The Evil Within: recensione di HDBlog

03 Novembre 2014 6

Il genere del survival horror sta finalmente vivendo una seconda giovinezza. La presenza sul mercato di titoli come Resident Evil Revelations, Outlast, Slender the Arrival, che vedrà presto luce sulle console di nuova generazione, e P.T. hanno sicuramente colpito nel segno e sono riusciti a convincere gli sviluppatori a scommettere nuovamente su una tipologia di gioco quasi di nicchia.

Bethesda ha quindi deciso di proporre The Evil Within, survival horror sviluppato in collaborazione con Shinji Mikami, il papà di Resident Evil, caratterizzato da forti scene gore e dalla continua sensazione di angoscia che attornia ogni singola scena. Ottime premesse quindi per un titolo che purtroppo non è esente da difetti a livello tecnico.

Ma procediamo con ordine...

TRAMA

Il giocatore veste i panni di Sebastian Castellanos, detective incaricato di indagare su una serie di misteriosi decessi in un ospedale psichiatrico. La scena che si presenta di fronte all'utente è davvero forte. Numerosi cadaveri disseminati nella hall e sangue in ogni angolo sono elementi che toccheranno non poco l'immaginario del giocatore, il quale sarà chiamato a chiedersi cosa diavolo sia successo in quella struttura.

Proprio "diavolo" è la parola chiave, o meglio "demonio". Sebastian decide quindi di guardare le registrazioni delle telecamere di sorveglianza, le quali mostrano le violente gesta di un'entità sovrannaturale che viene velocemente soprannominata Ruvik. Questo essere a metà strada tra un Assassino di Assassin's Creed e uno Shinigami di Death Note appare alle spalle di Sebastian, causando il classico svenimento da parte del protagonista. Sebastian si ritrova quindi nei sotterranei dell'ospedale, prigioniero di un pericoloso essere pronto a farlo a pezzi. L'avventura ha inizio da questo punto, fase completamente stealth in cui sarà necessario scappare dal pericoloso nemico. Ma non finisce qui. Una volta fuggiti ci si accorgerà come la situazione critica andrà a colpire tutta la città, facendola praticamente sparire.

The Evil Within non è però un gioco in grado di spaventare il videogiocatore. Ci troviamo di fronte infatti a un vero e proprio thriller psicologico in cui Sebastian dovrà fare i conti con allucinazioni, personaggi completamente fuori dagli schemi e grossi scherzi della mente. Spesso e volentieri si avrà il dubbio di essere davvero nella realtà oppure di vivere in un labirinto mentale causato da Ruvik stesso. Chi è Ruvik? Cosa sta succedendo? Queste e altre domande saranno la costante che accompagneranno l'intera avventura di Sebastian. Le risposte verranno svelate durante l'arco dell'epopea, anche se dovete pazientare e affrontare almeno un terzo della storia per cominciare a capirci qualcosa. E' bene sottolineare che ogni angolo può nascondere un problema da risolvere, sia sotto forma di mostro che trappole et similia.

L'intera avventura vi terrà compagnia per circa 15 ore, senza però tenere conto delle numerose morti a cui andrete incontro, anche selezionando il livello di difficoltà più basso.


GAMEPLAY

La mano di Mikami c'è e si vede. Il sistema di controllo coglie a piene mani quanto proposto in Resident Evil 4, con l'aggiunta per fortuna della possibilità di camminare mentre si mira. Possiamo praticamente suddividere in tre parti le sezioni di gioco incontrate nell'avventura stessa. The Evil Within è infatti basato su momenti completamente action, alternati a grosse fasi stealth e piccoli intermezzi basati sulla risoluzione di puzzle.

