 100 volte ogni giorno ...
Magari.... Idem anch'io!
BELLISSIMA E UTILISSIMA E ACCURATISSIMA RECE
Ciao, anch'io ho un mate 20 x da due mesi e da circa 10 giorni, mentre lo sto usando, mi si oscura lo schermo e mi si riavvia il telefono, anche 2/3 volte al giorno. Già fatto reset ai dati di fabbrica ma il problema persiste, anzi alcune volte mi appare il msg che il sistema ha rilevato una anomalia nell'avvio dell'app ed è entrato in modalità di sicurezza con consiglio di disinstallare tutte le app (cioè quelle precaricate ) Potrebbe essere un bug del software risolvibile con i prossimi aggiornamenti o è consigliabile mandarlo in assistenza?
Sono mancino e non vedo il problema...tengo il telefono con la destra ed estraggo la penna e scrivo con la sinistra...
Io il sensore sul retro lo trovo piu' comodo del faceid quando ce l'ho in mano ma siccome lo uso spesso appoggiato cosi' e' molto scomodo.
Lo vorrei davanti sotto lo schermo.
non è specificato se sia antiaderente o meno
Io al sensore impronte sul retro, in ufficio mi riesce scomodo sollevarlo dalla scrivania tutte le volte per farmi riconoscere.
creti creti.
Mondialcasa
non creto.
un telescopio spaziale hubble no, ma una vista 10/10 si.
"Perchè io il telefono lo tengo con la sinistra e scrivo con la sinistra, quindi per estrarre una ipotetica penna dovrei usare la destra e poi fare uno scambio di mano."
parole tue, non mie.
"se fossi destro la dovresti estrarre con la sinistra e poi fare un cambio di mano.Quindi che stai farneticando??"
parole mie.
riassumendo: che sei mancino o destro il problema e' identico.
ora dimmi: devi cambiare spacciatore oppure no??
Se sei mancino, scrivi con la sinistra.
Quindi se tieni il telefono con la sinistra, estrarre la penna non è agevole.
Se tieni il telefono con la destra, l'alloggiamento per la penna solitamente sta nella metà destra del telefono e anche in questo caso sarebbe poco agevole estrarla con la mano sinistra.
Quando il telefono ha il pennino, è pensato per tenerlo con la sinistra e estrarre la penna con la destra
Sicuramente non mi sono fumato quelli che hai provato tu.
ma che cavolo dici? se sei destro tieni il telefono con la destra!!! se sei sinstro tieni il telefono con la sinistra. Ma cosa ti sei fumato stanotte??
Se fossi destro, dato che ad esempio il Note 9 ha l'alloggiamento della pena a destra, significa che se tiene il telefono con la sinistra, puoi estrarre la penna e scrivere direttamente con la destra.
Se scrivi con la mano sinistra e per te è tutto normale, significa che hai subito delle mutazioni genetiche
se fossi destro la dovresti estrarre con la sinistra e poi fare un cambio di mano.Quindi che stai farneticando??
Ancora con questi caz zo di pantaloni attillati. Uso dei jeans normaliiiiiiiii come tutti e le tasche sono max 15 cm, probabilmente lavori troppo sei sconnesso dal mondo normale e non ha mai portato jeans!!
Ripigliati e chiedi più ferie!
Scusa ma dove ho scritto che faccio 4 mesi di vacanza...al di la che ho da dirigire una azienda che fattura circa 30mln l'anno a livello internazionale se riesco a fare 2 settimane l'anno è tanto...e quando le faccio mi permetto assolutamente SI di non avere tecnologia intorno e mi permetto anche di avere 5 phablet con me.
Se tu hai problemi con i pantaloni attillati che usi in strada quando batti non sono affari miei ciccio.
Cavolo beato che puoi fare 3 o 4 mesi di vacanza! Eh si è pieno di gente che non usa il cellulare per mesi perchè troppo grande per l'estate
A livello aziendale abbiamo una serie di applicazioni che si interfacciano fra windows e android alla perfezione.
D'etate se non lavoro non mi porto neanche il cellulare/tablet/portatile in vacanza...se stacco, stacco da tutto.
Cagate che non si tengono nel cellulare aziendale.
No, un proiettore...più è grande meglio è.
Quoto!
Ma con cosa hai fatto la foto, che tutte le linee e le geometrie si sono sballate?
E' un'abitudine tua, non di tutti i mancini.
Perfetto: allora saprai benissimo anche che la H sulla nomenclatura degli iPaq è comparsa dopo l'ingresso di HP, e quindi non capisco il senso del tuo messaggio precedente.
Sicurissimo che lo farai: sei il soggetto giusto.
Buona scorpacciata (e falla fino in fondo, ti do un aiuto: l'ultima volta che ne parlai fu quando venne presentata la Staedtler Noris Digital, non mi ricordo più su quale blog o forum, però).
Ti sembra molto male: ogni qualvolta mi veniva chiesto come mi trovavo con la S Pen inclusa nei Note, di rimando rispondevo sempre che preferivo usare sui Note altre penne Wacom, e in un certo periodo anche che stavo valutando di acquistare la S Pen per Galaxy Tab o la Staedtler EMR (entrambe perfettamente compatibili coi Note).
Mah... Mi piacerebbe provare
Molto meglio un pennino ergonomico, l'ho detto anche in passato, quando ero fruitore dei Note (e infatti i migliori miei lavori fatti sui Note non venivano eseguiti con la S Pen, ma con la penna Wacom in dotazione alla Cintiq 13HD che ho in ufficio).
Posso farti una domanda:
il Compaq iPAQ 3955 che hai citato,non sono riuscita a trovarlo da nessuna parte,hai sbagliato a scrivere il modello?
Ma se la metti altrove e stai tenendo il cellulare con la sinistra come fai? Diamine voi mancini avete una vita complicatissima... scambi di mano tutto il giorno tutti i giorni....
Infatti puoi anche non leggere poi se permetti un ultima battuta : ad oggi la serie Note di Samsung è unica senza concorrenza. Tutti gli altri phablet cinesate o non ci provano ma alla fine sono solo copie di scarso livello.
perché non questo, rispetto al mate 20 Pro, solo per le dimensioni?
Semplicemente pompati inutilmente: si vedono esatti e identici al display di Mate 20 X.
La loro ragion d'essere erano i visori VR, che non hanno mai preso piede, ed ora che i produttori potrebbero tornare a risoluzioni meglio ottimizzate per le taglie dei display, devono tenersi il QHD+ per una questione di marketing.