
03 Gennaio 2015
Google è alla disperata ricerca di nuovi utenti, a dimostrarlo ci sono i numerosissimi progetti volti alla diffusione della linea mobile in punti del globo particolarmente remoti, come del resto gli ultimi investimenti nelle prossime dorsali oceaniche (del Pacifico) affinchè tutti possano navigare a velocità ancora più sostenute. Il vero obiettivo sono quindi le popolazioni dei paesi in via di sviluppo, ma per rendere i droni o pallonni del Project Loon davvero produttivi serviranno ancora anni, invece è possibile acquisire milioni di nuovi utanti se si aprissero le porte di tutti i servizi ai più piccoli.
L'idea è già stata svelata qualche anno fa con uno spot intitolato 'Dear Sophie', un filmato in cui un genitore premuroso apriva un account alla propria bimba neonata affinchè si potessero raccogliere tutte le informazioni più importanti nel corso della sua crescita. Quindi numeri, foto e video sul Cloud. Ma per i minori di tredici anni è perfino illegale avere una casella di posta Gmail, dunque l'approccio necessitava una rivisitazione completa.
Secondo un report del The Information l'ostacolo sarebbe stato aggirato, Google sarebbe infatti pronta a svelare tutta una suite con svariati tools e servizi dedicati ai più piccoli, da usare ovviamente dopo il permesso dei genitori. Parliamo dunque di una versione 'sicura' di YouTube con contenuti strettamente controllati, nel rispetto del cosiddetto 'Children Online Privacy Protection Act'.
I genitori avrebbero poi a disposizione una dashboard dalla quale poter controllare le attività dei più piccoli in questi tool. Non ci sono informazioni ancora più specifiche a riguardo, ma è chiaro che per Google sarebbe una grandissima opportunità per ottenere nuovi clienti e indirizzare la sua piattaforma pubblicitaria.
Commenti
E poi ci chiediamo perché il mondo va avanti e qui da noi si è dovuto aspettare il 2014 per bandire i fax dalle PA…
I bambini di oggi (gli adulti di domani) saranno circondati dalla tecnologia che oggi muove i primi passi e qui ancora si discute se è giusto o meno fargli usare un computer/tablet/aggeggio elettronico invece che insegnargli il più possibile come è fatto e come utilizzarlo al meglio.
Ma d'altronde, questo è lo stesso paese che si lamenta della eventuale mancanza di una traduzione in lingua italiana invece di pretendere che la padronanza dell'inglese sia requisito basilare e imprescindibile per passare da un grado scolastico ad un altro.
Vecchi. È un paese di vecchi destinato al regresso e che si compiace nello scavarsi la fossa da solo.
Non pensavo di essere lento all'adeguamento con qll che possiedo in casa e uso ogni giorno. Cmq contento te se per te dare gradualmente ai figli vuol dire che i genitori sono sempre lenti ad adeguarsi (evitandosi grosse rotture di palle tra l'altro). Di stereotipi non si vive, contento te.
Come pensavo si evincesse dal commento originale e successivamente precisato, lento era riferito non ad una inferiore capacità cognitiva (motivo per il quale avresti avuto anche titolo di sentirti offeso) quanto alla lentezza nell'adeguarsi al cambiamento.
Comunque ribadisco, non tutti siamo nelle stesse condizioni. Dalle mie parti si fa solo una misera ora di informatica alla settimana, quando si fa.
Se per TE dare del lento alla gente è rispettoso, sei messo molto male. 5 ore di informatica settimanali, tanto per cominciare, sono sufficienti. Considera anche che diversi istituti sono anche abilitati alla ecdl, cosa niente male per utilizzare il pc in maniera responsabile, cosa molto difficile a quell'età.
Trovo interessante la modalità in cui ti sei posto. Un conto è definire qualcuno lento nell'adeguarsi ad un mondo che cambia ed altro è dare del decerebrato (sgrammaticato poi... sarebbe simpatico entrare nel merito ma sicuramente off-topic. Magari impara ad usare i pronomi personali e poi ne potremo riparlare io e "te"). Comunque non ti preoccupare, ne ho sentito a sufficienza e peggiori di questa per innescare un flame con uno sconosciuto. Rispetto comunque la tua opinione anche se sicuramente avresti potuto esprimerla in modo più rispettoso. In ogni caso, per tornare all'argomento, si, ovviamente so che in teoria è materia di insegnamento alle elementari ma considera alcuni punti di attenzione:
1) Non tutti viviamo in Veneto
2) La formazione e competenza degli insegnanti che si occupano (anche) dell'informatica è a dir poco ridicola e lasciata, per la maggior parte, alla iniziativa personale
3) Le ore dedicate alla materia (con tutti i limiti di cui sopra) sono insufficienti
4) La qualità/quantità di attrezzature è insufficiente. E' più il tempo che il laboratorio di informatica è chiuso per "strane" ragioni che il tempo di reale attività.
Qua l'unico lento decelebrato e sgrammaticato sei te. Nessuno qua è lento, utilizzo smartphone, tablet e pc, ma onestamente lo ritengo assolutamente inadatto (e fonte di distrazione) per bambini troppo piccoli. Ad ogni modo ti invito ad informarti, i primi passi con l'informatica cominciano (almeno da me in Veneto), già alle elementari. Ed è più che sufficiente.
