
13 Luglio 2019
Facebook è stata sanzionata con la pena massima prevista dalla normativa in vigore nel Regno Unito per le violazioni relative al caso Cambridge Analytica - nello specifico, il mancato intervento per impedire che la diffusione non autorizzata dei dati personali degli utenti. L'ICO (Information Commissioner's Office) ha confermato quanto era emerso preliminarmente a luglio ed ha deciso di applicare la pena pecuniaria più elevata che è pari a (sole) 500.000 sterline.
Per un'azienda che ha fatturato 13,2 miliardi di dollari nell'ultimo trimestre si tratta di bruscolini e di questo ne è consapevole anche il Garante che sottolinea come l'ammontare avrebbe potuto essere significativamente più elevato. L'elemento che ha impedito all'Autorità di determinare una pena maggiore sta proprio nella normativa applicabile al caso, ovvero il Data Protection Act che risale al 1988 e che, pertanto, non tiene conto dei rilevanti cambiamenti intervenuti negli ultimi anni nella gestione dei dati personali.
Ne tiene conto, invece, il GDPR che, tuttavia, non si è potuto utilizzare per disciplinare il caso specifico, perché è entrato in vigore solo a partire dal 25 maggio scorso, mentre i comportamenti contestati sono precedenti. Se la nuova normativa europea fosse stata applicabile, la cifra che Facebook avrebbe dovuto pagare sarebbe stata ben più elevata - si ricorda, infatti, che l'articolo 83 del GDPR prevede per le violazioni più gravi una multa pari a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato globale. Elizabeth Denham, Garante della Privacy britannico, ha commentato:
Abbiamo valutato tali infrazioni così gravi da imporre la sanzione massima prevista dalla legislazione precedente. La sanzione sarebbe stata significativamente più alta con il GDPR
L'Autorità britannica ha aggiunto che Facebook non ha effettuato controlli sulle app e sugli sviluppatori che hanno utilizzato la sua piattaforma e non ha garantito la sicurezza delle informazioni personali dei suoi utenti. Secondo i dati in possesso del Garante, sino ad 87 milioni di utenti in tutto il mondo sono stati coinvolti (a loro insaputa) nella vicenda. Nel frattempo, gli echi del caso continuano ad essere percepibili anche in altre nazioni: in Italia, ad esempio, Altroconsumo ha dato il via, proprio ad ottobre, ad una class-action contro Facebook.
Commenti
Fiero non iscritto a questa piattaforma spazzatura.
è quello che spende Zuckerberg per spostarsi dal cesso alla cucina.
Praticamente quando hanno ricevuto la sentenza hanno stappato il Dom.
l'importo di queste multe dovrebbe servire da deterrente non a fasi due risate
mi si -> ma ande' in mona cancari
500.000 sterline? scherziamo… le fa con una scoreggia di notte mentre ronfa a letto…. ma pensa te...
è tipo multare uno di 2€ avendo un reddito 200000€
anche se cambiata(la GB funziona in modo diverso da noi,visto che è common law e non civil law)non valeva per il caso di CA ma quelli successivi
Verissimo, stessa cosa è avvenuta con le storie delle tasse in irlanda o l'unione europea che si è svegliata nel 2018 contro google...
I politici poi sono cariatidi al 99%...
"sta proprio nella normativa applicabile al caso, ovvero il Data Protection Act che risale al 1988"
Ho capito ma è una scusa del c4zzo, la normativa è stata scritta da umani eh mica da alieni.
Cambino la norma invece di piagnucolare
Anca mi.
È proprio questo il problema. La politica è la legislazione sono troppo indietro.
Ecco come si spiegano i fenomeni Amazon, Facebook, che hanno davanti a sè praterie senza regole.
Quindi non solo in Italia si infliggono sanzioni ridicole
Non go paroe