
27 Marzo 2019
17 Gennaio 2018 181
Secondo una nuova indagine condotta dall'Eurostat durante tutto il 2017, quasi 7 utenti su 10 dell'Unione Europea hanno effettuato acquisti online durante i 12 mesi dell'anno appena trascorso. La percentuale di acquisto - conferma L'Ufficio Statistico dell'UE - varia notevolmente a seconda degli Stati membri presi in esame.
In prima posizione, infatti, troviamo il Regno Unito con ben otto utenti su dieci (86%) che hanno effettuato acquisti online durante il 2017. Poco più sotto troviamo Svezia (84%), Danimarca, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi (tutte ferme all'82%). Non particolarmente incoraggiante la "prestazione" dell'Italia, ferma in 23esima posizione (su 28 Stati membri) e seguita solo da Croazia, Cipro, Bulgaria e Romania.
Tra i principali utenti ad usufruire dello shopping su internet ci sono quelli delle fasce di età comprese tra 16-24 e 25-54 (71% ciascuno). I beni o servizi più acquistati, invece, sono quelli di abbigliamento e articoli sportivi (64% in totale), seguito da viaggi e alloggi per le vacanze (53%).
In termini di frequenza, la percentuale più elevata di e-shopper ha effettuato acquisti nei tre mesi precedenti all'indagine (chiusa a dicembre 2017) tra una e due volte (35%) e tra tre e cinque volte. Per quanto riguarda gli importi spesi, infine, oltre il 40% di utenti ha acquistato beni o servizi per un totale compreso tra i 100 e i 499 euro.
Per quanto riguarda i problemi di acquisto, quasi 7 utenti su 10 hanno riferito di non aver riscontrato alcuna problematica durante il completamento di un ordine online. Tra i problemi più accertati - continua l'Eurostat - troviamo quelli legati ad una tipologia di consegna più lenta rispetto a quanto indicato al momento dell'acquisto (17%). Solo l'11% degli utenti ha infine segnalato problemi tecnici sui siti web durante la fase di pagamento. Il 5% ha avuto difficoltà a reperire invece informazioni su garanzie e altri diritti legali.
Tra le motivazioni principali che spingono gli utenti a non effettuare acquisti online c'è la preferenza nel poter visualizzare di presenza un prodotto prima di acquistarlo, per fedeltà verso i negozianti e forza dell'abitudine. Altri fattori, meno rilevati, riguardano infine la privacy o la mancanza di competenze e conoscenze nei confronti dei termini di sicurezza dei pagamenti online.
Per maggiori informazioni, vi lasciamo dunque al report completo sul sito internet di Eurostat.
Commenti
Sì ma non puoi basare tutta la finanza con "domanda e offerta". È una visione semplicistica dell'economia. Poi continua pure a pensarla come vuoi, se non sono in grado di convincerti nemmeno con un articolo che spiega bene come funziona la politica dei prezzi della società amen, a rimanere nell'oblio non sono io
Leggi di mercato funzionano così se poi si ha una strategia diversa per un periodo non c'entra nulla
http://thevision .com/innovazione/amazon-corsa-ribasso/
Come vedi non c'entra nulla domanda e offerta. È una strategia aziendale
La doga non so dirti, se hai fortuna non paghi nulla, se sei sfortunato anche il 100% in più. Dipende molto dal prodotto. Un paio di nike dalla cina da 40 a 80€.
Non so se prima le cose online le regalassero ma per me pagare un oggetto 60-70 invece di 100 fa una grande differenza. E la garanzia è pure migliore!
Per un ordine fatto a metà novembre da Aliexpress ci sono voluti davvero due mesi, da metà novembre a metà gennaio. Ma per un ordine da 10€ (oggetto introvabile in Italia) spedizione compresa ci può stare. Questo ordine fatto invece su Amazon dopo 3 giorni era già a Parigi e ora forse già in Italia.
E la dogana quanto mi costerebbe?
