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Blade Runner: noi umani ne abbiam viste cose high-tech in 35 anni #report

05 Ottobre 2017 63

Trentacinque sono gli anni trascorsi tra il capolavoro di Ridley Scott e il sequel Blade Runner 2049 che arriva oggi nelle sale cinematografiche italiane (e vi consigliamo di vederlo). In America sta già facendo parlare di sé con una pioggia di critiche positive, che potrebbe diventare battente come la pioggia che nel primo capitolo accompagnava Rick Deckard a caccia di replicanti.

Diceva così Roy Batty:

Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. E' tempo di morire.

Trentacinque anni dopo quella scena, bisogna prendere atto che queste cose non le abbiamo viste, ma possiamo consolarci pensando a quelle che, nel frattempo, siamo stati in grado di produrre. Tecnologie, dispositivi e gadget hi-tech che in alcuni casi non avrebbero sfigurato nel film originale e che in altri superano le più rosee previsioni dei futurologi dell'epoca.

INFO SUL FILM IN USCITA OGGI - Blade Runner 2049 è diretto da Denis Villeneuve ed è il sequel di Blade Runner, diretto nel 1982 da Ridley Scott. La sceneggiatura, scritta da Hampton Fancher e Michael Green, è basata sui personaggi del romanzo di Philip K. Dick Il cacciatore di androidi (Do Androids Dream of Electric Sheep?).

Protagonisti della pellicola sono Ryan Gosling, che interpreta il ruolo dell'agente K, e Harrison Ford, che riprende il ruolo di Rick Deckard. Fanno parte del cast anche Robin Wright, Dave Bautista, Sylvia Hoeks, Ana de Armas e Jared Leto. Maggiori info sul film.

L'illustrazione della copertina del libro "Ma gli androidi sognano pecore elettriche?" da cui è stato tratto il film Blade Runner. Autore Antonello Silverini

Certo è che non sappiamo ancora rispondere con certezza ad un interrogativo fondamentale:

Ma gli androidi sognano pecore elettriche?

Senza questa domanda il Blade Runner del cinema non sarebbe esistito, è il titolo del romanzo di Philip K. Dick pubblicato nel 1968 e da cui è stato tratto il film. E' un titolo pregnante (ancor di più del titolo del film) e sufficiente a spiegare il nocciolo della trasposizioni cinematografiche: cosa segna il confine tra un replicante e un essere umano?

Søren Kierkegaard, padre dell'esistenzialismo, sosteneva che l'uomo altro non è che un rapporto che si mette in rapporto con se stesso. E lo fa anche Batty nella struggente scena finale manifestando la consapevolezza di ciò che è stato e di ciò che, pochi istanti dopo, non sarebbe più stato. Ed in questo appare molto più umano di tanti umani. Un tema, quello dell'identità, che sarà ripreso anche nel sequel con l'interrogativo: Deckard è umano o un replicante?

Ma Blade Runner come ogni capolavoro di qualsiasi arte è tale perché si presta a più livelli di lettura: non occorre esser filosofi per apprezzarlo, si può essere semplicemente amanti della fantascienza, delle visioni distopiche del futuro, della tecnologia e della riflessione su come continua a cambiare le nostre vite. La Los Angeles di Deckard è solo due anni più avanti nel tempo (novembre 2019) rispetto alla nostra, quella di Blade Runner 2049 esattamente 32.

In attesa di scoprire al cinema la nuova visione del futuro contenuta nel sequel, proviamo a mettere a confronto il mondo immaginato da Scott nel 1982 e quello attuale, usando come chiave di lettura ciò che rappresenta il nostro lavoro e la nostra passione: la tecnologia.

ROBOT CHE SI CHIAMANO COME UN GOOGLEFONINO

Tra un replicante e uno smartphone il passo può esser breve. Il Nexus 6 di Blade Runner non è l'omonimo Googlefonino, ma i identifica i più evoluti robot sviluppati dalla Tyrell Corporation. Nella fase Nexus vengono prodotti esseri virtualmente identici agli umani, conosciuti come replicanti. I replicanti hanno forza ed agilità superiori a quelle dell'uomo, e lo eguagliano dal punto di vista intellettivo, come ricorda l'incipit del film.

I replicanti sono stati impiegati come schiavi nella colonizzazione di altri pianeti e, dopo una ribellione in una colonia extra mondo, dichiarati illegali sulla Terra: chi non rispetta il divieto viene braccato e ucciso dai Blade Runner, squadre speciali della polizia che ne effettuano il ''ritiro" (un modo elegante per evitare il termine "esecuzione"). I quattro fuggitivi (più uno) di Blade Runner sono Roy Batty, Pris, Leon Kowalski e Zhora (ma è in pericolo anche Rachael, anch'essa replicante).

Nel 2017 niente di tutto questo, naturalmente, è avvenuto, anche se i più visionari immaginano "colonie extra mondo" e robot che si occuperanno di svolgere compiti particolarmente pesanti, come scavare le strutture sotterranee pressurizzate su Marte o rifornire i mezzi che dovranno tornare sulla Terra. Ne ha parlato Elon Musk a fine 2016, ma è uno scenario che non si realizzerà prima del 2024, data stimata per la prima missione umana su Marte, ma siamo certi che i robot impiegati saranno molto diversi dai Nexus 6 di Blade Runner.

Nelle prime missioni su Marte (2024-2030) l'uomo potrebbe essere coadiuvato da robot, ma molto differenti dai replicanti di Blade Runner
AUTO VOLANTI

La scena iniziale del film si apre mostrando vetture volanti e il futuristico mezzo di trasporto torna in molteplici sequenze. In una metropoli del futuro, il sovraffollamento e il traffico sono problemi a cui si pone rimedio sviluppando in verticale l'architettura cittadina e solcando i cieli con i veicoli. Alla base di tale visione del futuro ci sono preoccupazioni che interessano, effettivamente, anche noi oggi. Abbiamo auto volanti? Non ancora, ma non mancano progetti che vanno in questa direzione.

