Telecom Italia rischia una multa per la scalata di Vivendi

29 Settembre 2017 21

Il Comitato della Presidenza del Consiglio dei Ministri responsabile dell'applicazione delle norme del Golden Power* si è pronunciato ieri sul caso Telecom-Vivendi, concludendo che Telecom Italia avrebbe dovuto notificare alle autorità italiane l'operazione finanziaria con la quale il gruppo francese ha preso il controllo dell'operatore telefonico - formalmente il 28 settembre scorso.

E' stato quindi avviato il procedimento previsto dalla legge 56 del 2012, che potrebbe concludersi con una sanzione pecuniaria a carico di Telecom Italia (e non di Vivendi). La procedura prevede un periodo di tempo di 90 giorni entro il quale le parti interessate hanno facoltà di strutturare una linea difensiva e dimostrare la mancata violazione della norma di legge.

Telecom Italia ritiene che la violazione non sussiste:

non sussisteva alcun obbligo di notifica, non avendo Telecom Italia mai adottato alcuna delibera, atto o operazione che avesse per effetto una modifica della titolarità, del controllo o della disponibilità della rete di comunicazioni elettroniche


e ancora :

non sussisteva obbligo di notifica" anche perché Vivendi e Telecom battono bandiera europea, e comunitaria, e non sono certo imprese extra-Ue

L'obbligo di notifica alla Presidenza del Consiglio dei Ministri è stato predisposto per consentire all'autorità di opporsi alle delibere con le quali le assemblee o gli organi di amministrazione delle imprese che operano in settori rilevanti per l'interesse nazionale determinano, tra l'altro, il trasferimento dell'azienda o di rami di essa o di società controllate, il trasferimento all'estero della sede sociale, il mutamento dell'oggetto sociale, lo scioglimento della societa'.

Telecom afferma di non aver adottato alcuna delibera che prevedeva l'obbligo di notifica. Tra 90 giorni si saprà chi tra le due parti ha ragione.

*Con l'espressione Golden Power si identificano i poteri speciali che permettono al governo di ''blindare" una società se è in pericolo l'interesse nazionale.


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Commenti

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Federico

Sarebbe tale qualora esistessero leggi adatte a confermare i tuoi "deve"; dal momento che le leggi sia nazionali che comunitarie semmai dicono l'esatto contrario i tuoi sono in realtà dei "dovrebbe" e quindi esprimono una posizione dettata dall'idealismo.

Fiber to the gabinett

La mia è una posizione dettata dalla realtà dei fatti.

Federico

La tua mi pare una posizione dettata dall'idealismo piuttosto che dalla visione del mercato reale.

Fiber to the gabinett

La "vera" concorrenza non esiste e in certi settori si creano, com'è ovvio, dei monopoli naturali che devono necessariamente essere controllati dallo Stato che avendo una capacità di spesa superiore a qualsiasi privato, può anche garantirne la manutenzione e gestione e quindi l'usufruibilità. Nel caso di specie, è stato rilevato da molti che benchè l'ingresso di OF sia stato benefico, è certamente meglio avere un'unica infrastruttura di rete per evitare inutili e costosi doppioni e questa infrastruttura non può che essere controllata dallo Stato.

Federico

Mai detto che non vi siano eccellenze, perfino la tanto vituperata RAI rappresenta una radiotelevisione di grande prestigio, ma solo che è del tutto impossibile farle competere.
La vera concorrenza è quando sullo stesso core business esistano uno o più competitor.
Discorso un po' differente per Finmeccanica e Fincantieri, dal momento che in questi due casi è il controllo pubblico stesso a cercare di affossarne le capacità.
Ad esempio ENEL (e Terna) avrebbero veri competitor qualora esistessero aziende a controllo non pubblico impegnate nella produzione e nel trasporto dell'energia elettrica.
Il "non possono" non ha molto senso in un mercato regolato dalle leggi della libera concorrenza.

Fiber to the gabinett

Competitor o non competitor, Eni ed Enel così come Finmeccanica, Fincantieri etc.. sono delle eccellenze italiane create dallo Stato e questa "vera" concorrenza di cui parli non ho idea di cosa sia. Ripeto: Certe infrastrutture non possono rimanere in mano ai privati, specialmente a controllo di aziende estere.

Federico

No, è questione di essere realistici.
ENI ed ENEL non hanno veri competitor sul mercato interno, in paricolar modo a causa degli effetti dell'assurdo referendum sul nucleare da un lato e per via delle norme estremamente restrittive sulle estrazioni di materie prime dall'altro.
Ovvio che laddove non esistano reali competitor diretti è facile risultare vincenti.
Laddove esiste vera concorrenza l'unica azienda a guida pubblica a mantenere una buona competitività è ENI.
Un singolo caso su centinaia di aziende è un po' poco.

Fiber to the gabinett

Ci sono diversi colossi statali che in quanto Spa raccolgono capitali dai mercati finanziari ma rimangono a controllo Statale: Mi riferisco alle varie Eni, Enel etc.. Non è questione di società ideale o meno ma di scelte politiche e di politica economica.

Federico

In una società ideale le aziende e le infrastrutture indispensabili sono possedute e gestite, direttamente o indirettamente, dalla Pubblica Amministrazione.
Nel mondo reale le aziende controllate dalla Pubblica Amministrazione non hanno alcuna possibilità di competere con l'offerta delle rivali controllate per intero dai capitali raccolti sui Mercati Finanziari.

Fiber to the gabinett

Certe infrastrutture è bene che siano gestite da grandi gruppi, sì, ma pubblici che in Italia non mancano di certo.

Duca

Si ma costerebbe 15 miliardi, la multa 300 milioni

Duca

In un paese civile sarebbe giusto.. ma siamo in italia

Fiber to the gabinett

Ma quale multa.. bisogna scorporare la rete e trasferirla a Cdp.

mandraghen

la corruzione....quella bella...Grazie Italia

Federico

Più che altro la magistratura e la politica.
Entrambe nel corso dei decenni hanno creato condizioni che hanno reso impossibile il crearsi di grandi gruppi a guida italiana.
Non dico che sia stata una cosa ricercata perchè sarei troppo maligno, ma gli effetti quelli sono stati.

Alessio Alessio

La finanza ci sta distruggendo..

Federico

Se agli imprenditori italiani viene impedito con ogni mezzo di acquisire il controllo delle nostre aziende, logico che poi finiscano nelle mani di quelli stranieri.
E' dai tempi di Gardini che la storia si ripete immutata.

Alessio Alessio

Certo che Telecom ITALIA governata dai Francesi non si può proprio sentire..

Lucagildo

Sembra una barzelletta

Cesoia

Fondalmentalmente gli unici veramente scorretti sono "i nostri ben pagati oziosi dalle gentil terga" che non hanno ancora scorporato l'intera rete,occupandosi di questioni molto meno rilevanti...

Max

Fondamentalmente Vivendi è una delle aziende più scorrete del globo...

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