Il padre del web vuole aiutarci ad essere padroni dei nostri dati con Solid POD

01 Ottobre 2018 12

Solid POD è uno strumento con la non semplice ambizione di rivoluzionare un paradigma che caratterizza la vita digitale di molti internauti: cedere le proprie informazioni personali ai giganti del web a fronte di benefici più o meno rilevanti. Per dirla diversamente, scopo di Solid POD è consentire agli utenti di riprendere il pieno controllo delle proprie informazioni personali immesse nella rete.

Se Solid POD non fosse portato avanti da Tim Berners-Lee, potrebbe essere etichettato come una delle tante iniziative a tutela della privacy - alcune delle quali portate avanti da servizi di discutibile utilità e provenienza - ma visto che a sostenerla è il padre del web e che si tratta di un progetto open-source nato in seno al MIT, val la pena prenderla in esame. Il concetto è semplice: mettere a disposizione un luogo sicuro in cui archiviare i propri dati personali e controllare chi e quali servizi vi possono accedere. Come sottolinea Tim Berners-Lee nel post pubblicato sul suo blog ufficiale:

Nell'ecosistema Solid, puoi decidere dove archiviare i dati. Le foto scattate, i commenti scritti, i contatti della tua rubrica, gli eventi in calendario, quante miglia hai percorso ogni giorno con il tuo fitness tracker ... tutto è memorizzato nel tuo Solid POD. Questo Solid POD può essere a casa tua o nel luogo di lavoro, o presso un provider Solid POD a tua scelta. Dal momento che possiedi i tuoi dati, sei libero di trasferirli in qualsiasi momento, senza interruzione del servizio.

Sapere che tutti i propri dati sono raccolti in un unico "hub" permette di gestire più agevolmente anche le attività di condivisione e concessione dell'accesso ai servizi di terze parti:

Tu concedi alle persone o alle app il permesso di leggere e scrivere porzioni del tuo SoliD POD. Quindi, ogni volta che apri una nuova app, non devi inserire i tuoi dettagli: vengono letti dal tuo POD con la tua autorizzazione. Gli elementi salvati in un'app sono disponibili in un'altra: non devi mai sincronizzarti, perchè i tuoi dati restano con te.

Questo approccio tutela la tua privacy e rappresenta un ottimo strumento per gli sviluppatori: possono creare app interessanti senza prima raccogliere enormi quantità di dati. Chiunque può creare un'app che sfrutti ciò che esiste già.

Solid è una piattaforma realizzata usando il web esistente. Offre ad ogni utente la scelta su dove i dati vengono archiviati, su quali persone e gruppi specifici possono accedere a determinati elementi e su quali app utilizzare.

Tim Berners-Lee ha fondato Inrup per portare avanti il progetto: la società sarà l'infrastruttura che permetterà a Solid di prosperare

E' bene precisare che il successo dell'ambizioso progetto è strettamente legato all'adozione della piattaforma: creare un nuovo standard nella gestione dei dati personali condivisi in rete non è certamente semplice, ma Tim Berners-Lee sembra intenzionato a dedicarsi anima e corpo allo scopo. Lo scienziato ha infatti comunicato che sospenderà l'attività lavorativa svolta nel MIT e che ha ridotto l'impegno con il World Wide Web Consortium (W3C) per portare avanti il progetto con Inrupt, società che ha da poco fondato:

inrupt sarà l'infrastruttura che permetterà a Solid di prosperare

Non si può dire che a Tim Berners-Lee sia mancato il tempismo giusto per lanciare l'iniziativa, visto che proprio il 2018 è stato uno degli anni in cui maggiormente si è avvertita la necessità di tornare ad essere realmente padroni dei propri dati, dopo gli eclatanti casi di condivisione non autorizzata dei medesimi - si pensi al caso Cambridge Analytica - e i massicci attacchi alle infrastrutture informatiche. In attesa di sapere come evolverà il progetto, si può valutare la registrazione nel sito ufficiale di Solid.


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Commenti

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Re Giallo

Solid offre semplicemente un data silos dove archiviare in sicurezza i propri dati e si basa sempre sul protocollo tcp/ip con tutte le sue vulnerabilità, non risolve un gran chè. C'è un progetto basato su blockchain (anche se a dire il vero la blockchain è soltanto una piccola parte di tutto il discorso) che credo sia molto superiore. Si chiama Elastos, il suo svilupo è iniziato negli anni 2000 da parte di uno sviluppatore che ha lavorato 8 anni in Microsoft, Rong Chen. Sarebbe bello se la redazione ci desse un'occhiata, purtroppo non ne sta parlando nessuno. Con la loro tecnologia - oltre al concetto di essere proprietari dei propri dati e ad una smart economy basata sugli asset digitali - non si parlerebbe più di attacchi DDoS e man in the middle.

rsMkII

Mi chiedo però: i dati incrociati esistono da sempre, come si fa? L'app A mi prende l'indirizzo (che ne so, per delle consegne), l'app B mi prende il tragitto giornaliero (per indicazioni sul traffico real-time), l'app C mi chiede l'accesso alla posizione (per la navigazione) e così via. Se poi questi dati vengono condivisi da questi (che ne so, con una micro-clausola che viene accettata senza leggere) o ancor meglio i vari servizi utilizzati sono forniti dallo stesso sviluppatore (es. Google), una volta condivisi quei dati non li possiedo più solo io, li hanno loro sui propri server, per cui possono farci quello che vogliono.
L'unica possibilità è che tutti questi servizi siano creati ex novo su piattaforma Solid POD, il problema è che devono essere veramente validi per essere utilizzati come unica alternativa a tutti gli altri servizi già esistenti e perfettamente funzionanti.

rsMkII

A meno che non sia l'unica del suo genere con certe funzionalità!

virtual

Sì d'accordo, ma se una volta consentito l'accesso le "app" copiano le informazioni, come fa il suo sistema a farci "riprendere il controllo delle informazioni" concesse?

Freerider

Questa si che mi sembra una grande idea. Ma visto come si è strutturato il web, purtroppo lo vedo infattibile siccome non credo che chi vende dati personali accetterebbe questo tipo di standard.

M3r71n0

E mai fregato il commento.

csharpino

Puoi sempre non usare l'app "Google WC..."

Kamgusta

Figo... peccato che tempo 2 mesi e le app cominceranno con "Google WC deve accedere a queste informazioni: "PROFILO COMPLETO" oppure non si può continuare" e possiamo buttare la nostra identità nel cesso

Top Cat

Un grandissimo uomo.
Nient'altro da aggiungere.

Carlo

L'unico modo per tutelare i propri dati dai rischi che si corrono su internet è: non metterceli proprio!

T. P.

PODI :)

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