Si può ricordare, ad esempio, la recente attività di Lilium, startup che è riuscita a raccogliere finanziamenti per oltre 100 milioni di dollari da impiegare in un servizio di taxi volanti (tra i finanziatori anche big del calibro di Tencent e Atomico). Obiettivo dichiarato: rivoluzionare il modo di muoversi dentro e intorno alle città. Secondo i progetti di Lilium, le prime aeromobili spiccheranno il volo proprio nel 2019, ma per un servizio funzionante bisognerà attendere il 2025.

Tra gli altri progetti che puntano a sfruttare i cieli per offrire un servizio di trasporto urbano si possono inserire le attività di EHang e di AeroMobil, e nel novero figura anche il quello tutto italiano di IFO. In sintesi, la volontà c'è, la tecnologia avanza, ma nella finzione cinematografica i lacci e lacciuoli di test, sperimentazione, normative per la disciplina di questi nuovi 'oggetti volanti' sono stati tagliati, mentre noi, oggi, dobbiamo ancora affrontare tali problematiche.

Il taxi volante di Lilium, avrà un'autonomia di un'ora e una velocità massima poco inferiore ai 300 chilometri orari

Chi oggi riesce a guardare avanti e ad immaginare un futuro possibile affronta in maniera anche più radicale il problema del traffico nelle metropoli cittadine e dei trasporti, offrendo una visione per certi aspetti ancor più avanzata rispetto a quella presente nel film: si pensi ai tunnel sotterranei che la Boring Company di Musk sta sviluppando o, per non andare troppo oltre, all'(apparentemente folle) idea di utilizzare i razzi BFR di SpaceX per collegare ogni punto della Terra in meno di un'ora. Qui la realtà supera la finzione cinematografica - beh, a voler sottilizzare, la realtà che nel 2017 qualcuno sta cercando di realizzare, ma che ancora non è compiuta.


E tra i possibili utilizzi delle vetture volanti, che si muovono con incedere lento sulle metropoli del futuro, c'è anche quello per fini pubblicitari. Forse, tra qualche decade, promuoveranno le missioni spaziali su Marte, così come l'enorme aeronave di Blade Runner pubblicizzava la colonia extra mondo (OFF WORLD).

COMPUTER E TASTIERE RETRO'

Abbiamo ingoiato due bocconi amari, prendendo atto che siamo ancora indietro rispetto alla visione del futuro di Blade Runner sia sul fronte dei robot, sia su quello delle auto volanti, però, ci riscattiamo in maniera egregia quando confrontiamo i computer presenti nel film con quelli che possiamo trovare oggi nel più scalcinato negozio di elettronica. Monitor a tubo catodico a fosfori verdi e tastiere paffute la fanno da padrona nella visione del futuro firmata da Ridley.

Nemmeno Syd Mead, il Visual Futurist che ha dato un contributo rilevante alla creazione del mondo in cui si muove Deckard & Co, aveva forse previsto un'accelerazione così rapida del mercato PC o, semplicemente, ha ritenuto che l'oggetto computer fosse già di per sé futuristico in rapporto all'epoca - proprio nei primi anni '80 inizia la fase di informatizzazione del mondo, che ha reso il personal computer un prodotto di massa nei decenni successivi.

Per renderli ancor più avveniristici, bastava aggiungere qualche gadget e periferica hi-tech, come un visore che spunta dalla tastiera - forse per autenticare l'utente tramite scansione oculare - o la strumentazione necessaria per eseguire il test Voight-Kampff, usato dai Blade Runner per identificare i replicanti. Al di là del design del prodotto, è però la quantità di computer a colpire - ed in questo la visione del futuro calza a pennello con quella di oggi.

Look retro e tasti meccanici (potrebbe far impazzire di gioia il nostro Riccardo)

Dagli uffici di polizia ai semafori delle strade, dalla coppia di monitor in salotto alla piccola unità nel bagno o in cucina, per arrivare al cruscotto dello Spinner. I monitor e i computer sono ovunque in Blade Runner così come lo sono ora nel mondo reale (beh, forse non tutti hanno un monitor in bagno, ma il senso è quello). Solo che oggi i nostri all-in-one sono molto più belli ....

HP Envy All-in-One

.... possiamo portare in giro il PC senza essere costretti ad usarlo su un tavolo ...

Apple - MacBook

.... e abbiamo tastiere meccaniche che sono molto più .... beh, le tastiere meccaniche ora hanno i LED RGB che non avrebbero certo sfigurato abbinati alla mole di neon colorati delle strade della Los Angeles 2019 di Deckard. L'estestica non è certo una priorità per chi si rivolge a questa particolare tipologia di strumento di input che, più di altre, è ancora legata ad una tecnologia adottata decadi fa, ma insostituibile per i suoi estimatori.

Razer - BlackWidow Tournament Edition con tasti retroilluminati RGB.

Ma se spessore e design della tastiera sono una priorità, le proposte non mancano di certo nell'affollato mercato delle tastiere a membrana.

Microsoft - Arc Keyboard ha uno spessore di 2,54 CM e una curvatura ergonomica.
SCANSIONE OCULARE

Nella scena iniziale di Blade Runner il replicante Leon Kowalski è sottoposto al test con la macchina Voight-Kampff: viene rivolta al soggetto una serie di domande per suscitare una risposta emotiva. A differenza di quella umana, infatti, la sfera dei sentimenti dei replicanti è differente (ne parleremo più diffusamente in seguito). Sensore e monitor per la scansione oculare appaiono per la prima volta nel film, ma li ritroveremo anche nella sequenza dell'interrogatorio di Rachael.

Nella pellicola cinematografica servono a tracciare i movimenti dell'occhio, offrendo all'agente un parametro biometrico che, in associazione ad altri, come respirazione e battito cardiaco, permette di ''tracciare" l'emozione o l'assenza della medesima. Oggi la tecnologia per la scansione ed il tracking oculare è ampiamente sdoganata ed è decisamente reale. Lo è progressivamente diventata in anni recenti in ambito consumer, ma lo è stata ancor prima in quello medico e commerciale - si vedano, ad esempio, gli impieghi nell'ambito del marketing per stabilire se un messaggio pubblicitario sia effettivamente efficace.