Come facilmente prevedibile, nascondersi nell'ombra e agire alle spalle dei cattivi sarà il vero leit motiv del gioco. Gli abomini infatti saranno sempre vigili e ogni rumore attirerà la loro attenzione, di conseguenza bisognerà calcolare le tempistiche al millesimo e scivolare alle loro spalle, in modo da metterli ko con un bel coltello piantato nelle tempie (in perfetto stile The Walking Dead, n.d.SketchT). Sarà inoltre necessario bruciare i corpi dei morti viventi, in modo da non rischiare di vederli nuovamente in piedi, pronti a farci fuori a suon di pugni, armi e chi ne ha più ne metta.

Scordatevi infatti di pensare che i mostri siano i classici zombie ebeti di Romero, in The Evil Within questi abomini con le gambe picchiano davvero duro e soprattutto sono armati. Capiterà infatti di incontrare popolani armati fino ai denti, sia con oggetti contundenti che pistole, fucili e chi ne ha più ne metta. Meno vi mostrerete al nemico e più alte saranno le probabilità di sopravvivenza, di conseguenza vi ritroverete a dover sfruttare la materia grigia cercando vie di fuga. Sarà quindi possibile raccogliere le classiche bottiglie di vetro e lanciarle alle spalle dei nemici in modo da distrarli oppure attirarli in una trappola ambientale. Disseminate per i livelli sarà possibile incontrare esplosivi che vengono innescati dalla vicinanza del nostro protagonista, tagliole, fili collegati a detonatori et similia. Sebastian sarà in grado di disinnescare il tutto molto velocemente e soprattutto utilizzare i pezzi della trappola come oggetti per costruire preziosi proiettili tramite un sistema, molto elementare, di crafting.

In alcuni casi sarà necessario sfoderare la propria forza fisica e l'equipaggiamento in dotazione. Sebastian potrà decidere di confrontarsi fisicamente con i cattivi, scelta sconsigliata dato che sarà necessario tenere a mente che un paio di colpi andranno quasi certamente a segno causandovi danni abbastanza pesanti, oppure utilizzare i vari utensili scovati per gli scenari. Molto comode le accette monouso, che tagliano praticamente in due parti i corpi degli antagonisti, torce e altro, anche se ovviamente sarà più immediato prediligere pistole, fucili a pompa, granate e una speciale balestra (chi ha pensato a Norman Redus, il Daryl di The Walking Dead?) che può essere caricata con arpioni esplosivi, frecce che flashano per qualche secondo i nemici e via discorrendo.


Non aspettatevi però di poter contare su munizioni infinite. I proiettili sono scarsi e tendenzialmente messi a disposizione, in numero ridotto, appena prima dello scontro con il boss del momento. Bisogna tenere conto che difficilmente basterà un colpo piazzato in fronte al nemico per fermare la sua folle corsa. Gli zombie sono resistenti e attaccano a testa bassa finché il corpo glielo permette, di conseguenza il consiglio è di ridurre al minimo gli scontri a fuoco.

Sebastian incontrerà sul suo cammino anche una serie di enigmi da risolvere. Spesso e volentieri si tratterà di spremere le meningi e capire come sfruttare i vari oggetti presenti nello scenario mentre in alcuni casi si verrà catapultati in una sorta di QTE, frangente in cui sarà però necessario non sbagliare alcuna mossa, altrimenti la pena da scontare è la morte.

Scelta quindi molto discutibile degli sviluppatori che vanno effettivamente a rimarcare la componente Try & Die presente nel gioco. In The Evil Within capiterà infatti di perire più volte, soprattutto durante gli scontri con i boss, in modo da capire in che modo combattere contro il nemico di turno. Alcuni antagonisti saranno inoltre invulnerabili ai colpi di arma da fuoco ma completamente privi di difesa una volta messi di fronte alle trappole presenti nella location.

Durante l'avventura, il giocatore potrà potenziare gli skill di Sebastian attraverso un menu tanto comodo quanto inquietante. Le stanze di salvataggio sono infatti localizzate in una dimensione parallela, fissate in una location che ricorda molto da vicino un ospedale psichiatrico. Il livellamento del personaggio sarà attivato solamente una volta subito un elettroshock, momento in cui sarà necessario spendere alcune unità di una strana melma verde raccolta durante le fasi di esplorazione.