Io sono sempre più sicuro che google stia creando la Macchina di Finch di person of interest
Peccato, avevo risposto in maniera esaustiva e il commento è andato in moderazione e poi scomparso solo perchè alla fine avevo scritto "sBronzo romBiTalle", non riferito a te ovviamente ma a come un ragazzino di 14 anni potrebbe vedere un genitore qualunque. Adesso però non ho proprio voglia di riscriverlo, pazienza.
Faccio presente che a 12 / 13 anni se chiedono il videogame di gta gli si viene dato, dove puoi uccidere, rubare, trom**re e cose simili -.-
E' facile (?) inibire l'accesso a pc, tablet, smartphone, ipod touch, smart tv, consolle con browser, ma forse è il caso che i genitori si evolvano e inizino a imparare cos'è internet e come si usa invece di passare il tempo a spiare e sparlare su facebook e giocare a farmvile e candy crush in modo da poter istruire i figli su come si usano i mezzi.
Solo perchè esiste GTA non vuol dire che non possa giocare a Super Mario, solo perchè esistono gli Hentai non vuol dire che non deve leggere fumetti e solo perchè ci sono i siti porno e i social network non vuol dire che non deve usare wikipedia e google earth
No, per quanto riguarda la telefonia non è ancora giunto il momento ma non per motivi culturali veri o presunti quanto per principio di precauzione riguardo ai possibili effetti sul cervello da parte delle emissioni radio concentrate ad alta frequenza.
Il mio si, pone domande e si attende risposte serie. Non si lascia raggirare con risposte sbrigative. Frequentando le famiglie dei suoi compagni di scuola direi che non è nemmeno una eccezione.
Lenti... siete lenti. Il mondo va più veloce di voi e voi siete ancorati al modo di vedere dei vostri genitori. Pure io sono nato negli anni 60 ma mi adeguo alla velocità di un mondo che cambia. Resterete a guardare i vostri figli che vi passano oltre come i vostri genitori sono rimasti tagliati fuori dal vostro mondo fatto di cose e servizi neppure immaginabili ai loro tempi.
Magari spiegargli come funziona il mondo (internet compresa) può dargli gli strumenti per essere cittadini consapevoli e soprattutto responsabili, e soprattutto rendere inutile lo "sbattimento" di parental control. Purtroppo capisco che è un approccio faticoso, bisogna dedicargli molto tempo. E' sicuramente più comodo vietare e, raggiunta l'età "autorizzata", mollarli davanti allo schermo in compagnia del parental control.
Si appunto. Ma perché mi devo sbattere di parental control a manetta? Piuttosto ha senso come dice l'utente qui sopra, gradualmente intorno ai 13 14 anni.
e compramogli quindi anche un iphone di ultima generazione -.-'
la penso esattamente come te
certo a 8 anni vanno a informarsi su mondo in cui vivono -.-'
Banalmente conoscere il mondo in cui vivrà e gli strumenti che gli serviranno per comunicare.
quindi che vantaggi trarrebbe un bambino di otto anni a usare internet??
Ok, non vuoi fare il professore però mi piacerebbe sapere quanti anni hai. Io ne ho 50 ed ho un figlio di 8, lavoro nei sistemi informativi da sempre e la penso diversamente da te.
I bambini di oggi sono nativi digitali e ciò che per la mia generazione era una opzione che si poteva scegliere o meno, per loro è imprescindibile. Assorbono questa cultura dalla più tenera infanzia. I giochi, i cartoni e tutti i supporti dedicati a loro sono ormai permeati dalla cultura digitale che noi lo vogliamo o no. Il mio bambino usa questi strumenti già da tempo con una consapevolezza che travalica i confini del puro e semplice gioco. Ho sempre badato a che la fruizione degli stessi fosse sempre accompagnata da ampie spiegazioni (ovviamente in un linguaggio a lui comprensibile) sul funzionamento delle cose e sui rischi derivanti da un uso improprio della tecnologia. Per quanto lo riguarda sa cosa è internet, cosa è un programma e a grandi linee un sistema operativo. Queste conoscenze la scuola non le trasmette e, nel mondo di oggi, ciò rappresenta un vero handicap per il futuro. Nella scuola di stampo anglosassone questo non succede. La loro cultura è molto più orientata alla conoscenza scientifica e questo porta i suoi risultati a lungo termine ma con differenze, a loro favore, già più che tangibili oggi.
Noi stiamo sempre a stabilire steccati su ciò che un bambino può fare e ciò che non può fare, a stabilire età, soglie, classi di argomenti per la loro istruzione.
Loro (i bambini) per fortuna non sanno di essere troppo piccoli per imparare e... imparano. Imparano più rapidamente di qualsiasi adulto e ciò che imparano entra a far parte stabilmente del loro corredo culturale quanto prima lo imparano.
Questo non significa che possano fruire passivamente della tecnologia senza la mediazione di un adulto anzi, la supervisione e il contingentamento per evitare abusi è assolutamente necessaria.
Tanto ci sono giá i bambini di 10 ann che vanno su youtube o peggio su altri siti. Nell'ignoranza dei genitori. Personalmente i bambini dovrebbero avere almeno fino ai 10-11 anni la maggior distanza con gli apparecchi elettronici. Poi dai 13-14 cominciare ad interagirsi con il costante supporto dei genitori. Nn voglio fare la parte del professore ma io la penso cosí