Microsoft Lumia 950 XL (sinistra) - Samsung Galaxy S8 (destra). Due smartphone con scanner dell'iride

In ambito smartphone la scansione dell'iride è stata usata per offrire un accesso più sicuro al terminale, mediante l'utilizzo di un parametro biometrico univoco. Alla fine del 2015 è stata utilizzata per la prima volta da Microsoft con i Lumia 950 e 950 XL, negli anni successivi anche Samsung ha scelto di impiegarla sui suoi modelli top gamma, compresi i recenti Galaxy S8 e Galaxy Note 8. Non si può considerare lo standard degli strumenti di autenticazione, considerato che viene sostituito o affiancato dai sempre più diffusi sensori di impronte e insidiato da tecnologie biometriche emergenti, come il recente Face ID di Apple.

LE CUFFIE KOSS E GLI INDOSSABILI

Uno dei trend delle metropoli moderne, colto in pieno da Ridley, riguarda il caos urbano. La Los Angeles del futuro è sovraffollata, rumorosa e caotica. Non stupiscono quindi le numerose comparse che percorrono le strade con cuffie dal design più o meno futuristico. Eppure, un po' per creare un ponte tra la realtà degli anni '80 e il futuro immaginato, un po' puro marketing (il product placement esisteva anche negli anni '80 e i problemi di budget erano sempre dietro l'angolo con l'esigente regista) per le strade si intravedono insegne piuttosto familiari, come quella delle cuffie stereo di Koss.


La scelta è ricaduta su un brand statunitense che è entrato nella storia per aver realizzato le prime cuffie stereofoniche 'ad alta fedelta' nel 1958. L'azienda fondata da John C. Koss esiste ancora oggi, continua a portare avanti la sua attività e verosimilmente lo farà sino al 'nostro 2019'.

Koss SP/3 le prime cuffie sterofoniche (1958) - Koss BT539i (2017)

Altro tratto caratteristico della metropoli del futuro è l'inquinamento: oltre alle cuffie, chi va a fare un giro nella Los Angeles 2019 non dovrebbe dimenticare di indossare una maschera a gas. Non siamo ancora arrivati a questo punto, ma il trend delle megalopoli moderne non va certamente in direzione opposta a quella immaginata da Philip Dick prima e da Ridley poi (onore al merito anche agli sceneggiatore Hampton Fancher e David Peoples che si diedero il cambio durante la produzione del film)

Pechino - 2015

Nel mondo di Blade Runner, in ogni caso, non ha preso piede quella che noi oggi definiamo 'tecnologia indossabile'; cuffie a parte, troviamo occhiali con vistosi LED rossi, ma nessuna traccia di smartwatch o smartband, condannati a non trovare una loro identità (un senso) così come avviene oggi nel mondo reale. Deckard sfoggia un orologetto stile Casio senza alcuna funzionalità 'smart' (se le ha, restano ben nascoste per tutta la durata del film).


I nostri moderni smartwatch e le fitness band con display curvi lo stracciano su terreno del design e, grazie alle certificazioni IPx, potrebbero risultare molto utili se il nostro Pianeta venisse tempestato da perenni piogge torrenziali come in Blade Runner. Da qui a dire che oggi possono essere considerati dispositivi indispensabili, però, il passo non è breve.

Samsung Gear Fit Pro 2 - display curvo e resistenza all'immersione
OMBRELLO A LED

Fumo, pioggia e buio. Ridley ha usato in maniera ossessiva i tre elementi per dare vita alla sua metropoli del futuro. Lo ha fatto per tante ragioni, sia stilistiche - la resa finale ben si addice a quello che lo stesso regista definisce un film noir futuristico ad ambientazione urbana, sia - in maniera più pragmatica - per i vincoli di produzione che rendevano necessario rendere unici set di posa già ampiamente visti nella cinematografia (dalla Union Station, trasformata nel commissariato di polizia, al Bradbury Building che ospita l'appartamento del progettista genetico J.F.Sebastian), sia, si suppone, per un mood del registra determinato da una sua dolorosa vicenda personale accaduta poco prima dell'inizio del progetto.

Un dato è certo: non c'è niente di meglio di un ombrello con asta a LED per farsi strada in tutto questo concentrato di buio, fumo e pioggia. E' un accessorio ricorrente nelle scene ambientate in strada, e da(va) effettivamente l'idea di un qualcosa di futuristico, mutuando l'iconico 'tubo luminoso' che il pubblico aveva già visto in Guerre Stellari (1977) e L'impero colpisce ancora (1980) e trasformandolo da spada laser ad oggetto familiare. Oggi usiamo ombrelli un po' meno appariscenti, ma se ne dovessimo sentire l'esigenza, possiamo acquistare online prodotti non troppo differenti da quelli visti nel film. Su Amazon, ad esempio, sono in vendita a poco più di 20 euro.

TV A TUBO E NIENTE TABLET O EBOOK PER SOSTITUIRE IL GIORNALE

Anche con le TV la nostra realtà supera la finzione cinematografica: nel 2019 di Blade Runner troviamo vetrine colme di televisori a tubo catodico, ed anche la strumentazione più sofisticata, come quella integrata nel cruscotto dello Spinner, si basa su monitor che mettono in mostra vistosi (sub) pixelloni. E i nostri schermi piatti ultra sottili? Erano fantascienza ... per il cinema di fantascienza.


La tecnologia di oggi ci permette di realizzare schermi curvi, abbiamo mandato in pensione il tubo catodico sostituendolo con tecnologie LED, OLED, abbiamo ridotto lo spessore dei TV, li abbiamo trasformati in oggetti di design, appesi al muro come sostituti dei quadri, ci proiettiamo in streaming Peppa Pig (vabbé, nessuno è perfetto). Un'evoluzione enorme che nemmeno i migliori visual futurist dell'epoca avevano previsto - ma non è un demerito per il regista, considerazioni analoghe si possono fare anche in relazione ad altri classici del genere realizzati negli stessi anni.

Samsung - The Frame. Il TV diventa un quadro

Qualcuno potrebbe poi notare che, anche se il mondo di Blade Runner è flagellato a catastrofi ambientali (tematiche maggiormente evidenti nel libro da cui è tratto il film), gli uomini si ostinano ad utilizzare la carta. Deckard legge un giornale di carta - niente tablet, né ebook - e lo usa per ripararsi dalla pioggia in una delle scene iniziali.