TECNICA

Il comparto tecnico di The Evil Within è senza dubbio ottimo ma purtroppo non esente da imperfezioni. Gli scenari sanguinolenti risultano claustrofobici e davvero ispirati mentre il character design dei mostri possiede una verve davvero incredibile e soprattutto un numero di razze differenti davvero ampio.

Purtroppo un occhio ben allenato si accorgerà della presenza di texture scialbe, il tutto finemente nascosto però dalla presenza delle ambientazioni dark, vera costante del gioco. La soluzione funziona comunque in maniera egregia e riesce a donare al gioco un forte impatto ambientale.

Il comparto audio è senza dubbio eccellente. Le sinfonie di sottofondo tengono il giocatore costantemente sul filo del rasoio e lo accompagnano per tutta l'avventura in maniera quasi angosciante. Il doppiaggio è completamente in italiano, come del resto i testi presenti nel gioco.


COMMENTO FINALE

The Evil Within è sicuramente un buonissimo titolo che farà sicuramente felici i fan dei survival horror in stile Resident Evil 4. Bethesda ha pensato perfettamente alle tempistiche di narrazione, svelando i vari fatti poco alla volta ma con una cadenza davvero perfetta. Purtroppo la componente Stealth risulta fin troppo marcata, di conseguenza potrebbe far storcere il naso agli amanti di ritmi più serrati. Infine tecnicamente non ci troviamo di certo di fronte a un motore grafico di ultima generazione, molto probabilmente a causa dello sviluppo cross-gen del titolo.

Mikami ha senza dubbio raggiunto il suo obiettivo. The Evil Within non è un titolo pensato per terrorizzare il videogiocatore ma è stato concepito per trasmettere un sentimento a metà strada tra l'angoscia e l'inquietudine.

  • GAMEPLAY 8
  • TECNICA 8
  • LONGEVITA' 8
  • MULTIPLAYER -

6

Commenti

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Giuseppe Salerno

Io amo i giochi impegnativi... Neanche io ci potrò dedicare intere giornate come quando avevo 14 anni,ma penso che tutti i ventenni facciano questo tipo di discorso... Cmq la sera mi ci fossilizzerò fino al sonno. Grazie sixth

SamuJJ

Se dici che e' parecchio difficile mi fai venire voglia di prenderlo

SixthStraw

Si è bellissimo, però la storia alla fine lascia parecchi dubbi... Sicuramente ci sarà un sequel. Io ho giocato su xbox 360 dove la qualità grafica è pessima con ombre pixelate, effetti di luce completamente assenti, e pop up degli oggetti osceno, con tanto di cali di fps nelle scene più corpose.. Hanno fatto un lavoraccio su 360, però il gioco è bellissimo lo stesso (anche perché a me più di tanto della grafica non mi importa.) è molto lungo io l'ho comprato al day One e non ci posso molto tempo alla console, comunque l'ho completato in 16 ore e mezza con 106 morti al livello più basso, perché è difficile, molto difficile, era da secoli che non mettevo le mani su un gioco così impegnativo!

Giuseppe Salerno

Io lo comprerò giovedì 13 insieme a pes...Tu lo hai già finito... Cmq tutti quelli che conosco come te o in fase avanzata mi hanno detto che è stupendo... Non vedo l'ora,ho l'acquolina in bocca...

SixthStraw

l'ho completato stanotte, bellissimo!

sasaawd

Piace molto la recensione =) Vedo che non la pensiamo in maniera differente anche se mi dispiace che i momenti tetri e quelli Action siano sbilanciati :/ Appena salvi Joseph l'effetto claustrofobico svanisce definitivamente e per una buona meta a partire da quel punto ti mettono in corridoi in cui devi far fuori tutti alla Rambo. A parte quello mi son goduto sto gioco :3 Anche se il voto un pochino più basso glielo avrei messo xD

PS: NON comprate il DLC con le freccie infuocate , vi facilita troppo la vita quello !!!

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