
18 Giugno 2019
Mentre tutti i media si sono concentrati sulle imprese di New Horizons ai confini del sistema solare e della missione cinese di allunaggio, Chang'e4, un'altra importante missione di cui abbiamo parlato diverse volte ha raggiunto un importante obbiettivo. Parliamo di OSIRIS-REx, che sul finire dello scorso anno riuscì ad avvicinarsi all'asteroide Bennu con il complicato compito di porsi in orbita attorno ad esso.
La sonda è arrivata a destinazione lo scorso 3 dicembre, operando sin da subito le prime analisi. Successivamente si è cercato di trovare il giusto equilibrio per porsi in orbita attorno all'asteroide, operazione molto complicata se pensiamo che Bennu misura circa 600 mt di diametro, la sua forza di gravità è davvero scarsa e la sonda potrebbe subire forti influenze dalle stesse radiazioni solari.
A quanto pare, l'obbiettivo è stato centrato lo scorso 31 dicembre 2018: una precisa scarica del propulsore della durata di 8 secondi ha consentito la storica manovra. Ora si prevede che il primo periodo orbitale durerà fino a metà febbraio circa, in modo tale da fornire ulteriori informazioni su gravità, massa del corpo roccioso e la rilevanza delle influenze esterne. La sonda resterà poi in orbita controllata almeno fino al 2020, successivamente si tenterà il recupero di un campione per riportarlo sulla Terra nel 2023.
Come si svolgerà la delicata operazione di recupero? La sonda estenderà il suo braccio chiamato Tagam, appositamente progettato per questo scopo, sarà soffiato del gas azoto sulla superficie con l'intento di sollevare una manciata di terreno per poi appropriarsene come payload.
La composizione di questi asteroidi è di grande interesse scientifico, si pensa infatti che la vita stessa possa essere arrivata sul nostro pianeta attraverso questi mezzi naturali. Non va poi dimenticato che Bennu è classificato come un asteroide "potenzialmente pericoloso" per il nostro pianeta, le attuali previsioni dicono che il periodo di rischio maggiore per la Terra si verificherà tra il 2169 ed il 2199: qualora il suo passaggio filasse liscio, potremo stare tranquilli almeno fino al 2880.
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Commenti
Ha finito la benzina
appunto
ma della missione giapponese hayabusa non si sa più nulla?
La variabile scoperta più "recente" di cui ancora non si capisca bene l'effettiva influenza sull'orbita è il fenomeno(non ricordo il nome) cui la parte che viene riscaldata dal sole quando poi l'asteroide ruota e viene rilasciato il calore nel lato in ombra questo devia l'orbita(di un non nulla) verso il sole.(spero che si capisca… cmq per maggiori info segui il canale yt link4universe)
carico utile
"come payload" ?
Una finestra così ampia perché avvicinandosi ad altri corpi celesti non è possibile calcolarne con esattezza la "nuova" orbita?
E ripeto che quello è un cubo Borg!
;-)
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