Il 27 gennaio 2010 (28 anni dopo l'uscita di Blade Runner) il compianto Steve Jobs solleva il sipario su quello che sarebbe diventanto negli anni seguenti il tablet più popolare: iPad

Leggere una rivista su iPad o su un Kindle scaricandola online oggi non è una cosa sorprendente, ma il tablet consumer più famoso sarebbe stato presentato 28 anni dopo l'uscita del film. Vi è da dire che anche oggi né i tablet, né i lettori e-book possono essere considerati dispositivi insostituibili; al contrario, il mercato tablet continua a soffrire stretto tra le morse degli smartphone, mentre la diffusione degli e-book è condizionata dall'abitudine (o meglio, dalla disabitudine) alla lettura.

LE CABINE (VIDEO) TELEFONICHE E I SEMAFORI

In Blade Runner c'è anche un tocco di ''smart cities", una spruzzata di integrazione della tecnologia nell'ambiente urbano. A volte si può trattare di soluzioni high tech abbastanza snervanti, come il semaforo 'smart' che ripete incessantemente ...

Don't Walk, Don't Walk, Don't Walk

... per poi proporre una per noi inedita iconografia delle luci rossa e verde - ma non fate troppo affidamento alla segnalazione visiva che si attiva compulsivamente (vedere il film per credere) - e non meglio precisate informazioni visualizzate sull'immancabile monitor a fosfori verdi.


Lungo il marciapiede si intravedono colonnine luminose che Syd Mead, nel documentario Dangerous Days: La Realizzazione di Blade Runner, spiega essere parcometri pronti a lanciare una scarica elettrica letale in caso di tentativo di furto del prezioso contenuto. Noi oggi (per fortuna) non li abbiamo, ma non si può dire che non ci stiamo muovendo sul fronte delle città intelligenti.

Senza andare troppo oltre con i parallelismi, non sono mancati esempi concreti volti a migliorare la sicurezza in fase di attraversamento degli incroci: dalle strisce pedonali con auto-illuminazione per segnalare agli automobilisti che un passante le sta utilizzando, ai led luminosi verdi e rossi sul marciapiede che segnalano lo stato semaforico ai pedoni intenti ad usare lo smartphone a testa bassa.

Bodegraven (Olanda) - Strisce a led per pedoni distratti dallo smartphone

Mentre noi negli anni '80 usavamo le cabine telefoniche della SIP, Ridely immaginava un mondo in cui le video cabine telefoniche - Vid Phon - le avrebbero sostituite. 35 anni dopo le cabine SIP, ora Telecom, esistono ancora solo come simulacri di un'epoca delle comunicazioni telefoniche che non esiste più, quando parliamo di cabina Telecom, probabilmente, pensiamo a quella che ci porta la fibra ottica in casa, e le videochiamate si effettuano comodamente tramite PC, tablet e, ovviamente smartphone sfruttando reti dati ad alta velocità. L'intuizione si è rivelata comunque buona: alla base c'è una forma di comunicazione a distanza, divenuta progressivamente più ricca: immagini e video hanno affiancato la semplice voce.


PET-ROBOT DA COMPAGNIA E REPLICANTI GIOCATTOLO

Deckard chiede a Rachael indicando la civetta: è artificiale? e lei risponde Naturalmente. Il tema degli animali artificiali torna anche in seguito e rappresenta l'espediente narrativo per fornire un indizio essenziale alla prosecuzione delle indagini del cacciatore di androidi

Il senso di un'attività di produzione di animali sintetici non si coglie pienamente se non si legge anche il romanzo di Phil Dick: quella pecora elettrica esiste effettivamente nel romanzo e la civetta anche, insieme al ricordo di un passato in cui le specie animali, quelle vere, avevano iniziato a scomparire dalla Terra:

Rick rimase a fissare per parecchio tempo la civetta che sonnecchiava sul trespolo. Gli vennero in mente mille pensieri, pensieri sulla guerra, sui giorni in cui le civette erano come piovute dal cielo; si ricordò di quando durante la sua infanzia si era scoperto che una specie dopo l’altra era scomparsa e di come i giornali ne parlassero ogni giorno – le volpi un mattino, i tassi il seguente, finché la gente aveva smesso di leggere questi perpetui annunci mortuari degli animali [...] Pensò, anche, al suo bisogno di un animale reale; dentro di lui si manifestò ancora una volta un vero e proprio risentimento nei confronti della pecora elettrica, che lui doveva tenere e curare come se fosse viva. La tirannia di un oggetto, pensò.

La differenza tra possedere un animale in carne ed ossa e uno artificiale, nel mondo di Ridley, è la stessa che segna il confine tra ricchi e poveri, ed anche tra i 'poveri' c'è chi può permettersi lavorazioni più o meno pregiate dell'animale sintetico.

Blade Runner - al mercato degli animali sintetici in cerca di indizi

Ma la finzione cinematografica si spinge anche oltre: nel futuro si costruiscono non solo robot indistinguibili dagli umani, ma anche semplici robot di compagnia dalle fattezze antropomorfe. J.F. Sebastian lo fa per semplice 'diletto', per trovare una dimensione umana in una vita fatta di solitudine e isolamento determinato dalla sua malattia.

Blade Runner - uno degli "amici" di J.F.Sebastian da lui stesso creato

In questo passaggio, bisogna ammettere, che il film si è spinto molto oltre quello che è il nostro futuro prossimo. Se si riesce a superare però il ''prodotto' (animale o amico sintetico)' e si coglie il bisogno, si concluderà che già oggi - più in oriente che in occidente - esistono vari tentativi di rendere un robot antropomorfo un surrogato dell'uomo nell'esercizio di determinate attività. Uno degli esempi più chiari è rappresentato da Pepper di Softbank: è capace di interpretare le emozioni umane, consolare le persone tristi, assistere gli anziani.

E non mancano esempi di veri e propri robot giocattolo, dalle movenze umanoidi, proposti come semplici gadget tecnologici ed indirizzati al pubblico degli utenti più piccoli. Tra i tanti, si possono citare le proposte di UBTECH ROBOTICS, come Alpha 1 Pro e Lynx. Certo è che anche il più sofisticato robot umanoide attualmente in commercio è tutt'altro che simile in tutto e per tutto alla controparte umana e anni luce distante dalla finzione cinematografica.

