
31 Agosto 2016
22 Agosto 2016 408
Il mercato degli smartphone, come ci hanno insegnato Nokia, Blackberry, Siemens e, in parte, Motorola, non è un settore nel quale ci si può mai adagiare sugli allori. La tecnologia si muove velocemente, i gusti e le abitudini degli utenti cambiano rapidamente e diventa sempre più difficile, vista l'enorme concorrenza, fidelizzare i clienti ad un brand con scarsa capacità di innovazione. Il gioco dura poco; dopo uno o due anni si finisce per passare alla concorrenza.
La prossima storia a non avere un lieto fine potrebbe provenire dalla rampante Cina. Il più grande mercato del mondo è, al momento, la culla di numerose società che, nel giro di pochi anni, sono riuscite a costruirsi un nome e ad accumulare piccole fortune partendo dal nulla. Una di queste realtà, la più rappresentativa e nota, è Xiaomi.
Xiaomi è stata la startup con la crescita più alta mai registrata al mondo. In soli 6 anni di attività si è passati dallo sviluppo di ROM e interfacce alla produzione di una lineup estremamente numerosa di smartphone e phablet, oltre a moltissimi altri dispositivi, tutti facenti parte dell'ecosistema Mi, con i quali Xiaomi ha esteso la sua presenza in praticamente ogni campo dell'elettronica di consumo. L'immensa crescita di Xiaomi ha raggiunto il suo apice quando, nel dicembre del 2014, la società ha ricevuto finanziamenti per 1.1 miliardi di dollari a fronte di una valutazione del valore della società stimato in 45 miliardi di dollari. Si tratta di cifre da capogiro, considerando che nel novembre dello stesso anno il valore era stimato in 40 miliardi di dollari, circa il 10% in meno.
Insomma, quella di Xiaomi la si potrebbe raccontare come la storia di un piccolo grande miracolo cinese, se non fosse che ad oggi, circa 18 mesi dopo questa promettente valutazione, il valore di Xiaomi è crollato a poco più di 4 miliardi di dollari. Che fine hanno fatto i restanti 41 miliardi? Cosa ha portato la Apple orientale a perdere oltre il 90% del suo valore? Alcune risposte ci arrivano dal noto investitore Yuri Milner, già protagonista di scommesse particolarmente riuscite con Facebook (prima della sua quotazione in borsa) e il colosso cinese Alibaba.
Fondamentalmente, la società non è stata in grado di centrare alcuno degli obiettivi che si è data negli ultimi mesi, a cominciare dalle stime di vendita, spesso riviste al ribasso nel corso dell'anno, sino al conseguimento di scarsi derivanti dalla vasta gamma di prodotti che sono stati commercializzati durante questi mesi. Lampadine, visori VR, bollitori di riso, batterie, e chi più ne ha più ne metta, nessuno di questi prodotti è stato in grado di realizzare un ritorno economico che sia stato in grado di produrre profitti in grado di giustificarne la messa in commercio. Ma questo non basta a spiegare il crollo vertiginoso del valore di Xiaomi, dal momento che il vero settore in crisi è quello legato agli smartphone, i quali rappresentano l'85% delle entrate della società cinese.
Nel corso degli ultimi anni (e i nostri lettori se ne sono spesso accorti nei loro commenti), Xiaomi sembra aver perso di vista qualsiasi obiettivo, limitandosi a riproporre, con una velocità estremamente esagerata, infinite varianti dello stesso prodotto, tutte caratterizzate da una differenziazione minima che solitamente non giustifica il passaggio da un modello all'altro. Oltre a questo, la società non è stata in grado di cogliere il cambiamento fondamentale che sta caratterizzando il mercato cinese, il principale a cui si rivolge. Sempre più utenti cinesi, infatti, sono meno interessati ai dispositivi di fascia bassa, cercano prodotti in grado di differenziarsi maggiormente e sono più desiderosi di spendere. Il ritardo nella commercializzazione di Mi Note 2, il quale verrà presentato solo nei prossimi giorni, è un chiaro esempio di questa cattiva interpretazione del mercato, dal momento che Xiaomi ha presentato, per circa 6 mesi, una serie continua di base/medio di gamma in grado di erodersi fette di mercato a vicenda.