Ignori il fatto che Internet viene usato a stento dal 50% degli italiani, mentre in UK, Svezia, Germania e Lussemburgo supera l'80%.
Se la gente non usa internet non può acquistare su internet... Le aziende manufatturiere lasciano il tempo che trovano.
Lo shopping online riflette la penetrazione di internet nelle case della popolazione.
Non a caso Internet in UK e Svezia è usato dal 85%+ della popolazione, come anche lo shopping.
La cifra in Italia è pressappoco la stessa
Grazie mille per tutte queste info, ora mi spulcio un pò di banche allora ;)
Ing direct non è una banca normale, è un sevizio. Se metti i soldi da loro ti danno una percentuale di interessi di base abbastanza alta,ma appunto è legato a una serie di condizioni.
Ma non è una banca,come non lo sono le poste.
Le banche sono intesa San Paolo,UniCredit ecc.
Basta andare in una normalissima banca e prendere una normalissima carta.
Comunque rettifico perchè non sempre è così. Ad esempio ing direct ho visto te la danno soltanto con se hai il CC aperto
Si me l'hanno detto. Non lo sapevo, ma ho visto che comunque chiedono una spesa annuale
Questa risposta porta con sè tante di quelle lacune in materia di economia che ti giuro che non saprei da dove iniziare per risponderti.
Informati e capirai il perché della mia affermazione
Falso
Le carte ricaricabili sono prodotti a se stanti totalmente scollegati dai conti bancari.
Sono totalmente gratuite e funzionano con i servizi online delle banche (che sono fatti per i conti correnti, quindi è roba seria a differenza di tutta le altre soluzioni in giro).
Tutt'oggi ignoro il perché si dovrebbe scegliere qualsiasi altra soluzione.
l'irlanda si può permettere una tassazione del 20% per la sua particolare condizione di "quasi paradiso" (comune a molti piccoli paesi europei vedi Belgio, Austria, Lussemburgo, Olanda ecc.. ) sostenibile solo con una popolazione ridottissima (ha meno abitanti della Sicilia).
Per il resto tutto OK, triste (anzi ignobile) la corruzione e l'evasione in Italia (e lo dico da imprenditore), e soprattutto corretto questo discorso sul commercio online ! questo è un discorso che condivido, la rete è uno strumento di business incredibile diverso e scarsamente condivisibile è invece plaudire per i prezzi al ribasso rispetto agli store fisici... questo è solo un "vivere al ribasso" (come affidare i propri impianti a Enel), è la cosiddetta guerra tra poveri...
Il discorso "dell'invasore" è giustissimo anche nei confronti di competitors cinesi e indiani che ci "invadono" con alcuni prodotti a bassissimo costo ma al contempo hanno anche necessità di importare prodotti di eccellenza aprendo mercati immensi (2 miliardi di persone)
i prodotti gratis per recensioni hanno aiutato un bel po... :)
Scusa, ma una discreta marea di cavolate le hai scritte anche tu, soprattutto per quanto riguarda i luoghi comuni che hai riportato su ricerca e università. Comunque credo sia inutile continuare una discussione troppo complessa per essere fatta sul forum di hdblog e che sta già diventando sterile.
Cito due esempi degli ultimi tempi che ricordo bene. Certo se poi pretendi di risparmiare su ogni acquisto centinaia di euro beh, cosa sto perdendo tempo a fare? Io ti parlo di ribassi del 50% rispetto al normale negozio ufficiale, hai detto niente. Comunque ho fatto circa 90 acquisti su amazon nel 2017, e ovviamente ho prime.