UBTECH ROBOTICS - Lynx
ATARI

Los Angeles 2019: il logo di Atari svetta in più occasioni tra i neon multicolore e a noi (dinosauri della preistoria dei videogiochi) piace farlo notare. Nei primi anni '80 il colosso dei videogame inizia ad avvertire i primi segnali di una crisi che sarebbe diventata più evidente in quelli successivi. Nel 1982 la software house dovette affrontare battaglie giudiziarie, fare i conti con una politica di produzione dei videogiochi a ritmi forsennati, che aveva portato a lanciare sul mercato titoli intorno ai quali si era generato un elevato hype, ma che poi si erano rivelati deludenti - non scagliamo però la colpa sul povero Howard Scott Warshaw, sviluppatore di E.T., che negli anni ha pagato più di quanto era lecito pagasse - e nel 1983 ha risentito, insieme a molte altre aziende che operavano nel settore videoludico, della cosiddetta crisi dei videogiochi.

Ataribox: la retroconsole di Atari, sarà sviluppata tramite Kickstarter

Atari non è mai più tornata ai fasti del passato, eppure, a distanza di 35 anni esiste ancora, profondamente rinnovata, svuotata del suo core business, ma ancora desiderosa di mettere a frutto un brand che è iconicamente rimasto nel cuore di chi ha vissuto l'alba dei videogiochi. Oggi Atari punta proprio all'effetto nostalgia, vuole tornare a parlare agli adolescenti dell'epoca, gli stessi che avevano visto Blade Runner al cinema o che avevano giocato al videogame (non era stata Atari a svilupparlo, ma CRL Group PLC). Il suo progetto più recente è l'Ataribox, la retroconsole che omaggia la storica Atari 2600 e che verrà sviluppata tramite Kickstarter.

COMANDI VOCALI E SCANNER DI FOTO

Ora, mettetevi comodi, leggete la sequenza e poi ...

Esalta 22, 41, 76

Esalta, stop

Avanza, stop, indietro a destra, stop

Centralo e muovi indietro, stop

Ascissa, 45 a destra, stop, centralo e stop

Esalta da 34 a 46

Panoramica a destra e muovi indietro, stop

Esalta da 34 a 46

Muovi indietro

A destra, stop

Esalta 57, 19

Ascissa 45 a sinistra, stop

Esalta da 15 a 23

Dammi una copia di questo

... poi ditemi se Ridley Scott non ci aveva già dato modo di capire che l'interazione uomo macchina tramite comandi vocali non si sarebbe rivelata ... un gran casino. La lunga sequenza di comandi racchiude quelli impartiti da Deckard al "computer" che effettua una scansione e un ingrandimento di una foto (su carta) a caccia di particolari utili per le indagini. Ci verrebbe da dire: ma non poteva usare un mouse, una trackball, uno strumento di input più immediato?

E forse lo ripetiamo anche noi, mentre usiamo PC, smartphone ed altri 'oggetti intelligenti' con assistenti personali digitali (che dovrebbero) essere smart. I comandi vocali oggi sono una realtà, ma una realtà migliorabile, non ancora perfetta e non ancora indispensabile. Immaginare di utilizzare Photoshop o Premiere con i comandi vocali appare inverosimile e inutile, al tempo stesso usare programma di messaggistica sfruttando la composizione vocale è in alcuni frangenti molto più immediato rispetto all'input tramite tastiera.

I big che dispongono di una solida offerta cloud la valorizzano anche tramite assistenti digitali personali controllabili mediante comandi vocali.

Sono innegabili i grandi passi avanti compiuti sul fronte dell'accuratezza del riconoscimento vocale, semmai andrebbe migliorato il backend degli assistenti digitali smart per renderli ancor più utili. Vero è che si tratta di una costante evoluzione che viaggia di pari passo con lo sviluppo delle risorse cloud - la nuvola che 'contiene' il cervello dei vari Alexa, Cortana Google Assistant e Siri.

Nel frattempo è guerra di numeri tra i big del mercato che continuano a sbandierare percentuali di errore nel riconoscimento vocale conversazionale (quello che prevede un'interazione uomo macchina secondo dinamiche tipiche del dialogo tra esseri umani) sempre più contenute e simili a quelle di un trascrittore professionale in carne ed ossa (ved. ad esempio le dichiarazioni di Microsoft e Google).


E tornando al monologo di Deckard con la macchina, l'epilogo - dammi una copia di questo - si traduce nel particolare della foto stampato su carta fotografica. Già, l'archiviazione cloud non era contemplata e i dispositivi elettronici portatili non erano ancora stati inventati. Sembra almeno che l'algoritmo di interpolazione delle immagini abbia fatto miracoli in fase di stampa.

LE FOTO SU CARTA POLAROID

Prendiamo lo Spinner e sorvoliamo sull'ennesimo product placement del film, è interessante però notare dove è posizionato un brand storico del mercato della fotografia. Lo ritroviamo sul bordo di una foto ad ennesima conferma che, secondo il futuro immaginato nel film, la gente continuerà a stampare foto.

Oggi lo facciamo e probabilmente lo faremo ancora, ma è pur vero che l'avvento del digitale ha profondamente rimescolato le carte in un mercato che, in precedenza, era regolato da principi ben diversi da quelli attuali. La Polaroid dei giorni nostri - o meglio Polaroid Originals, che ha raccolto le ceneri della storico marchio - prova a cercare di riaccendere lo spirito originale della cosiddetta istantanea, reiterando l'icona della macchina analogica pronta a congelare subito i ricordi senza quegli scomodi ed elitari passaggi in camera oscura.

Polaroid Originals - OneStep 2 i-Type Camera

Ma si tratta di prodotti rivolti ad una nicchia di mercato, ai fotoamatori dal cuore tenero, la "massa" le istantanee le fa con lo smartphone, le archivia nella microSD o, se è un utente più evoluto, nel cloud e non ha bisogno nemmeno di stamparle per mostrarle agli amici: bastano pochi tap per condividerle col Mondo. Tutto questo non è più giusto o più sbagliato è semplicemente diverso da quello che avveniva 30 anni fa, quando si rifletteva un po' di più sul se fare click semplicemente perché le 24/36 foto del rullino erano limitate e non a costo zero.