Gli ultimi mesi ci hanno mostrato come il mercato degli smartphone abbia raggiunto un livello di maturità tale che l'incremento di prestazioni non è più in grado di spingere da solo le vendite. Gli utenti, specialmente in questo 2016, sono spinti ad aggiornare il proprio dispositivo solo se riescono ad intravedere una parvenza di innovazione oltre al mero incremento di specifiche tecniche. Non è un caso che i prodotti di maggior successo nel 2016, sino ad ora, sono quelli che hanno messo in secondo piano la corsa alla scheda tecnica più potente, per concentrarsi sull'offrire soluzioni nuove, design perfezionati e preziosi accorgimenti software.
In tutto questo Xiaomi ha perso la spinta propulsiva che permetteva ai suoi prodotti di essere preferibili a quelli dei brand concorrenti. La carta dell'hardware top ad un prezzo competitivo non è più una sua esclusiva e produttori come OnePlus, Oppo, Vivo e LeEco hanno cominciato a giocare secondo le regole di Xiaomi, introducendo di fatto una concorrenza spietata all'interno di un settore estremamente rischioso. Quando si vende un prodotto con un margine di guadagno minimo è facile finire per realizzare perdite invece che guadagni.
I dati di IDC mostrano che nel secondo trimestre del 2016 il mercato cinese è cresciuto del 4.6%, le vendite di Xiaomi sono calate del 40% e i suoi concorrenti, all'interno della stessa fascia, hanno tutti visto dei segni positivi accanto ai propri risultati. Questo ci riporta al discorso della scarsa possibilità di fidelizzare la propria clientela, sopratutto all'interno del mercato cinese, il quale si presenta come un mercato estremamente fluido, nel quale i clienti non mostrano alcun segno di fedeltà verso i brand. Xiaomi può ancora contare su una fanbase particolarmente sfegatata, apparentemente pronta ad acquistare qualsiasi prodotto a marchio Mi che sia in grado di proporre, tuttavia i risultati stanno mostrando come questa affezione sia in realtà poco efficace al fine di mantenere un modello di crescita sostenibile.
Un altro dei grossi problemi che minacciano il futuro di Xiaomi è la sua scarsa presenza a livello mondiale e l'incapacità di poter competere in mercati maturi. Sino a quando si tratta di proporre i suoi prodotti ufficialmente solo sul mercato cinese, Xiaomi è protetta dalle politiche nazionaliste adottate dagli enti regolatori cinesi in materia di brevetti, i quali tendono a rendere estremamente difficile certificare l'infrazione di un brevetto da parte di una società cinese nel suolo cinese. Il discorso cambia nel momento in cui Xiaomi dovesse confrontarsi con i mercati internazionali, nei quali si ritroverebbe costretta a dover fare i conti con numerose infrazioni, come è accaduto in occasione del suo debutto in India. Il mancato debutto sui mercati internazionali, costantemente atteso dagli investitori, ha senza dubbio minato la capacità di Xiaomi di competere a livello globale; molti concorrenti connazionali, come Meizu, OnePlus, LeEco e Huawei hanno già provveduto ad estendere la loro presenza nei mercati occidentali e non sarà facile per Xiaomi colmare il gap.
Xiaomi si trova quindi ad un punto cruciale per la sua sopravvivenza. È ormai chiaro che molti investimenti, come ad esempio Ninebot, non saranno mai in grado di generare utili nel medio periodo, motivo per cui appare necessario un drastico cambio di rotta. Probabilmente Xiaomi dovrebbe seriamente rivedere i piani relativi alle sue lineup di smartphone, riducendo drasticamente il numero di terminali e varianti, ma sopratutto devono necessariamente aumentare gli investimenti in ricerca e sviluppo. Sviluppare una propria personalità, un approccio al design che possa essere riconoscibile, scelte software e hardware che vadano oltre alla scheda tecnica all'ultimo grido (l'esempio lampante è mTouch di Meizu).