Sì certo io parlo di grandi catene, è normale che il piccolo commerciante faccia pagare mediamente di più i prodotti che vende
Non te la prendere ma hai scritto una marea di cavolate. I divani della Natuzzi vengono prodotti in paesi con prezzi di manodopera inferiore solo per quanto riguarda l'ossatura, i tessuti sono tappezzati in Italia. Prada produce nei paesi del terzo mondo (non in Cina) solo la linea base, tutto ciò che è pelle lo produce in Italia e le borse e le scarpe sono cucite a macchina e a mano. Questo si chiama "lusso moda", cioè produrre manufatti di altissima qualità con la famosa (nel mondo è così) manodopera italiana, sintomo di qualità. I centri di ricerca in Italia sono pénosi, tutti i ricercatori vanno all'estero, vista la carenza di fondi. Quello che conta comunque nell'industria non è la ricerca ma l'innovazione (concetto molto differente), e quest'ultimo si può fare solo in ambito "commerciale". A livello di università siamo agli ultimi posti in Europa. Se poi togli LUISS, Bocconi e politecnico di Milano ci possiamo anche sparare. Ergo, il nostro futuro economico può sorreggersi SOLO e SOLAMENTE nell'industria manufatturiera, ma non quella di bassa lega, quella legata all'alta moda e all'altissima qualità. Ciao.
Io compro spesso online (non da amazon) e frequento anche i negozi fisici equivalenti ed i conti con la calcolatrice so farli.
E parlo di negozi italiani con sede in italia e con fiscalità italiana.
Per i colossi il tuo ragionamento ci sta ma per gli altri no.
30-40% solo quando in saldo, non esageriamo. Anche nei negozi fisici e nei loro negozi online ci sono occasioni del genere.
Il fatto è che lo è, pena una sanzione amministrativa (per la sola elusione). Vedi le vicende dello scorso anno sulla presunta evasione fiscale in Europa...
Almeno questo va ammesso.
Esatto
Lo faccio sempre, mi fa rabbia perché compriamo sempre agli ultimi posti.
Per molti è una utopia comprare online
Insomma, non è che hai fatto l'affare della vita. E poi non ci dici le spese di spedizione :^)
Ovvio, ma ero convinto che non le davano se non avevi già un conto aperto con loro.
Il problema non è sicuramente il fatto che siano poco inclini al commercio o a rispondere alle tue domande. Sono venditori,sono sempre iper-disponibili ovviamente.
Il problema è che non sanno una mazza di niente.
Si limitano a consigliarti le cose in base a quei 2 dati delle schede tecniche. Non è praticamente mai successo in tutta la mia vita che un commesso mi abbia detto qualcosa che non sapevo. Anzi,come dicevo spesso sono io a dovergli spiegare qualcosa.
Ma il punto è che quello non è il mio lavoro,e non è normale che ne sappia di più io (che sono un anno persona normalissima poi eh,non è neanche il mio ramo di lavoro questo) di lui.
Bene,perché non servirebbe a niente.
Una prepagata non c'entra una mazza col conto in banca.
Ma non diciamo ste cose va. a parte che si risparmia anche il 30/40% rispetto ad un negozio fisico, e poi, se non è illegale non vedo di cosa si deve discutere
Ok, una maggiore domanda farebbe aumentare i prezzi, ma la realtà dei fatti è che quel 10-20% che risparmi è dovuta in maggior parte all'elusione, non giriamoci attorno. Tra l'altro se fai un conto è proprio quello che in media non pagano di tasse in Italia (26%), ma pagano in Lussemburgo (3-4%)
Centro eccome, se la maggioranza comprasse online i prezzi aumenterebbero.
Continuando a non comprare online calmierano i prezzi verso il basso, le leggi del mercato valgono universalmente.
Sì d'accordo, ma il mio era solo l'appunto fatto al tuo commento iniziale. Non c'entra nulla la gente che compra in centri commerciali, il risparmio avviene a scapito del nostro Paese. Semplice semplice.
Il fatto che poi lo facciano tutti non significa che sia giusto. Poi l'elusione non è proprio regolare, parlando di regole e legge italiana...
Fanno quello che fanno ttti, se le regole lo permettono bisogna lamentarsi con chi le fa non con chi le sfrutta.
