L'Antitrust italiano (AGCM) ha multato Facebook per 10 milioni di euro: il social network non spiega con sufficiente chiarezza in fase di iscrizione che i dati personali raccolti possono essere usati anche per scopi commerciali.

Inoltre, la raccolta di dati per fini commerciali è attiva per default, e Facebook dissuade gli utenti dal disattivarla prospettando conseguenze (limitazioni delle funzionalità) più gravi di quelle effettive.

L'istruttoria era stata aperta dall'AGCM ad aprile di quest'anno sia contro Facebook Inc., la società "principale", sia Facebook Ireland Ltd., che gestisce gli affari europei. Le violazioni contestate sono in realtà due: una riguarda gli articoli 21 e 22 del Codice del Consumo, l'altra gli articoli 24 e 25. Ognuna ha comportato una multa da 5 milioni.

Facebook dovrà anche pubblicare sul proprio sito web (e sulle relative app mobile) una "dichiarazione rettificativa", e cioè un'ammissione della violazione (la versione corporate 2.0 di quando la maestra ti faceva scrivere 100 volte alla lavagna "non devo copiare il compito di Storia", insomma). Il testo integrale della dichiarazione rettificativa è disponibile in PDF sul sito dell'AGCM.