A 6 anni dal suo debutto, dopo una giovinezza caratterizzata dal successo e della fama, Xiaomi si ritrova a dover ripartire da zero e mettere in dubbio molte delle scelte prese sino ad ora. Speriamo che questa crisi adolescenziale possa essere solo un brutto ricordo.
Commenti
Si vede che non hai mai usato un loo prodotto. La loro qualità supera di bran lunga qualsiasi marchietto che vendono a noi "allocchi" sul nostro suolo..
d'accordissimo con la valutazione eccessiva dell'azienda che poi porta anche a cali eccessivi, un po' meno d'accordo sull'assurdità della valutazione dei fornitori di servizi. whatsapp non è stata valutata 16 miliardi il giorno dopo che è nata. è stata valutata così dopo anni di dominio nella messaggistica istantanea, ovvero proprio quando hanno capito che non si trattasse di moda. e a dimostrarlo ci sono gli esempi di telegram, app molto meglio programmata e più funzionale che teoricamente dovrebbe spopolare ma non lo fa perchè si tratta di app che ormai vanno oltre la moda, sono radicate nella quotidianità. E anche se dovessero fallire, lascerebbero all'azienda che l'ha comprata un bottino di dati personali rivendibili inquantiificabile..
Inteso tutto :)
Grazie mille ancora delle spiegazioni esaurienti. Gentilissimo
Uso MI4 da quando è uscito a suo tempo, ed è uno spettacolo, ora aggiornato anche alla nuovissima miui8 stable sempre più veloce.
La questione garanzia è la parte forse più rognosa....io ho comprato tramite un gruppo di acquisto, e siamo riusciti a strappare al negozio la garanzia europea con il primo anno spedizione gratuita mi pare. Però se compri singolarmente hai la garanzia normale ma in Cina quindi spedire il telefono costa un bel pò....da amazon chiaramente avresti una garanzia eccellente ma a che prezzo?? Io il mio 3/32 lo pagai 225€ più a meno, tutto compreso! Ora da i vari siti costa 180-200€, su amazon credo un bel pò di più....dipende dalle offerte che trovi e dalla garanzia che ti danno! E anche per quanto tempo credi di tenere il telefono!
Se si adeguassero ai prezzi di Apple e Samsung venderebbero ben poco, e poi i prezzi che vedi pubblicizzati in Cina sono senza tasse né IVA
Certo, ma per via dei prezzi, qui da noi avrebbero più guadagni e potrebbero anche crescere e ritagliarsi una bella fetta di mercato
Prendendo come esempio un Mi5: in Cina costava 280 di listino appena uscito se non ricordo male, anche arrivando qua a 400 euro sarebbe stato competitivo a mio parere.
Grazie mille della spiegazione esauriente, ti sono davvero grato! Ti disturbo ancora però... Perché ho letto diverse cose ma c'è troppo casino a leggere pochi elementi un po' da tutti.
La questione garanzia? Conviene comprare da Amazon se c'è qualcosa (sempre che cambi qualcosa)
Ti ringrazio, allora io possiedo il note 3 pro e posso dirti che mi sono trovato fantasticamente! La batteria è eccelsa, normalmente faccio 2 giorni quasi interi con circa 8-9 ore di schermo acceso. La fluidità è meravigliosa, l'unica pecca è la fotocamera, che spesso non è un granché sugli xiaomi, il mondo delle rom è molto vasto e ben supportato dalla community, io ho subito sbloccato il telefono e messo una rom developer europea, non sono passato a rom basate su cynogen o altro perché mi sono trovato davvero bene con la miui stock. E mi sa che tra poco passo alla miui 8. A mia madre ho comprato il redmi 3, che perde qualcosa in fluidità a causa dello snapdragon 615 ma con i 5 pollici e i 4100mAh dura a lei 5 giorni. Secondo me sono smartphone davvero validi e con un'ottima qualità costruttiva, ed è incredibile come in uno spessore umano, mi pare che il mio sia 8,9mm ci stiano oltre 4000mAh
Io concordo pienamente con te, un ragionamento rigoroso.
Ne approfitto, visto che sei possessore, di chiederti come girano gli xiaomi, se sono affidabili, se sono ottimizzati nel consumi e nella fluidità di sistema.
Informati meglio allora e ripassa :)
100€ dipende dal prezzo di partenza...