Anche questa rivoluzione del digitale, che ha interessato anche l'attività di stampa - l'artigiano stampatore lascia il campo al servizio di stampa online - è stata così rapida da risultare imprevedibile anche per chi di mestiere si occupava di dare forma al futuro possibile.

INTELLIGENZA ARTIFICALE

Ridley Scott era contrario ad utilizzare il termine androide o robot per indicare i Nexus 6, erano parole troppo abusate, li chiama replicanti, vocabolo ormai entrato nel linguaggio comune:

Nel linguaggio della fantascienza, essere artificiale o creatura extraterrestre che riproduce le fattezze di un particolare individuo effettivamente esistente sulla terra (Treccani)

Il film lascia sullo sfondo il come i replicanti sono stati creati, ma dice chi (la Tyrell Corp) lo ha fatto ed afferma chiaramente che sono un prodotto dell'uomo, per la precisione esprimono lo stadio evolutivo avanzato dell'attività di produzione di robot. Dei replicanti sappiamo che non sono stati progettati per provare emozioni e che i progettisti si sono resi conto che avrebbero potuto svilupparle autonomamente dopo qualche anno. Per questo, sono stati dotati di un dispositivo limitante che ne determina la morte quattro anni dopo l'immissione.

Il granitico Batty corruccia le sopracciglia manifestando a Pris il suo dolore per la perdita dei compagni: l'empatia è un sentimento prettamente umano che i robot non dovrebbero manifestare eppure questa ''intelligenza artificiale" si è evoluta sino a provarlo. Questa continua tensione tra la macchina che si fa uomo ... (più umano dell'umano è lo slogan della Tyrell):

Batty: non siamo computer Sebastian, siamo organismi

Pris: Io penso, pertanto sono

... e l'uomo che prova a tracciare un solco tra sé e la sua creatura, per riaffermare la superiorità del "creatore", è uno dei temi dominanti del film, ma anche dell'odierno dibattito sull'evoluzione delle intelligenze artificiali.

Elon Musk: bisogna agire tempestivamente per evitare che l'intelligenza artificiale diventi una minaccia per l'umanità

L'atteggiamento pragmatico di Deckard che definisce così i replicanti:

... sono come ogni altra macchina, possono essere un vantaggio o un rischio, se sono un vantaggio non è un problema mio.

... sembra essere simile a quello con il quale il CEO di Microsoft Satya Nadella commenta i paventati rischi di un'apocalisse AI:

credo che ci siano molte cose per modellare il nostro futuro, piuttosto che pensare che questo succederà a noi. Il controllo è un'opzione, dobbiamo mantenere tale controllo.

Bill Gates assume un atteggiamento ancor più disteso quando afferma che affrontare un'evoluzione incontrollata delle intelligenze artificiali non è un problema che si porrà nell'immediato; sull'altro fronte si colloca la posizione più estrema di Elon Musk che chiede di agire preventivamente prima che queste 'entità artificiali' rappresentino una minaccia per il genere umano. Rispetto ai replicanti di Blade Runner le intelligenze artificiali di cui si discute oggi non necessariamente devono avere un corpo, potrebbero essere sofisticati software di machine learning (capisco che sarebbe più gradevole essere spazzati via da una Pris/Daryl Hannah dei tempi d'oro che da Windows 1000), ma potrebbero avere un'intelligenza non solo almeno pari (come i replicanti), ma ben superiore a quella umana.

La necessità dell'uomo di controllare l'IA e di non essere superati a livello intellettivo dalla medesima ha portato Musk a sostenere due realtà come OpenAI - associazione no-profit per lo sviluppo dell'intelligenza artificiale in maniera trasparente e controllata - e Neuralink, che si occupa di sviluppare interfacce uomo macchina che, in futuro, potrebbero servire a colmare il gap tra intelligenza artificiale e intelligenza biologica. Un dato è piuttosto certo: oggi anche l'IA più evoluta non potrebbe pronunciare la frase di Batty al cospetto del Dottor Tyrell, dandogli il giusto peso:

Non è una cosa facile incontrare il proprio artefice

Presuppone avere consapevolezza di sé (rapportarsi con se stesso) e mettersi in rapporto con l'entità che, per tornare a Kierkegaard, lo ha istituito (potete chiamarlo Dio, sviluppatore, o tartaruga che poggia su una tartaruga che poggia su una tartaruga ... ∞, a seconda del vostro essere umani, digitali, credenti o atei).

Tale inclinazione al pensiero speculativo è difficile da ritrovare nelle attuali IA che, secondo John Giannandrea, responsabile della divisione AI di Google, hanno un livello intellettivo paragonabile a quello di un bambino di quattro anni. E' pur vero che io a sei anni, con un buon padre e dei buoni libri, sapevo già quello che è necessario sapere della vita, della morte e della condizione umana ... mai sottovalutare un bambino. Quando poi ad essere interessate allo sviluppo del pargoletto sono le super potenze mondiali, a partire da Stati Uniti, Cina e Russia, la crescita potrebbe essere ancor più accelerata.

IL CARTELLONE DELLA COCA-COLA

E poteva mancare anche nel 2019 la COCA-COLA? No, solo che, probabilmente, quando le città del futuro si svilupperanno ancor più marcatamente in verticale e macchine volanti solcheranno i cieli, le enormi insegne luminose le troveremo sulle facciate dei palazzi o sulle mega aeromobili pubblicitarie. E' l'ennesimo brand noto all'epoca, così come lo è oggi, che continua a rafforzare un espediente narrativo comune alla cinematografia e alla letteratura di fantascienza. Per rendere credibile ciò che non esiste è necessario usare simboli e icone familiari. Da questo punto di vista la Coca-Cola del cartellone è un po' come le meticolose descrizioni del proiettile diretto verso il nostro satellite in Dalla Terra alla Luna di Verne. Serve a rendere verosimile una realtà futura, lontana, ma non troppo.

ONE MORE THING ... MISSING

Abbiamo scansato l'argomento (spero con sufficiente abilità) per tutto l'articolo, per arrivare a chiedervi: avete notato quale oggetto tecnologico manca in Blade Runner e che oggi, invece, c'è in gran quantità (anche eccessiva nei cosiddetti mercati maturi, in verità)? Lo smartphone! sarebbe bastato anche un più semplice cellulare, ma Ridely & Co. sono giustificati: il primo telefono cellulare, il Motorola DynaTAC 8000x, venne commercializzato solo nel 1983, dopo dieci anni di studi ed investimenti, e un anno dopo l'uscita del film.

