Aliens: Colonial Marines, recensione by HDBlog

18 Febbraio 2013 2

Alien è sicuramente uno dei brand più "anziani" dell'intero universo cinematografico che ha saputo regalare agli spettatori una serie di racconti in grado di tenere incollati alla sedia anche i meno avvezzi al genere. La struttura studiata ad hoc, la caratterizzazione degli Xeno e i luoghi claustrofobici in cui l'oscurità prevale in maniera costante sulla luce sono stati il vero successo del marchio.

Ovviamente nel corso degli anni sono state sviluppate diverse trasposizioni videoludiche dedicate ad Alien, comprendendo inoltre il cammeo con Predator, la razza di soldati alieni più tecnologica dell'intero immaginario interstellare.

Gearbox Software e Sega hanno da poco rilasciato Aliens: Colonial Marines, tie-in posizionato cronologicamente durante i fatti tra il primo e il secondo episodio della versione al celluloide.

TRAMA

Il giocatore si troverà a vestire i panni di Christopher Winter, soldato impegnato in una missione di salvataggio richiesta dal collega Dwayne Hicks. Il team in avanscoperta viene totalmente annientato dagli xenomorfi, incentrando il tutto nella più classica lotta per sopravvivere agli attacchi dei pericolosissimi alieni.

Ci troviamo di fronte a un canovaccio effettivamente trito e ritrito, apprezzabile sicuramente al cinema ma non proprio adatto se affrontato in prima persona. Gearbox ha infatti deciso di puntare sulla quantità di Xeno rispetto alla difficoltà di gioco, causando così una caratterizzazione dell'intera avventura effettivamente di basso livello. La narrazione comunque è scorrevole e funge perfettamente da collante, seppur farà storcere il naso ai fan della serie a causa di alcune incongruenze con quanto raccontato nei film originali.

GAMEPLAY

Aliens: Colonial Marines si basa sulla più classica concezione di First Person Shooter. Il nostro alter ego virtuale potrà sparare, correre, saltare e chinarsi. Di tanto in tanto capita di assistere a quick time event e molti momenti non interattivi particolarmente coinvolgenti. Inoltre Christopher può contare su una serie di gadget particolarmente utili, come ad esempio il rivelatore di movimento, davvero perfetto per controllare i movimenti dei velocissimi Xeno.

Il titolo viene reso più impegnativo di molti altri software del genere grazie alla presenza di una barra di energia suddivisa in tre segmenti, ognuno rigenerabile ma mai in blocco. Di conseguenza l'inferiorità numerica e la lentezza d'azione rispetto agli xenomorfi obbligano l'utente a un approccio più ragionato.

I cattivissimi alieni non sono gli unici nemici che Christopher incontra sul suo cammino. Alcuni soldati della Weyland-Yutani particolarmente precisi si contrapporranno alla missione dell'eroe, di conseguenza il vero leit motiv del gioco sarà incentrato sulla pianificazione di un piano d'attacco prima di agire.

E' importante sottolineare che la  IA non brilla di luce propria. Sia gli Xeno che i sopra citati soldati non sono in grado di mettere a punto la più banale delle strategie, limitandosi a correre incontro al giocatore o cercando di sfruttare la propria mira. Ci saremmo davvero aspettati qualcosa di più.

Gearbox ha inoltre inserito una serie di fasi extra. Impossibile non citare le boss fight e soprattutto alcune sezioni dai profili horror in cui il soldato protagonista del gioco potrà contare solamente sulle proprie mani per cercare di sopravvivere. In questi casi gli sviluppatori hanno dovuto snaturare la trama originale per motivi di gameplay, cosa che non piacerà ai puristi.

Se da un lato il gioco in singolo mantiene una qualità media, Aliens: Colonial Marines mostra la sua vera quintessenza una volta effettuato l'accesso alle sessioni multiplayer, grazie soprattutto alla possibilità di impersonare gli Xenomorfi. Purtroppo gli sviluppatori hanno previsto solamente quattro modalità di gioco ma il poter donare una IA umana ai pericolosi alieni e sfruttando così le incredibili doti atletiche dei mostri.

Le esperienze in rete vanno dal classico deathmatch, passando dal tentativo di sopravvivere alle ondate dei nemici e una disperata fuga dove gli xeno devono fermare i soldati pronti a fuggire grazie a una navetta e terminando con uno scontro a obiettivi denominato Extermination. La scelta di inserire una serie di modifiche fisiche e attacchi speciali è davvero ottimamente implementata, donando così alla sezione una longevità davvero convincente.

TECNICA

Il comparto tecnico di Aliens: Colonial Marines non è certo di altissimo livello, anzi possiamo tranquillamente affermare che ci troviamo di fronte a un motion engine che avrebbe avuto ragione di esistere sulle console della generazione passata. I modelli poligonali risultano scarni, le animazioni sono tutt'altro che naturali e gli ambienti circostanti mostrano una serie di fastidiose compenetrazioni. Inoltre la sopra citata poca brillantezza della IA lascia davvero sbigottiti.

E' però incredibile come Gearbox abbia saputo ricostruire gli scenari originali, i giochi di luce e ombra classici della serie cinematografica e quella sensazione di claustrofobia risulta davvero ben marcata, come del resto i soundtrack scelti per l'occasione.

COMMENTO FINALE

Aliens: Colonial Marines è il classico prodotto adatto solamente ai fan della serie cinematografica grazie soprattutto alla ricostruzione delle ambientazioni in maniera certosina. Per il resto ci troviamo di fronte a un FPS davvero di basso tono, dalla trama estremamente lineare e dalle caratteristiche tecniche poco convincenti.

Una volta in rete i giocatori però scorderanno presto le mancanze sopra citate, soprattutto una volta impersonati gli Xeno; dettaglio che però non permette al lavoro di Gearbox di elevarsi tra i giochi must-buy.

  • GAMEPLAY 6
  • TECNICA 5,5
  • LONGEVITA' 5,5
  • MULTIPLAYER 7,5
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Commenti

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Samuel Rossi

Praticamente ha gli stessi problemi di duke nukem forever

Maurizio Mugelli

direi che questo sintetizzi cosa non va in aliens:CM http://www.videogamer.com/vide... - a meta' lavoro il gioco e' stato passato di mano da un gruppo che sapeva quello che stava facendo ad uno che voleva soltanto i soldi del tie-in, con risultati orribili.

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