Tieni conto che una distribuzione ufficiale (dazi, imposte, raee, distributore, rete assistenza, garanzia 24 mesi, mergini per le catene, un minimo di marketing) incide per circa il 40/50%.
Fai 2 conti...
Come ti pare, ma non vai a chiedere ad un giornalista italiano, per quanto bravo ed autorevole, il bilancio di un'azienda italiana! Se nel 2015 Xiaomi ha fatto profitti o no lo sanno solo loro
È uno dei maggiori esperti mondiali sulla cina. Il suo è il blog straniero più seguito dai cinesi. È molto affidabile.
Bianco
Si, certo... Marocchino o pachistano nero?
Francamente non mi sembra una fonte chissà quanto affidabile. Credi che Hogo Barra gli abbia confidato qualcosa?
Il chè è un grandissimo peccato, poichè i suoi prodotti sono ottimi sia come qualità sia come prezzo.
il redmi3pro è probabilmente il miglior device che mi sia capitato tra le mani ultimamente: rapporto qualità/prezzo/prestazioni attualmente ineguagliabile!
sarebbe perfetto se non avesse il bootloader bloccato oppure fosse messa a disposizione una procedura di sblocco più rapida di quella attuale
le feature più importanti della V4 (2012) erano delle "chicche" sicuramente rivolte ad un certo tipo di clientela: la gestione dei permessi ed il root di default ne erano un esempio lampante, sicuramente non necessarie al 90% degli utilizzatori di smartphone.
purtroppo un'azienda non campa se vende terminali con un ciclo di vita così lungo: l'85% degli ingressi attualmente proviene dalla vendita di smartphone, ed una startup come xiaomi è obbligata a puntare sull'obsolescenza programmata per poter sopravvivere ed aumentare il proprio capitale.
la samsung è il primo esempio al mondo di obsolescenza programmata, con una durata media dei propri terminali di 1anno e 2mesi.
la mia idea è che hugo barra sia stato inserito in xiaomi per un preciso scopo, e non penso proprio per aumentarne il "valore" dell'azienda stessa (inteso come qualità ovviamente) ma piuttosto la "capitalizzazione": meglio invadere e saturare il mercato con più modelli piuttosto che comportarsi da "radical chic" e mantenere dei modelli "pochi ma buoni" -.-"
Sono d'accordo, al tempo del mi3/mi2s/redmi1s Xiaomi era vista come l'unica azienda sul mercato a proporre device validissimi in fasce di prezzo assurde, basti pensare al Mi3, top di gamma con un'ottima Miui a 300€. Da lì c'è stata l'attesa per il Mi4, durata oltre un anno, che deluse le aspettative. Alzarono i prezzi(mi pare che il Mi4 sfiorò i 400€) mentre la concorrenza sulla fascia bassa aumentava(vedesi Moto G e seguiti). Il picco si raggiunse con Mi Note Pro, che doveva essere il fiore all'occhiello capace di contrastare i Note Edge, ma aveva evidenti problemi di throttling e un prezzo esagerato, o almeno non da Xiaomi. Ultimamente con Redmi3 e RedmiPro sembra aver fatto un bel balzo in avanti, ma Xiaomi deve tornare a pochi modelli e differenziati nel design, per cui partirei proprio dal Mi3.
Forchielli...
Il prodotto è venduto in Cina. E' normale che abbia una flessione la società visto che non si capisce dove voglia andare.
Se vendessero anche a 100 euro in più di quanto vendono in Cina (50 euro in più dei prezzi attuali degli importatori, circa), mettendo a disposizione garanzia europea e banda 800 MHz, molta gente li acquisterebbe secondo me.
Come ti ho detto prima Xiaomi non è affatto crollata, era sopravvalutata prima per chiari motivi speculativi. Samsung e Apple sono da considerare dei ladri perché i loro prodotti sono venduti ad un prezzo eccessivo, non c'è alcun motivo per cui un telefono venduto a milioni di esemplari costi più di un notebook o di un televisore da 43". Quanto dovrebbero essere questi "pochi dollari per marginare"? 200, 300 per ogni telefono? Ben vengano i cinesi, allora, che non investono miliardi in spese pubblicitarie e sedi faraoniche! Riguardo ai profitti non mi risulta che Xiaomi li abbia mai annunciati pubblicamente, tu cosa ne sai?