Non era certamente un prodotto mainstream, come testimoniavano i 3500 dollari necessari ad acquistarlo, ma il mercato delle telecomunicazioni, da quel momento in poi, sarebbe stato modificato per sempre. Il suo stesso inventore, Martin Cooper, ha dichiarato che all'epoca non prevedeva un successo così clamoroso:

Capivamo che il potenziale era enorme. Ma era difficile immaginare la diffusione odierna se si pensa che quelle macchine, nel 1983, costavano circa 3500 dollari, l'equivalente di 7000 dollari di oggi*

E se non lo aveva previsto nemmeno il suo creatore ... l'assenza di cellulari e smartphone nel mondo di Rick Deckard ci sta.

AL CINEMA PER SCOPRIRE I PROSSIMI 30 ANNI

Se non vi ho smarriti strada facendo, arrivati alla fine, posso confessarvi una cosa: questo lunga galoppata tra passato e futuro, tra il 2019 di Blade Runner e il 2017 della (molto meno scenografica) mia pianura padana, è frutto di una domanda che ci siamo fatti in redazione lunedì scorso: perché non scrivere qualcosa sull'arrivo di Blade Runner 2049? Va bene, son cresciuto con i film di Ridley Scott, ho rivisto n-mila volte il capitolo originale, è uno dei miei film preferiti, ci sto.

Eppure mi sono ripromesso da mesi di non seguire i trailer del sequel, mi son limitato a leggere due righe sulle prime recensioni della critica e una riga sul contenuto. Probabilmente sono il peggior venditore dei biglietti per andare a vederlo, ma, dopo tre giorni di full immersion a rivedere da un punto di vista un po' differente il primo capitolo, sono tornato ad apprezzarne il valore, a gustare particolari e sfumature che il tempo aveva offuscato.

Non sono un critico cinematografico - sono al massimo un cine-nerd - ma posso sbilanciarmi nel dire con estrema semplicità che la differenza tra un bel film e un brutto film la fa la capacità di accendere una fiammella nello spettatore: per alcuni è un'emozione, per altri un'idea. Nel mio caso Blade Runner fa riaffiorare cicliche riflessioni sulla condizione umana - non è un argomento di fantascienza, ma semplicemente eterno - miste alle suggestioni di un impianto visivo che mantiene inalterato il suo fascino ad oltre tre decadi di distanza dalla sua realizzazione.

Non potevo avvicinarmi al nuovo capitolo senza tornare nel luogo in cui il neon alle spalle di Rick Deckard all'inizio di Blade Runner suggerisce di andare (googlate). Dopo, è bastato sapere che il sequel potrebbe suscitare in me reazioni in parte analoghe per giustificare il costo del biglietto. Vi consiglio lo stesso percorso, se avete tempo e buona visione di Blade Runner 2049.


*intervista del 2013 - fonte La Repubblica


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Commenti

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red wolf

ora che ho visto blade runner 2049.....voglio, TREMENDAMENTE VOGLIO denis villneuve a fare il film su bioshock

MauRusso

L autore morì proprio nell anno che blade runner uscì morendo quasi da sconosciuto di lui consiglio anche La svastica sul sole ( serie ripresa da amazon ) e Ubik ( speriamo a breve )

red wolf

non voglio spoilerare per chi ancora non è andato a vedere il film, ma mi sento di dover fare i complimenti al regista e a tutto il cast per non aver deluso almeno me, fra i tanti estimatori dell'originale. Un commento più ricco di dettagli magari fra qualche giorno...quando un po' tutti l'avran visto.

Boronius

Sui bastioni di Orione io ho visto anche Nadella... in fuga...

Ramona

Articolo ben fatto, l'ho letto tutto d'un fiato

red wolf

blasfemooooo!!!! Scherzo ovviamente. Il primo è seminale, al pari di 2001 odissea nello spazio....è da vedere, ma guardalo come un film normale e non di fantascenza...perchè la fantascenza non è altro che il contorno, la vera natura del film è la domanda che ci poniamo tutti, il senso della vita. Ah...blade runner ha anche la scena d'amore più bella della storia del cinema, almeno secondo me. Struggente, sensuale, inarrivabile e con sotto "love theme" di vangelis che la rende eterna.

Lu

Non credo; la pubblicità per le colonie extra mondo la faceva quell'enorme aeronave di cui c'è una foto nell'articolo più sopra; il neon a cui si riferisce SC dovrebbe essere questo:
https://uploads.disquscdn.c...

Luca Bussola

E non sai cosa ti perdi. E' un film senza tempo straordinario!

LaVeraVerità

Parli così perchè ti ha fatto male a scuola?

SantoSubito

Calvino è un cane

Marco Revello

Non era un cartello pubblicitario per invitare la gente a partire per le colonie extramondo?

Svasatore

Qui non si tratta di munsk ma di capacità d'analisi unita a un po' di intelligenza e cultura.

Indipendentemente che munsk parli (anche perchè lo fa spesso e a vanvera come dimostra la scarsa produzione della model3) o qualcun'altro è la data e la sicurezza nello scrivere tra il 2024-30 l'uomo andrà su Marte.
Come se dicessi che entro 10 anni sconfiggeremo il cancro.

Non ci siamo proprio.

DarkVenu

Lo so che Elon musk è la tua nemesi, but take it Easy

Svasatore

Ma voi che scrivete bravo lo fate per tifo?

Ha scritto che l'uomo farà le prime missioni su Marte fra il 2024 2030.

Date totalmente a caso e che non saranno veritiere.
Superficialità a manetta.

Lu

Lettura meravigliosa, complimenti a SC; sarà che sono un lettore compulsivo ma non capisco chi considera la lunghezza dell'articolo un difetto.

red wolf

insomma che dire...."sperem" :-)

Lu

Idem, chi sa parli!!