Ah mi fido allora, sul serio. Però stai pur tranquillo che il grosso del risparmio lo fanno grazie alla tassazione che avviene in Lussemburgo e non qui in Italia. E non ti sto puntando il dito perché faccio parte anche io di questo marasma.
Conosco 2 persone che ci lavorano, ciao.
No no sto cercando di capire. Perché se è vero che lavorano nel settore della logistica così come altre centinaia di aziende è anche vero che nessuna lavora a questi ritmi. Quindi non si posso proprio mettere sullo stesso piano...
Tipico della vanità non fare autocritica.
Lavorano ne più ne meno come qualsiasi altro lavoratore del settore, se vuoi far polemica scrivi ad altri, ciao.
Scusa quale altra azienda lavora come Amazon? Nessuna. Se parli della logistica sì, hanno salari nella media italiana, ma stiamo anche parlando di 1600 cristiani che smistano per tutta Italia con turni anche di notte (non che non vadano bene i turni di notte, ma è per farti comprendere la mole di ore lavoro).
Ah e mi sono scordato la parte in cui quel poco che guadagnano lo eludono, così pagano le tasse in un Paese "amico".
Se lavori da amazon italia prendi tanto quando se lavori da pinco pallo italia
Quali competitor scusa?
I salari sono quelli standard del paese in cui sono quindi pari a quelli degli altri competitor
Faccio il software engineer all'estero e vedo decine di migliaia di informatici italiani che sono emigrati perché la tecnologia in Italia non c'è e qui ancora si sta cercando di stendere la fibra nelle città.
Se l'Italia ha il 60/65% di tasse e l'Irlanda il 20% e le aziende informatiche si spostano lì creando decine di migliaia di posti di lavoro qualificati e sottraendoli all'Italia, di chi è la colpa? Dell'Irlanda che ha tasse basse o dell'Italia che deve tenere le tasse al 60% perché l'evasione fiscale è altissima e quel poco che viene pagato viene o sprecato per incompetenza o rubato o disperso in mille cose inutili per dare un appalto all'azienda dell'amico? Se uno deve fare come dici tu il terzista dell'enel per 300 euro, di chi è la colpa se non nostra che lo permettiamo?
Il parmesan: stai tranquillo, si vende anche online... eccome se si vende! Anzi, proprio grazie all'online gli italiani potrebbero espandere enormemente il proprio mercato all'estero per quanto riguarda i prodotti tipici come l'agroalimentare e la moda. E dunque vedi, se c'è una rivoluzione come l'online ci sono due modi di rapportarsi: il primo è subirla, il secondo è cavalcarla. Non puoi fermare il progresso, non puoi fermare cambiamenti della società che stanno accadendo su così larga scala. Devi invece sfruttarli a tuo vantaggio. E in Italia non lo facciamo perché siamo indietro come mentalità, e i nostri politici, fedele specchio della società, cosa fanno quando vedono l'online che avanza? Mani nei capelli e subito "mettiamo una tassa contro l'invasore". Invece dobbiamo essere noi quelli che "invadiamo" gli altri paesi.
"Il fatto che la produzione possa essere stata spostata all'estro non intacca il fatto che il prodotto sia di alta qualità."
Eh vabbè, però allora non si può usare due pesi e due misure... perché anche in quel caso sono posti di lavoro persi... le giacche di dolce e gabbana (o qualunque altro nome) che costano migliaia di euro e poi son fatte all'estero, non sono un problema? Non è anche quella una perdita di posti di lavoro per l'Italia?
Si ma serve un conto unicredit..
Ci vorranno circa due mesi e devi pregare che non ti facciano pagare la dogana. Come vedi, per alcuni può non essere conveniente.
Dillo ai politici, non alle persone normali.
Che poi anche quello non é proprio vero. Le mie adidas superstar pagare 50 euro e le mie clarks pagate 65 dicono abbastanza il contrario. Ovviamente su amazon. Certo bisogna seguire bene i prodotti ma i risparmi consistenti ci sono ancora.
Allora costa quanto con quella paypal..non mi conviene..