Rivenditore italiano con centro riparazione spagnolo. E comunque cosa centra con il discorso iniziale??
e cmq anche io ho quel cellulare: lo prendiamo importato alla cina. Non abbiamo supportato dalla casa per la vendita oltre quei confini
ma dove? tu lo importi dalla cina
Non critico xiaomi che mi sta anche, copie spudorate a parte, abbastanza simpatica. Alcuni prodotti li apprezzo e mi piace la diversificazione di prodotto che stanno intraprendendo. Io sto cercando di fare un percorso simile nei servizi, per quello sono costantemente aggiornato sulla situazione cinese. Non ho nulla da ridire sul fatto che prendano finanziamenti, non potrebbero fare altrimenti.
Critico semmai il fatto che tutti diano dei ladri ad Apple e Samsung (che hanno un business solido) prendendo a modello i cinesi. I cinesi in generale adottano un sistema imperialista che se funziona prendono il sopravvento, se non funziona crollano. In questo momento questo modo di fare sta visibilmente scricchiolando. Xiaomi è crollata perché fanno zero utili: evidentemente ritengono che alzando di qualche dollaro i prezzi per marginare, non venderebbero causa concorrenza interna e perché non hanno un'immagine che glielo consente.
Esattamente, e una sovrastimazione non può che portare ad una drastico calo del valore delle azioni, e ciò è comprensibile e può non essere imputato all'azienda. Tutt'altro discorso invece per il calo delle vendite
No, è uno smartphone venduto ufficialmente solo in Cina, ma venduto in tutto il mondo. Io ho un redmi note 3 pro.
Ma va? xD
ehm lo xiaomi e' uno smartphone per la CINA.
Almeno non capendo nulla comprano prodotti validi, non cineaste
I prodotti sono tutto fumo
In Europa ci sono standard da rispettare per ogni singolo paese e le tasse alte farebbero inevitabilmente lievitare i prezzi, in più dovrebbero acquisire più brevetti per fronteggiare possibili cause con Apple, o chi per esso.
Stando al loro piano (comunque ottimistico) sarebbero entrati nei mercati occidentali piano piano una volta costruito un brand.
Però non penso si debba aspettare poi molto, i primi paesi dove avevano lanciato una serie di accessori in Europa (mi pare Francia e Germania) potrebbero essere i primi a vedere i Mi Phone in europa dopo gli US ovviamente (2018-2019 quindi)
No, Samsung è un'azienda leader nel settore dell'elettronica, se vende poco vende decine di milioni! S7 vende come la somma di tutti gli smartphone xiaomi, la fascia bassa di Samsung vende a priori perché punta all'utente poco informato, che va al centro commerciale a prendere UNO smartphone, e quello smartphone sarà Samsung, in più vende elettrodomestici, televisori, condizionatori, monitor, lampadine. Ciò che vale per xiaomi non vale per Samsung. Non mi sembra un concetto complesso. Xiaomi è un tipo di smartphone per gente che ne capisce, un po' come One plus, spesso anche per persone che si tengono informate, e alle quali non garba che dopo pochi mesi dall'acquisto del terminale ne esca uno allo stesso prezzo ma con più ram, processore migliore....
Considera Huawei non e' Xiaomi.
Sono d'accordo che il declino sia avvenuto dopo l'entrata di hugo barra. Non sono d'accordo sul fatto che sia un brand che come target abbia gli smanettoni visto l'ottima rom. Nom sono d'accordo sul fatto che un terminale non debba funzionare per troppo tempo anzi il contrario, qualsiasi sano di mente sa che se un prodotto vale 4 anni + poi dopo 4 anni va a comprare lo stesso brand (vedasi apple)
allora da gearbest
smart home kit c'e incluso, il gateway (che e' il pezzo principale dove si agganciano i sensori) e fa anche da diffusore internet radio e luce di emmergenza , il sensore di calore e umidita e quello per le porte
ma queste sono tue congetture. Altrimenti Samsung dove essere sotto sopra
perche negli altri post e utenti europei com'e la cosa differente?