LaVeraVerità

Italo Calvino - Le cosmicomiche

MasterBlatter

Veramente per le mascherine di carta/stoffa, non vengono indossate per proteggersi dall'inquinamento, dato non sarebbero affatto idonee allo scopo. Le indossano per proteggere se stessi e gli altri da malattie trasmissibili per via aerea, questo in megalopoli densamente popolate come quelle asiatiche è un problema molto importante, un paio di persone con l'influenza all'interno di un treno in ora di punta possono anche infettare un centinaio di persone, in paesi dove la malattia non viene retribuita ha un grave costo rimanere a casa.
Inoltre copre il volto, per ragioni estetiche.

Il-Merovingio

Ammazza..bravo!

Tecnono

''Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi....''. Chissà se il buon Roy Batty si riferisse ai video motivazionali di banca intesa!XD

Brukers

Articolo molto interessante! Complimenti

Liuk

Di quello che vuoi ma la macchina che costruisce gli androidi è IDENTICA a quella dell'Istituto per i sintetici di 3a generazione.

E la musica della sigla, bellissima e originale.

Fred

Bell'articolo!

Andy M.

Beh certo, ci sono stati tantissimi film/telefilm e altri media che hanno più o meno fatto previsioni giuste. Ricordo il telefilm UFO degli anni 70, dove invece il protagonista videochiamava da un dispositivo portatile :)

Supercrispo

E vogliamo parlare della sigla?
Per quel che mi riguarda una delle più belle che abbia mai visto: musica eccezionale che ti resta impressa dopo i primi 20 secondi, fotografia e cura che neanche al cinema si vede di tale fattura...

DuN3DaiN

Un film che ha sdoganato cinematograficamente il cyberpunk usato poi come base da un infinità di altri film anime/manga giochi e tutto esclusivamente grazie al protagonista vero del film ovvero il frame, l’atmosfera, i toni colore, i suoni, i tempi e le musiche che giocano in contrapposizione rispetto al tipo di società che Scott vuole rappresentare.
Il concetto di frame viene amplificato dal più importante dei 5 sensi unico mezzo che permette di scrutarlo ovvero gli occhi, che sono anche l’unico mezzo per giungere alla verità in una società artificiale e distopica (Test Voight-Kampff)..
Le foto che rappresentano lo sfondo e quindi così importanti nei replicanti che vogliono che la loro esistenza non si perda nella pioggia e per questo cercano disperatamente un dato tangibile della loro esistenza visto che anche i ricordi possono essere innestati,
Poi le sette versioni... capolavoro assoluto che aimè difficilmente verrà replicato nel sequel..

A SC dico solo che la domanda a inizio articolo è una domanda retorica visto che viene la risposta si trova nella Director’s/Final Cut

Claudio Antonetti

Bell'articolo, davvero.... mi ha ricordato che negli scatoloni del trasloco che ho appena fatto ho la versione final-ultra-mega-uber cut in BD, comprata anni fa ma mai vista per mancanza di tempo... Credo sia giunta l'ora di porre rimedio alla cosa!!

Claudio Antonetti

Concordo

Claudio Antonetti

Accadeva gia in 2001: Odissea nello spazio, li si che la visione del futuro è... avveniristica!!

red wolf

Sterling: la matrice spezzata....ho adorato quel libro. Consigli x gli acquisti?

gibi72

Complimenti,
Davvero ricco di dettaglio e da leggere con calma

Danny #

Bellissimo articolo.

albymarty

Ok, ho fatto una veloce ricerca su goggle ma non ho trovato niente. Cosa vuol dire "senza tornare nel luogo in cui il neon alle spalle di Rick Deckard all'inizio di Blade Runner suggerisce di andare"?

Andy M.

Da un sacco di tempo non leggevo un articolo con tanto interesse, complimenti.
Proprio in questi giorni, dopo aver fatto una videochiamata, mi venne in mente la scena di un altro film ambientato nel futuro, Atto di forza (anch'esso ispirato ad un racconto di Dick) con Schwarzenegger. Al di la della caratura inferiore rispetto a Blade Runner, mi ricordai della scena in cui Sharon Stone videochiamava un dottore dal videotelefono installato in casa che era grande quasi come una cabina telefonica. Mi fece pensare il fatto che nel 1990 (ma anche prima in altri film più vecchi) immaginavano un futuro in cui le telefonate si evolvevano in videochiamate, ma meno spesso immaginavano la loro "mobilità".

Midnight

Lo sono, ma comunque avrei già dovuto vederlo anni fa...

Sergio Iovino

potessi spolliciare l'articolo lo farei nmila volte, davvero bello.Grazie

Liuk

Un jedi obeso?

Liuk

...nel water.

Hahahaha!

Flagship

Bellissimo film il primo Blade Runner, visto troppo tardi (solo qualche giorno fa) -----> mi auguro che tu sia molto molto giovane. Altrimenti...Vergogna! :)

Flagship

Lo vado a vedere sabato pomeriggio...e già ho quella sensazione tra il fremito di ansia e paura di essere deluso---- > non ti voglio anticipare nulla, ti dico solo: Tieniti forte perché una delle due sensazioni da te paventate sarà lapalissiana

LaVeraVerità

Clark posso capire ma dick... guarda bene che vedrai che lo trovi.

Fab Pell

spettacolo!

Flagship

Eppur non cado giù...

Jon Snow

fili avevo ed or non più...

LaVeraVerità

Vero

red wolf

assolutamente da vedere, ti quoto

LaVeraVerità

Volevi dire Dick Retard forse...

red wolf

innanzitutto complimenti per l'esaustivo e interessante articolo...si evince che il redattore, come il sottoscritto, trasuda sincera ammirazione per quello che io, e molti altri, considerano uno dei film più belli della storia del cinema TUTTO, senza se e senza ma. Lo vado a vedere sabato pomeriggio...e già ho quella sensazione tra il fremito di ansia e paura di essere deluso. Il film non fu seminale e bellissimo solo per la regia di un ridley scott in stato di grazia, ma fu anche quello insieme ad un vangelis inarrivabile e sublime ed un cast, a partire da rudger (che s'invento la citazione che possiamo considerare famosa quanto "il dado è tratto" di cesariana memoria), davvero azzeccatissimo ed ispirato. Che dire....mi mancano dick e clark come l'aria :-((((

-|benzo|-

Bell'articolo, complimenti (:

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