La strategia giusta a livello globale è proprio quella di Huawei con piani aziendali a lungo termine. Prima di tutto si è consolidata nel proprio paese come società, poi sul mercato come brand e tecnologia come fornitore di reti (occupando tutta la filiera con prodotti validi). Dopodichè si è affacciata sul mercato europeo con accordi aziendali radicati e duraturi con le aziende, anteponendo sempre la loro tecnologia migliore (le reti) e solo dopo iniziando a diversificare il portafoglio (smartphone) ma senza il suo brand per tastare il mercato. Messa a punto tutta la filiera ha proposto propri prodotti e successivamente ha innalzato la qualità. E' un piano strategicamente perfetto, Xiaomi ha solo cavalcato le ali dell'entusiasmo (e delle valutazioni azionarie assurde) per poi riassestarsi, ma una logica profonda non ce l'ha, basta vedere il loro portafoglio prodotti disomogeneo.
Comunque Xiaomi in Europa non vende e non venderà nel breve perchè non può. Viola troppi brevetti e la vendita sarebbe bloccata con conseguente multa. In più dovrebbe inaugurare una catena di vendita che per adesso è totalmente assente
In realtà sono usciti dalla Cina e proprio quando sono usciti dalla Cina hanno riscontrato due problemi enormi:
1) Fuori dalla Cina non è tutto facile come si aspettavano: i mercati asiatici sono tutti molto competitivi e diversi da quello cinese e in ognuno di questi devi battere una concorrenza locale (tipo Micromax in India) oltre ad altri rivali che spendono vagonate di soldi nel marketing (tu zero)
2) I clienti Xiaomi non si sono dimostrati "fedeli al brand" ovvero ora acquistano un Redmi un Mi phone perché quello per loro migliore, tra un anno o due quando lo cambieranno anziché riacquistare un Mi phone prenderanno cosa offre di meglio il mercato. Questo penso sia dovuto alla mancanza di marketing e una serie di brutte esperienze con l'assistenza.
Fare uscire modelli quasi uguali nella stessa fascia di prezzo fa si che si facciano concorrenza da soli, e quindi dimezzi le vendite di uno in favore dell'altro, o meglio azzeri le vendite di uno per l'altro, quindi l'economia di scala non funziona più come dovrebbe. E magari ti rimangono un sacco di invenduti, come per il note 3 con il mediatek x10, del quale non ne hanno più venduti dopo che è uscito il note 3 pro con sn 650, circa 3 mesi dopo! In questo modo non riesci a fare contratti vantaggiosi, perché invece che ordinare 10 milioni di x10 ne avranno ordinati molto meno e ci hanno rimesso, e così anche per tutti i pezzi differenti all'interno dei 2 terminali, e questo è successo anche con diversi altri terminali. Devi fare un modello per fascia e tenerlo quasi un anno, così si che puoi abbassare i prezzi di costruzione.
Cortesemente potresti dirmi cosa hai preso di preciso e dove? Perchè non ho capito se si tratta solo di sensori termici per gli ambienti o di altro, grazie :)
C'è da considerare anche un altro aspetto (solamente accennato nell'articolo) negativo e intensificatosi negli ultimi anni a livello globale: le valutazioni ASSURDE delle società. Valutare un fornitore di servizi miliardi di dollari quando potrebbe scomparire del tutto o ridimensionarsi profondamente da un anno all'altro, anche solo per un discorso di "moda", porta a valutazioni sballate in ogni ambito. Xiaomi avrà perso parte del valore anche per le scelte sbagliate perpetrate in questi anni, ma sicuramente non ha mai avuto un valore reale di 45 miliardi di dollari. Multinazionali che producono prodotti e sono sul mercato da decine di anni (se non dall'800) valgono pochi miliardi, un produttore semisconosciuto e che vende ufficialmente in 1 mercato, seppur quello cinese, non può valere 45 miliardi.
Ed allora perché critichi Xiaomi per averli presi?
In che parte del mondo è vietato? Io sono startup e ho preso soldi sia in Europa che negli States dalle banche.